Dicembre 2006

Agenda di lavoro per l’attività bancaria

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Un’eredità intrigante
Filippo Cucuccio  
 
 

 

 

Occorrerà uno sforzo di creatività e una normativa adeguata per
disegnare un
mercato in cui
le banche e i
consumatori di prodotti finanziari giochino i propri ruoli con reciproca correttezza.

 

Come sempre, l’anno che sta per concludersi invita a stilare un bilancio in ogni settore di attività. Non sfugge a questa regola il delicato campo dell’intermediazione finanziaria italiana, che ha conosciuto nel 2006 momenti di estremo interesse sul piano delle nuove aggregazioni, ma che ha fornito soprattutto elementi di valutazione probanti sui temi cruciali di questo mercato.
Riflettere e avanzare considerazioni su alcuni di essi è l’obiettivo primario di questo breve intervento. Di particolare ausilio in questa ricognizione si riveleranno alcuni documenti che hanno scandito l’evoluzione e i progressi compiuti sul difficile sentiero dell’attività bancaria: le “Considerazioni Finali” del Governatore della Banca d’Italia, la Relazione del Presidente della Consob, l’intervento del ministro dell’Economia e delle Finanze all’assemblea annuale dell’ABI e l’audizione del Governatore della Banca d’Italia presso la Commissione Finanza e Tesoro del Senato dello scorso fine settembre.
Un primo aspetto che qui preme sottolineare concerne gli sviluppi registrati in tema di trasparenza proprietaria e di razionalizzazione degli assetti organizzativi delle banche; anche se – come ha rammentato il Governatore Draghi – da un lato «è necessario prevenire l’insorgere di modalità di governo autoreferenziale»; dall’altro «chiarezza nella ripartizione dei ruoli, effettivo esercizio delle prerogative degli organi, presenza di adeguati controlli, dialettica interna, trasparenza dei comportamenti assicurano la corretta gestione con una consapevole assunzione dei rischi d’impresa».
Un chiaro monito, oltre che una perspicua ricetta, da applicare e seguire in un ambito spesso caratterizzato da assetti proprietari frammentati; ma anche una vivida fotografia che illustra dinamicamente i punti essenziali del perimetro dell’attività bancaria. Vorrei, infine, aggiungere come questa fotografia marchi in modo netto anche la differenza rispetto a quella che un tempo veniva definita la foresta pietrificata, quasi a voler icasticamente simboleggiare allora l’esempio di un insieme cristallizzato e impermeabile agli stimoli del mondo esterno.
Un secondo punto su cui riflettere è, per usare le parole del Presidente della Consob, «il perseguimento del modello di vigilanza per finalità che pur rafforzato dalla riforma del risparmio continua a presentare margini di incompiutezza e rischi di sovrapposizioni» In effetti, solo qualche settimana prima il Governatore Draghi aveva sostenuto con vigore che «la collaborazione tra autorità è essenziale per il migliore esercizio della discrezionalità amministrativa e per contenere i costi della supervisione a carico di soggetti vigilati»
Si impone, dunque, un criterio di chiarezza di attribuzioni, criterio ripreso qualche tempo dopo dal ministro dell’Economia, distinguendo le responsabilità delle autorità di vigilanza tra «Banca d’Italia cui spetta il presidio della stabilità; Consob che è competente per la trasparenza e la correttezza dei comportamenti e che vigila sulle banche in quanto società per azioni; Autorità garante della concorrenza e del mercato che valuta e presidia l’assetto concorrenziale del mercato creditizio». Una distinzione che non deve essere intesa nel senso di separazione, ma come elemento fondante di chiarezza operativa in un ambito di reciproca collaborazione.

In questo senso il protocollo d’intesa tra Consob e Banca d’Italia in materia di approvazione dei prospetti di emissione delle obbligazioni bancarie va letto come un esempio significativo e da imitare nel segno di una semplificazione chiarificatrice. Così come l’abolizione dell’obbligo di comunicare all’organo di vigilanza il progetto di acquisto di partecipazioni di controllo nelle banche prima che esso venga proposto al consiglio di amministrazione: abolizione annunciata dal Governatore a fine maggio e successivamente attuata.
Una terza riflessione può, poi, essere svolta esaminando il profilo dimensionale delle banche che, nelle parole della Consob, «continua ad essere elemento di strutturale debolezza […]; la dimensione media dei principali gruppi è largamente inferiore a quella dei concorrenti europei». Una chiave di lettura di un elemento di criticità dettata non dal desiderio peraltro comprensibile di vedere le nostre banche scalare posizioni nelle classifiche internazionali quanto dal legittimo auspicio di promuovere un allineamento alle strategie dei principali competitors orientati verso lo sviluppo dei servizi alle imprese, delle attività di consulenza e di gestione del risparmio e che allargano in modo tangibile gli orizzonti della tradizionale attività d’intermediazione creditizia.
Evoluzione e sviluppo fisiologico dell’attività creditizia, collaborazione tra le autorità di vigilanza in un’ottica di semplificazione, accrescimento della massa critica e del peso specifico delle componenti del nostro sistema bancario sono tre punti che caratterizzeranno sicuramente lo scenario prossimo futuro del Paese.
Sono in altri termini l’eredità intrigante lasciata all’anno nuovo, che è ormai dietro l’angolo. Non si tratta di meri auspici accademici né di obiettivi finali, ma di tappe intermedie per la realizzazione di un mercato più efficiente, più trasparente e in linea con gli standard dei Paesi con cui quotidianamente ci misuriamo.
Occorrerà uno sforzo di creatività, di genialità imprenditoriale accompagnato da una strumentazione normativa adeguata in grado di superare le incertezze e le perplessità suscitate da certa recente produzione legislativa, per disegnare un ambito di mercato in cui gli operatori banche/intermediari finanziari da un lato e i consumatori di prodotti finanziari dall’altro giochino i propri ruoli secondo princìpi di reciproca correttezza, sia nel segno dei rispettivi interessi, sia soprattutto fornendo impulso concreto al progresso dell’intero Paese.

 

   
   
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