Una rilevazione fornì risultati
sorprendenti sugli oneri gestionali sopportati dalle banche per
la clientela,
a seconda che
si tratti del tipo tradizionale allo sportello o di quella acquisita
via web.
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Anche il 2005 è ormai passato in archivio e, pur in assenza
dei dati ufficiali di consuntivo, non sembra proprio esservi spazio
per smentire le previsioni più accreditate circa il positivo
andamento della finanza on line in Italia. Anzi, la sensazione diffusa
è che si dovranno rivedere per eccesso di cautela le cifre
stilate ad inizio anno, secondo le quali nel 2005 si sarebbero toccati
i nove milioni di conti, dei quali quattro dedicati al trading on
line.
Vale quindi la pena soffermarsi ancora una volta sulle caratteristiche
di questo mercato per meglio comprenderne il funzionamento e soprattutto
la probabile evoluzione a breve termine. In realtà, dal lato
della domanda almeno stando ai risultati di unindagine
svolta da KPMG Advisory non si segnalano sostanziali novità
rispetto al passato: infatti, sembrerebbe immutato il profilo socio-demografico
del cliente tipico italiano dei servizi finanziari on line. Se ne
ricordano, comunque, i tratti essenziali: età media, buon
livello di istruzione, residenza nelle aree settentrionali del Paese
con concentrazione nelle regioni del Nord-Ovest; insomma, una fotografia
già vista, anche se forse arricchita da due elementi di novità,
quali una presenza femminile più consistente (si è
ormai superato il 20%) e un numero sempre più cospicuo di
persone (circa il 30%) che affermano apertamente di aver guadato
il Rubicone della finanza, chiudendo il proprio conto tradizionale
acceso allo sportello.
Se poi si passa ad esaminare il lato dellofferta, maggiori
sembrano essere gli spunti di interesse, soprattutto in relazione
ai punti di forza e agli obiettivi con cui confrontarsi, dichiarati
dalle categorie di intermediari che caratterizzano questo segmento
di mercato.
Per inciso, si ricorda che in questo ambito tre sono le tipologie
di intermediari presenti: le banche propriamente dette, le banche
reti, ossia quelle società autonome ove il canale sportello
se esiste è secondario e, infine, un terzo plotone rappresentato
dalle SIM (società di intermediazione mobiliare) e dagli
intermediari specializzati.
Cominciamo dalle prime, le banche, per le quali il livello di sicurezza
garantito, la qualità del servizio di customer care e la
completezza delle informazioni sui titoli trattati costituiscono
i principali motivi di orgoglio professionale. Sul versante degli
obiettivi e delle connesse criticità ricorrono, invece, il
miglioramento della piattaforma operativa e da un lato la diminuzione
dei livelli di operatività allo sportello, dallaltro
la spinta ad offrire servizi on line ai clienti di sportello, puntando
quindi allincremento della redditività complessiva
ottenuta.
Quanto alle banche reti che rivendicano primati, sia per il servizio
di customer care che per la qualità dei servizi di pagamento,
gli obiettivi si collocano, oltre che nel miglioramento della piattaforma
operativa, nel campo dellampliamento dellofferta di
prodotti/servizi di electronic banking con una particolare enfasi
sullo sviluppo del trading on line e sul versante dellestensione
dellofferta del nuovo canale alla clientela esistente.
Il terzo gruppo di intermediari, SIM e altri specializzati, fa della
piattaforma operativa e dei connessi strumenti, dei livelli del
servizio di customer care e di quello della sicurezza raggiunta
i propri punti di forza. Ciò nonostante, il costante miglioramento
del servizio di customer care rimane uno degli obiettivi su cui
lavorare intensamente, insieme allallargamento della base
clienti e al miglioramento della redditività delle operazioni
di trading.
Se, pertanto, sono questi gli obiettivi prioritari delle principali
componenti del mercato della finanza on line in Italia, è
allora possibile avanzare una serie di ragionevoli ipotesi sugli
sviluppi di questo mercato dal lato dellofferta e sui passi
che rimangono da compiere per giungere con le carte vincenti a quellesame
di maturità al quale prima si accennava.
Una prima considerazione riguarda la focalizzazione degli intermediari
verso un miglioramento degli standing operativi con un impegno di
risorse commisurato alle tipologie di intervento. La conseguenza
di questa opzione strategica si traduce in un innalzamento delle
caratteristiche qualitative dellofferta e, pertanto, in un
ulteriore raffinamento dei prodotti/servizi disponibili.
Una seconda considerazione è data dalla riformulazione delle
politiche di pricing intervenute dopo unepoca di irragionevole
e dilagante entusiasmo, legato al presunto dogma della gratuità
dei servizi, seguita dalla crisi profonda del 2000 e dalla sostanziale
stasi del biennio successivo. Lattenzione alla struttura commissionale
da richiedere alla clientela in uno scenario competitivo, in cui
si segnala la presenza di una forte concorrenza straniera, rivela
il desiderio di orientarsi verso un mercato dominato anche da una
maggiore trasparenza di costi.
Restando ancora in tema di costi, una terza considerazione si impone
alla luce della disproporzione degli oneri gestionali sopportati
dalle banche per la clientela, a seconda che si tratti del tipo
tradizionale allo sportello o di quella acquisita via web. Per avere
unidea di questo squilibrio basti pensare che un paio di anni
fa una rilevazione condotta in tal senso portò a dei risultati
sorprendenti (mediamente 400 euro di costi annui contro i 60 per
cliente via web). Di qui levidente interesse degli intermediari
a spingere con decisione per lo sviluppo di questo mercato.
Un quarto elemento determinante potrebbe, poi, rivelarsi la strategia
di riformulazione delle politiche di marketing, con unattenzione
specifica alle diverse tipologie della clientela; ciò potrebbe
spianare la strada ad altri significativi successi, dopo quello
messo a segno non molto tempo addietro e che ha visto strappare
allagguerrita concorrenza straniera migliaia di traders professionisti
da parte degli intermediari specializzati.
Un quinto elemento da osservare con particolare attenzione, infine,
concerne la dislocazione di alcuni intermediari specializzati allinterno
di gruppi finanziari più complessi con il dispiegamento di
rilevanti sinergie economiche non indifferenti ai fini del funzionamento
complessivo del mercato.
Alla luce di quanto finora detto non appare azzardato prevedere
per la finanza on line italiana unevoluzione positiva, suggellata
dai favorevoli risultati di un esame di maturità comportamentale
al quale i diversi intermediari si stanno preparando con serietà
di intenti e di programmi a fronte di obiettivi decisamente sfidanti.
Né sembra poter compromettere in modo vitale questa valutazione
il pericolo oggettivo e peraltro crescente di frodi telematiche,
che non dovrebbe, comunque, intaccare il fervore operativo che sembra
pervadere questo mercato.
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