§ OSSERVATORIO BANCARIO

NON RISVEGLIARE CONIGLIO LEPRE ED ELEFANTE




Tancredi Bianchi



Oggi, le scelte dei risparmiatori italiani appaiono caute e, nel complesso, incerte. Si tratta di opzioni con orizzonte temporale suscettibile anche di restringersi rapidamente. Dunque, una sorta di preferenza indiretta per la liquidità, avvalendosi del mercato secondario, per esempio, dei titoli di Stato. Se non che, per il risparmiatore, il mercato secondario è il "convincimento" che la banca di cui è cliente saprà in ogni caso comprargli i titoli di cui si tratta. Ossia, è opinione comune, diffusa, che il sistema bancario sia di fatto in grado di immettere nei propri portafogli le obbligazioni pubbliche che defluissero dal declassamento, e invero l'esperienza fino ad oggi non smentisce simile pensiero, ancorché esso poggi su condizioni di fatto riscontrate, in proporzione tuttavia per ammontari complessivamente contenuti, e non vi sia nessun impegno giuridicamente invocabile.
Certo, la frequente cadenza di nuove emissioni in sostituzione di altre che giungono a maturazione permette di rendere altamente possibili cambiamenti di composizione dei portafogli delle famiglie e delle stesse banche con mutamenti di duration, ma assai meno rilevanti di investimento singolo totale. Premesso, quindi, che sussiste un mercato secondario potenziale dei titoli pubblici, che passa attraverso il sistema bancario e che dà al contempo liquidità e stabilità di classamento al debito statale, giova tornare al punto della clientela e dell'incertezza del risparmiatore, pur in un quadro di ripresa economica, sia pure diversamente presente al Nord rispetto al Sud.
Dall'osservatorio del sistema bancario emergerebbe:
- la congiuntura economica internazionale dà segni, percepiti dagli operatori, di una minore cadenza di crescita, quindi di un affievolimento;
- la grande crisi della fine degli anni '80 e dell'inizio degli anni '90 è stata superata con scelte innovative di processi produttivi e di prodotti, le qua i non trascinano pero un aumento delle forze di lavoro occupate;
- in tutti gli Stati si accresce la consapevolezza dei pericoli connessi con disavanzi eccessivi; ovunque, o quasi, si individua la correzione nella misura dei disavanzi con la riduzione dell'area del cosiddetto stato sociale;
- la gestione del risparmio per sopperire a benefici, prima collegati a condizioni proprie di uno stato sociale, deve raffrontarsi con i rischi dell'instabilità monetaria nel medio-lungo periodo;
- per l'Italia, il quadro è con contorni ancor meno definiti, dati la precarietà della situazione politica, il malcerto disegno di politica economica che consenta la sicura partecipazione del Paese all'unione europea.
Le considerazioni precedenti chiariscono altresì il relativamente lento procedere dello sviluppo delle gestioni patrimoniali presso le banche e il decollo, che pare differito, dei fondi di pensione complementare. Se queste osservazioni sono corrette, giova dedurre che la prossima politica per il risparmio è interdipendente con la prossima politica riferita alla conservazione e/o alla riduzione del cosiddetto stato sociale. Il punto rilevante è che il problema non è solo italiano: recenti avvenimenti di contrasto di opinioni tra il Presidente degli Usa e il Congresso provano che la politica del bilancio statale volta al contenimento dei disavanzi, e per tale via all'indebitamento globale, passa attraverso modificazioni al ribasso della spesa sanitaria e previdenziale, tipiche espressioni di una certa concezione di stato sociale.
Occorre aggiungere una nota particolare. La ripresa economica pare non essere fonte di nuova occupazione, soprattutto se il lavoro non accetta condizioni di flessibilità e i prestatori d'opera non sono psicologicamente disposti a cambiare attività, adattando le proprie abilità professionali. La disoccupazione permane perciò molto più alta in Europa che non negli Usa. Ciò genera inquietudine negli occupati, particolarmente timorosi di perdere il posto di lavoro, e pure in chi è alla ricerca di prima occupazione. Ne deriva una contenuta domanda di consumi, soprattutto durevoli, che certo opera come fattore di contenimento di spinte inflazionistiche, ma che, per altro verso, frena la cadenza della ripresa produttiva e anche la crescita dell'occupazione.
La gente teme di ricadere in una pausa recessiva e il diffondersi di tali attese accresce il pericolo che quanto paventato possa accadere.
Ozioso qui ricordare che non sono consentite deduzioni definitive, ma solo scenari possibili. Sono di ostacolo il fatto che l'intermediazione bancaria sia una parte relativamente piccola della complessa intermediazione finanziaria e che la clientela, frazionando le relazioni bancarie tra più banche, non consenta ad alcuna una percezione d'insieme delle scelte e delle motivazioni a monte.
Tuttavia, le considerazioni precedenti sembrano avere qualche attendibilità e dovrebbero essere prese in esame anche dai pubblici poteri, mai dimenticando le caratteristiche che l'Einaudi attribuiva al risparmiatore: cuore di coniglio; gambe di lepre; memoria d'elefante.
Com'è stato osservato nell'ultima celebrazione della giornata mondiale del risparmio, la tutela del risparmio poggia sulla buona amministrazione del sistema bancario e sulla savia politica del bilancio pubblico. La prima condizione è complessivamente verificata, ma permangono seri ostacoli all'evoluzione del sistema creditizio nel quadro più articolato del mercato unico europeo. La seconda può essere giustificativa solo se condivisa da un governo che fruisca del consenso politico per una legislatura, ossia per qualche anno.
Capire il senso di direzione delle opzioni dei risparmiatori, infine, significa comprendere il grado di consenso alla politica economica in genere, alle politiche fiscali e monetarie in particolare. Per un governante, tale comprensione si iscrive all'arte del buon governo.


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