§ STRATEGIA DELL'ATTENZIONE

GUARDANDO A SUD-EST




Lamberto Dini



La cooperazione euro-mediterranea rappresenta una tradizionale e generalmente riconosciuta priorità della politica italiana nell'unione europea. Nell'immediato futuro verrà accresciuto ulteriormente quest'impegno allo sviluppo dei rapporti tra le sponde del Mediterraneo, che rappresenta ancora più che in passato un momento strategico essenziale per il nostro Paese. Una forte politica mediterranea dell'Unione rappresenta una delle maggiori garanzie e opportunità per l'aggancio europeo del nostro Paese.
Le dinamiche religiose, politiche, economiche, sociali e demografiche fanno del Bacino Mediterraneo un'area ove si affollano tensioni e contrasti. Ma vi sono altresì grandi energie e potenzialità inesplorate in quanto la regione, per motivi essenzialmente politici, si è trovata negli ultimi anni, nel suo insieme, al margine del processo di globalizzazione economica e di crescita degli scambi. Rivitalizzare il tessuto dei rapporti, aprirlo a nuove aree di collaborazione è un obiettivo cui il nostro Paese può fornire contributi di rilievo.
Di recente, i positivi sviluppi in Algeria suscitano nuove speranze per il futuro di un Paese così vicino e importante per la regione. I progressi nel processo di pace nel Medio Oriente, pur funestati da gravissimi episodi e da un tributo di sangue che suscita la nostra più sentita solidarietà e sollecita un più fermo impegno europeo a suo sostegno, hanno aperto la via a iniziative decisive per il futuro dell'intera regione, quali la recente Conferenza di Barcellona e quella di Amman di due anni fa.
La Conferenza curo-mediterranea di Barcellona ha il principale merito politico di aver riunito per la prima volta i ministri degli Esteri dei Paesi dell'Unione Europea e dei Dodici Paesi terzi mediterranei legati all'Europa da accordi bilaterali, tra i quali particolarmente rilevante è stata la concomitante presenza di Siria, Israele e autorità palestinesi. La Conferenza ha aperto le prospettive di cooperazione in tre settori di partnerariato.
Nell'ambito politico e della sicurezza si è in particolare affermata l'idea della creazione di uno spazio comune di stabilità e pace sul modello del "patto di stabilità" per l'Europa centro-orientale. Per quanto concerne le questioni economico-finanziarie, è stato concordato l'obiettivo della creazione di una zona di libero scambio nel 2010, che comporta per l'Unione europea anche un intervento finanziario di grandi dimensioni (4.685 milioni di Ecu ed equivalenti prestiti della Bei nel periodo 1995-99) volto a ridurre il gap nei modelli di sviluppo tra le due sponde, in particolare nel settore delle infrastrutture e dell'industria. Nel quadro sociale, culturale e umano, sono stati definiti indirizzi intesi a favorire gli scambi per valorizzare le risorse umane, anche nell'obiettivo di contenere le spinte migratorie da sud e di collaborare nella lotta alla criminalità, alla corruzione, alla droga. Va sottolineato a questo riguardo che i Paesi della riva sud ed est del Mediterraneo hanno assunto un impegno di carattere etico a riammettere nel proprio territorio i propri cittadini espulsi dai Paesi europei.
A Barcellona è stato concordato un "programma di lavoro", la cui attuazione fu poi affidata all'Italia. Da parte italiana, assumendo l'impegno a consolidare i risultati di Barcellona e a dare concretezza alle iniziative prospettate, sono state organizzate varie riunioni e attività in settori-chiave, quali la cooperazione nel settore industriale ed energetico, i problemi dell'ambiente, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale euro-mediterraneo, l'insegnamento a distanza grazie all'utilizzo delle reti informatiche, l'apertura ai popoli mediterranei dell'Istituto di formazione di Torino.
Particolare attenzione dovrebbe essere rivolta allo sviluppo del dialogo con la Turchia, tenendo conto, da una parte, della delicata fase che attraversano le stesse prospettive di avvicinamento all'Europa del Paese e, dall'altra, dell'importanza dell'apporto di Ankara nel contesto dell'iniziativa euro-mediterranea. Il dialogo potrebbe, tra l'altro, essere finalizzato al superamento della questione di Cipro, anche in vista del previsto ingresso di tale Paese - nonché, com'è noto, di Malta - nell'Unione europea.
I risultati del Vertice di Madrid, dopo la firma, il 3 dicembre 1995, della nuova Dichiarazione Transatlantica, permetteranno di costruire un nuovo assetto delle relazioni tra l'Europa e gli Stati Uniti, al quale dovrà essere associato anche il Canada. Il rapporto transatlantico si strutturerà in un dialogo politico, economico e di promozione della stabilità, del rispetto dei diritti umani e del benessere nelle aree afflitte dalla povertà. Le potenzialità di crescita di tale rapporto sono molto ampie, ma occorre, perché esse possano esprimersi, che l'Europa proietti al di là dell'Atlantico un'immagine più chiara di sé, come interlocutore affidabile e necessario.
Una particolare sensibilità al rapporto dell'Unione con la Russia si renderà necessaria nei prossimi mesi. L'Europa si propone alla Russia come partner vicino, pronto a offrire ogni richiesto e opportuno sostegno stabilizzante, aperto a un dialogo costruttivo sugli atteggiamenti di politica estera. Il nostro Paese, che seppe inserire la Russia più pienamente nel processo del G-7 al Vertice di Napoli, sarà particolarmente attento alla gestione delle relazioni con Mosca. Il necessario impegno sarà altresì assicurato nei rapporti con i Paesi dell'area ex sovietica, in primo luogo l'Ucraina, anche in relazione all'irrisolta questione di Chernobyl.


Banca Popolare Pugliese
Tutti i diritti riservati © 2000