Settembre 2004

Europa a 25

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Svolta o palude
Javier Solana Alto rappresentante Ue per la Politica estera e di sicurezza
 
 

 

 

La nostra
dimensione e la
nostra influenza economica danno all’Europa una
responsabilità
a livello
planetario, come protagonista
globale
e strategico.

 

Il primo maggio dieci nuovi Stati membri sono entrati a far parte dell’Unione europea. Si è trattato di un evento storico. Attraverso un unico ampio allargamento, venticinque Stati sovrani si sono uniti attraverso un processo d’integrazione pacifica, dimostrando ancora una volta la vera ragion d’essere dell’Unione europea: una vita comune di pace e di prosperità per i cittadini d’Europa. La nostra dimensione e la nostra influenza economica ci danno una responsabilità a livello planetario, come protagonista globale e strategico.
Insieme all’allargamento, l’approvazione del Trattato costituzionale costituirà un altro punto di svolta importante per l’Unione europea. Negli ultimi anni, la Politica estera e di sicurezza comune (Pesc) ha mostrato un dinamismo senza precedenti, rendendola oggi la forza motrice dell’integrazione. I sondaggi di opinione dimostrano che la Pesc è il progetto d’integrazione che coinvolge maggiormente i cittadini, oltre a rappresentare un loro vivo desiderio. Sembra inoltre che da parte dei politici responsabili vi sia la necessaria volontà politica. Infatti, si sono resi conto che l’Europa può rivestire un ruolo soltanto se è unita. Esclusivamente tramite un approccio europeo e cooperando con i nostri partner principa li, in modo particolare gli Stati Uniti d’America, può essere garantita la sicurezza e la prosperità dei cittadini europei.

Con la Strategia di sicurezza europea, approvata dal Consiglio europeo nel mese di dicembre del 2003, venticinque Stati europei hanno espresso il loro consenso su alcuni temi di base della sicurezza europea. In futuro ciò sarà un punto di riferimento importante per le strategie europee a lungo termine e gli attuali problemi politici. Fungerà inoltre da base di discussione e di consultazione con i maggiori partner sulle questioni strategiche centrali.

Il 2003 è stato anche una pietra miliare per quanto concerne la gestione pratica delle crisi. In quattro operazioni gli europei hanno dimostrato il loro serio impegno di sviluppo per una politica estera, di sicurezza e della difesa comune (le operazioni di polizia in Bosnia-Erzegovina e in Macedonia, e quelle militari in Macedonia e in Congo). Nei Balcani l’Unione europea è diventata la protagonista più importante. In quanto membro del “Quartetto”, l’Unione europea è impegnata attivamente nella ricerca di soluzioni al conflitto in Medio Oriente. E’ impegnata anche in Afghanistan, nel Vicino Oriente, nel sud del Caucaso (dove abbiamo lanciato la prima missione per l’applicazione della legge in Georgia) e nella regione dei Grandi Laghi africani.
Con questa nuova politica di vicinato, l’Unione europea è sempre più attiva nelle aree più vicine a Sud e ad Est, al fine di incrementare la propria sicurezza attraverso la stabilizzazione di queste regioni. Qui la cooperazione con le altre organizzazioni internazionali, in modo particolare con l’Onu, è vitale, perché è prova del fatto che i pericoli che affrontiamo oggi possono essere contrastati con successo soltanto attraverso un “efficace multilateralismo”.
Con l’adozione del Trattato costituzionale, saranno prese nuove e importanti decisioni che daranno slancio alle politiche estere, di sicurezza e di difesa comuni. Nell’ambito della politica estera, la creazione di un ministero degli Affari Esteri dell’Unione è di fondamentale importanza. In futuro, il ministero riunirà le funzioni di Alto Rappresentante, Presidente del Consiglio dell’Unione europea (sostituendo la presidenza semestrale), e i membri della Commissione europea responsabili per le relazioni esterne e lo sviluppo internazionale. Darà in questo modo alla politica estera e di sicurezza comune un più alto profilo, una maggiore continuità, più coerenza, e infine una maggiore efficacia.

La logica conseguenza del ministero degli Affari Esteri dell’Ue è un Servizio di azione esterna dell’Unione europea, che comprende lo staff della Commissione, del Segretario del Consiglio e degli Stati membri, come previsto dal Trattato costituzionale. Convertendo le attuali delegazioni della Commissione europea in ambasciate dell’Unione europea, gli interessi europei saranno rappresentati nei Paesi terzi in maniera molto più efficace.

 

   
   
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