Dicembre 2001

OPINIONI

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La madre
di tutti i disagi
Mario Deaglio  
 
 

 

 

 

A causa del disagio
della gioventù
europea il termine
globalizzazione
è diventato
un’etichetta
da appiccicare
su tutto ciò
che non va.

 

Nelle stesse ore in cui Genova veniva devastata dagli incidenti del G8, a Berlino circa 800 mila giovani prendevano parte alla “Love Parade”, un’occasione ormai tradizionale per musica e comportamenti alternativi; nel paese di Paule, nella regione francese di Côtes d’Armor, era in corso un “Rave party” che coinvolgeva 25 mila persone, e in un dipartimento presso Parigi veniva proibita la vendita di benzina sfusa – ossia in taniche – in quanto utilizzata per confezionare bombe molotov e incendiare automobili e case in disordini che si susseguivano dall’inizio di luglio. Nella città inglese di Brixton, intanto, si registrava l’ennesima notte di scontri tra giovani di diverse etnie che turbava profondamente l’estate britannica.
Un’interpretazione corretta dei fatti genovesi deve partire da questo vastissimo senso di disagio che attraversa una gioventù europea a corto di risorse e di prospettive. A causa di un simile disagio, il termine “globalizzazione” è diventato un’etichetta da appiccicare su tutto ciò che non va: la protesta per la povertà nel Terzo Mondo si intreccia così con la presa di coscienza di una sempre maggiore povertà di moltissimi giovani del Primo Mondo, la denuncia rituale delle “multinazionali” con la difficoltà per molti di coloro che oggi hanno vent’anni di trovare un lavoro non precario, una prospettiva di vita, il nichilismo di certe distruzioni con la mancanza di obiettivi per cui impegnarsi, al di là di un problematico e largamente insoddisfacente arricchimento personale.
A tutto ciò, i G8 non hanno saputo dare risposta. Il loro ottimismo di facciata sull’economia sottovaluta sia la crescente instabilità dei mercati finanziari sia la possibilità, non certo trascurabile, di un aggravamento della congiuntura mondiale; una manciata di spiccioli, assai meno di quanto previsto alla vigilia, è stata promessa per la lotta all’Aids; solo buone e frettolose parole sono state dedicate alla remissione del debito, che non è certo un toccasana, ma può rappresentare uno strumento importante per il riequilibrio mondiale.
E dietro questo deludente risultato si intravede un divario tra Stati Uniti ed Europa che, dalla fine della guerra, non è mai stato altrettanto profondo. Non è certo con questo genere di miopie che si può fare dei meccanismi di mercato lo strumento regolatore di una società mondiale stabile e in crescita.

   
   
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