Dicembre 2001

CREDITO/ LE STRATEGIE E IL FUTURO DELL’ISTITUTO SALENTINO *

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La Popolare
resterà Pugliese
Pagine a cura di Giuseppe Tondi
 
 

 

 

 

In verità, non è il primo ad avanzare il sospetto dell’insincerità religiosa di Manzoni, ma è certamente il più insistente.

 

Le imprese salentine seguono con interesse e qualche apprensione l’evoluzione degli istituti di credito pugliesi, ormai quasi tutti in mano a gruppi extraregionali.
Ne abbiamo parlato con Vito Primiceri, direttore dalla costituzione, nel ‘94, della Banca Popolare Pugliese.

La Bpp è l’unica banca con “autonomia gestionale” salentina: si tratta di una scelta strategica o è solo l’esito di una continuità storica?

Per quanto riguarda la “Popolare Pugliese” le due possibilità piuttosto che costituire un’alternativa rappresentano due momenti fortemente connessi. Se è vero che da un lato la continuità storica costituisce quasi una sorta di Dna aziendale, dall’altro va detto che l’autonomia decisionale e gestionale della Banca non può essere soltanto affermata unicamente come principio, ma va perseguita come obiettivo strategicamente rilevante. Cioè come obiettivo che non solo va posto, ma va costantemente, almeno nel medio periodo, verificato per quanto riguarda il grado e le modalità d’attuazione.

Spesso fusioni o joint venture tra società si trasformano in “inglobamenti” delle nostre aziende. Quali sono le cause: il differenziale Nord-Sud, le risorse imprenditoriali, una mentalità da modificare?

Se noi meridionali fossimo stati capaci di individuare la causa o le cause, probabilmente saremmo riusciti a trovare anche il rimedio. Credo francamente che tutti e tre i fattori da lei indicati abbiano concorso alla produzione del fenomeno, ma non sono i soli...

Piccolo è bello, ma le alleanze sono proprio necessarie?

In astratto nessuna via è “necessaria”. Si tratta di vedere però come in concreto una data azienda in un dato territorio e in un preciso momento storico può operare sul mercato e raggiungere i propri obiettivi.

E la Popolare Pugliese, ad esempio...

La Popolare Pugliese è una banca che ha 76 sportelli (due stanno per essere aperti nell’arco di un mese), 5.600 miliardi circa di raccolta complessiva, 1.760 di impieghi economici e oltre 40.000 Soci.
Sarebbe assurdo pensare che un’azienda di queste dimensioni possa continuare ad operare efficacemente sul mercato facendo affidamento soltanto sulle proprie risorse. Sotto questo profilo, il tempo del “piccolo è bello” è ormai definitivamente tramontato.
Responsabilmente il management di ogni azienda deve porsi due domande. La prima: “Posso continuare ad essere protagonista del mercato in cui opero?”. E se “Sì”, e veniamo alla seconda, “Come posso continuare ad operare su questo mercato?”. Taluni hanno dato una risposta negativa alla prima domanda e sono quelli che hanno percorso la via delle fusioni per incorporazione o di altre operazioni che hanno comportato comunque il trasferimento dei centri di decisione finanziaria dalla Puglia verso altre regioni, quasi sempre del Nord. Chi ha risposto, invece, di sì alla prima domanda, e noi siamo fra questi, è stato chiamato a rispondere anche alla seconda.

In che modo il suo Istituto si prepara a fronteggiare i dinamismi di mercato?

Per quanto ci riguarda, dopo aver compiuto un approfondito processo di analisi aziendale, avvalendoci anche delle competenze di società specializzate, siamo giunti alla determinazione di stringere accordi commerciali che hanno consentito alla Banca di disporre di prodotti e servizi che difficilmente avremmo potuto realizzare da soli o li avremmo potuti realizzare ma a costi molto elevati. In conclusione, la Banca ha scelto di preservare e valorizzare la propria autonomia decisionale e gestionale e nel contempo non ha omesso, per accrescere la propria competitività, di acquistare da fornitori esterni prodotti e servizi, specialmente quelli più sofisticati ed evoluti, che hanno permesso alla Banca di continuare ad essere attiva sul mercato, soddisfacendo le esigenze dei diversi segmenti di clientela.

Teme rischi di colonizzazione da parte di Gruppi bancari extraregionali?

