LEuropa
non sta passando
un periodo
di prosperità,
ha chiaramente
bisogno di un euro
debole e mi sembra giusto accettare un suo deprezzamento.
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In America abbiamo una ripresa che avanza da molti anni. Ma abbiamo
anche una ripresa trainata dal mercato azionario. Abbiamo un buon
tasso di crescita, ma allinizio di questa ripresa gli incrementi
del Prodotto interno lordo sono stati molto piccoli. Stiamo vivendo
un normale ciclo congiunturale, che ad un certo punto finirà.
Dunque, non siamo entrati in un nuovo paradigma delleconomia.
Non vedo nulla di speciale in questa ripresa. E solo più
lunga di altre riprese. Ma altre riprese hanno avuto tassi di crescita
molto più forti allinizio e sono durate di meno. Le
dinamiche di fondo che regolano leconomia restano, la legge
della domanda e dellofferta resta, il mercato resta, il concetto
di inflazione resta. Abbiamo un toro molto forte in Borsa che contribuisce
a tenere elevata la domanda. Ma, come è sempre successo in
passato, arriveremo ad una svolta.
Leconomista che farà un pronostico sui tempi di questa
svolta non sarà un buon economista. Nessuno è in grado
di stabilire i tempi del mercato, di misurare in anticipo i cambiamenti
di umore dei consumatori. E frequentemente è accaduto che,
quando questi sono avvenuti, si sono verificati per ragioni diverse
da quelle indicate in cima alla lista delle preoccupazioni. Possiamo
individuare le tendenze di medio periodo, non fissare le svolte.
Personalmente, ritengo che in America siamo nel mezzo di una enorme
bolla speculativa che presto o tardi finirà per esplodere.
Ci sarà un collasso molto brusco dei prezzi. E vero
che molti analisti trovano interessanti spiegazioni per giustificare
multipli che arrivano fino a 40 oppure a 50 volte gli utili, come
accade oggi per moltissimi titoli anche fra i blue chips. Ma io
non credo che tali multipli abbiano una giustificazione. Lo ripeto,
è difficile dire quando si arriverà al limite. Ma
una cosa è certa: ci sarà un brusco ribasso. Ragioniamoci
su e stabiliamo una cosa: il disavanzo commerciale degli Stati Uniti
è un problema.
Questo disavanzo è il risultato della crisi del Sud-Est
asiatico e poi di quella brasiliana. Ma quando si tratta di investire
i surplus commerciali, dove si guarda? Prendiamo il Canada oppure
il Messico, nostri vicini, vantano un forte surplus commerciale,
e che cosa ne fanno? Lo devono reinvestire. E dove lo reinvestono?
Negli Stati Uniti. Siamo il più importante polo di attrazione
del capitale internazionale, e questo è il risultato delle
nostre buone condizioni economiche, difficili in altre regioni del
mondo. Ma non potrà durare, presto i capitali troveranno
altre destinazioni.
Si dice che prenderanno le vie dellEuropa, di unEuropa
che non riesce a riprendersi. In che cosa sbaglia? Si sa benissimo
e credo che lo ripetano tutti: lEuropa ha una regolamentazione
vecchia e molto rigida; e, in modo particolare, ha una struttura
salariale troppo rigida, contratti troppo costosi e troppo inefficienti
nellutilizzo delle risorse. Tuttavia, non capisco chi parla
di delusione delleuro. E questo lo dice uno che è sempre
stato contrario alleuro. Ma davvero si può volere un
euro forte? LEuropa non sta passando un periodo di prosperità,
ha chiaramente bisogno di un euro debole e mi sembra giusto accettare
un suo deprezzamento. Vorrei che qualcuno mi elencasse i benefici
che deriverebbero oggi per lEuropa da una moneta comune forte.
Io ho sempre creduto e continuo a credere tuttora che leuro
sia un errore, ma ormai lo prendo come un fattore acquisito. Vediamo
il problema: nel tempo ci saranno differenze politiche fra i Paesi
membri, sono inevitabili. Per questo cè un pericolo,
quello di devastanti shock asimmetrici. Oppure ci sarà la
possibilità di usare leuro per deregolamentare salari
e stipendi e per liberalizzare licenziamenti e assunzioni.
E questa la sua più autentica funzione. Io spero che
siate fortunati, spero che non ci saranno shock asimmetrici. Per
gli Stati Uniti, infatti, è essenziale avere unEuropa
prospera.
Fra laltro, non mi sembra il caso di affiancare alla Banca
centrale europea un ministero del Tesoro. Complicherebbe soltanto
le cose. Negli Stati Uniti un ministero unico funziona perché
i cinquanta States sono molto omogenei. Ma questo non vale in Europa.
Per gli europei è molto meglio avere una decentralizzazione
piuttosto che una centralizzazione, perché sono già
troppo centralizzati.
Le differenze di fondo tra modello americano e modello europeo non
riflettono la percezione dei valori. Io sono convinto che i valori
siano gli stessi al di qua e al di là dellAtlantico.
Il problema europeo piuttosto sta in una complicazione di natura
politica, in una lunga storia di uno Stato molto centralizzato.
Noi americani veniamo dallEuropa. Apparteniamo allo stesso
ceppo, condividiamo gli stessi valori di fondo, specialmente sul
piano individuale e su quello etico generale. Ma la differenza vera
sta nella struttura sistemica e di governo. La nostra è flessibile
e decentralizzata. La sua lEuropa lha ereditata, e non
riesce a cambiarla.
LEuropa è prigioniera della tirannia dello status quo.
Il potere non è delle masse, è nelle mani di piccoli
gruppi che lo difendono a scapito dellinteresse nazionale.
LEuropa è ancora gestita dalle élites.
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