Nel castello svevo,
un busto:
si ritiene
che sia l'unico
che raffiguri
lo Stupor mundi.
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Sopra lOfanto e Canosa, oltre Canne della Battaglia, a poco
più di 150 metri sul livello del mare si staglia Andria,
fondata da Pietro I Normanno nel 1042. Fu città prediletta
da Federico: la Porta di SantAndrea reca uniscrizione
con sue parole. Fu il Conte di Ruvo, Fabrizio Carafa, a riceverla
per 100 mila ducati insieme a Castel del Monte, il celeberrimo castello
incluso nel patrimonio mondiale dellumanità ad iniziativa
dellUnesco, ed ora effigiato in uneuromoneta. Il figlio
del Conte, Antonio, ottenne poi il titolo di Duca di Andria dallo
spagnolo re Filippo II. Durante la Repubblica napoletana del 99,
la città fu saccheggiata dai francesi per la sua fedeltà
al re di Napoli, Ferdinando di Borbone. Lultimo dei Carafa,
Ettore, fu per questo decapitato nella partenopea piazza del Mercato.
Fra le curiosità storiche: Giuseppe Garibaldi fu deputato
di Andria nel primo Parlamento del regno dItalia.
Narra la leggenda che, dopo la distruzione di Cartagine, con la
terza guerra punica, la Peucezia venne divisa in premio tra i reduci
romani. Al patrizio Caius Oratus toccò in sorte un territorio
sul quale fece sorgere Corato. Qualunque sia letimologia,
è certo che questo centro ai piedi delle Murge è di
origine latina. Dal 1040 al 1073 fu sotto Pietro il Normanno, il
quale lo fortificò, edificandovi anche castelli e chiese
romaniche. Nel 1240 Federico vi giunse per la prima volta, ne rimase
colpito e fece scrivere sulla porta della città un elogio
a Coratus felix e alla sua terra fertilissima. Corradino di Svevia
la onorò per la sua incrollabile fedeltà, di cui ancora
oggi cè traccia nello stemma cittadino. Con la vittoria
degli Angioini, la terra di Corato venne assegnata in feudo al Conte
di Montescaglioso.
Ricca di bauxite, dedita allestrazione della più bella
pietra calcarea di Murgia, a circa 440 metri sul livello del mare,
Spinazzola è sulla linea di confine della Terra di Bari e
si affaccia sui calanchi di Basilicata. Il nome deriva forse da
una stazione romana ad pinuml, situata sulla Via Appia,
caratterizzata da un gigantesco pino solitario. Fu uno degli ultimi
centri a cadere nelle mani dei Normanni: Roberto il Guiscardo la
espugnò nel 1079. Dopo essere stata feudo degli Orsini, dei
ferrillo, dei Pignatelli e dei Tuttavilla, divenne feudo ecclesiastico
e in seguito baronale. Nel dicembre 1811, con decreto di Murat,
passò alla provincia di bari. Tra i suoi personaggi illustri,
papa Innocenzo XII (1691-1700), al secolo Antonio Pignatelli, che
determinò una svolta epocale nella storia della Chiesa, con
lemanazione di una bolla contro il nepotismo.
Di antica origine apula, Barletta (Barolum) divenne in epoca
romana il porto di Canos. Si sviluppò sotto il dominio dei
Normanni, quando vi si stabilirono gli abitanti della distrutta
Canne e divenne capoluogo della regione. Fu una delle residenze
di Manfredi, figlio di Federico e, raggiunse il massimo splendore
sotto il dominio angioino. Contesa dai francesi nel XIV e nel XV
secolo, vi ebbe luogo (nel 1503) la celebre Disfida di Ettore Fieramosca.
La dominazione spagnola durò fino ai primi del Settecento.
Unescursione di una dozzina di chilometri conduce a Canne
della Battaglia, importante sito archeologico: qui abita il mito
della battaglia vittoriosa di Annibale contro i romani (216 avanti
Cristo). Nel castello svevo, un busto: si ritiene che sia lunico
che raffiguri lo Stupor mundi.
Fu chiamata Saline di Barletta, prima di assumere, nel 1879, il
nome di Margherita di Savoia, in onore della regina sabauda.
Federico vi istituì il monopolio statale del sale e Carlo
dAngò diede le saline in appalto ai banchieri fiorentini
che avevano finanziato la sua discesa in Italia. In seguito a guerre
e a saccheggi, i salinari si spostarono a Barletta, continuando
tuttavia a lavorare nei bacini costieri. Nel 500, per ragioni
difensive, venne edificata una torre di avvistamento. Con larrivo
dei Borbone, i salinari tornarono a vivere sui luoghi di lavoro.
