Vien da pensare
a quanta fama
pre-unitaria
e post-unitaria
li circondò finché vissero; ma anche quale totale
smemoramento
perduri per i frutti preziosi del loro
talento.
|
|
Dobbiamo per la pubblicazione di questi documenti epistolari alla
generosa disponibilità dellamico Filiberto Nassisi,
schivo quanto formidabile indagatore della vita, delle opere, delle
relazioni culturali e sociali del sommo (e a lungo negletto) scienziato
matinese.
Leggendo la lettera dellingegnere Zambelli, milanese temporaneamente
attivo in Terra dOtranto, vien da pensare a quanta dedizione
ebbero per gli studi matematici alcuni grandi spiriti dellallora
eccentrica, e pressoché ignota ai più, regione salentina
(ci riferiamo naturalmente a Raffaele Gentile; oppure al galatinese
Giacomo Candido), e a quanta fama pre-unitaria e post-unitaria li
circondò finché vissero; ma anche a quale totale smemoramento
perduri per costoro e per i frutti preziosi del loro talento: conseguenza,
forse, proprio della rarità e della solitudine del loro genio,
oltre che dellatteggiamento di autori disinteressati (Gentile
non vendeva, ma regalava i libri che pubblicava agli amici e a quanti
ne facessero richiesta per occasionale notizia o scoperta), in una
provincia ancora tutta immersa e quasi blindata nellimmobilizzante
crosta della cultura contadina.
Eppure, alla fine dellOttocento, tutto un reticolo di nuovi
fermenti investiva Terra dOtranto e il Mezzogiorno, con studi
di politica socio-economica e agraria, con indagini demografiche,
con proposte di un sia pur elementare sistema di opere pubbliche,
e, specularmente, con la presa di coscienza e conseguenti contestazioni
delle prepotenze diffuse nelluniverso tardo-baronale
del latifondo a colture estensive, opprimente e parassitario, e
con le rivolte silenziose e drammatiche delle emigrazioni transoceaniche.
Gli echi della condizione in cui versavano le popolazioni salentine
si colgono tutti nelle righe e sopra le righe della lettera spedita
da De Viti de Marco. Il creatore della Scienza delle Finanze sostiene
che la gente ha riposto in lui speranze di giustizia sociale, e
che non può trascurare gli studi accademici per dedicarsi
alla politica militante. A meno che non glielo si chieda esplicitamente:
gli è necessaria la sponda del voto popolare per portare
avanti il discorso politico e di politica economica, anche se avanza
una legittima suspicione: si riuscirà a raggiungere un obiettivo?
e in che modo lo si potrà raggiungere? E la richiesta di
consigli in merito ha tutto il sapore della chiamata allimpegno
della parte creativa della società locale, degli intellettuali,
appunto, che soli possono illuminare ed essere guida
ed esempio per popolazioni abbrutite dalla fame, dalle perfidie
della povertà e delle malattie, dallimmobilismo sociale,
dallanalfabetismo, che ne fanno un coacervo indistinto di
sudditi e non una classe cosciente di cittadini.
Lo spirito radicale che improntava di sé lazione
di De Viti de Marco tramontò con la morte del suo massimo
ispiratore. Prevalse il fronte della conservazione, e allora la
storia del Sud seguì tutto un altro percorso. Oggi, quell«essere
utile agli altri» come condizione per impegnarsi nella Camera
dei Deputati, assai più che nella cattedra universitaria
torinese, suona nello stesso tempo come amara lezione di comportamento
e come caduta di unillusione intellettuale. Altri sono gli
stili degli uomini, altri gli interessi individuali, altri gli esiti
della Questione. Forse per questo dietro ogni angolo
di strada ci condiziona leterna risacca della storia meridionale.
Pregiatissimo Signore,
Ieri ebbi la rara ventura di vedere ed ammirare un lavoro della
S.V. in casa del prof. Bitonti. Dilettante di studi matematici,
desidero possedere quel libro, che mi vien detto non trovarsi in
commercio e perciò prego la S.V., se ciò è
possibile, di spedirmi il suo Supplemento al 1° Tomo del Corso
di Matematica, del quale favorirà indicarmi limporto
nella unita Risposta, come pure se la S.V. desidera che io le spedisca
anticipatamente in lettera raccomandata o vaglia postale limporto
suddetto, ed io mi atterrò strettamente alle di lei indicazioni.
Colgo questoccasione per riverirla e dichiararmi sincero ammiratore
del bel lavoro della S.V.
Ing.e Americo Zambelli (di Milano)
Ora in Lecce in missione governativa
per lidentificazione dei fabbricati
Lecce 76
Roma, Palazzo Orsini
2 aprile 97
Carissimo Professore,
Mi perdonerà Lei, mi perdoneranno gli amici tutti di Matino
di essere partito senza averli prima salutati e ringraziati.
La mattina stessa del 21 ebbi notizie allarmanti sullo stato di
salute di mia moglie, e, daltra parte, mi si sollecitava di
tornare presto a Roma per affari.
Io conto oramai di venire in seguito costà.
La impressione dellaccoglienza avuta a Matino mi resterà
viva nellanimo per lungo tempo; come mi resterà vivissima
quella di Galatone.
Io stesso, personalmente ignoto, non avevo diritto ad espressioni
di così calda simpatia. Ho pensato che quei popolani aveano
rimesse in me speranze di giustizia; ed in questo pensiero sono
stato rafforzato dallesito delle elezioni. Per me hanno votato
coloro che subiscono prepotenza, o che vogliono reagire contro la
prepotenza. Se questo è vero, io sento più che mai
il dovere di non disertare il posto di battaglia.
Ella, caro professore, comprende che cosa questo senso di dovere
significhi. Io non desidero di lasciare la scienza per la politica
militante, la cattedra per la Camera dei Deputati; ammeno che non
mi si dica, che io possa essere utile agli altri. Se questo mi si
dice, io non posso retrocedere; vado avanti.
Ecco il consiglio che Ella, se ha tempo e voglia di scrivermi, dovrebbe
darmi, da vecchio amico di famiglia.
Da Gallipoli, da Galatone mi si scrive che non debbo abbandonare
gli elettori. Eccomi! sono a loro disposizione; ma si riesce a qualche
cosa? E in che modo vi si potrà riuscire? Non posso mettermi
nella via della prepotenza e delle vendette. Bisogna che una parte
di coloro, che sono stati contro di me, mutino spontaneamente di
opinione, e si persuadano, che io possa giovare al collegio meglio
di come faccia lon. Vischi.
Crede Lei che questo mutamento possa avvenire? Il Memmi, per esempio,
che si era dichiarato per me uno dei primi, tornerà col tempo
alla sua antica opinione?
Basta. La prego caldamente di ricordarmi uno ad uno a tutti gli
amici di Matino, che hanno saputo fare una lotta virile e vittoriosa!
Con sentimenti di molta gratitudine sono di Lei devotissimo
A. de Viti de Marco
|