A meno che non si cambi il modello, le generazioni
future
erediteranno
un ambiente
impoverito,
un mondo più
affamato, meno fertile e con
maggiore
instabilità.
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Il Nobel per la Pace non me laspettavo proprio e non ne sapevo
nulla fino a mezzora prima dellannuncio ufficiale, venerdì
8 ottobre 2004. Allinizio pensavo fosse qualcuno che mi stava
facendo uno scherzo, poi mi hanno chiamato personalmente lambasciatore
norvegese a Nairobi e lIstituto per il Premio. A questo punto
ho capito che non si trattava di qualche burlone... Insomma, è
stata una sorpresa enorme, fantastica.
Il mio Nobel credo sarà unutile spinta per lambientalismo
in generale, non solo per noi del Green Belt Movement, in Kenya,
ma in tutta lAfrica e nel resto del mondo, perché
ne sono sicura tutti gli ambientalisti si sentiranno onorati
per il fatto che sia stato riconosciuto il lavoro di chi opera a
favore della natura.
Avere scelto, per la prima volta, unambientalista, credo
sia stato il riconoscimento che il nostro lavoro previene i conflitti.
Perché, oggi più che mai, le guerre scoppiano per
accaparrarsi le risorse naturali. Rispettare lambiente, quindi,
significa preservare la pace. Attualmente, molti conflitti scoppiano
a causa delle risorse naturali in possesso di determinati Paesi,
dunque il motivo del mio riconoscimento mi sembra chiaro: se noi
amministriamo le nostre risorse naturali in maniera opportuna, oculata,
sostenibile, con giustizia ed equità, possiamo prevenire
le guerre, altrimenti... Credo che si sia voluto riconoscere la
nostra lunghissima lotta, e, nello stesso tempo, si sia voluto dare
un segnale forte: dimostrare che le relazioni tra democrazia, amministrazione
sostenibile e pace sono fondamentali per assicurare la sicurezza
al genere umano.
Nella protezione dellambiente, bisogna sottolineare limportanza
delleducazione, che si evince anche da ciò che fa la
nostra associazione ambientalista, e a chi ci chiede quando saremo
pronti per uneconomia non più basata sul petrolio,
ma su risorse energetiche, rispondiamo che ormai tutti hanno capito
che, alla fine, il petrolio è una risorsa limitata, destinata
prima o poi ad esaurirsi.
Per uno sviluppo sostenibile, uno degli otto Obiettivi del Millennio
stabiliti dalle Nazioni Unite, è fondamentale il coinvolgimento
della gente. Mi piacerebbe molto che prendessero ispirazione soprattutto
i giovani. Voglio dire loro che, nonostante le sfide e i vincoli
che hanno di fronte, esiste una speranza. Voglio incoraggiarli a
servire il bene comune. Le mie esperienze di vita mi hanno insegnato
che il servire gli altri offre sempre delle ricompense molto speciali.
Ho molta speranza e fiducia nei giovani, perché le loro menti
non sono frenate da vecchi pregiudizi sullambiente e perché
non cè bisogno di essere ricchi e mollare tutto per
diventare un attivista ambientale. Persino usare entrambe le facciate
di un foglio in A4, prima di riciclarlo, vuol dire preservare lambiente
in modo sostenibile.
La situazione, però, è seria, perché le nuove
generazioni soffriranno le conseguenze dei cattivi comportamenti
ambientali di quelle che le precedono. A meno che non si cambi radicalmente
il modello, le generazioni future erediteranno un ambiente impoverito,
il che significa un mondo più affamato, meno fertile e con
maggiore instabilità. Ed esploderanno sempre più conflitti.
Per questo i giovani devono essere sempre maggiormente coinvolti
nel promuovere la sostenibilità ambientale.
Troppo spesso, quando si parla di conservazione ambientale e di
sviluppo sostenibile, si tralascia laspetto culturale. Bene,
durante lattività al Green Belt Movement, abbiamo capito
che alcune delle comunità kenyane e africane avevano perso
aspetti della loro cultura che facilitavano la conservazione ambientale.
La cultura, del resto, definisce chi siamo e come vediamo noi stessi.
Un nuovo approccio nei confronti della natura ci offre spazi per
un nuovo modo di andare verso la cultura e verso il ruolo che essa
gioca nello sviluppo sostenibile.
Prendiamo ad esempio il monte Kenya, seconda montagna dellAfrica
più alta dopo il Kilimangiaro, eletto Patrimonio dellUmanità
dallUnesco, e che è ricoperto da ghiacciai, rappresentando
la fonte di molti fiumi kenyani. Oggi, in parte a causa dei cambiamenti
climatici, in parte a causa del disboscamento e dei mutamenti dovuti
alle coltivazioni intensive, i ghiacciai si stanno sciogliendo.
Molti fiumi che sgorgavano dalla montagna si sono seccati o hanno
visto calare sensibilmente i loro alvei. La biodiversità,
in una parola, è minacciata dal disboscamento che cè
stato, mentre il monte Kenya era solito essere considerato sacro
dalle popolazioni kikuyu che vivevano e vivono ai suoi piedi. Se
alla montagna si desse ancora limportanza che le attribuiva
in passato la cultura delle popolazioni locali, la gente non avrebbe
consentito labbattimento delle foreste, del tutto illegale
(trattandosi di patrimonio mondiale e di parco nazionale), e la
scomparsa di quasi tutte le aree verdi.
Un altro aspetto è quello della relazione tra democrazia
e ambiente. Da sempre credo che questo legame sia indissolubile.
Quando parliamo di ambiente, generalmente intendiamo lamministrazione
delle nostre risorse naturali in modo appropriato, affinché
possano essere usate per migliorare la nostra qualità della
vita. Noi vogliamo essere in grado di accedere a tali risorse in
modo sano e salutare. Se noi crediamo che un ambiente pulito e sano
sia un diritto, non possiamo ottenerlo senza un governo democratico
che lo rispetti e lo riconosca, assieme agli altri diritti fondamentali.
Se i cittadini non sono consapevoli di questo diritto e delle loro
responsabilità, non avremo mai un ambiente sano. Senza lelemento-democrazia,
una vita sostenibile non può essere portata avanti. È
impossibile alleviare la povertà del mondo senza trovare
una maniera di usare in modo sostenibile le risorse naturali a nostra
disposizione. Anche perché quando le persone sono povere
non pensano alle conseguenze di lungo termine delle loro azioni
su una foresta, un corso dacqua, un campo o una specie animale.
E una volta che quella determinata risorsa è stata degradata,
oppure è andata perduta per sempre, il povero diventerà
ancora più povero.
Anche la pace è intimamente legata allambiente: molti
conflitti sono scoppiati a causa delle risorse naturali, siano esse
terre, foreste, giacimenti minerari o petroliferi, acqua o alimenti.
Dal momento che le risorse del pianeta continuano ad essere erose
attraverso luso insostenibile, lo sfruttamento e la pessima
gestione, conflitti e guerre infurieranno sempre più spesso
e saranno sempre più difficile da contenere. Proteggere lambiente,
sia a livello globale che a livello locale, quindi, è essenziale
per raggiungere una pace duratura. Per questo è decisivo
che la gente nel mondo diventi più attiva: per invertire
la tendenza odierna che conduce verso il degrado ambientale, e per
combattere gli effetti negativi di questo degrado sulle nostre vite
e su quelle di tutte le altre specie vegetali e animali.
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