Giugno 2001

L’EUROPA UTILE - 2

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Esportazioni più facili
Mario Pinzauti  
 
 

 

 

 

Il club guida
gli esportatori
attraverso regole e
segreti del commercio
internazionale,
insegna come far
valere i propri diritti, come aggirare,
o abbattere, gli
ostacoli burocratici.

 

Sito Internet: http://mkaccdb.eu.int/ Indirizzo e-mail: mkaccdb@cec.eu.int. Prendete nota dell’uno e dell’altro e, per abbondare, anche di un numero di fax – 32 2 296 73 93 – se come imprenditori od operatori del commercio siete interessati a far crescere, attraverso le esportazioni, il volume dei vostri affari. In diecine di migliaia l’hanno fatto negli ultimi cinque anni. Tra chi ha utilizzato le informazioni ricevute molti si sono trovati bene, alcuni benissimo.
Il sito Internet, l’indirizzo e-mail e il numero di fax sono le chiavi per entrare a far parte di un club che offre vantaggi e attrattive notevoli: tanto è vero che ha la bellezza di 100 mila visitatori al giorno. Questo club si chiama “Strategia dell’accesso”. Non ospita corsi dove si studiano le opere di von Clausewitz e di altri maestri dell’arte della guerra. Non è il luogo d’incontro di appassionati di giochi di società tipo la battaglia navale e il monopoli della nostra infanzia. E’ una delle sedi dell’“Europa utile”. Informa, assiste, sostiene imprenditori e operatori del commercio interessati alle esportazioni.

Secondo dati recenti, è in diminuzione il rapporto di fiducia tra le istituzioni europee e i cittadini. Oggi gli europei che si dichiarano soddisfatti della partecipazione del loro Paese all’Unione sono il 50 per cento, due anni fa erano il 54 per cento. Un po’ più di euroentusiasmo in Italia, ma anche da noi con cifre in calo. Tra i nostri connazionali i soddisfatti di oggi sono il 59 per cento, due anni fa erano il 68 per cento.
Questo stato di crisi nel rapporto tra Europa ed europei è dovuto per buona parte (ci sono anche altre ragioni) a un’incompletezza d’informazione. Quando si occupano dell’Unione Europea (e accade abbastanza di rado) i mezzi di comunicazione richiamano l’attenzione del pubblico soprattutto sui contrasti, le polemiche, gli aut aut, i rinvii, i protagonismi che si manifestano nei vertici, nella Commissione, in altre istituzioni dell’Unione, ovunque l’Europa parla e lavora. In gran parte dei giornali prevale così per questo tema, come del resto per altri, il criterio di dare spazio e risalto alle notizie negative e di minimizzare o, qualche volta, perfino di ignorare le notizie positive. Tra queste ultime ci sono quelle che potrebbero far crescere le simpatie popolari per l’Europa, le notizie che mettono in luce come l’esistenza dell’Unione sia non solo politicamente importante ma anche utile per i suoi cittadini.
Per contribuire a migliorare il rapporto di fiducia tra Europa ed europei e per aiutare questi ultimi a usufruire delle nuove e importanti opportunità che sono loro offerte da molte iniziative dell’Unione eccoci dunque a parlare, su questa rivista, della poco conosciuta “Europa utile”. Abbiamo iniziato il discorso sul numero precedente ricordando quanto e come l’Unione si impegna per farci mangiare sano e bene. Con la “Strategia dell’accesso” ci occupiamo ora di un programma che è di grande utilità non solo per l’élite (industriali e operatori del commercio) attiva nelle esportazioni ma per tutti i 370 milioni di uomini e donne che vivono nell’Unione Europea: come ha messo in rilievo Pascal Lamy, il francese che è il commissario europeo per il commercio.
Ha detto recentemente Lamy: «Esportare e importare non è più una prerogativa di un ristretto numero di società multinazionali ma costituisce il presupposto per la sopravvivenza anche di piccole imprese a conduzione familiare». Per questi e altri motivi, ha aggiunto il commissario europeo, l’incremento delle esportazioni sta diventando «la colonna portante della politica commerciale europea». Ecco perché questo incremento, favorito dalla “Strategia dell’accesso”, è un fattore di crescita generale dell’economia dell’Unione e va a beneficio di tutti i cittadini.
Anche se naturalmente solo poche decine di migliaia di persone, gli operatori privati e pubblici dell’esportazione, frequentano e usano la sede dell’iniziativa europea, geograficamente situata a Bruxelles, presso la Direzione Generale del Commercio della Commissione Europea (l’indirizzo è Rue de la loi, 200, 1049, Bruxelles, Belgio) e raggiungibile, come si è visto, anche via Internet, e-mail o fax.
Questa sede, il nostro club, è di recente istituzione. E’ stata aperta nel 1996, solo cinque anni fa. Ma è già diventata preziosa, per certi aspetti indispensabile per tutti coloro che, in Europa, sono interessati all’esportazione di prodotti loro o di imprese da loro rappresentate. Affidata alle mani e ai cervelli di un gruppo di dirigenti, funzionari ed esperti e alla supervisione del commissario europeo Pascal Lamy, guida gli esportatori già attivi o potenziali attraverso regole e segreti del commercio internazionale, insegna come far valere i propri diritti, come aggirare, o abbattere, gli ostacoli burocratici, i protezionismi illegittimi e, quando è necessario, interviene a favore di imprenditori e operatori del commercio in difficoltà facendo appello all’OMC (l’Organizzazione Mondiale del Commercio) o esercitando pressioni sui governi di quei Paesi dove si verificano resistenze e problemi.
Tutto questo con risultati più che apprezzabili. Quando, nel 1996, fu avviata la “Strategia dell’accesso”, questo servizio forniva informazioni e assistenza riguardanti i mercati di dodici Paesi. Oggi i Paesi in cui grazie al lavoro degli uomini di Pascal Lamy è più facile e più redditizio esportare sono saliti a 80 e altri – tra cui Russia,Taiwan e Vietnam – potrebbero aggiungersi presto.

