E SE L'EURO SARA' DEBOLE?




Milton Friedman
Premio Nobel per l'Economia 1976



L'economia americana è in una condizione decisamente buona, la produzione è forte e l'inflazione debole, e questo chiarisce già molte cose. Ma credo che per capire meglio occorre guardare soprattutto alla parità del potere d'acquisto nei diversi Paesi.
Prendiamo il dollaro: con un dollaro si acquistano nettamente più beni e servizi ancora oggi, negli Stati Uniti d'America, di quanti se ne possano acquistare con lo stesso dollaro trasformato in marchi tedeschi in Germania. Questo vuol dire che il dollaro non è affatto sopravvalutato rispetto al marco tedesco. Vuol dire, cioè, che il giusto livello del dollaro è quello deciso dai mercati. Ma mi sembra che le prospettive dell'Unione Monetaria Europea contribuiscano a rafforzare la valuta americana, nel senso che se si fanno, allo stato attuale, delle proiezioni su quella che potrà essere la parità del potere di acquisto fra il dollaro e il suo equivalente in marchi o in euro, si vede che anche in futuro il potere d'acquisto del dollaro avrà motivi per essere più alto di adesso, rispetto all'equivalente in marchi, o meglio ancora in euro. E questo perché l'euro promette di essere una valuta più debole e con più inflazione del marco tedesco.
L'euro dunque sarà una valuta debole? Anche questo saranno i mercati a dircelo. lo vedo alcune cose, vedo soprattutto l'incertezza che circonda da qualche tempo la marcia verso la moneta unica europea. Comunque, non sono in grado di dare consigli in merito.
Posso dire che una parte notevole dell'attuale stato di salute dell'economia americana e del dollaro è dovuta all'ottima politica seguita dalla Federal Reserve di Alan Greenspan. La sua politica ha assicurato la stabilità monetaria più che in qualsiasi altro periodo.
Per quel che riguarda l'Europa, l'unica cosa cui non credo è che i suoi banchieri centrali decidano a un certo punto di votare la propria estinzione, per lasciare posto all'euro. lo credo invece che vi siano notevoli probabilità che l'euro non veda mai la luce.
Se, al contrario, nascerà, non credo che sarà quella panacea che molti sperano. Non ci sono le condizioni perché possa esserlo, soprattutto se fin dall'inizio verranno ammessi Paesi come la Spagna e l'Italia, che hanno ancora molto cammino da compiere. E poi l'intero quadro europeo presenta delle difficoltà. Gli Stati Uniti hanno una moneta unica perché non hanno rigidità interne, la gente si sposta, i capitali si spostano ancora di più, non ci sono rigidità nei prezzi, c'è la stessa lingua, ci sono più o meno la stessa mentalità, e la stessa legge, e il Governo federale pesa complessivamente il doppio di tutti i governi statali. In Europa è l'esatto opposto: vincoli, rigidità sui prezzi, salari e lavoro, lingue diverse, e un "Governo" centrale di Bruxelles che conta poco rispetto ai Governi nazionali. E' sufficiente confrontare la storia economica della Francia e della Gran Bretagna in questo decennio per capire i rischi.
Che cosa insegna quella storia? Quando l'unificazione tedesca ha imposto di alzare i tassi per rafforzare il marco, il franco francese ha seguito Francoforte, mentre la sterlina si è sganciata. Oggi l'economia britannica va bene, mentre quella francese va male. La Francia ha rinunciato a quel classico sistema di aggiustamento dei differenziali economici che è il tasso di cambio.
Per il futuro, dunque, il dollaro diventerà una moneta-rifugio per gli europei. Anzi, è quanto sta già accadendo. Non dimentichiamo che due terzi dei dollari esistenti sono controllati fuori dagli Stati Uniti. Altri hanno cercato rifugio, o differenziazione dei rischi, nel dollaro. Ora potrebbe toccare più di prima agli europei.


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