La domanda sarebbe stata molto più “efficace” dieci anni fa. Oggi i rischi da lei paventati non sussistono più...basta dare uno sguardo alla realtà. Se poi questa realtà vada letta in termini di colonizzazione o meno, dipende dalle chiavi di lettura che si adoperano.

Direttore, in conclusione, abbiamo capito che la Bpp rappresenta la Puglia, il suo know-how e anche il modo di essere: continuerete a seguire questo filone, sarà ancora privilegiata l’autonomia di gestione? Quali strategie per il futuro?

La Banca ha scelto di rimanere autonoma, ma questo, come già le ho detto, più che costituire un assioma vuol rappresentare un obiettivo sfidante, che va perseguito con intelligenza e duttilità, senza trascurare aprioristicamente soluzioni diverse. Ho l’impressione che finalmente rispetto al passato qualcosa stia cambiando e in positivo.
Se fino a ieri passava quasi inosservata l’avvenuta incorporazione di questa o quell’azienda, oggi cresce il numero di quelli che cominciano a valutare con maggior consapevolezza che cosa significa poter contare su una banca locale e che cosa comporta, per una regione come la nostra, la scomparsa di un centro autonomo di decisione finanziaria.

Tutto questo ci incoraggia oltremodo e ci rende ancora più responsabili sul ruolo che vogliamo riscoprire in futuro...ma non a tutti i costi, nel senso che non tireremo la corda dell’indipendenza “usque ad mortem”, fino a pregiudicare il valore e il patrimonio dell’Azienda.
Se ad un certo punto ci dovessimo rendere conto che il nostro obiettivo non fosse più perseguibile, saremo chiamati a percorrere altre strade.
Questo mi sento di dire con il massimo senso di responsabilità, ma nello stesso tempo mi preme precisare che quanto ho detto costituisce allo stato solo un esercizio ipotetico e null’altro. La realtà attuale ci dice che la scelta strategica dell’autonomia indicata dal Consiglio di Amministrazione non solo è condivisa da tutto il Personale, dai Soci e dai Clienti della Banca, ma raccoglie consensi e simpatie in strati sempre più vasti e importanti delle forze economiche e sociali della nostra regione.

CONVEGNO APB

Dall’11 al 13 ottobre si è tenuta in Lecce l’ “Ottava Convention dei Soci” dell’ “Associazione Italiana per la Pianificazione ed il Controllo di Gestione in Banca e nelle Istituzioni finanziarie”. La manifestazione, organizzata da A.P.B. e Banca Popolare Pugliese, ha visto la partecipazione di numerosi relatori, fra i quali: Francesco Monti, Presidente di A.P.B., Raffaele Caroli Casavola, Presidente della B.P.P., Angelo Rizzo, Rettore uscente dell’Università di Lecce, Francesco Maria Frasca, Capo Servizio Concorrenza Normativa e Affari Generali della Banca d’Italia, Giuseppe Zadra, Direttore Generale dell’A.B.I., Paola Palmerini, Amministratore Delegato e Direttore Generale Cap Gemini Ernst & Young Italia, Paola Schwizer, Docente dell’Università di Lecce, Antonio Sansonetti, Dirigente Funzione Coordinamento e Controllo della Banca di Roma, Giampiero Auletta Armenise, Vice Direttore Generale Intesa Bci, Vito Primiceri, Direttore Generale della B.P.P., Augusto Buscaglia, di SanpaoloImi, Enzo Mignarri, Responsabile Servizio Research della Banca Montepaschi di Siena, Secondino Natale, Responsabile Area Pianificazione e Controllo di Gestione di Gruppo, UniCredito Italiano, Adalberto Alberici, Docente dell’Università di Genova.


