Entro cinque anni possiamo allestire flotte di
autobus
a idrogeno:
a Torino
la sperimentazione è già partita.
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Non cè dubbio che questa crisi petrolifera non sarà
passeggera. E in atto un fenomeno strutturale che sta innescando
un nuovo equilibrio dei prezzi. E quindi indispensabile muoversi
per cercare nuove fonti di energia alternativa al petrolio. Certamente,
non sarà un processo breve, ma proprio perché è
un processo che ha bisogno di tempo occorre incominciare subito.
Ci sono due linee sulle quali sarà necessario lavorare in
parallelo. Da un lato cè la ricerca della massima efficienza
energetica, che presenta vantaggi sia economici sia ambientali,
e che è praticabile anche immediatamente: con le pile a combustibile
o con le nuove turbine è possibile aumentare lefficienza
delle centrali elettriche dal 30 al 50 per cento. E poi cè
la linea dei nuovi combustibili, come lidrogeno.
Questa, più che una grande speranza, è una grande
certezza. Quella dellidrogeno, infatti, è una tecnologia
di enorme futuro e noi abbiamo molte competenze in questo campo.
Lo schema è semplice. Prendiamo il metano, che contiene idrogeno,
e facciamo una reazione che si chiama reforming, nella
quale il carbonio si lega con lacqua e produce Co2, e lidrogeno
si libera. Lo filtriamo, lo isoliamo, lo possiamo trasportare nei
metanodotti e quindi utilizzare nelle centrali elettriche, nelle
auto, negli autobus. Quando lo si brucia, produce soltanto acqua
e nessun inquinante. In questo modo si hanno emissioni zero, partendo
da un combustibile fossile.
Lanidride carbonica che si libera nel processo di reforming,
infatti, e che tanto nuoce al clima, a settanta atmosfere è
liquida. La si può convogliare nei pozzi esauriti di metano,
con il beneficio secondario di provocare uninterruzione dellabbassamento
del suolo, o persino un innalzamento. Il che, ad esempio, in molte
zone della Pianura Padana e dellAdriatico, vittime della subsidenza,
sarebbe un indubbio vantaggio. Oppure si può convogliare
la Co2 negli acquiferi salini, oppure ancora la si può trasformare
in dolomite e usare come materiale da costruzione. Sono tutte tecnologie
già esistenti.
Non esiste nessun problema per limmissione di Co2 nel sottosuolo.
Infatti non faremo altro che sostituire un gas con un altro gas.
Con il vantaggio che se per errore dovesse sfuggire dellanidride
carbonica e finire in una falda acquifera il solo rischio sarebbe
quello di avere dellacqua gasata.
Punto di domanda: quanto ci costerebbe? Io rispondo: quanto ci costa
oggi linquinamento? E quanto ci costa la dipendenza dai Paesi
produttori di petrolio?
Ebbene: noi riteniamo che in meno di cinque anni, a partire da oggi,
sia possibile costruire una centrale elettrica a idrogeno di una
taglia di alcune centinaia di megawatt. Ed entro cinque anni possiamo
allestire flotte di autobus a idrogeno: a Torino la sperimentazione
è già partita. Le auto, sulle quali lavorano da anni
produttori automobilistici di primo piano, seguiranno. Lidrogeno
può essere una risposta vincente nel medio periodo, e per
fortuna in campo europeo lItalia ha preso una posizione di
evidente leadership.
Il futuro del sistema Paese passa anche dalla ricerca.
E per questo che stretti dal continuo taglio delle
risorse che in questi ultimi cinque anni sono scese del 30 per cento
i presidenti degli enti di ricerca pubblica (dal Cnr allEnea,
allInfn) sono nuovamente scesi in campo e hanno lanciato un
appello perché sia dato corso al progetto che prevede stanziamenti
aggiuntivi per 4.000 miliardi di lire. Che al profano possono sembrare
molti, mentre il realtà sono poco più che una boccata
dossigeno, se si pensa che faranno aumentare dall1,1
all1,3 per cento del Prodotto interno lordo la spesa per la
ricerca. Il pericolo è che per la ricerca si crei unEuropa
a due velocità. Mentre Francia e Gran Bretagna premono sullacceleratore
e già spendono il 2 per cento, noi pensiamo di farcela con
poco più della metà. Ma ben difficilmente chi spende
sarà disponibile a mettere in comune con noi i suoi risultati.
Se si aumenteranno i finanziamenti per la ricerca, sapremo bene
come spenderli con efficienza, dando anche un segnale importante
al mondo dellindustria. Se invece arriverà poco o nulla,
potremo chiudere bottega.
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