Marzo 2004

L’EUROPA UTILE

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Un esercito di consulenti
Mario Pinzauti  
 
 

 

 

 

Con poche decine
di centesimi
si accede a vere
e proprie guide
per la conoscenza
e l’uso del gran
numero di benefici che l’Europa mette
a disposizione dei cittadini.

 

Ha vinto e festeggiato perfino il 13 dicembre 2003, il giorno che buona parte della stampa europea ha definito del «trionfale disastro», quello in cui a Bruxelles gli opposti egoismi nazionali di Spagna e Polonia da un lato e di Francia e Germania dall’altro hanno impedito un accordo sulla Costituzione dell’Unione. Anche quel giorno, mentre l’Europa politica faceva una figuraccia, l’Europa utile, quella che è al lavoro per migliorare le condizioni di vita dei suoi cittadini, faceva un figurone con la decisione di dare forza e autorità all’EFSA (European Food Safety Agency, cioè l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare), assegnandole una sede prestigiosa – Parma, la città del formaggio e del prosciutto noti e apprezzati in tutto il mondo – dotandola di un consiglio d’amministrazione di prim’ordine (di cui, tra gli altri, fa parte l’italiano Giorgio Calabrese, ordinario dell’Università Cattolica di Milano).
E’ stata una coincidenza con aspetti davvero emblematici. Quello relativo alle decisioni per l’EFSA non è stato certo il primo risultato positivo dell’Europa utile. Mai tuttavia prima era accaduto che questo tipo di risultato si verificasse nello stesso giorno (13 dicembre 2003), nello stesso luogo (Bruxelles) in cui l’Europa politica subiva una dolorosa sconfitta e, nell’uno e nell’altro caso, con gli stessi uomini (i capi di Stato e di governo dei 25 Paesi) come protagonisti. E' stata l'esaltazione dei successi che gli europei possono ottenere quando operano concordemente. Ma anche una sottolineatura delle difficoltà di sopravvivenza che il grande valore dell’unità incontra quando ci si sposta sul terreno politico. In altri termini: un nuovo trionfo di quella che fu definita (da Altiero Spinelli) l’«Europa dei mercanti» e che tuttavia sta diventando, in tanti campi, anche l’Europa dei cittadini. Ma un trionfo pagato – e con plateale evidenza – con il ridimensionamento dell’Europa degli ideali, dei grandi progetti.

Si è trattato della manifestazione di una tendenza destinata a durare o addirittura a diventare una costante? Da europeisti convinti quali siamo da molti anni non possiamo che dire: speriamo di no. Guardandoci bene tuttavia dall’aggiungere che getteremmo nel cestino i notevoli risultati positivi dell’Europa utile se essi, in avvenire, non fossero accompagnati da risultati altrettanto positivi da parte dell’Europa politica. Diciamo anzi il contrario, sapendo benissimo che l’Europa utile da sola non potrà mai portarci alla federazione di Stati sognata dai padri fondatori dell’integrazione, ma sapendo altrettanto bene – e non stancandoci di ripeterlo nello spazio che ci ospita in questa Rivista – che essa contribuirà a unire se non i governi almeno i cittadini, a far sentire almeno questi ultimi europei nei sentimenti e negli interessi.
Non è il traguardo ottimale. E’ però un traguardo importante. E anche possibile e vicino, per certi aspetti addirittura in arrivo con crescente soddisfazione da parte dell’opinione pubblica e con crescente interesse da parte delle Istituzioni dell’Unione.
Ecco perché alle mille e una iniziative adottate o in preparazione per migliorare le condizioni di vita dei cittadini le Istituzioni dell’Unione stanno affiancando mille e una iniziative per far conoscere agli europei quanto si fa o ci si prepara a fare a loro beneficio. In questa direzione si muovono le sempre più numerose campagne promozionali (pubblicità su giornali, radio e televisione, opuscoli e altre pubblicazioni, siti Internet, concorsi a premi); e anche la vera e propria proliferazione di consulenti messi a disposizione nostra, vostra, di tutti per fornire notizie, consigli utili, assistenza e anche per sollecitare pareri e proposte...
E’ l’avvio di un processo di comunicazione bilaterale in cui tutti e due i terminali (cittadini da una parte, consulenti dall’altra) raccolgono e forniscono notizie, si scambiano opinioni e consigli. E’ un fatto anche politicamente interessante: tra l’altro perché costituisce un tentativo per ridurre il “deficit democratico” nell’Unione, dove finora solo il Parlamento, unico organismo eletto dai cittadini, rappresentava e oltretutto indirettamente – attraverso i deputati – la voce degli europei. Se il tentativo avrà successo si potrà forse ragionevolmente sperare in un’inversione di tendenza dell’europessimismo, oggi, secondo i dati degli Eurobarometri, in costante e preoccupante rafforzamento tra l’opinione pubblica.
Senza mettere il carro davanti ai buoi, senza cioè frettolosamente trasformare le speranze in convinzioni, si può comunque già dire che in attesa dei risultati politici del dialogo che l’Unione sta avviando con i cittadini i risultati di generale utilità sono sicuri e in arrivo. Con poche decine di centesimi spesi per qualche minuto di navigazione su Internet, oppure utilizzando numeri verdi telefonici, si accede infatti – attraverso i consulenti – a vere e proprie guide per la conoscenza e l’uso del gran numero di benefici che l’Europa mette a disposizione dei cittadini. E si ha inoltre la possibilità di arricchire, con proprie osservazioni e proposte, l’utilità di tali guide.

