Se queste riforme troveranno attuazione in Europa,
leuro potrebbe diventare entro il 2010 la moneta più
forte a livello planetario.
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Per crescere, lItalia ha bisogno di un mercato del lavoro
flessibile e competitivo. Le recenti modifiche dellarticolo
18 sono passi nella giusta direzione, ma non sono ancora sufficienti.
Le norme che impediscono alle aziende la flessibilità vanno
eliminate.
Nel corso degli anni ho studiato a lungo i meccanismi che regolano
il mercato del lavoro. Naturalmente, ci sono grandi differenze tra
il mercato americano e quello europeo, diversità dovute sostanzialmente
a motivi storici. Nonostante queste diverse impostazioni di fondo,
ho potuto constatare che la maggiore differenza è dovuta
allazione dei governi europei, che hanno bloccato il mercato
del lavoro con una serie eccessiva di regole. Purtroppo, però,
se impediamo il licenziamento ad unazienda la carichiamo di
un fardello improprio.
Un esempio può chiarire lastratta teoria. Supponiamo
che lItalia, Paese che amo molto e dove vivo parte dellanno,
entri in una grave recessione. Ipotizziamo che questo rallentamento
dellattività economica faccia salire il tasso di disoccupazione
che è di per sé già elevato. Non è possibile
lasciare questo gran peso sulle spalle delle aziende, perché
fallirebbero. Questo, allora, diventerebbe un problema nazionale.
Anzi, per essere ancora più precisi, si trasformerebbe, nellera
della moneta unica, in un problema europeo. In altri termini, è
semplicemente inconcepibile che unazienda possa risolvere
problemi di questa natura con i suoi soli mezzi, perché lunico
sbocco sarebbe quello di portare i libri in tribunale.
Cè un ulteriore elemento da analizzare. Se il mercato
del lavoro resta rigido, le imprese frenano sugli investimenti.
Si crea un circolo vizioso dove le rigidità del mercato del
lavoro rallentano la crescita potenziale di unarea forte come
quella di Eurolandia e tengono lontani gli investimenti internazionali.
Inoltre, vorrei sgombrare il campo da unopinione molto diffusa,
secondo la quale leuro sarà lartefice di unarmonizzazione
dei salari europei. Vorrei escludere una volta per tutte questa
ipotesi. In Europa il livello di produttività è molto
diverso da Paese a Paese. Basti pensare alla differente produttività
che si riscontra in Portogallo e in Grecia rispetto a quella tedesca
o francese. I salari seguono la produttività, e questa è
aumentata grazie alla cosiddetta rivoluzione tecnologica che ha
portato enormi risparmi. Leuro, dunque, non centra.
La vera svolta si è celebrata al summit dellUnione
europea di Barcellona, dove i capi di Stato e di governo dei Quindici
hanno fatto buoni passi avanti verso un mercato più flessibile
del mercato del lavoro e dove si sono poste le basi di una rivoluzione
europea della e-economy, come quella che si è verificata
negli Stati Uniti. Se queste riforme troveranno attuazione in Europa,
leuro potrebbe diventare entro il 2010 la moneta più
forte a livello planetario. Per ora, invece, si deve accontentare
di restare in una forbice compresa tra 0,90 e 1,10 contro il dollaro.
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