Giugno 2006

Religiosità di confine

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I nuovi volti del sacro
Emily Pierini
 
 

 

 

La religiosità
che sta emergendo è liquida,
indisciplinata, frammentaria e si forma ai margini delle tradizioni
religiose
consolidate.

 

Si teme che l’individuo del mondo moderno e globale abbia perso ormai interesse per le forme del sacro sostituendole con valori materialistici e consumistici. In realtà, dietro un apparente clima generale di ateismo si cela un nuovo tipo di religiosità emergente, un nuovo bisogno di sacro.
La secolarizzazione della vita pubblica ha determinato una privatizzazione di quella religiosa – non la sua dissoluzione – permettendo in tal modo la convivenza sociale di individui appartenenti a fedi diverse all’interno della società multiculturale.
Oltretutto l’aumento delle diaspore e dei contatti interculturali e l’accelerazione dei flussi di idee, merci e immagini attraverso i media, hanno contribuito a creare delle situazioni di pluralismo religioso in cui gli individui hanno a disposizione molteplici universi simbolici atti alla definizione della realtà e spesso tendono a costruirsi una religione propria.

Basti pensare alla proliferazione di siti Internet che fanno da vetrina a nuovi e antichi movimenti religiosi, che promuovono percorsi spirituali, terapie alternative e pratiche di ogni genere, mistiche, esoteriche e religiose.
Potendo scegliere tra le diverse prospettive presenti sul “mercato religioso”, piuttosto che accettare semplicemente la tradizione religiosa trasmessa dalla famiglia alla nascita, alcuni individui tendono a sperimentare le varie opzioni disponibili, cosicché persino la conversione cessa di essere considerata un mutamento drastico, e l’impegno nei confronti di una singola religione sembra essersi notevolmente attenuato.
Secondo il sociologo Zygmunt Bauman *, gli individui sono addestrati come consumatori e agiscono in molte sfere della vita secondo una “modalità consumistica” per la quale il valore degli oggetti è proporzionato alla loro capacità di dare soddisfazione istantanea. La religione non sfugge di certo a tale atteggiamento. Infatti, il rinvio della gratificazione proposto dalle grandi religioni tradizionali viene sostituito da un interesse per quelle fedi che promettono una gratificazione più immediata. In un ambiente fluido e in costante mutamento come quello che Bauman definisce «modernità liquida», l’incertezza del futuro così come «la preoccupazione per il momento presente non lascia spazio per riflettere sull’eterno».


Resta da capire come muta il comportamento religioso dell’individuo nel contesto globale in cui le più varie prospettive convivono fianco a fianco, e, dunque, come egli utilizza le forme religiose.
Gli universi religiosi sembrano venire interiorizzati e utilizzati dagli individui come insegnamenti per affrontare il quotidiano e per la costruzione del sé, e, in particolar modo, da quegli individui che ritengono di non poter fare più affidamento sulle istituzioni sociali come indicatori di direzione e come ancoraggi per la costruzione della propria identità, poiché considerate troppo instabili.
Infatti, il carattere mutevole di quelle istituzioni che a lungo avevano favorito la localizzazione dell’individuo come soggetto sociale ne ha determinato un decentramento identitario. Ed è a partire da tale decentramento che questi inizia ad attraversare freneticamente quei differenti modelli religiosi che propongono una sorta di sacralizzazione del sé, costruendosi un proprio percorso soggettivo alla ricerca di un nuovo rapporto con il sacro, di una valorizzazione della propria vita, di nuove certezze e di stabilità.
Ho avuto modo di riscontrare questo fenomeno nel corso della mia ricerca sul campo nella Vale do Amanhecer, una comunità religiosa di medium formatasi negli anni Sessanta in Brasile e che si sta espandendo rapidamente anche al di fuori dei suoi confini.

Nell’ascoltare le esperienze religiose dei membri mi sono resa conto di come essi avessero attraversato e sperimentato diverse religioni prima di iniziarsi come medium nella dottrina, costruendo i propri percorsi soggettivi passando dal Cattolicesimo ai culti afro-brasiliani, per il Buddismo e lo Spiritismo di Allan Kardek.
Nel corso del proprio personale attraversamento ognuno di essi sembrava aver selezionato e interiorizzato solo alcuni elementi e insegnamenti di ogni universo sperimentato, quelli più compatibili con i suoi bisogni più immediati, rimodellandoli per costruirsi una propria identità religiosa ibrida.
Questa intensa mobilità religiosa, in parte caratterizzata da un passaggio continuo da una religione all’altra, in parte da una filiazione multipla a più culti o religioni, si origina da una comune ricerca di senso, da un bisogno di una partecipazione più diretta al sacro, di un contatto più immediato con il divino, di una profonda esplorazione di un sé in continua crescita e trasformazione.
Si riaccende, dunque, l’interesse per l’inconscio, ma anche per i fenomeni estatici, per lo sciamanismo e la trance da possessione come tecniche di superamento del mondo visibile finalizzate all’incontro con un mondo sovrannaturale, alla conoscenza di altre dimensioni possibili, così come delle potenzialità nascoste della mente.
Ciò che sembra emergere è la capacità degli individui del ricombinare e reinterpretare gli elementi religiosi di origine diversa nel corso della loro sperimentazione, dando vita tanto a nuovi tipi di religiosità quanto a nuove forme religiose ibride.
Sorgono così nuovi movimenti religiosi che reinterpretano in modo eclettico tradizioni religiose occidentali e orientali, magia, esoterismo, spiritismo, astrologia, mitologia.
Cosicché sia l’ibridismo religioso sia il fenomeno dell’attraversamento religioso – con il relativo processo di costruzione del sé – sono caratterizzati da pratiche di selezione e giustapposizione di elementi in transito tra i confini culturali. Essi sono fenomeni indotti dalla modernità.
La religiosità che sta emergendo è liquida, indisciplinata, frammentaria e soggettiva, si forma ai margini delle tradizioni religiose consolidate e le attraversa per nutrirsi di simboli, pratiche e credenze.
In un mondo mutevole i confini tra religiosità e spiritualità, tra fede e credenza diventano più flessibili che mai e il “sacro” si svincola dalle istituzioni in cui è stato a lungo relegato per assumere forme sempre nuove.

 

   
   
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