I TRENI




Giovanni Bernardini



Rimane la faccenda dell'oggi. In proposito la Ragazza ha idee discutibili ma abbastanza chiare i suoi punti oscuri sono sempre quelli in rapporto più diretto con l'anello): nel passato non '(si può essere e neanche nel futuro, almeno fino a nuove imprevedibili invenzioni. Solo nel presente si è. In altri termini, invertendo l'ordine, il concetto di essere comporta necessariamente il concetto di presente. Quindi noi siamo in momenti successivi ognuno dei quali costituisce di volta in volta il presente. Ma non si fa neppure a tempo a coglierli che tali attimi uno dopo l'altro sono franati. Di questa frana, di questo crollo mai interrotto né interrompibile che dovrebbe identificarsi con l'oggi, ma di fatto s'identifica con ieri e domani generando l'inevitabile conseguenza del non essere, enunciata pressappoco in questi termini non immuni da certa grossolanità, secondo una prospettiva alquanto ristretta e di scarso fondamento scientifico - pressappoco dicevamo stante la difficoltà della dimostrazione e non dimenticando il carattere per lo più ipotetico, e relativo d'ogni teoria -orbene di questo la Ragazza avrebbe dovuto discutere con i due Direttori alla cui gloria tornava molto più vantaggioso dare per scontata la questione e ben nota negli esiti, come con intuito ella ha fatto. Semmai la discussione poteva aver luogo con il Viaggiatore nel caso la Ragazza fosse capitata nel medesimo scompartimento in cui egli si trovava senonché questa combinazione, tra le innumerevoli possibili, non si era in alcun modo verificata e il rapporto Viaggiatore-Ragazza, se rapporto è lecito chiamarlo, si configura nei pochi istanti durante i quali il treno su cui il Viaggiatore continua a viaggiare diretto al nord ha sfiorato la casa presso la ferrovia dove la Ragazza abita insieme alla Madre e i luoghi circostanti dove in un modo o nell'altro si svolge la loro vita. Più probabile una discussione del genere con l'Ex-ragazzo ricoverato in uno degli ospedali cittadini, se di questo personaggio ella non ignorasse perfino l'esistenza. Altra possibilità offerta alla Ragazza, non prendendo lei in considerazione un dialogo con la Madre, è stata quella di rintracciare il corpo svenuto del Giovane-polizza, ma questo incontro presumibilmente carico di fermenti e germi colloquiali è stato reso vano dalla caparbia ricerca dell'anello che, risolvendosi in ennesima delusione, ha tolto a quel breve rapporto quanto di positivo conteneva.
Bisogna giungere a una disistima totale del prossimo per adottare metodi coercitivi quali quelli cui a un certo punto del discorso il Giovane 530261 crede opportuno ricorrere levandosi inaspettatamente in piedi, sia pure debole e azzoppato, e afferrando per bavero il Casellante gl'intima portargli a ogni costo da bere che lui non ha tempo da perdere in chiacchiere né può arrivare fine alla fontana né attendere i suoi comodi né ascoltare né dormire né altro: soltanto bere.
La Madre striscia lungo le rotaie per guardarlo da vicino, gli riconosce viso facile alla depressione e perfino alla morte. Non indietreggia neppure all'apparire dell'Aiuto-casellante che si tira dietro, legato a una catena, il cane. L'animale è molto irrequieto, si accosta al Giovane, si piega sulle zampe posteriori. E' sufficiente perché il Giovane abbandoni la presa e dica che preferirebbe birra ma vada per l'acqua. Allora la Madre osserva a gran voce che il cane fa il bisognino, tutti senza tante smorfie dobbiamo fare il bisognino ed è tempo di smetterla (l'uomo gridava nel rettangolo-luce), anche in mezzo alla strada è tempo di smetterla e fare il bisognino una buona volta.
Il Casellante: - Perché no? E metterci a camminare da buoni quadrupedi.
L'Aiuto: - Perché no?
- Fare il bisognino e annusarci. Cane festeggia cane. Tutto in mezzo alla strada.
-Perché no?
- Al cospetto di tutti. Ed essere liberi e lieti.
- Liberi e lieti, perché no?
- Perché io andrei dietro alla ragazza dai fianchi esplodenti. Giù mani e piedi, a quattro zampe. Ma -ricomponendosi - chi controllerebbe i binari? Oltretutto a quattro zampe è alquanto scomodo, io ci ho provato.
- Non ricordo con esattezza, - s'intromette 530261 - mi duole la testa. Ho chiesto acqua o birra?
