In Italia milioni
di persone, gente con redditi bassi
e analfabeti di
ritorno, rischiano di restare vittime dei calcoli di
cambio.
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Fine di marchi, franchi, lire, pesetas: lapproccio è
da brivido. Si dice che una moneta nazionale sia una lingua;
si sa che quella dellintroduzione delleuro sarà
una rivoluzione monetaria radicale; si teme che i disadattati
monetari saranno non meno di ottanta milioni di cittadini,
su 280 milioni di europei coinvolti nei dodici Paesi che hanno adottato
la moneta unica europea, che vedranno tramontare lidentità
del proprio alfabeto familiare.
La moneta, infatti, secondo leconomista francese Thierry Vissol,
è il simbolo della sicurezza nel rapporto con lo Stato. Non
a caso la moneta è nata prima della scrittura. Si calcola
che per imparare una lingua occorrano da uno a tre anni; si sa anche
che almeno il 30 per cento della popolazione europea intercetta
poche informazioni sulla nuova divisa continentale, si è
convinti che in particolare italiani, belgi e portoghesi siano preoccupati
per la confusione delle lingue monetarie (euro/monete
nazionali).
Tutto questo, unito alla svalutazione delleuro nei confronti
del dollaro, ha finito per generare una serpeggiante sfiducia. Oltre
tutto, le antiche sacche di resistenza alla moneta unica non sono
state cancellate: in Germania si tocca ormai il 44 per cento, mentre
in Finlandia si sfiora addirittura il 49 per cento. Altri dati sono
altrettanto preoccupanti. Il pericolo che emerge è quello
di una incomprensione tanto forte, da portare al rifiuto della nuova
moneta. Tanto per restare nel nostro Paese, solo il 15 per cento
delle grandi aziende e un miserrimo 0,3 per cento delle piccole
tengono la contabilità in euro, come ha fatto sapere la Commissione
Ue.
Euro. Istruzioni per luso
1) Un euro vale 1.936,27 lire. Si compone
di 100 centesimi, ciascuno dei quali vale 19,36 lire.
2) Avremo 8 tipi di monete in tutti i 12 Paesi. Una facciata
sarà uguale dovunque, laltra cambierà
da Paese a Paese. Ai Dodici si associeranno per la coniazione
di euro anche il Principato di Monaco, la Repubblica di San
Marino e la Città del Vaticano.
3) Le banconote saranno 7, uguali per tutti, in tagli da 5,
10, 20, 50, 100, 200 e 500 euro. Monete e banconote entreranno
in circolazione dal gennaio 2002. Per soli due mesi si potranno
usare anche le lire. Cambiare le lire in euro in questi 60
giorni sarà gratuito. Comunque, nei successivi dieci
anni si potranno cambiare in euro le vecchie lire presso le
filiali della Banca dItalia.
4) Dal gennaio 2002 gli assegni potranno essere emessi soltanto
in euro.
5) Sarà creato un numero verde di pronto soccorso
euro, istituito e gestito dal Ministero del Tesoro.
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Dai sondaggi affiora che in Italia più di 18 milioni di
persone, anziani, pensionati, handicappati, gente con redditi bassi
e analfabeti di ritorno, rischiano di restare vittime dei calcoli
di cambio, assumendo leuro come valore di 1.900 oppure 2.000
lire: un vero e proprio lessico marziano al quale dovranno,
volenti o nolenti, adattarsi gli europei. E intanto sembra nascere
una nuova branca di studio, quella della psicosociologia monetaria,
che, mettendo in rilievo che le reazioni e i traumi connessi allingresso
definitivo della moneta unica sono frutto più che altro di
un ritardo culturale, in aree europee nelle quali molti stentano
persino a mettere nero su bianco, correttamente, il proprio pensiero,
anticipano che se non si corre presto e concretamente ai ripari
si può determinare persino una situazione che metterà
in gioco la coesione sociale. Esagerazioni? Può darsi. Ma
il Rapporto della Commissione Ue sostiene che sarà «come
un elettroshock» il cambio di moneta, anche se prenderne coscienza
subito e rendere i cittadini edotti ha il merito di scrostare lo
strato di retorica e di reticenza che ha coperto fino a questo momento
la marcia di avvicinamento a una scadenza che molti ritengono psicologicamente
remota, sebbene i tempi siano ormai molto stretti e gli effetti
quasi del tutto sconosciuti.
Non resta, dunque, che aspettare il fatidico giorno della mutazione
della lingua, mettendo però immediatamente a punto
una terapia durto. Si è calcolato già che in
Italia ben 12 milioni di persone saranno in seria difficoltà;
e si teme che i cambi errati o approssimati portino ad aumenti del
costo della vita o agevolino le truffe da parte dei soliti disonesti.
Sono rischi reali, che richiedono attenzione da parte dei cittadini
e vigilanza da parte delle autorità, oltre che informazione
a tutto campo, attraverso i media, da parte dei responsabili di
governo.
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