Matino
Per la scomparsa
di un Amico
Dal 22 agosto Mario Provenzano non è più fra noi. Matino
ha perso un prestigioso avvocato e un cittadino esemplare, la Banca
ha perso un Amico. E' raro, infatti, riscontrare nel nostro Istituto,
lungo l'intero arco della sua storia e della sua evoluzione, una militanza
e una continuità più assidue.
Il Suo incontro con la Banca (ovvero con una delle Aziende di credito
che ha dato vita all'odierna "Popolare Pugliese") risale
al marzo 1944, quando venne eletto Sindaco effettivo. Fu rieletto
Sindaco e nominato Presidente del Collegio tre anni più tardi,
nel marzo 1947, carica che mantenne fino all'ottobre 1968, anno in
cui fu cooptato nel Consiglio di Amministrazione, del quale due mesi
dopo divenne Presidente. Seguendo le trasformazioni che si sarebbero
succedute nel corso degli anni, attraverso le fusioni e i cambi di
ragione sociale, resse le cariche di Amministratore e di Vice Presidente,
fino a quando, nel 1993, venne designato dall'Assemblea straordinaria
Proboviro della costituenda Banca Popolare Pugliese.
Professionista versatile, colto, amabile, amministratore rigoroso,
uomo ricco di sensibilità e, nella riservatezza della vita
privata, geloso custode di princìpi cristiani e di una forte
carica umana, che mise sempre al servizio dei prossimo, lascia in
noi, indelebili, un ricordo e un esempio, e una nobile lezione di
comportamento alle generazioni future. Grazie Mario.
V. P.
Martina Franca
Insignito del
"Patriae Decus" il Presidente Caroli Casavola
Tre illustri martinesi, che hanno contribuito con la loro attività
professionale e con il loro prestigio personale alla crescita civile
e culturale del Paese, sono stati insigniti del Premio "Testimonianze
Martinesi - Patriae Decus". Sono stati il chirurgo Franco Margiotta,
lo storico Michele Pizzigallo ed il banchiere ed economista Raffaele
Caroli Casavola, Presidente della Banca Popolare Pugliese. 1 loro
nomi hanno così trovato posto nella tavola marmorea che è
affissa nell'atrio del Palazzo Ducale, che raccoglie i nominativi
delle più alte personalità della capitale di Valle d'Itria.
Nello stesso atrio è stata scoperta una lapide in memoria di
Giuseppe Chiarelli, altro illustre martinese, che ricoprì la
carica di Presidente della Corte Costituzionale.
Riportiamo la presentazione dell'attività professionale e le
motivazioni dell'importante riconoscimento al Presidente svolte dal
Direttore della Banca d'Italia di Lecce, Efisio Masiello.
Non è senza emozione che assolvo il compito - che costituisce
per me motivo di onore - di disegnare l'eletta, prestigiosa figura
del dr. Raffaele Caroli Casavola, cui oggi la città di Martina
Franca conferisce l'alto riconoscimento del Premio Testimonianze Martinesi
Patriae Decus per il 1995, così come fa con altri due illustri
suoi figli.
Ho avuto la fortuna di incontrare il dr. Casavola per circostanza
connessa con la mia attività professionale. La frequentazione,
per me sempre utile e gradevole, mi ha consentito di conoscere e stimare
l'uomo, il banchiere, l'economista.
L'uomo elegante e raffinato, sereno e garbato, sempre affabile e disponibile,
paziente, è nel contempo forte nel temperamento e illuminato
nell'intelligenza, inflessibile nel dovere, instancabile nel lavoro,
con forte inclinazione allo studio e alla ricerca. Confortato da radicati
principi morali e dalla sapiente armonizzazione delle sue caratterialità,
ascrive a proprio merito il saper sempre cogliere risultati vincenti
intonati a note di amore per il lavoro, per la collettività,
per la sua terra.
Giovane appena
laureato, di formazione umanistica e giuridica, intraprende la strada
del successo presso la filiale di Martina Franca della Banca Commerciale
Italiana. Come egli stesso ebbe a raccontarmi, senza entusiasmo e
senza convinzione, quasi per gioco, ma certamente sospinto dalle premurose
istanze (erano gli anni del dopoguerra) della allora signorina Ilde,
ora signora Ilde Caroli Casavola, che ne condivide la vita tanto amorevolmente
da indurre il suo fortunato consorte a dichiarare pubblicamente, alcuni
mesi or sono, di essere un uomo felice.