- Né l'una né l'altra, hai chiesto soltanto di andartene. Fra poco deve transitare un merci, ti caricheremo lì sopra e a minuti sei in città.
La Madre: - Su un treno è meglio metterci me. Vanno pianino i treni merci, si ammira meglio il paesaggio e ci sono dei vagoni, a volte capita, dipinti in colori bellissimi. Non è difficile trovare anche della paglia dove stendersi e stare al caldo. Se poi ci si addormenta, un mattino ti svegli e sei in un altro paese. Dunque, ve ne scongiuro, perché non mettete me al posto di lui?
- Signora, si rende conto di chiederci una cosa irregolare? Possiamo fare eccezione unicamente per lui su un tragitto brevissimo mancando altri mezzi perché possa raggiungere la città e un ospedale date le malferme condizioni.
- Ma prima voglio bere - insiste 530261.
- Su questo tasto siamo irremovibilmente sulla negativa. Inoltre non hai documenti di riconoscimento.
- Posso esibire una polizza assicurativa. Mi compete facoltà di destinarne una quarta parte a persona di mia scelta quale potrebbe essere un soccorritore che la incasserà alla mia dipartita.
Il Casellante: - Io, alla prova dei fatti, sono il vostro soccorritore.
L'Aiuto: - Anch'io, senza omettere la mia funzione particolare d'unico e diretto collaboratore del signor Casellante.
Il Casellante: - I tuoi diritti vanno circoscritti nell'ambito d'una pura e semplice testimonianza. Ma sii certo che, entro questi limiti, saranno riconosciuti nella loro pienezza.
La Madre: - Se si tratta di testimoniare ci sono anche io. Ed è superfluo sottolineare quale peso abbia una testimonianza femminile.
Il Casellante: - Certamente, qualora la teste sia giovane e bella e i giudici per di più sensibili alle grazie di lei. Ma nella fattispecie la prima condizione non si verifica e necessariamente la seconda viene a cadere, a parte che in genere i giudici. sono insensibili ovvero obiettivi e sereni.
La Madre: - Avrei diritto di farei il bisognino sopra alle sue parole.
L'Aiuto: - Mi sembra più importante appurare qual è l'entità della polizza. Diversamente riesce impossibile formarsi la più pallida idea della sua quarta parte sulla quale andranno commisurate le nostre azioni.
- E dato per certo - aggiunge il Casellante - che il qui presente signore, da me prontamente e fraternamente soccorso, voglia degnare della sua benevolenza il qui sottoscritto sue unico soccorritore assegnandogli, a riconoscimento meriti e santa fratellanza costituitasi in vincolo d'amore per il prossimo, la quarta parte di detta assicurazione, permane tuttavia tormentoso l'interrogativo intorno alla data della di lui dipartita senza che, se ho ben capito, nullo incasso può aver luogo.
- Arriva il treno! - grida l'Aiuto - indietro! indietro!
E' un merci innumerabile, trionfale, composto di carri a strisce blu e bianche, che rallenta rumorosamente senza fermarsi.
- Vi porterò l'acqua.
- Anche la birra se volete.
- Sono ai vostri ordini.
Basta che comandiate.
Casellante e Aiuto lo caricano su un vagone, affannano, le loro voci cercano di superare il fragore.
- Dovete ricordarvi di me.
- Vi ricorderete anche di me?
- L'acqua ...
- La birra ...
- Se gradite giornali illustrati...
Il cane si trascina appresso la lunga catena e abbaia festoso verso il treno.
- Ma la vostra dipartita ossia decesso è fondamentale, elemento da cui non si può prescindere.
- Addio, addio - la Madre agita il braccio. - Comunichi data stop al più presto stop.
- Signori, ma io non vi conosco - già lontanissima la voce del Giovane, e il vento se la porta via.
Un nuovo rapporto s'inserisce nei fatti, scaturendo ancora una volta da imprevedibile intreccio di casualità, allorquando il merci variolistato scarica nella stazione Nord il Giovane-polizza per istradarlo attraverso l'opera militi di servizio all'ospedale, in quello cioè dove sia possibile reperire un posto-letto, il reperimento risultando tutt'altro che facile, e dunque in questo ospedale egli viene a capitare camera pagamento letto accanto alterne vicende dolore intramandibolare fioritura sogni d'Ex-agazzo.
Pronta come sempre ligia al dovere controlla l'orologio, prepara la siringa, dice l'Infermiera Magra:
- Questa le farà bene.