Vediamo come avviene riferendoci, come primo esempio, ai servizi offerti dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare entrata nella pienezza delle sue funzioni il 13 dicembre dell’anno scorso, in occasione del Consiglio europeo di Bruxelles. Il suo sito web europa.eu.int/food/fs/sfp/ras-index_en.htm è prezioso per coloro che avvertono l’esigenza d’impegnarsi per evitare di distribuire, vendere o consumare prodotti alimentari che possono essere nocivi per la salute. Questo consulente elettronico, che viene aggiornato ogni settimana, pubblica tra l’altro una lista degli alimenti di cui, per ragioni sanitarie, sono vietate o temporaneamente bloccate la vendita e la distribuzione all’interno del territorio dell’Unione. La lettura della lista può porre negozianti e distributori al riparo da rischi di multe e sequestri di merce e può evitare ai consumatori mal di pancia o guai peggiori. E poiché, come tutti i consulenti europei, anche questo sito web non solo dà notizie ma le sollecita e le accoglie, un buon numero di organizzazioni di commercianti, di distributori, di consumatori, di autorità locali e nazionali ricambia, si può dire, il servizio, inviando segnalazioni su altri casi di prodotti pericolosi per la salute, integrando così – con notizie fornite dall’“utenza” – la lista dell’Agenzia.
Già questo esempio mette in chiaro che, con l’entrata in campo dei consulenti, l’Europa utile diventa più utile; o meglio, più facilmente utilizzabile. E tante altre conferme vengono da tanti altri esempi, cioè dall’enorme rete costituita dall’insieme, in continua crescita, dei servizi di consulenza dell’Unione.
Per ragioni di spazio e per rispetto del vostro tempo e della vostra pazienza eviteremo il lunghissimo elenco di tali servizi. Ci limiteremo a dirvi che ogni cittadino, uomo o donna, giovane o vecchio, studente o lavoratore o disoccupato, persone di grande o modesta cultura può, se lo vuole, disporre di un consulente in grado di aiutarlo a risolvere le sue esigenze e può contattarlo con una certa facilità. Come? Cercando il servizio di cui ha bisogno con l’aiuto di una sorta di guida alla consulenza. Attivate con una telefonata o alcune cliccate sulla tastiera del computer, queste guide – che, con una più appropriata definizione, potremmo anche chiamare “superconsulenti” – indirizzano il cittadino verso l’esperto o la fonte di informazioni in grado di aiutarlo.

Il più noto e forse il più importante di questi superconsulenti è “Cittadini d’Europa”. Provate per credere, cliccando sul seguente indirizzo di sito web: europa.eu.int/citizens. Dopo aver scelto la lingua in cui preferite dialogare indicherete – cliccando su una delle voci di sommario riportate sulla home page – il genere di problema (lavoro o studio in Italia o altro Paese dell’Unione, parità di diritti tra uomo e donna, difesa del consumatore, possibili azioni contro la pubblicità ingannevole, eccetera eccetera) su cui vi occorrono informazioni o consigli specificando se, per le vostre esigenze, vi basta ricevere opuscoletti e altro materiale già stampato sul tema indicato.
Qualora questo materiale non sia sufficiente per voi e vi occorra qualcosa che sia, diciamo, su misura per il vostro caso, potrete sollecitare una consulenza personalizzata o cliccando sulla voce di sommario riferita a questo tipo di servizio, oppure telefonando a un numero verde: 0080067891011. Poi formulerete la vostra richiesta accompagnandola con i vostri dati personali, l’indirizzo, i numeri telefonici. Entro tre giorni lavorativi – o almeno così promette il servizio – o per posta o per e-mail un esperto vi farà pervenire le informazioni e le notizie di cui avete bisogno.
Com’è ovvio, la persona che non dispone di computer o ama usarlo il meno possibile potrà chiedere la consulenza di cui ha bisogno limitandosi a chiamare per telefono il numero verde che prima abbiamo indicato e che è anche il punto di riferimento di un servizio da poco istituito, quello “Per l’orientamento dei cittadini”.