Borse di Studio “Giorgio Primiceri”

Il 30 ottobre scorso sono scaduti i termini per la presentazione delle domande di ammissione al concorso indetto dalla Banca Popolare Pugliese, riservato a laureati non stabilmente occupati e in possesso di buona conoscenza della lingua inglese e di nozioni informatiche di base, per l’assegnazione di tre borse di studio da L. 10 mln, 8 mln e 6 mln a copertura totale o parziale della quota di iscrizione al Corso di perfezionamento in Gestione del Risparmio, Master e-Mgierre. L’iniziativa è stata assunta dalla Banca in collaborazione con le Università degli Studi di Lecce e di Tor Vergata.
Nuova Filiale a Bitonto

Il 19 dicembre è stata inaugurata in Bitonto (Ba), alla via G. Verdi 26 (tel. 080.3756064), la 75ª filiale della Banca.
Bitonto, importante e dinamico comune agricolo di circa 53.800 abitanti, è noto soprattutto per la produzione di un ottimo olio di oliva, ma conta anche su interessanti insediamenti produttivi di piccole e medie dimensioni.
«Guardando al passato, riscoprendo le nostre radici, ci accorgiamo – ha detto il Presidente Caroli Casavola, durante la cerimonia inaugurale – che, al di là di avvenimenti specifici che hanno interessato questa o quella città... noi pugliesi abbiamo una comune identità, una stessa storia, una stessa cultura, una stessa economia. Se questo è vero, allora possiamo sicuramente percorrere un cammino comune. Ed è con tali intenti che intendiamo essere presenti su Bitonto, la capitale dell’olio d’oliva. [...] Se si guarda al centro dello stemma di Bitonto si vede l’olivo... se percorriamo il tarantino, il brindisino o il leccese... ci s’imbatte in tantissimi oliveti... e si trovano gli stessi volti, gli stessi problemi, le stesse attese, la stessa voglia di riscatto e di progresso. Questa voglia di progresso noi vogliamo sostenere [...] e in questa veste ci presentiamo alla città di Bitonto per compiere assieme un buon cammino. Un cammino non facile, ma certamente esaltante...».

“Cuore Amico”

Il 9 dicembre si è concluso, con il pieno raggiungimento dell’obiettivo prefissato, il progetto di solidarietà “CuoreAmico”. L’iniziativa, assunta dal Gruppo Mixer Media Management, dal Gruppo Aligros e dalla Banca Popolare Pugliese, ha visto impegnati in una vera e propria “gara di solidarietà” enti, associazioni e, soprattutto, tantissimi cittadini, che hanno alimentato con i loro versamenti la raccolta dei fondi da destinare a 31 bambini salentini, affetti da gravi patologie e bisognosi di cure e/o d’assistenza particolari. Questi casi sono stati individuati da un apposito Comitato scientifico.
Per quanto riguarda più da vicino il progetto “CuoreAmico”, rimandiamo all’articolo di Marco Renna qui a lato, apparso sul numero dicembre 2001 de La Bacheca, mensile della Parrocchia di S. Lucia in Lecce, che con semplicità ed efficacia mette in risalto lo spirito e lo slancio di chi ha partecipato a questa iniziativa.
A conclusione della manifestazione, il Presidente Caroli Casavola, anche attraverso Apulia, desidera esprimere il suo più sincero ringraziamento:
• «a quanti, facendoci giungere i loro attestati di plauso e di condivisione per l’iniziativa assunta, hanno sottolineato come la “Popolare Pugliese” stia consolidando la propria legittimazione nel territorio di riferimento e, quindi, accrescendo il consenso di cui essa gode a livello sociale;
• ai Collaboratori della Banca (specialmente a quelli che, grazie alla loro disponibilità, hanno consentito l’apertura, anche nelle giornate festive dell’8 e 9 dicembre, di diverse Filiali in provincia di Lecce, facilitando, così, la raccolta di fondi) che, anche in questa circostanza, hanno fatto emergere una costante della nostra Banca: essa non solo è capace di conseguire obiettivi di crescita patrimoniale e reddituale, ma anche di trasferire “valore aggiunto” a favore della comunità in cui opera;
• a tutti coloro che, con le loro offerte, hanno permesso a 31 ragazzi, meno fortunati degli altri, e alle loro famiglie, di poter contare sulla solidarietà concreta di tanti loro conterranei».

