Primate di Polonia
Lingresso nellUnione europea rappresenta una
sfida che i cristiani devono saper raccogliere per rafforzare
la loro identità in un mondo secolarizzato che tende
ad unificarsi per motivi economici e politici. Ma ci sono
anche ragioni ideali: lallargamento ad Est non è
altro che la riunificazione dei popoli europei. Il loro patrimonio
comune sono i valori radicati nel Cristianesimo. Lallargamento
dunque è un rischio ma anche unopportunità.
Rispetto a coloro i quali temono la perdita della nostra identità,
io capovolgo il ragionamento: lingresso nellUnione
europea di Paesi con una forte tradizione cattolica come la
Polonia, la Slovacchia, la Lituania, potrà costituire
un grande aiuto e un apporto formidabile al recupero della
dimensione comunitaria e spirituale dellEuropa, contro
la logica dominante dellindividualismo e del materialismo.
Se saremo uniti, saremo anche più forti.
Resta il nodo gordiano dellagricoltura, ed è
un rompicapo sul quale continuano a litigare politici ed esperti.
Non tocca agli uomini di Chiesa proporre una soluzione tecnica.
Ma il giudizio è chiaro: dare il 25 per cento dei sussidi
ai contadini polacchi e il 100 per cento a quelli degli altri
Paesi è un trattamento ingiusto che acuisce le tensioni
sociali. Confido che venga trovata una soluzione più
equilibrata, rispettosa delle esigenze dei vecchi membri dellUnione
europea, senza penalizzare i nuovi.
Io ho incontrato a Bruxelles il Commissario per lallargamento,
Guenther Verheugen. Limpressione che ne ho tratto è
che le intenzioni sono buone, ma le disposizioni sono troppo
rigide. Ci vorrebbe più flessibilità.
Certe imposizioni che giungono da Bruxelles ci fanno venire
in mente i diktat che arrivavano da Mosca in epoca comunista:
brutta sensazione davvero!
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