Giugno 2005

Banca e dinamiche locali

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Assecondare lo sviluppo del territorio
A cura di Giuseppe Tondi
 
 

 

 

 

 

 

Bilancio al 31.12.2004

Il 17 aprile presso il Cinema Teatro Italia di Gallipoli si è riunita l’assemblea ordinaria e straordinaria della Banca.
Nella parte ordinaria è stato approvato il bilancio al 31 dicembre 2004, chiusosi con un utile netto pari a e 8,41 mln (+10,33% rispetto all’anno precedente).
Per quanto riguarda i risultati patrimoniali, si evidenzia il buon andamento dei crediti alla clientela che, cresciuti dell’11,19%, si attestano a quota 1.215,68 mln di euro. Fra gli impieghi economici va rimarcata la forte crescita del comparto “mutui e prestiti personali”, passato dal 50,90% del 2003 al 53,45% di quest’anno. Per quanto riguarda le categorie di clientela finanziate, il comparto produttivo assorbe il 67,50% del totale degli impieghi erogati.
Sul fronte della raccolta, quella diretta, passa a 2.105,07 mln di euro (+3,13%), mentre la indiretta e la complessiva si attestano rispettivamente a e 1.185,41 mln (-3,35%) e a e 3.290,48 mln (+0,70%).
In linea con le attese, il rapporto fra sofferenze nette e impieghi al 3,72% e quello incagli netti/impieghi all’1,55%, che si attestano, quindi, ben al di sotto della media regionale.
Circa i dati di conto economico il margine d’interesse, pari a e 63,44 mln, risulta in lieve aumento rispetto all’anno precedente (+0,88%), mentre registrano incrementi più consistenti sia il margine d’intermediazione a e 104,03 mln (+2,92%) sia il margine di gestione a e 26,99 mln (+6,89%). L’utile lordo pari a 16,46 mln di euro (+14,12%), dopo aver scontato imposte per e 8,05 mln, dà un utile netto di 8,41 (+10,33%). Il dividendo assegnato è di 0,18 euro (+5,9%).
«I risultati ottenuti dalla Banca – ha detto il Presidente Raffaele Caroli Casavola – sono soddisfacenti, perché conseguiti in uno scenario complesso, caratterizzato da riduzione dei ricavi, sostanziale stabilità dei costi operativi e contrazione dello spread».
Per quanto riguarda i risultati del Gruppo Bancario Banca Popolare Pugliese (oltre alla Capogruppo, ne fanno parte: SO.BA.RI.T. Spa, società per la riscossione dei tributi; Quadrifoglio Srl, società di cartolarizzazione di crediti, BPP Service Spa, specializzata in attività immobiliare e nel recupero dei crediti della Banca e BPP Sviluppo Spa, attiva, per il momento, nel settore del credito al consumo, dei prestiti contro cessione di quota dello stipendio e dei mutui residenziali), al 31 dicembre 2004 il totale delle attività del Gruppo è di e 2.420 mln; il patrimonio netto consolidato di e 153,110 mln e l’utile netto è di e 8,070 mln.
Nella parte straordinaria l’assemblea ha deliberato di apportare alcune modifiche al vigente Statuto e ha approvato il nuovo Regolamento assembleare.
Taviano: inaugurazione Piazza Watt
Venerdì 20 maggio sono stati scoperti, nel corso di una partecipata manifestazione, due altorilievi in bronzo raffiguranti l’evoluzione di Taviano e il ritratto di Giorgio Primiceri, realizzati dall’artista Salvatore Marrocco, e collocati in Piazza Watt, che è stata, così, restituita alla cittadinanza, dopo essere stata completamente “rifatta”, grazie al contributo della Banca.
L’inaugurazione, seguita da diversi mezzi d’informazione, si è aperta con i saluti del Sindaco Giuseppe Tanisi e dell’Assessore ai Lavori Pubblici Carlo Portaccio, cui ha fatto seguito l’intervento del Direttore Generale, Vito Primiceri, sul tema “Princìpi etici e strategie della Banca per lo sviluppo del territorio” e quelli dell’imprenditore Walter Bruno e del Sottosegretario alla Difesa, sen. Rosario Giorgio Costa. Apprezzate anche le melodie cantate dal baritono Francesco Faiulo. «Quando ho l’occasione d’incontrare clienti o amici di Taviano o di altri paesi – ha detto il Direttore Generale nel suo intervento, di cui si propone una breve sintesi – che furono le cittadine nelle quali le banche di Parabita e di Matino aprirono i loro primi sportelli, molto spesso sento menzionare la banca non come Banca Popolare Pugliese, ma con altro più antico nome o come “la nostra Banca”. Questa definizione mi provoca gioia ed emozione. Gioia, perché capisco che sin dagli inizi della propria storia la Banca Popolare diventa l’interlocutore privilegiato dei cittadini di quei comuni in cui l’Azienda apre uno sportello. Da quel momento in poi la sua storia si lega indissolubilmente alla storia di quei paesi e delle comunità che li compongono.
