Marzo 2002

ITALICI IMBRAGATORI

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A volo radente
tra regole e pandette
a. b.  
 
 

 

 

 

 

Nell’epoca della globalizzazione
una gran fetta
di progetti nasce
per favorire
un campanile
o una contrada
o una corte.

 

 

Un vero e proprio diluvio di leggi e di leggine sta per piombare dentro le nostre case e i nostri uffici. Dentro la nostra già complicata vita privata e professionale. A scatenarlo, sono i parlamentari freschi di nomina, che a quanto è dato sapere hanno preso molto sul serio il loro nuovo mestiere, visto che hanno depositato sul solo tavolo della presidenza della Camera 1.080 progetti di legge in quarantacinque giorni: tanti, quanti ne ha contati la XIV legislatura!
Fa una media di venticinque iniziative al giorno, e non è cosa da poco. Anche perché, continuando di questo passo, a fine quinquennio dovremmo toccare l’iperbolica cifra di 43.200 nuove proposte normative. Ne andasse in porto appena una su dieci, non ci resterebbe che chiedere un salvacondotto per l’estero e l’asilo politico in Nuova Zelanda.

Sta di fatto che la stagione della semplificazione, o deregulation che dir si voglia, cioè – correttamente – della guerra dichiarata contro l’eccesso di diritto che ci toglie il respiro e finisce per intossicarci (paragrafo 3 del celeberrimo “Contratto con gli italiani” firmato dal presidente del Consiglio e convalidato da tanto di notaio) si apre all’insegna di regole e di pandette pronte per ogni occasione e per ogni campanile. Il deputato Molinari ha predisposto una legge-quadro sulle lavanderie, della quale sentivamo la gravissima mancanza. Una trovata di Lumia ha generato una proposta sulle “strade del pesce mediterraneo”, forse per distinguere quelle tracciate in acque territoriali comunitarie dalle altre, clandestine, che sono percorse da banchi di saraghi turchi o di branzini (volgarmente: spigole) tunisini. L’onorevole Battaglia suggerisce norme sul libero accesso dei cani-guida per i ciechi dentro gli autobus. Di tutto, di più: avremo persino una legge sugli incontinenti, se verrà accolto e approvato il progetto del leghista Cè. Mentre il valdese Spini si preoccupa della sicurezza delle piscine, e l’ex ministro Pecoraro Scanio barcolla pensoso dal versante della “diplomazia popolare” (sono pronto ad offrirgli una cena, se mi chiarisce di che si tratta) agli scooter acquatici.

Tant’è: il virus legificatore ha ormai contagiato tutti, senza alcuna distinzione fra destra e sinistra, mezze ali comprese. E tra i due poli è immediatamente scattata una nobile gara a chi consegue la palma dell’ingresso nel Guinnes dei primati, (nel senso di record, non di quadrumani). Se l’era guadagnata sul campo l’ulivista Piscitello, con trentaquattro progetti depositati il 30 maggio dello scorso anno. Ma alla testa della corsa è rimasto appena per un paio di settimane, bruciato da due colleghi di Alleanza Nazionale, i deputati Napoli e Serena, che hanno consegnato una quarantina di proposte ciascuno, in un solo giorno, rispettivamente il 12 e il 21 giugno. Col risultato che nell’epoca della liberalizzazione fioccano le richieste di istituire nuovi albi professionali (dagli stenografi ai doppiatori cinematografici), come se non fossero già abbastanza criticati quelli esistenti. Che nell’epoca della globalizzazione una gran fetta di progetti e di proposte nasce per favorire un campanile o una contrada o una corte (nel senso di vicolo, non di consiglieri del principe o di dame di compagnia).

Che nell’epoca del risanamento finanziario c’è chi vorrebbe garantire un contributo pubblico a chi compra una bicicletta. E via imbragando il Belpaese, che di editti, leggi, leggine e circolari dovrebbe averne tra 150 e 170 mila (nessuno ha potuto o saputo contarle con precisione), che ancora (ma fino a quando?) non regolamentano soltanto il nostro respiro.

Tutto da scartare, allora, per costringere i nostri delegati al Parlamento a volare, se possibile, un poco più in alto? Non proprio: da parte nostra, ci permettiamo di raccomandare al Presidente della Camera almeno una di queste iniziative: la proposta di legge per la Festa dell’asino, stilata dal diessino Carli. Anche perché i festeggiati sapremmo già dove trovarli.

   
   
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