- Non ne dubito, ma prima gradirei una birra.
- Stia fermo adesso. Non dobbiamo correre rischio, lei per le sue polpe, io per la carriera, che l'ago si spezzi dentro.
E gli racconta, per quietarlo, del suo compagno di camera, lei lo conosce da quando alto appena così si cimentava in galoppate indomabili complicandole con sparatorie esemplate sui film di Toni Mix; quelli erano tempi, non decaduti e corrotti ancora, che un genitore era davvero un genitore e ogni sua richiesta suonava ordine.
Ma lui: - Non dica sciocchezze, signorina, altrimenti mi si rompe l'ago dentro e addio mie polpe, addio sua carriera.
- Perché, lei non crede?
- Io non credo affatto che una volta... e poi non mi faccia dire nulla. lo non ho nulla da testimoniare. Ignoro difatti fino a qual punto convenga e il giudizio apodittico in genere m'infastidisce. Preferisco una bottiglia di birra. Si può chiedere una bottiglia di birra?
- Si può chiedere tutto quanto si vuole salvo che non glielo danno.
Parrebbe invero il rapporto debba considerarsi istituito fra il Giovane 530261 e l'Infermiera Magra mentre era stato annunciato un incontro fra il primo e l'Ex-ragazzo: ecco dunque una prova del l'impossibilità di reale programmazione nella vita d'ognuno, sia pure per futile motivo quale il fatto fisiologicamente ineccepibile che l'Ex per l'intanto, spossato dalla stanchezza e calmato dall'iniezione, trovasi immerso in sonno profondo. Riferire dei suoi sogni - riferire di meravigliosi sogni a colori come quello di lui cantucciato sotto coperte, cade neve fitta bufera, all'estremo fondo destro del sogno (la neve viene giù tutta di sbieco ma non bagna coperte e nulla imbianca), a destra appunto uno squarciato cielo tenero e limpido alla Salvador Dalì, solo ci manca il baffo puntuto tocco finale, in compenso s'intravedono dita puntute, raffinate mani sulla cui identità infermeriale non esistono dubbi almeno in sogno, e nonostante la bellezza di tutto questo incomparabilmente superiore ogni descrizione anche causa sensazioni intense che vi si godono s'inserisce sul più bello - come sempre accade ma almeno nei sogni si gradirebbe esserne esenti - disappunto proprio nei confronti di quel limpido tenero angolo la cui superficie, solcata ora da breve svolazzo fumoso, si dilata da est verso ovest (approssimativi punti cardinali data impossibilità d'esatto orientamento nel sogno) e toglie già speranza di lunga nevicata: si risolverà al solito in spolverio farina sulla faccia della terra. Vedremo questa vecchia buffona ancora una volta piastricciata far capriole e mostrare il culo per sgravarsi in conspectu omnium della merda che porta dentro. Ma quest'ultima parte sogno non è tanto da intendere come immagini quanto piuttosto pensiero balenato attraverso il cervello nell'atto in cui il preludio al risveglio entra nella fase decisiva. Difatti l'Ex non devia dall'uso, sgancia la mano da quella labile proda cui si teneva ancorato e si reimmerge nel vasto gurgite quotidiano dove prima trova e riconosce l'acuta spina della sua mandibola.
Deciso: non più sogni, neppure di anelli ipotetici sebbene la Ragazza sia costretta a constatare che sarà uno sforzo immane poiché la vita può tollerarsi quasi soltanto legata a un'ipotesi, la quale alla fine pur risultando assolutamente fallace serve tuttavia allo scopo del mantenersi a mo' di funambolo sulla corda. Ma quando l'equilibrio è rotto, allora bisogna rassegnarsi a dire amen e lasciarsi cadere a capofitto per non fare neanche in tempo a sentire il dolore dell'urto.
Il Viaggiatore si trova a pensare che i lampioni gialli stanno laggiù, sempre identico posto, ma quand'anche li abbattessero non potrebbero però cancellare la Bella Addormentata la quale nei tramonti chiari ad ogni passaggio di treno rimarrà visibile e incorrotta.
- Con una ibernazione ben riuscita questo spettacolo forse si potrebbe rigodere anche dopo un secolo -continua il Viaggiatore che per il motivo di trovarsi varie centinaia di chilometri più a nord non sa nulla della Ragazza la quale segue un suo tortuoso iter cogitativo e fra sé commenta: - Non si aggiunge nulla, la vita decresce ugualmente, un giorno come l'altro senza varianti. Hanno qualche significato soltanto le scritte pubblicitarie.
