Il punto non è quanto la crescita sarà
lunga, ma quanto sarà forte, perché da ciò
dipenderà
laumento
della prosperità
dei singoli Paesi.
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La presidenza Bush era iniziata con una sostanziosa agenda economica
diventata ancora più cospicua dopo lattacco allAmerica
dell11 settembre, perché abbiamo assunto due nuovi
e inattesi compiti, la lotta al terrorismo e la ricostruzione dellAfghanistan.
Il primo obiettivo è quello di Stati Uniti stabili, con una
crescita stabile, e credo che lo stiamo perseguendo bene, anche
grazie ai cambiamenti fatti: il taglio fiscale e una nuova riduzione
delle tasse mirata a stimolare gli investimenti fino al 2005.
Lobiettivo è far muovere leconomia e avere maggiori
investimenti di capitale a lungo termine. La politica monetaria
si è dimostrata efficace: i tagli ai tassi di interesse hanno
aiutato leconomia. Ora stiamo registrando i risultati positivi
di queste decisioni. Nel primo trimestre di questanno la crescita
è stata superiore all1,7 per cento. Le previsioni la
davano al 3 per cento a fine 2002, ma è certo che centreremo
questo obiettivo ancora prima. E in atto una fase di espansione.
La recessione è ormai passata, è dietro di noi. E
possiamo dire che lespansione economica avviatasi negli Stati
Uniti avrà ripercussioni in tutto il mondo. Sarà unespansione
molto lunga, anche se non esente da rischi: eventi come quello dell11
settembre e altri shock. Ma le fondamenta sono tali da poter prevedere
una crescita lunga.
Ci sono vari elementi che mi fanno essere ottimista. La recessione
che è appena terminata è stata incredibilmente moderata.
Ha influenzato negativamente la crescita di un unico trimestre dellanno,
mentre in genere la recessione viene identificata con due trimestri
consecutivi di segno negativo. Prima dellunico trimestre negativo
leconomia andava abbastanza bene. E se facciamo un passo indietro,
questo è lo scenario che troviamo: lespansione degli
anni Novanta è durata centoventi mesi, è stata la
più lunga della storia. E stata preceduta da una recessione
anche allepoca non accentuata, e prima ancora dallespansione
degli anni Ottanta, la più duratura fino a quel momento.
Insomma, guardando i dati ci troviamo di fronte a lunghe espansioni
alternate da brevi recessioni decisamente tenui. Dobbiamo paragonare
questi ultimi ventanni a quanto avvenne in precedenza: fra
la fine degli anni Settanta e linizio Ottanta abbiamo avuto
ben cinque recessioni. Adesso, invece, in un ventennio, ne abbiamo
avute soltanto due, nel 1991 e nel 2001, molto brevi, molto contenute.
Che cosa ha permesso questa alternanza? La spiegazione è
nella politica economica. Allinizio degli anni Ottanta ci
furono dei cambiamenti di rilievo: si puntò a tenere linflazione
bassa e ad avere politiche macroeconomiche tese a favorire rapidi
cambiamenti economici. Il cambiamento ha premiato, rafforzando le
espansioni e riducendo le recessioni.
Nel resto del mondo è in atto unespansione che corrisponde
a quella avviatasi negli Stati Uniti. La crescita cè
anche in Europa, anche se minore rispetto a quella americana. Le
politiche della Banca centrale europea e delle autorità della
politica fiscale sono simili a quella di Washington. Se la recessione
in Europa è stata meno accentuata si spiega con il fatto
che il settore dellhi-tech negli Stati Uniti è molto
più grande. Fuori dellarea euro la situazione è
analoga, dopo deboli recessioni cè ripresa: in Gran
Bretagna o in Messico o nellAsia del Sud-Est. Nel complesso,
le condizioni delleconomia mondiale sono buone, anche se fa
eccezione nellemisfero occidentale lArgentina.
Il punto, ora, non è quanto la crescita sarà lunga,
ma quanto sarà forte, perché da ciò dipenderà
laumento della prosperità dei singoli Paesi. Lindice
da tenere sotto controllo è dunque quello della crescita
della produttività. Non è un caso che lAmministrazione
americana punti ad aumentare la produttività, non soltanto
negli Stati Uniti. Oltre tutto, è necessario imparare la
lezione del passato. Negli anni Novanta la produttività calò
in Europa, mentre crebbe negli Stati Uniti. Sono differenti le teorie
sul perché avvenne: io credo sia dipeso dal minore sviluppo
dellhi-tech e dalleccessiva regolamentazione. Le potenzialità
di aumento della produzione sono comunque maggiori in Giappone,
è da lì che ci aspettiamo buone notizie, come del
resto dalla rimanente parte dellAsia sud-orientale, oltre
che dalla Cina. In genere, dunque, dallEstremo Oriente.
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