Tutti coloro (enti, associazioni, cittadini, altri) che, dopo aver scoperto l’utilità dei servizi di consulenza europea, prendono a ricorrervi con una certa frequenza finiscono col trovare scorciatoie per arrivare rapidamente alle notizie e ai consigli che li interessano e trarne i maggiori benefici possibili. Ecco perché accade che alcuni particolari indirizzi web o numeri di telefono corrispondenti a determinati consulenti dell’Unione diventino familiari, amici si potrebbe dire, per gruppi di organizzazioni e di persone.
Http://europa.eu.int/comm/consumers/redress/compl/euroguichet/index_en-htm è ormai ad esempio un punto di riferimento abituale per chi vuol sapere come possono essere tutelati i diritti dei consumatori. Mentre un sempre maggior numero di imprenditori o dirigenti d’azienda ricorre con crescente frequenza e interesse al sito europa.eu.int/business ricavandone importanti, a volte preziosi, consigli.
Ma i consigli e le informazioni non sono i soli servizi offerti ai cittadini dai consulenti europei. Almeno uno, che si chiama Solvit ed è di recente istituzione, promette – e già col suo nome – la soluzione dei problemi segnalatigli. Non tutti i problemi, s’intende. Soltanto quelli – che però non sono di poco conto – creati dalla mancata applicazione delle norme entrate in vigore con l’istituzione (nel ‘93) del Mercato Unico.
Queste norme, che riguardano ad esempio l’immatricolazione dei veicoli, la costituzione di società, l’avvio di attività autonome, l’imposizione fiscale, i controlli alle frontiere, i diritti elettorali, dovrebbero essere messe in atto, e ormai da oltre dieci anni, dalle pubbliche amministrazioni dei Paesi dell’Unione. In realtà, non sempre avviene: le mancate applicazioni o applicazioni solo parziali sono numerose. Solvit interviene per porvi riparo. Quando da un cittadino o da un’organizzazione riceve una segnalazione effettua anzitutto una serie di controlli, se necessario mette poi in contatto i servizi dei vari Paesi coinvolti nel problema, infine cerca una soluzione, riuscendo spesso – pare! – anche a trovarla. Il tutto nel giro di dieci settimane.
Non è meraviglioso? Per sapere di più sui vantaggi e i meccanismi di Solvit si può consultare il seguente sito web: europa.eu.int/comm/internal_market/solvit. Per chiedere la soluzione di un problema bisogna invece rivolgersi al centro Solvit del proprio Paese. Quello italiano ha i seguenti recapiti: tel. 06 67795195, e-mail: g.valente@palazzochigi.it.

Presa nota dell’interesse che un buon numero di cittadini sta manifestando per l’attività dei consulenti, qualcuno, tra i cervelloni delle istituzioni dell’Unione, si è chiesto se lo strumento non possa essere utilizzato anche sul terreno politico. E’ nato così europa.eu.int/yourvoice/ipm, punto di riferimento per gli europei che vogliono dire la loro sugli assetti attuali e su quelli futuri della politica europea. L’opuscolo che presenta l’iniziativa ed è diffuso dalla Commissione Europea ha un titolo molto invogliante: “Partecipate al processo decisionale europeo”. E ancora più invoglianti sono le affermazioni contenute nel testo della pubblicazione: «La Commissione europea è molto interessata ai pareri dei cittadini sulle politiche europee. Il vostro parere è un contributo prezioso a tutte le fasi del processo decisionale».
Di questi pareri si terrà davvero conto quando sarà il momento di varare il testo definitivo della Costituzione, di adottare una linea comune a proposito di una crisi internazionale, di prendere altre importanti decisioni? Ogni giorno, secondo dati della Commissione, 10 mila cittadini europei dimostrano di sperarlo facendo pervenire al sito web “your voice”, “la vostra voce”, le loro opinioni sui principali problemi politici dell’Europa comunitaria.
Non è un granché, si è costretti a dire, se si mettono a confronto il numero delle persone che dialogano politicamente con le istituzioni europee e il totale – 379 milioni! – dei cittadini dell’Unione. Ma potrebbe essere solo l’inizio. Potrebbe trattarsi solo di una prima pattuglia di volenterosi destinata a crescere grazie anche al lavoro dei consulenti europei.

   
   
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