La Madre è ancora capace di corse folli. Stabilire dunque un rapporto che non sia fittizio, cioè puramente verbale, non è possibile tra lei e il Casellante o tra lei e l'Aiuto. Viceversa profondamente interiorizzato è il rapporto tra Madre e treni come fra Viaggiatore e Bella Addormentata oppure fra Ragazza e anello.
Una volta ammessa l'ipoteticità di quest'ultimo, si rinnova sotto il tacco della propria miseria il rapporto Ragazza-Direttori 1 e 2, appartenendo la consapevolezza soltanto alla Ragazza lungo il muro bianchissimo al quale l'hanno fissata servendosi dei soliti nastri gommati in reggiseno e slip violarancio, dietro il capo, un palmo più alto (misure ed effetti dosati mediante tutti gli accorgimenti della psicologia di massa pollice sopra pollice e in ripetute prove le mani si posano ora su un capezzolo ora sull'ombrato incavo ombelicale) la dicitura Per voi un cielo violarancio. O si sperimenta l'altra: Cercate nel violarancio la vostra felicità. Urla l'uomo che non ne può più, è ora di smetterla, tutto questo è intollerabile, profilato entro il rettangolo della porta, la luce un fiotto subito spento come voce e passo nel corridoio. Contro muro bianco il silenzio del suo corpo a braccia alte, il gesto d'uno slancio, un volo - verso cielo violarancio -, poi il peso dei due corpi maschili, corpo n. 1, corpo n. 2, forse la lieve peluria gli dispiaceva, all'uno come all'altro, e le circolano intorno spiando il momento, annusando odore folto di sottobosco, la terra umida, la carne bianca, la curva dolce dei ginocchi, i ginocchi affondano nella terra umida, l'umido sottobosco rende più dolce la carne bianca, la curva folta del sottobosco, l'odore umido della terra, la terra bianca e umida, dolce affondare, dolci ginocchi nella dolce terra, umidi ginocchi del sottobosco, la più dolce terra di lei, la folta più bianca terra, il sottobosco bianco dolce affonda, i ginocchi di terra, odore sottobosco terra carne lei curva ginocchi umido affondare folto umida bianca dolce. Se non fosse per quella peluria così bionda, impercettibile... Dopo anche lì, sopra la bocca applicano nastro adesivo e danno uno strappo: sembra staccarsi la pelle e mille punte ago si conficcano al posto di quell'ombra lieve così dolcemente diffusa sul labbro superiore, morde torturata il suo cuore - con la pena di più radicale violenza -, si stacca dal muro bianco, bianca crocifissa in violarancio che dal cielo piomba sul pavimento di marmo variegato per cercare non più cielo, terra di silenzio e solitudine. Ma quando tutto ciò? Difficile procedere a sicura collocazione temporale, probabilmente fine seconda settimana o inizio terza dacché fa questo schifo con il Sig. Direttore n. 1 e Sig. Direttore n. 2. O forse dacché ha riconosciuto che un anello la cui esistenza è mantenuta sul bilico di un'ipotesi non serve a salvarla. Con biro pluricolore traccia largo fregio ai margini d'un foglio e dice: - Non vale la pena.
La Madre: - Cosa non vale la pena?
- Nulla vale la pena.
- Neanche correre dietro i treni?
- Neanche.
- Neanche salirci su e andare andare andare sempre?
- Neanche.
- Neanche vedere dal treno altre terre e altri cieli?
- Neanche.
- Ma come? - scoppia a piangere la Madre - se è quello che io desidero sempre? Possibile io desideri sempre una cosa che non vale niente? Possibile? Gli ultimi anni della mia vita, quelli conclusivi, a correre dietro i treni per sentirsi dire non ne vale la pena? Non è possibile, sono certa che non è possibile.
- Forse qualcosa vale la pena.
- Almeno qualcosa.
- Ma non ciò che pensi tu.
- Almeno qualcosa.
- Salire su un treno e scendere a una stazione dove qualcuno sta aspettando proprio noi.- Ora ci penserò anch'io.
- Troppo tardi. Nulla vale la pena quando non c'è più nessuno ad attenderci.
- Bisogna distinguere con saggezza fra i valori pericolanti per gettarne alcuni in pattumiera, altri acquisirli alla nostra vita se non altro a scopo di darsi illusione tutto proceda ottimamente in mezzo a un mucchio di cocci.
