Giugno 2010

nuovo solare. nuovo nucleare

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L’energia
che salverà il mondo

Carlo Rubbia

Premio Nobel per la Fisica
 
 

 

 

 

 

 

 

 

Energia infinita?
A lungo termine, il futuro dell’umanità dipenderà in maniera cruciale dal solare e dal nucleare, che possono prendere il posto dei fossili.

 

 

Pannelli solari, nelle campagne tra Soleto e Galatina, nel Leccese.

Nello Wrona

Il consumo energetico attuale è esposto ad immense disparità tra i Paesi ricchi e quelli poveri. La correlazione tra la mancanza di energia e povertà, dovuta a differenze del progresso sociale, è dimostrata ad esempio dall’enorme disparità del consumo energetico elettrico della Svezia, pari a 15.000 kwh/persona/anno, e della Tanzania (100 kwh/persona/anno). Più di 1,6 miliardi di persone, e cioè oltre un quarto della popolazione mondiale, oggi sono prive di elettricità, il che preclude loro la stragrande maggioranza delle attività industriali e la creazione corrispondente di posti di lavoro.
La maggioranza (4/5) di queste popolazioni vive in aree rurali nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Asia e in Africa. Per 2,4 miliardi di individui la sola sorgente di energia è la biomassa tradizionale spontaneamente presente nell’ambiente. E il consumo energetico continuerà a crescere, in quanto le popolazioni nei Paesi in via di sviluppo continueranno a combattere per una vita migliore: le disparità energetiche continueranno a convergere.
Al livello attuale dei consumi le riserve comprovate di carbone, petrolio, gas naturale e uranio 235 corrispondono ad una durata dell’ordine rispettivamente di 230, di 45, di 63 e di 54 anni. Questi valori possono essere influenzati positivamente dall’inevitabile scoperta di nuove riserve e negativamente dagli aumenti nei consumi. Le riserve stimate sono di 500 miliardi di tonnellate per il petrolio e il gas, e di oltre 5.000 miliardi di tonnellate per il carbone. Le riserve di carbone potrebbero essere due o tre volte maggiori, se altre forme di combustibile meno nobile fossero bruciate. Il recupero del petrolio inutilizzato all’interno dei pozzi e ulteriori scoperte potrebbero inoltre contribuire con aumenti sostanziali alle riserve di petrolio e di gas naturale.
Anche se questi fattori sono difficili da definire, tenendo conto del lungo intervallo di tempo necessario per rinnovare le sorgenti energetiche, la fine dei combustibili fossili è tuttavia già in vista. E la domanda che quindi si pone è: quali nuove energie per il futuro dell’umanità?

Oggi siamo convinti che nei prossimi secoli l’utilizzo senza restrizioni dei fossili modificherebbe in maniera drammatica il clima della Terra, con effetti per ogni organismo vivente, piante e animali, incluso evidentemente l’uomo. Gli effetti climatici della combustione di una quantità data di combustibile fossile producono – a causa degli incrementi della radiazione solare catturata dalla CO2 – ben cento volte più energia di quella utilizzata come combustibile. Un immenso sforzo di nuove ricerche e sviluppi è assolutamente necessario e urgente, al fine di riconciliare un impatto climatico accettabile, dovuto al riscaldamento del pianeta, con una crescente domanda energetica, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
Solo due risorse naturali primarie hanno la capacità di assicurare il ricambio dei fossili: essi sono un nuovo solare e/o un nuovo nucleare. È assolutamente impossibile che un qualsiasi sviluppo stabile a lungo termine dell’umanità si possa realizzare senza fare ricorso ad entrambi. Ma questa nuova energia nucleare non è il nucleare odierno, e questa energia solare non è il solare odierno. Dobbiamo sviluppare delle tecnologie totalmente nuove. Se utilizzata in maniera adeguata, l’energia solare può produrre un’energia sufficiente ai bisogni futuri dell’umanità.

Negli ultimi anni si è assistito ad un considerevole progresso che ha marcato importanti conseguenze sull’evoluzione delle tecnologie solari rispetto a impianti precedenti, alcuni datati a più di un secolo fa. Le ragioni di questa rapida evoluzione delle tecnologie sono molteplici: le preoccupazioni crescenti sull’effetto serra, i rapidi aumenti del costo del petrolio e del gas naturale, la garanzia che con il solare non sussistono problemi di sicurezza nelle disponibilità grazie al grandissimo numero di Paesi nei quali il solare può essere utilizzato (tra cui l’Italia e la Spagna e tutti i Paesi del cosiddetto sun-belt), e infine la realizzazione di nuove forme di energia rinnovabile a costo accettabile, anche grazie ad adeguati strumenti di incentivazione.
Un altro progresso capitale, che rende il solare veramente competitivo con le altre maggiori sorgenti di energia (fossili, nucleare, idroelettrico, ecc.), è quello rappresentato da tecnologie capaci di produrre grazie all’accumulo termico dell’energia in maniera continuativa, ogni qualvolta richiesta dall’utilizzatore e non solamente durante i momenti di disponibilità diretta del sole.
L’altra forma di energia futura è un nuovo tipo di nucleare. L’energia è prodotta ogni qualvolta un nucleo leggero produce una fusione o un nucleo pesante produce una fissione. Esempi pratici che andrebbero vigorosamente studiati sono l’uranio naturale (U-238, non l’usuale U-235 dei reattori attuali), il torio (fissione) e il litio (fusione), disponibili per molte migliaia di anni in quantità adeguate.
In conclusione, il futuro dell’umanità dipenderà in maniera cruciale dalla continuità di disponibilità energetica economica e abbondante. Se l’approvvigionamento energetico venisse a diminuire o mancare, anche a causa dell’insorgenza di seri e incontrollabili cambiamenti climatici, potremmo trovarci di fronte ad un vero e proprio collasso dell’economia moderna e a disastri di enormi proporzioni.
A lungo termine, non c’è dubbio che il solare e un nucleare innovativo possano tecnicamente prendere il posto dei fossili. Ma affinché ciò avvenga senza scosse, è indispensabile che una vasta azione internazionale di ricerca e sviluppo venga urgentemente perseguita. E quantunque queste energie innovative siano certamente più urgenti per i Paesi in via di sviluppo, solo le nostre civiltà avanzate sono in grado e hanno la responsabilità di catalizzare un tale cambiamento.

   
   
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