Settembre 2001

BILANCIO SOCIALE BPP 2000

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Un contributo allo
sviluppo del territorio
Giuseppe Tondi  
 
 

“Mi auguro che questa iniziativa costituisca un’occasione propizia per consolidare il dialogo con i diversi interlocutori (interni ed esterni), per consentire un’equa valutazione del maggior valore fornito dall’Azienda alla crescita del territorio e del suo contributo verso uno sviluppo sostenibile, nella consapevolezza di non aver raggiunto, così facendo, un traguardo, ma di aver soltanto avviato un processo, peraltro rivedibile e perfettibile nei prossimi anni”.

Raffaele Caroli Casavola
(Introduzione
al Bilancio Sociale)

 

Sabato 29 settembre si è tenuto in Lecce il seminario dal titolo “Presentazione del primo Bilancio Sociale: un contributo allo sviluppo del territorio”, organizzato dalla Banca Popolare Pugliese.
I relatori della manifestazione (il Presidente della Banca, Raffaele Caroli Casavola, il Direttore Generale, Vito Primiceri e il Presidente dell’Istituto Europeo per il Bilancio Sociale, Roberto Marziantonio), dopo aver illustrato la “filosofia” del bilancio sociale (Marziantonio), hanno presentato quello della BPP (Caroli Casavola e Primiceri) ai media, al Personale e ad un selezionato pubblico costituito da rappresentanti di diverse categorie, associazioni e ordini professionali (Assindustria, Confagricoltura, cooperative artigiane, Unaprol, Sindacati, Ordine dei Dottori Commercialisti, Ordine degli Avvocati, ecc.), enti e istituzioni (Regione, Sindaci e Amministratori di diversi Comuni, Banca d’Italia e altre aziende di credito), docenti delle Università di Bari e di Lecce, nonché soci, clienti e fornitori della Banca.
In particolare, sono stati evidenziati dal Presidente Caroli Casavola tre fattori che concorrono ad arricchire il Bilancio Sociale della BPP:

a) il documento fa seguito ad un altro, il Codice Etico, nel quale sono stati esplicitati la missione aziendale (chi siamo), la visione aziendale (cosa facciamo), i princìpi guida (come lo facciamo). I due testi sono intimamente connessi;

b) il Bilancio Sociale recepisce il “Modello di redazione del Bilancio Sociale per il settore del credito”, nella peculiare versione dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) e dell’IBS (Istituto Europeo per il Bilancio Sociale);

c) la Banca, per rafforzare la correttezza sostanziale e metodologica del proprio Bilancio Sociale, ha conferito a KPMG S.p.A. il mandato di attestarne la conformità alla best practice di processo.

Dalla sala sono intervenuti per commentare l’iniziativa Rocco Palese, assessore alla Programmazione e Bilancio della Regione Puglia; Nicola Di Cagno, preside della Facoltà di Economia dell’Università di Lecce; Rosario Giorgio Costa, senatore e presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Lecce; Salvatore De Riccardis, imprenditore e presidente dell’Associazione Industriali di Lecce; Francesco Guido, presidente dell’Associazione Produttori Olivicoli; Marcello Marchetti, commercialista e vice presidente dell’Ordine; Luigi Marsella, sindacalista FABI e Luciano Sechi, giornalista dell’Agenzia Giornalistica Italia.
I lavori sono stati coordinati da Federico Pirro, capo redattore di Rai Puglia.
L’evento ha avuto ampia risonanza su stampa, radio e televisioni.

 

Il Bilancio Sociale della Banca Popolare Pugliese

La Banca Popolare Pugliese è, se non la prima, certamente tra le prime banche italiane a recepire e applicare il Modello di redazione del Bilancio Sociale per il settore del credito proposto ufficialmente, nel maggio di quest’anno, dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI) e dall’Istituto Europeo per il Bilancio Sociale (IBS).
La lettura del Bilancio Sociale 2000 della Banca Popolare Pugliese è estremamente agevole: il documento è diviso in tre sezioni, nelle quali si descrivono l’identità aziendale, il rendiconto relativo alla produzione e distribuzione del valore e l’analisi delle diverse relazioni sociali intrattenute dall’Azienda con tutti i suoi diversi interlocutori, interni ed esterni.
Alcuni dati significativi emergono da una prima lettura:
• la Banca Popolare Pugliese ha prodotto nel 2000 un Valore Aggiunto (inteso come differenza tra “valore della produzione” e “totale dei consumi”) di 141,4 miliardi di lire, che è stato così distribuito:

L. 75,3 miliardi, pari al 53,17%, agli 804 Collaboratori della Banca, sotto forma di salari, oneri sociali e TFR;

L. 9,5 miliardi, pari al 6,7% , ai Soci, sotto forma di dividendo;

L. 29 miliardi, pari al 20,54%, al Sistema Impresa;

L. 26 miliardi, pari al 18,46%, al sistema Enti/Stato, sotto forma di imposte e tasse;

L. 1,6 miliardi, pari all’1,13%, alla collettività per finalità filantropiche e iniziative socio-culturali.
ha acquistato beni e servizi da oltre 1.000 fornitori per un fatturato totale di circa 56 miliardi, di cui ben 25 miliardi sono riferiti ad aziende pugliesi.