Discorso abbastanza serio questo che il Viaggiatore tiene ai suoi compagni e sembra parzialmente coincidere con quello della Ragazza, sebbene nel caso la Ragazza tocchi il grado zero per via dell'anello perduto innanzitutto ed episodio nel sottobosco. Per il Viaggiatore le cose stanno alquanto diversamente, in fondo gli rimane una sostanziale fiducia anche se si mette a discorrere di cocci e d'ibernazioni.
I compagni di viaggio sono un po' cambiati: due o tre scesi alla penultima stazione, altri due o tre saliti all'ultima, gli altri due, avvolta una sciarpa intorno al collo e inforcato un grosso paio di occhiali verdi, vedono in verde il Viaggiatore, verde il silenzio del piano secondo hanno imparato a scuola. Silenzio assoluto anche nello scompartimento. Alla fine lui ci ride sopra questo non poter parlare con nessuno. Intorno all'argomento converrebbe qualche chiosa, viceversa bisogna registrare il caso imputabile all'interferenza dell'Infermiera Magra fra il Polizza 530261 e l'Ex-ragazzo.
Assente l'Infermiera, il rapporto fra costoro fiorirebbe allo stato puro, raro rapporto d'amicizia nato e cresciuto da diversa esperienza di dolore. Tutto molto edificante. Perché allo svegliarsi dell'Ex non esisteva altro modo d'accostarglisi che sorridergli. E' quanto ha fatto il Giovane in tutta naturalezza, pensando: cosa si può fare ad uno che si sveglia e ci osserva diffidente trafitto dalla sofferenza e per giunta dentro un ospedale? Gli si sorride a titolo d'incoraggiamento e simpatia sia pure formale. Così si sfata la legge "homo homini lupus" e si vive d'amore e d'accordo. Sorride anche lui, l'Ex, un lungo sorriso scarico che via via gli si matura nel volto e nei giorni successivi dà i primi reciproci frutti. Dietro le tende bianche, in opere benefiche sono presto d'accordo, l'Ex piega il capo ora in giù ora in su nelle fasi più acute (quel movimento gli concede sollievo qualche istante), consuma i pasti in letto, afferra le posate a fatica, Polizza 530261 gli acconcia i cuscini dietro le spalle, l'imbocca a pazienza di cucchiaio, ascolta il tenue mormorio ch'è la sua voce costruisci-castelli, lamenti di malati, mani e piedi, camminare avantindietro stanza finestra giardino e aiuola (che ci fa tanto feroci, ma non è vero affermava pocanzi), gli ha regalato perfino una miniradio, pur così piccola annuncia la guerra santa contro Israele.
Ma egli tende all'incanto. Sta qui la causa dell'interferenza in un'amicizia che si profilava fornita di tutti i crismi dell'abnegazione. Il Giovane-polizza i primi giorni ha bisogno di medicazioni e cure, qualche punto anche, (qualche linea di febbre, nulla di molto grave), anche disintossicarsi ha bisogno, tenta a volte ordinare birra o un bicchiere whisky, studia la camera, il compagno al quale ha sorriso che gli sorride e che urla la notte. Si sveglia di soprassalto a quegli urli, preme il campanello, l'Infermiera ha dita sottili, puntute viene ogni volta impugnando la siringa, viso bianco, non sai se giovane ancora o già avanti negli anni, seno piallato a quanto pare.
- Andiamo, - le chiede - almeno un bicchiere d'acqua.
Brancica nel vuoto l'Ex, afferra una striscia di luce nella fessura della finestra, luna alta, si sono decisi destini ben diversi da quelli di allora quando la luna alta aveva un senso nel suo lento passaggio sopra i tetti. Pensa: ora il progresso scientifico e tecnologico ci porta sia pure attraverso qualche intoppo alla fruizione del pianeta Luna. Cosa vogliamo di meglio? Siamo certi che col tempo almeno i nostri nipoti fruiranno anche d'altri pianeti. Per l'intanto qualcuno scala i vertici del potere, modelli non mancano, del tipo per esempio "arrampicatori aziendali". Quanto a me, sono tagliato fuori dal gioco, perfino da quello più innocente.
L'alba trasuda dall'avvolgibile mentre la luna galoppa all'occaso ed/egli tum-snuff-tum-snuff-tum-snuff rifà il treno di braccia e gambe per ritrovarsi qualche istante nel gioco.
L'amico lo osserva, gli sembra che russi, un brutto russare, rantolo quasi. S'attacca al campanello: - Questo mi muore.