Emozione, perché noi che oggi guidiamo la Banca sentiamo il peso e l’orgoglio di questa storia fatta da uomini probi e lungimiranti, che, lavorando sodo e senza cedere alle mode o alle lusinghe del momento, hanno saputo portare avanti un progetto lungo l’arco di oltre un secolo e che speriamo, con l’aiuto di Dio, possa durare per molto tempo ancora.
Trepidiamo e siamo emozionati, perché non poche volte ci chiediamo se saremo capaci fino in fondo di trasmettere alle nuove generazioni ciò che abbiamo ricevuto da quei grandi pionieri che hanno segnato in positivo la storia del nostro territorio.
Per quanto riguarda più da vicino l’incontro dei tavianesi con la Banca occorre andare indietro di quasi quaranta anni. Come sanno molti dei presenti, la storia ha inizio nel 1966. Nel marzo di quell’anno – come si legge nel libro dei verbali del Consiglio dell’allora Banca Agricola di Matino – «il Direttore informa gli Amministratori che gli Organi Superiori hanno concesso l’approvazione di massima al progetto di fusione per incorporazione nella Banca Agricola di Matino della Cassa Rurale e Artigiana di Taviano».
Il Consiglio, appresa la notizia, «autorizza la Direzione a procedere nelle pratiche inerenti l’argomento e a dare conveniente sistemazione ai locali in Taviano che ospiteranno la Dipendenza».
Il 10 settembre di quello stesso anno viene stipulato l’atto di fusione. L’apertura dell’Agenzia di Taviano, sotto la nuova ragione sociale, avviene il 12 settembre e fra i partecipanti a quella bella manifestazione, che si caratterizzò come una vera e propria festa di popolo, partecipava anche il sottoscritto che proprio in quell’anno fu assunto dalla Banca Agricola di Matino.
Il legame fra la Banca e Taviano si fa subito saldo: l’anno successivo viene acquistato un terreno per erigervi i nuovi uffici dell’Agenzia, che verranno inaugurati il 19 luglio del 1969; crescono, s’intensificano e si consolidano le relazioni di clientela fino ad arrivare ai nostri giorni che annoverano Taviano come una delle più importanti filiali della Banca […].
La filiale di Taviano gestisce oggi oltre 7.500 conti e intermedia, fra depositi e impieghi, oltre 90 milioni di euro. Sono belle cifre, che più e meglio di tante parole caratterizzano l’operosità dei tavianesi e i profondi e radicati legami che li uniscono alla Banca.
Lungo tutta questa strada ci hanno accompagnato tanti amici, tanti soci e tanti clienti, ma anche tanti collaboratori. Abbiamo fatto, così, un cammino comune lungo quasi quarant’anni, nel corso dei quali è cambiato praticamente tutto, almeno all’apparenza.
I problemi di fondo, però, al di là del contingente non sono mutati nella sostanza. Gli anni Sessanta sono gli anni in cui si discute dei compiti e dei limiti dell’intervento pubblico nei confronti dell’iniziativa privata. Il miracolo economico comincia ad accusare le prime crepe. Il Sud, e il nostro Salento non fa eccezione, continua la dolorosa esportazione di braccia verso la Francia, il Belgio, la Svizzera, la Germania e, poi, verso il Nord Italia.
[Anche oggi ] L’emigrazione di intelligenze dal Sud verso altri territori, nazionali e non, continua, s’intensifica e costituisce la causa peggiore e più duratura d’impoverimento delle nostre regioni. Le aziende accusano difficoltà a reggere la concorrenza dei paesi dell’est, europeo o asiatico che sia. Il Paese perde di competitività. Tutti facciamo grandi sforzi per non farci sopraffare dalle difficoltà. Ci anima una grande voglia di fare. Voi e noi. [...]
Non abbiamo bisogno di beneficienze, ma di condizioni di contesto pari a quelle in cui opera l’impresa del Nord. Solo ridefinendo così il quadro di riferimento molti di noi saranno stimolati e incoraggiati a ripensare il loro modo di essere imprenditori, a riflettere, a seconda dei casi, se intraprendere la via dell’innovazione o della riconversione per ritrovare smalto e competitività.
Una cosa sento di assicurare: la vicinanza della Banca a tutti Voi che lavorate e producete fra tante difficoltà. A Voi che con coraggio e tenacia continuate a produrre ricchezza negli insediamenti che fanno da corona a questa piazza.
La Banca è chiamata ed è pronta ad assecondare le vostre iniziative. È pronta, più in generale, ad assecondare lo sviluppo del territorio. Non può però sostituirsi alle imprese. Predica al vento chi sostiene il contrario! È questa la vocazione di una banca moderna, è questa la vocazione di una Banca Popolare, una banca che è solo simile, ma non uguale a tutte le altre […]».

   
   
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