Marzo 2009

CONSEGUENZE DELLA GRANDE CRISI

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Un nuovo multilateralismo

Robert Zoellick

Presidente Banca Mondiale

 
 

Il G-7 non è più sufficiente. Serve un nuovo Gruppo che includa Brasile, Cina, India, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica, con incontri periodici e con un continuo dialogo formale e informale.

 

A fine anno sono giunti i momenti più duri di una fase difficile: caos sui mercati finanziari,
creditizi e immobiliari; volatilità dei prezzi alimentari ed energetici, e loro impatto su povertà e fame nel mondo; ansia per la crescita economica planetaria. Gli eventi più recenti potrebbero rappresentare una svolta critica per molti Paesi in via di sviluppo e, come sempre, sono quelli più poveri ad essere i più esposti. Dappertutto si levano voci contro il libero mercato e critiche agli errori delle istituzioni governative. Una cosa è certa: non si può far tornare indietro l’orologio della globalizzazione. Ma dobbiamo imparare le lezioni del passato per costruire un futuro migliore, e ora il nostro imperativo è modernizzare il multilateralismo e i mercati per un’economia che cambia.
Oggi la globalizzazione e i mercati rispecchiano gli enormi cambiamenti nell’informatica, nei flussi commerciali e finanziari, nella mobilità del lavoro, nell’interconnessione globale e nell’emergere di nuove forze competitive. Nuovi poteri economici sono in ascesa, diventano protagonisti del sistema globale e chiedono di avere sempre più voce in capitolo.
I mercati finanziari e gli imprenditori continueranno ad essere i motori principali della crescita e dello sviluppo globali. Ma la finanza dei Paesi più sviluppati, in particolare degli Stati Uniti, ha mostrato palesi debolezze e ha subìto enormi perdite. L’architettura internazionale disegnata per affrontare questi eventi continua a scricchiolare. Il nuovo multilateralismo, per adattarsi ai tempi che stiamo vivendo, dovrà essere una rete flessibile, non una struttura fissa. Dovrà far rendere al massimo le potenzialità delle interconnessioni e delle istituzioni, pubbliche e private, ed essere orientato in direzione di una soluzione pragmatica dei problemi che rafforzi la cultura della cooperazione.

Nello Wrona
Nello Wrona

Questo nuovo multilateralismo deve forgiare un senso di responsabilità condivisa per dare solidità alla politica economica globale e deve coinvolgere i protagonisti dell’economia. Dobbiamo ridefinire proprio il multilateralismo economico nel senso più globale,oltre i temi tradizionali della finanza e degli investimenti. Oggi l’energia, i cambiamenti climatici, la stabilizzazione di nuovi Paesi, fragili e nati da conflitti, sono anche questioni economiche di fondo. Fanno già parte dell’agenda internazionale sulla sicurezza e l’ambiente, e dunque devono entrare anche in quella del multilateralismo economico. Il nuovo multilateralismo si baserà sulle leadership nazionali e la cooperazione. Ma il G-7 non è più sufficiente, serve un nuovo tipo di Gruppo, con un nucleo di ministri finanziari che si assumano la responsabilità di anticipare i temi-chiave, di condividere le informazioni, di valutare gli interessi comuni, di mobilitare gli sforzi per la soluzione dei problemi, per superare le divergenze. Dovremmo prendere in considerazione un nuovo Gruppo-guida che includa Brasile, Cina, India, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica e gli attuali membri del G-7, con incontri periodici e con un continuo dialogo formale e informale. Ma non dovrà
semplicemente sostituire il G-7 con un nuovo G-14 fisso: sarebbe soltanto un utilizzo ribattezzato dei vecchi metodi. Il nuovo Gruppo sarà in costante evoluzione per adattarsi agli eventi, ma soprattutto dovrà fare in modo che i problemi globali non siano più o meno rattoppati dopo che diventano evidenti, ma siano anticipati. Il Gruppo-guida dovrà continuare a lavorare tramite istituzioni internazionali ben definite, ma in questo modo potranno essere meglio affrontate insieme le questioni sovranazionali. Come la crisi finanziaria è diventata internazionale a causa delle interconnessioni, così anche le riforme dovranno essere multilaterali, attraverso il Final Stability Forum allargato, il Fondo monetario internazionale e il Gruppo-guida, in modo che le questioni legate alla supervisione finanziaria siano trattate in un contesto multilaterale sempre più largo.
La nuova rete multilaterale dovrà anche collegare i temi dell’energia e del clima. I mercati energetici internazionali allo stato attuale sono molto disordinati: c’è bisogno di una rete globale di scambi tra i grandi produttori e consumatori di energia. Potrebbero emergere un interesse comune alla gestione di una fascia di prezzi che cerchi di conciliare i vari interessi in una transizione verso strategie di sviluppo ad uso meno intenso di combustibili fossili, una gamma più ampia di offerta, una maggiore sicurezza internazionale.
I nuovi strumenti potranno anche portare a un accordo sui cambiamenti climatici. Sono necessari nuovi meccanismi per la riforestazione e contro la deforestazione, lo sviluppo e la rapida diffusione di nuove tecnologie, il supporto finanziario ai Paesi poveri, i nuovi mercati delle emissioni. Il Gruppo-guida dovrà contribuire a queste iniziative su energia e ambiente, collaborando con l’ONU nella stesura e nell’attuazione di un nuovo trattato sul clima.
Affrontare la crisi economica sarà una delle maggiori responsabilità del Presidente americano Obama. Ma non si tratta di un compito che riguarda soltanto gli Stati Uniti. Il
multilateralismo è un mezzo per risolvere i problemi con i Paesi intorno a un tavolo, per discutere insieme azioni costruttive. Il destino ora ci offre un’opportunità sotto forma di necessità: la modernizzazione del multilateralismo e dei mercati.

   
   
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