Sulla base di segnalazioni raccolte dal gruppo della “Strategia dell’accesso”, l’Unione ha chiesto e ottenuto 46 volte l’intervento dell’OMC per la soluzione di altrettanti problemi di esportatori. Nello stesso periodo 400 casi sono stati affrontati dall’Europa in trattative bilaterali con governi di vari Paesi. Molti di più (parecchie migliaia) sono stati gli imprenditori e gli operatori di commercio che, grazie alle informazioni e ai consigli ottenuti dallo staff di Bruxelles, sono riusciti, in partenza, ad evitare o ridurre sensibilmente impedimenti o complicazioni. La notizia si è diffusa e questo spiega il dato che meglio illustra ed esalta il successo dell’iniziativa: ogni giorno, per il club, 100 mila visitatori, buona parte dei quali, oltretutto, forniscono oltre a ricevere notizie e consigli utili, diventando collaboratori del servizio europeo.
Cuore e cervello di questo servizio è, si può dire, una sempre più ricca banca dati, alimentata continuamente da informazioni, avvertimenti, consigli elaborati dallo staff o forniti da operatori dell’esportazione che abbiano esperienze da raccontare o casi particolari da risolvere. Si chiama “Market Access Database”, la si raggiunge via Internet al sito indicato all’inizio di questo articolo, oppure per e-mail, per fax, in qualche caso (raramente, per la verità) con una visita agli uffici di Bruxelles. La si può usare per avere informazioni facili facili, per esempio per porre domande come la seguente: la Cina (o un qualsiasi altro Paese) può essere un mercato interessato ai miei prodotti, quali sono i costi doganali, l’affidabilità degli importatori, eccetera? Ma è anche in grado di insegnare a superare senza insopportabili salassi norme protezionistiche e a trovare presto e bene la via d’uscita dai labirinti burocratici.
Precisato e sottolineato che la banca dispone di un elenco di ben 1.200 possibili ostacoli alle vendite su mercati esteri, risulta chiaro che i contatti preliminari con il club di Bruxelles sono spesso sufficienti per far partire bene e far arrivare meglio un’esportazione.
Qualche volta però non è così. Qualche volta l’operazione commerciale è intralciata o addirittura bloccata da ostacoli che la banca dati non aveva segnalato. Allora, innervosito ma non domo, l’imprenditore o l’operatore del commercio torna a chiedere udienza al servizio europeo e segnala il suo problema. La banca dati lo registra e fa scattare l’intervento della cavalleria dell’Unione, cioè una serie di pressioni per rimuovere l’ostacolo che l’esportatore si è trovato davanti.

L’intervento ha buone probabilità di successo: anche perché la cavalleria europea è dotata di efficaci mezzi di persuasione. L’Unione è il maggiore partner commerciale del mondo: “firma” il 15 per cento delle importazioni e il 16 per cento delle esportazioni che avvengono in campo internazionale. E’ prima negli aiuti ai Paesi sottosviluppati: 70 mila miliardi all’anno contro i circa 23 mila miliardi degli Stati Uniti e i 22 mila miliardi del Giappone. Ha accordi commerciali privilegiati con i 71 Paesi cosiddetti ACP (cioè dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico). Ha dunque carte serie e autorevoli da mettere sul tavolo quando si rivolge all’Organizzazione Mondiale del Commercio o avvia trattative bilaterali con i governi dei Paesi dove l’esportazione di prodotti europei incontra ostacoli imprevisti.

   
   
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