Si impone
una riflessione complessiva se
si vuole evitare che lEuropa precipiti nel gorgo dello
sciovinismo
che può travolgere le istituzioni
democratiche
in molti Paesi
continentali.
|
|
Oggi abbiamo a che fare con effetti
distinti, ma congiunti, legati ai processi della globalizzazione in
atto e alla stessa crisi della globalizzazione. La situazione economica
internazionale rimane critica, e non soltanto nei Paesi in via di
sviluppo. Una grande incertezza colpisce strati sempre più
vasti della popolazione lavoratrice in tutta lEuropa. I ceti
medi che erano stati in qualche misura beneficiati dal grande
sviluppo di questi ultimi due decenni, a differenza delle classi lavoratrici
di media e di bassa qualificazione, che invece hanno pagato con alti
tassi di disoccupazione sono ora anchessi investiti dalle
angosce prodotte dallinsicurezza, dalla precarietà, dalla
perdita (in atto o temuta) delle posizioni conquistate negli anni
precedenti.
Dal laburismo europeo la popolazione si aspettava e si aspetta
programmi che garantiscano la salvaguardia di queste conquiste e
la certezza del futuro. Ma i governi laburisti europei non hanno
trovato una risposta, sposando semplicemente il modello neo-liberista
americano. Una scelta che ora stanno pagando, in quanto questo modello
viene respinto dalle vaste masse popolari del nostro continente.
Il laburismo europeo sembra non aver correttamente valutato le grandi
differenze sociali, istituzionali e culturali che caratterizzano
lEuropa rispetto agli Stati Uniti dAmerica. E, di conseguenza,
hanno sottovalutato le grandi difficoltà che avrebbero incontrato
nel trapiantare le ricette neo-liberiste in Europa.
Ovviamente, si pone la domanda: è possibile combinare il
neo-liberismo o, come viene altrimenti definito, il fondamentalismo
di mercato, con un impegno reale a risolvere gravi problemi sociali
e democratici? E se è possibile, in quale misura?
La risposta, per ora, non cè. Ma va ricercata. Gli
eccessi del fondamentalismo di mercato vanno limitati, perfino suoi
sostenitori, come George Soros, oggi lo riconoscono come una necessità.
Le radici di quanto accade risiedono qui, insieme con lassenza
di molte soluzioni per molti problemi concreti, dalla criminalità
allimmigrazione.
Ad esigere una correzione non è soltanto la politica, ma
innanzitutto la dottrina, lapproccio generale verso la società
moderna, la società dellepoca globale con i suoi problemi.
Il ruolo dello Stato, le sue funzioni nel mondo globalizzato, le
sue responsabilità di fronte alla società civile,
nazionale e mondiale, sono soltanto alcuni di questi problemi. E
ancora: quale deve essere il ruolo della società civile nel
mondo del cambiamento? Esiste la necessità impellente di
sviluppare una concezione della democrazia in condizioni di globalizzazione.
Un secondo elemento che favorisce la svolta conservatrice è
rappresentato dalla paura. Di fronte alla minaccia del terrorismo
internazionale, nemico comune di tutto il mondo civilizzato, una
considerevole parte della popolazione si fa tentare dalle ricette
della conservazione, dalla proposta di una guerra per estirpare
il terrorismo. Questo problema non può essere risolto senza
aiutare il Terzo Mondo, senza vincere la povertà, fenomeno
che ha raggiunto proporzioni minacciose.
Un terzo elemento che agisce spingendo prepotentemente verso il
conservatorismo gli elettori europei è rappresentato dai
fenomeni migratori. Lo scontro di civiltà che
avviene sotto gli occhi di milioni di cittadini europei è
alimentato anche dallarrivo nei loro Paesi di migliaia e migliaia
di immigranti, nella stragrande maggioranza musulmani. Alcuni Paesi
europei hanno maggiori tradizioni e sono meglio preparati ad accogliere
altre culture e altri modi di vita, in cambio di forza lavoro a
costo minore, disponibile a funzioni che nessuno in Europa vuole
svolgere più. Altri sono meno preparati. Ne conseguono reazioni
xenofobe, la paura del contatto ravvicinato con altre usanze e religioni,
anche il razzismo. Come si è visto, anche la Francia, da
oltre un secolo abituata a convivere con limmigrazione algerina,
soffre degli stessi mali, al cospetto dei quali soccombono i ragionamenti
di tolleranza, solidarietà e giustizia.
|
|
|
In questa situazione, le ragioni del laburismo non riescono a soddisfare
enormi masse di persone. Il cittadino (che è anche elettore)
semplice e impaurito vuole soluzioni radicali e nette. Si impone
dunque una riflessione complessiva e multilaterale, se si vuole
evitare che lEuropa precipiti nel gorgo dello sciovinismo,
che può travolgere le istituzioni democratiche in molti Paesi
continentali.
La risposta alla domanda: Che fare? non è affatto
semplice. Bisogna partire da ciò che ci unisce, dai valori
della solidarietà e della giustizia. Il fatto stesso che
il movimento no global (ma sarebbe meglio chiamarlo new global)
non abbia quasi nulla in comune con i laburismi istituzionali europei
dice molto del distacco che si è creato, e delle divisioni
interne allo stesso laburismo. Il conservatorismo vince perché
pone i problemi in forma più chiara e diretta. Vince perché
è più compatto.
E ormai chiaro che la globalizzazione americana non è
la risposta ai problemi del mondo e alle esigenze di sicurezza delle
grandi masse europee. E necessario rifiutare la guerra come
strumento per spegnere la contrapposizione tra ricchi e poveri.
Un altro problema chiave sarà la capacità della società
di difendere la natura. Larghi settori di opinione pubblica sosterranno
coloro i quali avranno una politica di sviluppo sostenibile, di
tutela dellambiente, e voteranno per le forze che proporranno
progetti alternativi alla politica attuale. Il secondo forum di
Porto Alegre ha dimostrato che milioni di giovani possono e vogliono
battersi per un altro mondo possibile. Oggi questi milioni
di giovani non hanno rappresentanza politica. Non è colpa
loro. Se il laburismo europeo vuole tornare a vincere, deve sapergliela
dare.
|