Marzo 2002

IL CONTINENTE DIVISO

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Ma per ora l’Europa
è solo un bel progetto
Jacques Le Goff  
 
 

Dal Medioevo
in poi, l’Europa
si è frammentata in nazioni ed io penso che dovrà formarsi partendo da lì, dalle differenze.

 

L’Europa possiamo vederla soltanto se guardiamo avanti. E’ nata, ma non ha ancora trovato la sua unità. E’ un processo in fieri, risultato di molteplici eredità, di diversi strati storici. Il più antico è quello greco-romano che ha prodotto anche il nome di Europa, la fanciulla mitologica rapita da Zeus. L’Impero romano ha costruito un nuovo strato, portando anche alla divisione tra una parte occidentale, di lingua latina, e una orientale, di lingua greca. Il problema è sempre stato come unire le due parti. Il nucleo della cultura, della mentalità, dei costumi europei risale al Medioevo. Su questa base si sono poi sedimentati il Rinascimento, i Lumi, il Romanticismo, il Positivismo, eccetera.
Carlo Magno ha contribuito all’unità, soprattutto in campo culturale. Ma non aveva la nozione dell’Europa. Fuori dal Sacro Romano Impero c’erano l’Europa del Nord, quella dell’Est, quella della dominazione araba, l’Inghilterra. A Carlo Magno mancava la dimensione prospettica. Era rivolto al passato, mentre l’Europa era qualcosa da costruire.
Non ci sono, dunque, Padri dell’Europa. In tempi recenti ci sono stati tentativi perversi di unificare il continente, come quello di Napoleone, basato sull’idea di un’Europa dominata dalla Francia; più recentemente, ci sono stati alcuni personaggi che io considero fondamentali, come l’economista francese Jean Monnet. E poi tre politici di ispirazione cristiano-democratica: Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer e Robert Schumann. Ma quella del futuro non può essere un’Europa soltanto cristiana. Dovrà riuscire a combinarsi con la laicità che ormai è diventata un valore condiviso.
Il problema più grosso, ora, è la frontiera orientale. La Russia fa parte dell’Europa e non si può continuare a ignorarlo. E poi ci sono la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Romania, la Bulgaria, i Paesi Baltici, i Balcani. Non ne fa parte la Turchia, che non ha mai condiviso i valori fondamentali, in primo luogo quello della democrazia. Dal Medioevo in poi, l’Europa si è frammentata in nazioni e io penso che dovrà formarsi partendo da lì, dalle differenze, che sono in primo luogo linguistiche. Non credo a una sorta di Superstato. E d’altronde l’euro non è sufficiente per unirci. Bisogna rafforzare le istituzioni politiche, creare un vero sistema di scambi. E costruire un’Europa sociale dove tutti abbiano il loro posto.

   
   
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