ha destinato 443 milioni in beneficenza, sostenendo 401 iniziative di carattere umanitario e sociale, 75 manifestazioni sportive, 59 manifestazioni culturali e 40 iniziative nel mondo della scuola;

ha accentuato il proprio impegno in campo culturale, affiancando alla Rivista trimestrale Apulia (giunta ormai al suo 26° anno di vita) la ricca esperienza di convegni e incontri su tematiche economiche di interesse generale;

ha facilitato, con l’assegnazione di borse di studio e prestiti sull’onore, l’inserimento di giovani laureati nel mondo del lavoro;

ha perseguito l’impegno di difesa dell’ambiente non solo rispettando tutti gli adempimenti richiesti dalle normative vigenti, ma ricorrendo anche massicciamente alla raccolta differenziata.

La Banca Popolare Pugliese ha inteso in questo modo descrivere il più analiticamente possibile tutte le azioni intraprese nei confronti del contesto socio-economico dimostrando l’impegno per renderle coerenti con i valori espressi nel Codice Etico approvato nel 2000 e con le aspettative legittime di tutti i suoi differenti interlocutori.
Va ricordato, infine, il contributo offerto in termini di assistenza tecnico-metodologica dal consorzio SEAN /KPMG.

Il Bilancio Sociale: obiettivi e funzioni di uno strumento culturale

Negli ultimi anni si sta diffondendo all’interno delle imprese la consapevolezza di avere di fronte nuove responsabilità, in ragione non solo delle loro tradizionali finalità economiche ma anche del ruolo sociale che rivestono.
Informare sulle scelte d’intervento e sulle conseguenti ricadute di risorse e benefici a vantaggio della collettività diventa pertanto strategico. Ancor più lo è l’individuazione di criteri obiettivi con cui porre in evidenza tali interventi. Criteri di attenzione ai valori della persona, dell’ambiente, della correttezza negoziale, della solidarietà, della cultura, della qualità della vita.

Da questa esigenza di integrare nella gestione imprenditoriale la dimensione dell’economicità con quella della socialità nasce il Bilancio Sociale.
E’ l’opportunità, per i vertici aziendali, di rendere esplicito (il più analiticamente possibile) il rendiconto delle azioni intraprese e dimostrare come esse risultino coerenti sia con i valori d’impresa dichiarati sia con le aspettative legittime dei diversi interlocutori interni ed esterni: si vogliono descrivere le ragioni per cui si assumono puntuali impegni e si sostengono determinati costi e, nel contempo, valutare i vantaggi qualitativi e quantitativi per le diverse categorie di stakeholder (soggetti portatori di interessi nei confronti dell’azienda, ovvero: soci, clienti, fornitori, dipendenti, istituzioni).
Quindi il Bilancio Sociale è prima di tutto un innovativo processo di gestione, ma è anche un prezioso strumento di comunicazione interna ed esterna: un mezzo fondamentale per svolgere una sostanziale attività di relazioni pubbliche.

Gli obiettivi che si pone sono:

1) accrescere la legittimazione dell’azienda nel territorio di riferimento e quindi il consenso a livello sociale;

2) dimostrare che il fine dell’impresa non è solamente quello di creare profitto ma anche quello di fornire un valore aggiunto per la comunità;

3) accresce la fiducia non soltanto nei confronti dei clienti, ma anche del proprio personale, dei soci, dei fornitori, delle associazioni di categoria, degli Enti locali e dell’opinione pubblica in generale;
4) accrescere la trasparenza (e di conseguenza la democrazia) nell’ambito delle attività economiche.

Il cliente-consumatore sempre più spesso premia l’azienda con cui si identifica, con cui condivide una storia fatta di scelte sociali, ecologiche, culturali. Perciò è sempre più importante accrescere e migliorare la propria cultura aziendale, che deve costantemente rafforzare una propria coerenza valoriale e un proprio stile distintivo esplicito e concreto.
L’azienda propone agli occhi della comunità di riferimento il suo profilo etico, per renderlo condiviso e per enfatizzare il proprio legame con il territorio; afferma il concetto di un’impresa che, perseguendo il proprio interesse, contribuisce contestualmente a migliorare la qualità della vita dei membri della società in cui è inserita.
Tecnicamente il Bilancio Sociale è un sistema di gestione e rendicontazione che, assumendo anche i dati del Bilancio contabile, si propone di evidenziare la formazione e la destinazione del cosiddetto Valore aggiunto (cioè la differenza tra “valore della produzione” e “totale dei consumi”).
L’elemento di principale interesse è dunque la distribuzione del Valore aggiunto tra tutti i soggetti che a vario titolo hanno un rapporto di “scambio” con la Banca, siano essi dipendenti, azionisti, fornitori, enti locali, clienti.
Un valore accresciuto dal coinvolgimento partecipativo e responsabile, che rende la gestione (e quindi i risultati) sempre più capace di perseguire armonicamente – attraverso il contemperamento degli interessi – le dinamiche dello sviluppo, in termini di miglioramento e di sostenibilità.

   
   
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