Dicembre 2004

Risorse e diritti umani

Indietro
Un altro mondo
Joseph Stiglitz Premio Nobel per l’Economia
 
 

 

 

 

 

Intanto molti
errori sono stati fatti, la povertà
è aumentata, le nuove democrazie di sono indebolite, e il mondo sembra andare sempre peggio.

 

Gli eventi dell’11 settembre ci hanno dimostrato che il terrorismo varca facilmente le frontiere, al modo del denaro che lo finanzia. Nel breve periodo potremo anche riuscire a vincere la guerra fisica contro le forze del terrore, ma, a lungo termine, la battaglia da combattere è per conquistare il cuore e la mente dei giovani di tutto il pianeta. Se dovranno vivere in un mondo di disperazione, di disoccupazione e di povertà, di ipocrisia e di iniquità globale, di regole internazionali spudoratamente favorevoli agli interessi dei soli Paesi industrializzati e contrarie a quelli delle nazioni già svantaggiate, i giovani non convoglieranno più le loro energie per costruire un mondo migliore per se stessi e per le future generazioni, ma si dedicheranno ad attività distruttive e tutti noi ne subiremo immancabilmente le conseguenze.

Non ho alcun dubbio: molte delle responsabilità del disastro planetario sono da ricercare in una certa politica economica americana, e nelle principali istituzioni internazionali, fra cui il Wto e il Tesoro statunitense, mentre è più difendibile la Banca mondiale che, negli ultimi tempi, ha saputo correggere la sua rotta. E tutto questo è scritto nel mio I ruggenti Anni Novanta. Lo scandalo della finanza e il futuro dell’economia, che ho pubblicato per stimolare gli americani a non ripetere gli errori del passato, e per aiutare i non-americani ad evitare che le stesse cose possano succedere altrove.
Intanto molti errori sono stati fatti, la povertà è aumentata, le nuove democrazie si sono indebolite, e il mondo sembra andare sempre peggio. Questa disparità fra Paesi ricchi e Paesi poveri fomenta il terrore solo in parte, perché esso ha molte cause, innanzitutto il conflitto nel Vicino Oriente, e poi la mancanza di democrazia che rende fertile il terreno. Pensiamo all’Arabia Saudita che possiede ingenti risorse di cui pochissimi godono. Certo, il senso di disperazione di chi non ha lavoro non va sottovalutato.

E fra l’altro, l’Iraq è la dimostrazione di quanto può accadere quando si perdono cuore e mente dei giovani. Comprendo che sia difficile conquistarli, ma io mi sento ottimista. Infatti, negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento del reddito disponibile che ha coinvolto due miliardi di persone. Da vent’anni, più o meno, in India aumenta del 6 per cento annuo, da venticinque anni cresce del 9 per cento in Cina.
E tutto questo ha portato a un aumento del tenore di vita.
Naturalmente, soltanto una parte degli abitanti di questi due Paesi ha goduto di questa crescita, ma va sottolineato che nel complesso l’avanzamento esiste. Il problema è il divario tra i ricchi e i poveri negli Stati Uniti e tra i diversi Paesi. Io posso permettermi di essere ottimista considerando l’economia statunitense che vale 11 mila miliardi di dollari. Con una buona gestione il Prodotto interno lordo potrebbe aumentare del 3,4 per cento l’anno, vale a dire di trecento o quattrocento miliardi di dollari. Basterebbe destinare questo aumento a investimenti mirati per risolvere i problemi mondiali.
E l’Europa dovrebbe fare altrettanto. Potremmo trovare risorse per l’alfabetizzazione di tutti. I soldi ci sono. Allora vuol dire che il problema è politico, e investe anche i diritti umani. Da bambini ci hanno insegnato che si è innocenti fino a prova contraria. Noi occidentali, nel nostro insieme, lo siamo? E’ bene che incominciamo ad interrogarci in proposito, con assoluta franchezza e senza ambiguità.

   
   
Indietro
     

Banca Popolare Pugliese
Tutti i diritti riservati © 2004