Cuore Amico
Progetto Salento Solidarietà

Quante volte abbiamo fatto l’esperienza dell’ascolto dei battiti cardiaci, quante volte abbiamo appoggiato l’orecchio sul petto della mamma, di papà, o di un amico, per ascoltare quel battito affascinante. E’ certamente un’esperienza comune che ci dà il senso immediato del valore della vita. Senza un cuore non si vive, non c’è gioia, non c’è nulla.
Insieme con altri colleghi sono reduce dall’esperienza di “Cuore Amico”, il Progetto di solidarietà del Salento che ha consentito ancora una volta di scoprire il gran cuore dei salentini nel momento in cui si fa sentire il grido d’aiuto di chi soffre.
Cuore Amico, al di là della grande partecipazione e del prezioso fiancheggiamento dei mezzi della comunicazione che mi ha visto impegnato per quasi un mese, ha dimostrato che la solidarietà travalica i deboli confini dell’elemosina al povero di turno, svelandosi in tutta la sua autenticità. Certo, si corre il rischio di svilire le parole facendone un uso sconsiderato. Negli ultimi anni, infatti, la parola solidarietà, carica come era ormai di tanti significati, rischiava di apparire inservibile. Per questo si è parlato di generosità, di amicizia, di amore. I sentimenti che costituiscono la bandiera del Cristianesimo e che, oggi, si fanno sentire con tutto il loro peso.
Ma il Progetto Salento Solidarietà costituisce in realtà l’opportunità di riconoscersi fratelli in un sistema comune d’adesione territoriale. L’accoglienza e la solidarietà i salentini le hanno dimostrate in questi anni con il silenzioso servizio agli immigrati, ai profughi, a quelli che una certa stampa ha sbrigativamente bollato come clandestini.
La frettolosa etichetta appiccicata a tanta gente non ci ha fatto comunque dimenticare che si trattava di poveri. Allora è nata la domanda: ma se il Salento è così prodigo nei confronti dei lontani, che cosa farà per i vicini? Se la gente aiuta i forestieri, cosa farà per i conterranei? Una domanda che ha trovato la sua risposta nei fatti, nella mobilitazione che ha fatto seguito alle sollecitazioni giunte da un istituto di credito, un’impresa di distribuzione commerciale e un’azienda del settore comunicazione. Banca Popolare Pugliese, Gruppo Aligros e Gruppo Mixer Media Management hanno aperto la pista ad un progetto di solidarietà volto a confortare le numerose sofferenze presenti in terra salentina.
Cuore Amico però ha una sua peculiarità. Non si è scelta, infatti, una beneficenza generica, non si è pensato di aiutare il Terzo Mondo o i bambini dei Paesi in guerra come l’Afghanistan, si è scelto il Salento. I bambini salentini affetti da gravi patologie possono contare sul contributo di tutti. Un progetto del Salento per il Salento, frutto dell’entusiasmo e del lavoro di decine, centinaia di associazioni, enti pubblici e privati e semplici cittadini.
31 bambini con gravi o rare malattie scelti, in una platea enorme, da un apposito comitato scientifico composto da medici e dalle massime autorità delle Aziende Sanitarie Locali, hanno atteso un regalo per questo Natale e lo hanno avuto con la partecipazione di tutti. Nella scelta dei casi si è tenuto presente il rapporto tra gravità della situazione sanitaria e precarietà economica della famiglia interessata, ecco perché c’era bisogno del nostro aiuto, perché senza quell’aiuto il sostegno sarebbe mancato, anche in virtù del fatto che il Sistema Sanitario Nazionale non riesce a venire incontro a tutte le esigenze.
Sulla scia di altre manifestazioni pubbliche mirate a incoraggiare lo spirito solidaristico degli italiani, Cuore Amico ha scelto di lasciarsi aiutare dagli strumenti della comunicazione che, in quanto “mezzi”, sono pertanto al servizio della comunità.
Il nostro lavoro, la nostra competenza ed esperienza sono stati messi a disposizione di Cuore Amico per garantire il successo del Progetto di Solidarietà. Con il benestare delle famiglie, si è permesso a tutti i salentini di conoscere nel dettaglio il bisogno che andavano a confortare. E, al di là di tutte le valutazioni possibili, ciò che resta è solo la gioia di aver contribuito al sostegno di alcune necessità, un impegno civile e morale cui siamo chiamati tutti. Il grado di civiltà di un popolo si misura, infatti, dalla sua capacità di essere vicino ai bisogni di tutti.

Marco Renna

*Testo integrale dell’intervista rilasciata dal Direttore Generale della Banca, Dr. Vito Primiceri, a Mino De Masi del Nuovo Quotidiano di Puglia in data 13 dicembre 2001.

   
   
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