Non muore, sotto l'opalescenza d'una piccola stella (luna lontanissima ormai, perduta in tramonto verde) il Polizza riode dall'albero vicino alla finestra il grido della civetta, uno stordito mareggiare di suoni dalla città che si desta, ascolta, su queste strade mattutine possono piombare le furie dell'apocalisse se da una base qualunque in un attimo qualunque un dito d'uomo o d'uomo-robot premesse il pulsante che scagliando il primo missile desse inizio alla conflagrazione definitiva dimodocché Lei a gran voce canti: "Io sont la morte che porto corona, / sonte signora de ognia persona".
- Gli faccio un'altra iniezione calmante - avverte l'Infermiera Magra sopraggiunta con dita più puntute recanti una siringa 5 cc. - Ma anche lei ne avrebbe bisogno.
- D'altro avrei bisogno io - dice il Polizza e tenta prenderle la mano.
- Ma cosa vuole da me? - si schermisce la donna.
- Tutto naturalmente. Non se n'è accorta?
L'Infermiera scivola fra i due lettini, accende la radio bassissima.
- Allora?
- Allora cosa? - e scompare.
Il Casellante non si dà per inteso, marcia frettoloso lungo i binari ripetendo: - Uno che vuol fare sul serio il proprio dovere d'aiutare il prossimo!
L'Aiuto e la Madre gli trottano appresso, dicono tutt'e due: - Non è mica facile. Come mai alla sua età mostra di non averlo ancora capito?
- Alla mia età? Cosa significa alla mia età? Non sono affatto vecchio io.
Continua a discutere e controllare i binari. Sono vecchi i binari, vecchie le vecchie locomotive a vapore abbandonate non sa neppure da quanti anni sul binario morto, vecchio il cielo, vecchio il fanale che si accende verde o rosso, vecchi i gridi le parole le voci d'ogni giorno.
- Non vale più la pena con tutto questo vecchiume e un prossimo così ingrato!
- Come? - stupisce la Madre. - Anche lei afferma che non vale la pena?
- Perché? Chi altro lo dice?
- Certamente qualcuno, e altri forse lo pensano.
- Bene, - fa l'Aiuto - andremo a vivere nei boschi, ricominceremo tutto daccapo per vedere un po' se vale la pena.
La Ragazza si rassetta le vesti e salta giù da una vecchia locomotiva. - Tanto non vale la pena lo stesso -dice.
- Neanche correre dietro i treni? - implora la Madre.
Impassibile la Ragazza: - Non vedi che tutti corrono dietro a un treno?
Risultati evidenti solo in retromarcia, la volontà si ottunde, ragionari siffatti troncano speranze come colonne di cimiteri ecc. Una manipolazione così penetrante dell'opinione pubblica comporta ecc. ecc. Difatti si direbbe che Maometto muova alla conquista di Jeova. Urge comunque fermarli, gli uni e gli altri. Ma un Onesto Giovanni potrebbe mettersi in testa di bighellonare di sua iniziativa constatato che nonostante tutto non ci si rende mai conto di nulla, né di quello che si fa né di quello che non si fa. Si vive in perfetta innocenza. Benissimo. In India si muore di fame, in Australia si corre rischio d'essere divorati dai topi. "Un enorme esercito di topi, sparpagliato per ora su una superficie lunga 240 chilometri e larga ottanta, marcia lentamente nell'Australia centrale distruggendo sul suo passaggio tutta l'erba... Si moltiplicano velocemente e la loro rapidità di spostamento sembra intensificarsi". Resta da studiare come organizzarli per la traversata dell'oceano. Li forniremo di zattere pali battelli pneumatici. Le furie dell'apocalisse potrebbero anche assumere sembianza di modesti roditori. Bisogna spianargli la strada, considerando tutto... In fondo questa nostra libido vivendi è alquanto eccessiva. (Il viaggiatore ripiega il giornale). Proprio puntando su di essa prospettavo un futuro in cui ai cadaveri sia garantita la possibilità di rivivere dopo essere stati trattati con speciali metodi di conservazione. Senza contare i vantaggi d'indole psicologica e soprattutto economica: i primi per chi fruisce d'un siffatto impagabile bene di consumo, i secondi per chi lo produce che inoltre ha diritto alla imperitura riconoscenza del genere umano. Del resto nulla definitivo, anzi generalmente ci si barcamena sul provvisorio. Ed è un camminare paradossale laddove si auspicherebbero gerani e gelsomini ad emblema di fuoco e candore. Ma quale terra li fiorisce? Sono stati dispersi nella fanghiglia.

(2 - continua)


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