Ama peraltro precisare che bastarono pochi giorni per capire e convincersi
che la sua vera vocazione era la banca. Infatti, in breve conseguì
il grado di Procuratore ed ottenne la reggenza della filiale stessa.
Di lì a poco assunse la direzione della Filiale di Acireale
prima e della Succursale di Siracusa poi.
Successivamente, è stato direttore (fino al 1970) della Succursale
di Lecce della Commerciale. Di quest'ultima città subì
certamente il fascino, tant'è che, inviato a Roma col grado
di Condirettore di quella Sede, fece ritorno nel Salento per assumere
nel gennaio 1973 la carica di Direttore Generale e Consigliere di
aniministrazione dell'allora Banca Agricola Popolare di Matino e Lecce.
E qui che il dr. Casavola, il quale aveva svolto con grande profitto
fino a quel momento il lavoro di bancario, mostra di possedere, e
le esprime appieno, elevate e rare doti di saggio, equilibrato banchiere
e di illuminato economista.
Intanto la Banca che dirige ed amministra si consolida ed assume nel
1983 la denominazione di Banca Popolare Sud Puglia: ne diviene Presidente
nell'aprile 1984.
Attualmente è Presidente della Banca Popolare Pugliese, sorta
lo scorso anno dalla fusione fra la stessa Banca Popolare Sud Puglia
e la Banca Popolare di Lecce.
In virtù di questa operazione di consolidamento del tessuto
bancario pugliese, fermamente voluta e pazientemente costruita dal
dr. Casavola, la provincia leccese ha espresso la maggiore banca popolare
a livello regionale, capace di fornire, con una rete di 55 sportelli
ed un organico di 783 elementi, assistenza creditizia agli operatori
economici pugliesi attraverso oltre 50.000 rapporti attivi e di riscuotere
tutta la fiducia che un volume di circa 250.000 conti passivi e depositi
sta a dimostrare.
Negli anni 1981-90, è stato anche Vice Presidente prima e Presidente
dall'84 al '90 del Mediocredito Pugliese, con sede in Bari.
Nella persona del dr. Casavola si fondono, in fulgida simbiosi, i
tratti distintivi del profondo conoscitore di fatti economici, del
banchiere esperto e lungimirante, dell'uomo portato a comprendere
i problemi altrui e a prodigarsi per risolverli con impegno e perseveranza
ben maggiori che se fossero propri.
E' uomo dotato di cultura vasta e variegata, acuto osservatore del
contesto socio-economico pugliese e delle sue peculiarità,
riservato ma sempre incline alle relazioni umane, permeato di viscerale
amore per la sua terra e per chi in essa vive ed opera, creativo,
generoso, prodigo di idee e di consigli.
Nell'esercizio della professione, non ha mai perduto di vista l'obiettivo
di risollevare il Salento e la sua gente dalle loro angustie, avvalendosi
della lunghissima esperienza di stratega della finanza per stimolare
nuove iniziative, indirizzare quelle esistenti, creare occasioni di
lavoro in una terra per fattori storici ed ambientali piuttosto avara
di risorse, ma tuttavia capace, come egli ben sa, di produrre ricchezza
e benessere.
Ed è in questo sforzo di appassionata ricerca del progresso
socio-economico delle famiglie e delle imprese meridionali che la
figura dell'uomo di cultura e di banchiere non può andare disgiunta
dalle qualità etico-morali che ne scandiscono il cammino.
Ed è proprio nel paradigma azione-risultato che la sua statura
assurge a vette davvero eccezionali: il merito grande è l'aver
saputo coniugare la professione di banchiere e l'impegno di studioso
di fatti economici con l'obiettivo permanente di un preciso ritorno
in termini di benessere sociale.
Desidero concludere questa mia sintesi col ripetere un insegnamento
che egli ha voluto dettare qualche settimana addietro a chiusura della
relazione al bilancio della Banca da lui presieduta: "Il nostro
preciso dovere è di guardare avanti, compenetrati del presente
ed ispirandoci al passato. Le doti di cui abbiamo bisogno per svolgere
proficuamente il nostro compito sono la forza di accettare ciò
che non può essere modificato, il coraggio di modificare ciò
che non può essere accettato".
Forse non sarò riuscito a rappresentare, nella sua interezza,
lo spessore dell'economista, del banchiere, dell'uomo, ma certamente
a questo insigne cittadino di Martina Franca tutti noi, gente del
Mezzogiorno, ed il Paese dobbiamo rendere grazie.