Marzo 2004

DECLINO INDUSTRIALE

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L'attrazione fatale
dell'economia di carta
Lester Turow Premio Nobel per l’Economia
 
 

 

 

 

I colpevoli degli scandali devono andare in prigione, multarli soltanto non serve a niente: i reati dei colletti bianchi sono
sottovalutati, ma non si tratta
del gioco
del Monopoli.

 

Il “caso Parmalat”? Non mi sorprende la globalizzazione degli scandali. Gli scandali sono un prodotto del sistema capitalista. Spesso si verificano quando un boom economico è appena finito. L’economia reale si ferma e quella di carta, che ha costruito un castello senza fondamenta, crolla. Nel mio ultimo libro, La fortuna favorisce gli audaci, propugno una maggiore stabilità ed equità nello sviluppo del capitalismo e regolamentazioni nazionali e internazionali tempestive, perché dobbiamo contenere il fenomeno.
Dunque, il “caso Parmalat” è il versante italiano, anzi europeo, della Enron, la società del Texas che andò in bancarotta poco più di due anni or sono, e inaugurò una serie di scandali dai quali Wall Street non si è ancora pienamente ripresa. I nostri scandali erano prevedibili, ce lo aveva insegnato il disastro delle Casse di Risparmio verso la metà degli anni Ottanta. Ma da noi quasi mai le autorità intervengono prima, quasi sempre reagiscono dopo. Da voi è la stessa cosa.
Alla radice degli scandali, che da Enron a Worldcom, fino a Parmalat, hanno scosso e continuano a scuotere i mercati, ci sono molti fattori. L’ingordigia, che ha aspetti anche positivi, perché è una forte spinta alla crescita, ma che conduce alla corruzione. L’ossessione dell’aumento del profitto trimestrale: è assurdo che due centesimi in più mandino le azioni di una società alle stelle, e due in meno le deprezzino drasticamente. Gli enormi interessi personali dei dirigenti, che sono strapagati. La complicità tra certe imprese e certe banche. E così via.
Ci si domanda: chi è più colpevole, l’industria oppure la finanza, l’economia reale o l’economia di carta? E’ difficile stabilirlo. Gli scandali che travolsero il Giappone nel 1991 appartenevano in prevalenza all’economia reale, ai manufatti, ai commerci al dettaglio, all’edilizia. Anche la Enron, e la stessa Worldcom, che segnò il record dei dissesti, facevano parte dell’economia reale, sia pure della nuova economia, cioè la più rischiosa. Ma la finanza ha aggravato la situazione: è questa che fa i prestiti, le revisioni dei conti, l’avallo dei bilanci, e che condiziona la Borsa.

In questo senso, non è che l’Europa sia più o meno esposta dell’America in fatto di scandali. Credo però che la differenza di fondo sia questa: negli Stati Uniti è più facile che esplodano scandali dal momento che le imprese sono costrette a pubblicare un mucchio di dati, anche se a dire il vero non sempre sono trasparenti, ma che prima o dopo vengono controllati; da voi in Europa e in Italia è più facile che vengano nascosti perché non avete obblighi così stretti, cogenti. Se li aveste avuti, i problemi della Parmalat sarebbero venuti alla luce prima.

Comunque, occorre trarre due lezioni. Ci vuole la massima trasparenza, che può essere imposta esclusivamente dagli enti di controllo e dai Parlamenti, possibilmente giocando d’anticipo. E, in secondo luogo, ci vogliono punizioni esemplari. I colpevoli degli scandali devono andare in prigione, multarli soltanto non serve a niente. I reati dei colletti bianchi sono sottovalutati, ma non si tratta del gioco del Monopoli. L’etica negli affari non può restare soltanto uno slogan.
Gli scandali economici e finanziari ci sono sempre stati. Purtroppo tra il loro scoppio e l’adozione di una legge rigorosa che li prevenga passa parecchio tempo. E’ come un inseguimento che non finisce mai. Facciamo l’esempio dei fondi comuni d’investimento inquisiti per transazioni occulte dopo la chiusura dei mercati. E’ un altro scandalo che si poteva prevenire con una più rigida sorveglianza da parte delle autorità di controllo. Il che non è stato. Logico che il mercato ne abbia risentito, che chi ha investito si sia sentito penalizzato. L’intero mondo è paese. Che dire di più?

   
   
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