Giugno 2000

EUROPA - STATI UNITI

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Garantire le regole
Alan Larson Sottosegretario Usa al Dipartimento di Stato
 
 

 

 

 

 

Questa sfida offre inoltre possibilità
ancora maggiori
di aumentare
la qualità della vita su entrambe
le sponde atlantiche e in tutto il mondo.

 

L’economia globale viene spesso criticata perché anteporrebbe «i profitti ai princìpi». Nello stesso tempo, un numero crescente di controversie economiche tra le due sponde dell’Atlantico si colora di affermazioni secondo cui la controparte considererebbe l’utile finanziario più importante degli interessi politici o dei valori sociali comuni. E’ giunto il momento di affrontare questi problemi, che diventano sempre più gravi, prima che mettano a repentaglio l’economia globale o compromettano la cooperazioni tra l’Europa e gli Stati Uniti.
Cominciamo col dire che il profitto non va demonizzato. Non rappresenta semplicemente l’utile netto che figura sulla dichiarazione dei redditi di una società, ma genera crescita, crea posti di lavoro e migliora il tenore di vita. Gli americani vedono con favore le recenti iniziative europee tese a migliorare l’efficienza e i risultati economici. Una modifica della strategia economica, che si muova dal sostegno alla Vecchia Economia alla promozione della Nuova Economia, rafforza l’Europa e riduce i dissensi in materia economica al di qua e al di là dell’Atlantico.
Questa sfida offre inoltre possibilità ancora maggiori di aumentare la qualità della vita su entrambe le sponde atlantiche e in tutto il mondo. La rivoluzione dell’informazione ha fornito nuove opportunità per ristrutturare le nostre economie e le nostre società, accrescendo in modo significativo il potere dell’individuo. Per poter sfruttare tutto il potenziale dell’economia a rete, dobbiamo eliminare le barriere alla concorrenza nei settori come quello delle telecomunicazioni, del trasporto aereo delle merci, della consegna di piccoli pacchi e dei servizi finanziari. Ciò consentirà di creare nuovi posti di lavoro e di favorire la crescita di nuove aziende. Per ogni Golia transatlantico che nasce, si aprono le porte a migliaia di Davide.

La biotecnologia costituisce un altro campo in cui progressi significativi hanno aperto le porte a un futuro migliore; tuttavia, sulle due sponde dell’Atlantico, vi sono opinioni divergenti su come raccogliere tali benefici. E’ necessario affrontare il settore della biotecnologia in modo più equilibrato. Indubbiamente, gli Stati Uniti hanno un interesse commerciale a risolvere problemi di accesso ai mercati europei che affliggono i nostri produttori che usano le biotecnologie per coltivare granturco e soia. Tuttavia, quanto ad attenzione in materia di sicurezza alimentare, non siamo secondi a nessuno. I presidenti europeo e americano hanno avviato colloqui ad alto livello su tali questioni, e siamo convinti che esista un modo di procedere che abbia base scientifica, che garantisca la sicurezza alimentare e che ispiri fiducia nei consumatori. E’ essenziale mantenere le porte aperte a una tecnologia che vanta un potenziale enorme per soddisfare il fabbisogno alimentare di un pianeta affamato, in modo sicuro e con costi ambientali inferiori rispetto a quelli dell’agricoltura tradizionale.
Dobbiamo tornare a utilizzare con efficacia le sedi multilaterali. Molti europei sono preoccupati dell’atteggiamento “unilaterale” oppure “isolazionista” degli Stati Uniti. Al tempo stesso, alcune decisioni adottate recentemente dagli europei sono ritenute dagli americani unilaterali e poco attente all’importanza di sostenere il buon funzionamento delle strutture internazionali. Ad esempio, siamo del parere che la normativa europea sugli “hushkit” del rumore causato dagli aerei operi una discriminazione nei confronti delle compagnie americane e costituisca una violazione degli impegni dell’Europa all’interno dell’Organiz-zazione internazionale dell’Aviazione civile. Allo scopo di facilitare il raggiungimento di una soluzione, stiamo sottoponendo un caso e attendiamo che ci si esprima in merito al metodo migliore per risolvere ogni controversia.

L’Europa e gli Stati Uniti condividono la grande responsabilità di rafforzare il sistema commerciale planetario e, in particolare, di stabilire condizioni che consentano di lavorare con partner come il Canada e il Giappone, per elaborare un programma di aiuti ai Paesi in via di sviluppo, affinché questi possano trarre benefici dal commercio, ivi inclusi impegni espliciti sull’accesso ai mercati, aiutando quei Paesi ad acquisire la capacità di sfruttare opportunità commerciali e di ricevere un’assistenza tecnica mirata che li aiuti a far fronte ai loro impegni in materia commerciale.
Dobbiamo inoltre elaborare un pacchetto di riforme che aprano i processi dell’Orga-nizzazione mondiale del Commercio a un maggiore contributo da parte di gruppi di cittadini: un primo passo potrebbe essere quello di consentire a questi gruppi di deporre nelle controversie fra Stati Uniti ed Europa.
In questo primo anno del nuovo millennio (o ultimo del vecchio), esiste poi un obiettivo evidentemente alla nostra portata, che richiede soltanto volontà politica: combattere la corruzione nel commercio internazionale. Due anni fa, tutti i Paesi dell’Ocse, insieme ad altri Paesi di recente industrializzazione, hanno stipulato una Conven-zione che ha reso la corruzione commerciale internazionale un reato perseguibile. Purtroppo, due anni più tardi, sette dei Quindici Paesi dell’Unione europea, tra i quali nazioni del peso di Italia e Francia, non hanno ratificato questa convenzione. Inoltre, la legislazione proposta in Francia potrebbe consentire il pagamento di tangenti, qualora le aziende dichiarassero di averle promesse per effetto di contratti esistenti. Sebbene il Regno Unito abbia ratificato la Convenzione, gli esperti dell’Ocse hanno criticato le dichiarazioni del governo britannico, che ha affermato di essere in grado di adempiere ai propri obblighi ai sensi della Convenzione applicando una vecchia legge, risalente al 1916. E’ ora di emanare severe norme anticorruzione e di lavorare insieme all’interno dell’Ocse per assicurare un monitoraggio efficace nel rispetto di questo storico accordo.
Inoltre, dobbiamo collaborare per aiutare i Paesi dell’Europa sud-orientale ad applicare il pacchetto anticorruzione contenuto nel Patto di Stabilità, migliorando così la loro capacità di attrarre investimenti e di crescere.
L’Europa e l’America potranno non essere sempre d’accordo sull’interazione tra profitti e princìpi. Tuttavia, grazie al nostro comune retaggio, abbiamo un impegno reciproco, di grandissima importanza, rappresentato dall’obiettivo di aumentare la libertà individuale: la libertà di espressione, la libertà di pensiero, la libertà dalla paura e la libertà dall’indigenza e dalle privazioni.

   
   
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