Carlo III incaricò Luigi Vanvitelli, nel 1754, di ristrutturare
le saline. Dopo il 1910 vennero modernizzati i sistemi di lavoro
e le paludi furono trasformate in saline,anche per contrastare la
malaria. Nel 1930 sorsero le prime terme, ma solo dopo la seconda
guerra mondiale se ne decise il rilancio, allinsegna della
tre S: sole, sale, salute.
Esistente già in età preistorica, Trani compare
ufficialmente per la prima volta nella Tabula Peutingeriana, una
sorta di guida Michelin dellantichità. La città
fu soggetta allautorità romana fino al 476 dopo Cristo.
Nel IX secolo, dopo la distruzione di Canosa, divenne sede della
Cattedra Vescovile. Nel 1063 vi furono promulgai gli Ordinamenta
maris, il più antico codice marittimo del mondo. Dal pronto
ci si imbarcava anche per terre remote, misteriose (fino alla Nuova
Zelanda, terra dei paori), e qui si faceva ritorno dopo viaggi fantastici.
La prosperità economica continuò sotto Federico, quando
furono costruiti la Cattedrale (uno splendido assolo, il più
cospicuo monumento romanico della Puglia, insieme con quelli di
Ruvo e di San Nicola di Bari), il Castello, la Chiesa dei Templari.
Nel 1808 perse il titolo di capoluogo. Tra il XVIII e il XIX secolo
si registrò una forte espansione urbanistica, con la nascita
di molte ville signorili suburbane. Celebri ovunque lestrazione
dei suoi marmi e la produzione del suo vino moscato.
Abitata anticamente da pastori, Canosa raggiunse un notevole
sviluppo grazie al commercio della lana e alla vicinanza a grandi
vie di comunicazione, come la via Traiana, e altre, di cui non restano
tracce, che la mettevano in contatto con i siti costieri. Il fiume
Ofanto ha costituito senza dubbio una via di comunicazione importante
come sbocco sullAdriatico. Dalla collina sulla quale quasi
pigramente si stende, la città infatti domina il Tavoliere
e gran parte della Valle dellOfanto. Accanto alla produzione
della lana, Canosa era celebre anche per la produzione di vini.
Si può percorrere la sua storia attraverso i resti dei suoi
monumenti e delle sue splendide, uniche opere darte: dallepoca
dauna (raggiunse il suo massimo splendore di questi tempi, come
testimoniano i numerosi ipogei con pregevoli reperti) a quella romana,
tardoantica e medievale. Nel suo castello Federico soggiornò
durante i lavori di costruzione di Castel del Monte.
Sorgendo sul gradone delle Murge, e per questo definita balcone
della Puglia, la giroscopica Minervino Murge, secondo
la leggenda, deve il nome al tempo della battaglia di Canne, quando
un soldato romano sposò una pastorella nel tempio di Minerva.
Risalente al II millennio avanti Cristo, ebbe uneconomia fiorente
nellVIII-VII secolo a. C. Il primo nucleo abitativo si insediò
lungo limpluvio che digrada dalle Murge, denominato Matitani.
Testimonianze archeologiche romane si hanno in due iscrizioni funerarie
risalenti al II secolo dopo Cristo e nella villa romana in località
Lamalunga, di epoca tiberiana. NellXI secolo i Normanni iniziarono
la costruzione del castello. La suddivisione del latifondo, alla
fine dell800, favorì un notevole sviluppo economico.
nel secondo dopoguerra, con labbandono dellagricoltura,
anche Minervino dovette fare i conti con unemigrazione di
massa.
Trinitapoli trae le sue origini da Salapia, la Venezia
dei Dauni, sorta intorno al X secolo avanti Cristo. Fu popolata
anche grazie alle migrazioni dalla città medievale di Salpi
che, oggi distrutta, era uno dei luoghi di diletto di Federico,
che qui amava venire a cacciare. I monaci dellAbbazia benedettina
della Trinità di Monte Sacro, sul Gargano, fecero costruire
una chiesa: Ecclesia Sanctae Trinitatis, intorno alla quale sorse
il Casal trinità. Fu feudo di nobili famiglie e tra il 500
e il 700 Commenda Magistrale dellOrdine dei Cavalieri
di malta. Nel XIX secolo si passò dalla pastorizia alla cerealicoltura,
con la specializzazione della coltura della vite. Si ebbe così
una crescita economica, demografica e urbanistica, tali da rendere
inappropriato il nome di Casale, cambiato in Trinitapoli nel 1963.
Durante la seconda guerra mondiale un pilota britannico, John Bradford,
scoprì e fotografò molti siti archeologici sepolti
nel territorio del tavoliere Dauno.
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