Sarebbe paradossale suggerire passi avanti verso
una più forte integrazione europea e intanto cominciare a
operare dei
ripiegamenti
nazionali.
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Sono francese. Mi sento europeo. Voglio unEuropa che affermi
la sua identità, che risponda meglio al volere dei suoi popoli,
che sia desempio al mondo. E per questo che il dibattito
non deve vertere solo sul problema delle istituzioni e della loro
riforma. LEuropa è innanzitutto un progetto politico,
è un contenuto prima che un contenitore.
LEuropa non è fatta solo di regole, direttive o contenziosi.
E innanzitutto unopera dello spirito, un modello di
società, una visione del mondo. LEuropa che amo, quella
che voglio realizzare insieme a tanti altri, ha un progetto di società,
una visione del mondo, unarchitettura politica.
LEuropa è molto più di un mercato. E un
modello di società, frutto della sua storia e dei legami
sempre più intensi che oggi uniscono i suoi popoli.
Esiste unarte di vivere alleuropea, un modo di agire,
di difendere la libertà, di lottare contro le ineguaglianze
e le discriminazioni, di pensare e di organizzare le relazioni di
lavoro, di accedere allistruzione e alle cure. Ognuno dei
nostri Paesi ha le proprie tradizioni e le proprie regole, ma queste
compongono un universo comune. Questo modello di società
va inscritto nei trattati e fatto vivere nelle nostre politiche.
La giustificazione dellEuropa è la sua differenza.
Ricordiamo che lEuropa è una civiltà, cioè
un territorio, una storia condivisa, uneconomia unificata,
una società umana con culture diverse, che insieme disegnano
una cultura.
Dobbiamo dotarci di un governo economico della zona delleuro
per un più forte coordinamento delle politiche economiche.
E combattere i comportamenti che attentano allinteresse europeo
generale, a cominciare dalla lotta contro il dumping fiscale:
non è accettabile che alcuni Paesi membri utilizzino una
concorrenza fiscale sleale per attirare gli investimenti internazionali.
E necessario arrivare presto a unarmonizzazione globale
della fiscalità delle imprese. Questa coerenza economica
devessere al servizio della solidarietà sociale.
Le condizioni di lavoro dei dipendenti devono essere armonizzate
verso lalto. Dobbiamo creare le condizioni per un dialogo
con i sindacati su scala europea. Gli europei hanno anche bisogno
di servizi pubblici forti ed efficaci. Io sono favorevole a una
direttiva europea che definisca un quadro giuridico che permetta
di consolidare, sotto la responsabilità degli Stati, il ruolo
dei servizi pubblici in Europa.
Molti nostri partner hanno proposto la creazione di una polizia
europea integrata. Per parte mia, io la sottoscrivo. La sicurezza
degli europei passa anche attraverso la creazione di un vero spazio
giuridico europeo che, poggiando su una cooperazione rafforzata
con i magistrati e larmonizzazione del diritto penale degli
Stati membri, possa condurre alla creazione di una Corte europea.
Occorre anche uno statuto dei consumatori europei, fondato sul principio
di precauzione, la trasparenza dellinformazione, la descrizione
completa dei prodotti.
La diversità delle culture è uno degli elementi più
preziosi del patrimonio dellumanità. Ma oggi la legge
del mercato spinge alluniformità dei consumi e alla
concentrazione delle industrie culturali.
Per garantire la sua sicurezza, ma anche per contribuire al mantenimento
della pace nel mondo, lEuropa ha bisogno di una difesa comune.
Sul futuro dellUnione è in corso un dibattito, il cui
termine è fissato al 2004. E le conclusioni dovranno essere
prese allunanimità. Come tanti altri europei convinti,
io desidero lEuropa ma resto attaccato alla mia nazione. Fare
lEuropa senza disfare la Francia, né alcunaltra
nazione europea: questa è la mia scelta politica.
Federazione: per qualcuno questa parola significa un
esecutivo europeo che tragga la sua legittimità dal solo
Parlamento europeo e abbia il monopolio della diplomazia e della
difesa. In questo nuovo insieme gli Stati attuali avrebbero lo status
dei Länder tedeschi o degli Stati federali americani. La Francia,
come altre nazioni europee, non accetterebbe uno status del genere.
Se invece per federazione si intende una progressiva
condivisione o un trasferimento di competenze a livello dellUnione,
allora ci si riferisce alla federazione degli Stati-nazione,
secondo la formula coniata da Jacques Delors, che io sottoscrivo
in pieno. Se vogliamo andare verso una tale federazione, occorre
chiarirci le competenze rispettive dellUnione e degli Stati.
E occorre farlo secondo il principio della sussidiarietà.
La formazione, leducazione e la cultura sono e resteranno
competenza principale degli Stati; ma sono anche oggetto, per il
bene di tutti, di politiche comuni o di programmi comunitari ancora
da sviluppare. Dobbiamo rifiutare la ri-nazionalizzazione di politiche
finora definite e condotte a livello dellUnione. Sarebbe paradossale
suggerire passi avanti verso una più forte integrazione europea
e intanto cominciare a operare dei ripiegamenti nazionali. Penso
in particolare ai fondi strutturali. Quanto alla politica agricola
comune, essa deve restare a livello europeo, ma deve essere riorientata:
occorre aiutare gli agricoltori a produrre meglio, per rispondere
alle attese di qualità e di sicurezza alimentare.
Nella prospettiva dellallargamento, le cooperazioni rafforzate
saranno indispensabili. Lallargamento dellEuropa è
una necessità storica, ma è anche una sfida.
LEuropa a due velocità è una prospettiva inaccettabile.
Ma la paralisi istituzionale è una minaccia che dobbiamo
scongiurare.
Occorre rafforzare lautorità e la legittimità
politica della Commissione europea. Io propongo la designazione
di un presidente della Commissione che sia espressione della formazione
politica europea vincitrice delle elezioni europee. Il Parlamento
europeo, espressione della volontà dei popoli, eserciterebbe
così più nettamente il suo ruolo di istituzione davanti
alla quale la Commissione è politicamente responsabile e
può anche essere censurata. Come contropartita, la responsabilità
dellAssemblea di Strasburgo dovrebbe essere definita meglio.
Io propongo di istituire, per il Consiglio europeo, un diritto a
sciogliere il Parlamento, su proposta della Commissione o degli
Stati membri, in caso di crisi politica, o per togliere un blocco
istituzionale.
Come la Commissione, così anche il Consiglio ha bisogno di
essere rafforzato, perché non svolge più a sufficienza
il suo ruolo. Il futuro trattato dovrebbe consacrare un Consiglio
europeo che riunisca i capi di Stato e di Governo, così come
il presidente della Commissione. Questo Consiglio dovrebbe avere
la responsabilità di approvare un vero programma pluriennale
di legislatura. E venuto il momento di riflettere
anche sullistituzione di un Consiglio permanente dei ministri.
Queste linee disegnano la prospettiva, che mi vede favorevole, di
una Costituzione europea.
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