§ NETSURFING LUNGO LE TRAME SONORE DEL WORLD WIDE WEB

LA RAGNATELA VIBRATILE




Sergio Bello



Il Villaggio Globale teorizzato da MeLuhan sta trovando forse oggi la sua più concreta forma di realizzazione attraverso la ragnatela virtuale tracciata dalle migliaia di reti di computers in continuo collegamento fra loro che formano la "Rete delle reti", Internet.
Internet è il raro caso di un fiore sbocciato nella bocca di un cannone, tanto per usare una immagine cara al grossomodo coetaneo movimento hippy: nasce infatti nel 1969 come rete distribuita di computers dal progetto ARPAnet della Difesa degli Stati Uniti.
L'aggettivo "distribuita" associato a rete implica il fatto che l'eventuale distruzione di uno o più elaboratori collegati tra loro non avrebbe compromesso l'operatività della rete nel suo complesso, obiettivo ritenuto prioritario dai progettisti americani che all'epoca dovevano misurarsi con lo spettro di un confronto militare condotto a base di grappoli di testate nucleari.
Tanto il fatto che fosse distribuita, quanto - soprattutto - l'adozione di un protocollo di comunicazione capace di collegare elaboratori di qualsiasi tipo e provenienza, ne ha decretato il successo: dismessa la divisa, il piccolo nucleo originario è cresciuto a dismisura, integrando al proprio interno innumerevoli altre reti di ogni dimensione e tipo, ed è diventato il mezzo privilegiato utilizzato da università, istituti di ricerca ed organizzazioni scientifiche e governative - localizzate in America prima, ed in tutto il mondo poi - per scambiarsi informazioni.
Durante questo lungo periodo di rodaggio delle potenzialità della Rete condotto soprattutto dai ricercatori e dagli scienziati dei centri di ricerca e dai docenti e dagli studenti delle università che sempre più numerose si affacciavano su Internet, si sono sviluppati e raffinati i principi etici che consentono una civile e fruttuosa convivenza all'interno della Rete degli appartenenti alla cosiddetta "comunità di Internet": questi principi sono riassunti nel termine "Netiquette" (Net-Etiquette), e nella loro forma scritta circolano all'interno della stessa Rete a disposizione dei nuovi arrivati.
Accanto poi al galateo della Rete si è andato formando anche un gergo specialistico ormai imprescindibile per chi voglia sfruttare a fondo il potenziale di Internet: è naturalmente un gergo sostanzialmente anglofono - l'inglese americano è la lingua ufficiale del mondo dell'informatica - e spesso tecnico, come del resto ci si poteva facilmente aspettare, ed è inoltre reso ancora più ostico dalla presenza di numerosi neologismi: in ogni caso, etichetta e gergo - e più la prima che il secondo - sono a tutti gli effetti strumenti indispensabili per accedere correttamente, velocemente e, in una parola, proficuamente, alle risorse disponibili on line.
Internet, in definitiva, assomiglia molto ad un circolo esoterico, popolato da persone iniziate alla navigazione nella Rete attraverso un processo di trasmissione orale delle conoscenze integrato dall'esperienza acquisita attraverso ore ed ore di "netsurfing" a caccia di contatti ed informazioni utili: non a caso uno dei manuali più noti messo in circolazione sulla Rete a disposizione dei "newbies", i principianti, ha un titolo decisamente indicativo - Zen and the Art of Internet - e dedica largo spazio al "magico" momento della ricerca delle informazioni.
E sempre non a caso, la chiave di volta che sorregge questo immenso edificio, di cui non si conosce esattamente neanche il numero dei mattoni di cui si compone, si riassume in un apparentemente semplice concetto: libera circolazione delle informazioni. La disponibilità globale delle informazioni è infatti l'utopia possibile sognata dai più introdotti appartenenti alla comunità di Internet, come del resto è stata il vessillo dei crakers, i pirati informatici che per sfida, per gioco, per ideologia o per lucro, si sono inseriti nel flusso di informazioni di enti militari, governativi o finanziari.
Tuttavia, al di là delle forzature, lo scambio di informazioni è il motivo principale per cui vale la pena accedere ad Internet: un luogo comune consolidato - e verificabile! - vuole che su Internet il problema non consista nel sapere se una cosa c'è o meno: il vero problema è trovarla.
Sulla Rete circolano infatti informazioni su tutti gli argomenti: di ampio o nessun interesse, futili o impegnati, triviali o sofisticati che siano, questi argomenti sono presenti, e sono trattati a tutti i livelli: dalla semplice introduzione sull'argomento prescelto, con le risposte alle domande più frequentemente poste dai principianti (le cosiddette FIQ, Frequently Asked Questions), fino a discussioni su ricerche in atto non ancora documentate attraverso saggi, dissertazioni o atti congressuali.
L'accesso a queste informazioni è tuttavia problematico: non esiste un indice uniforme delle informazioni proprio perché di rete "distribuita" si tratta - e distribuite sugli innumerevoli elaboratori che compongono la Rete sono dunque le risorse - e pertanto si rischia di non trovare argomenti di limitato interesse generale perché nascosti in chissà quale meandro della Rete o, viceversa, si rischia di disperdere le proprie energie tra enormi quantità di "informazioni spazzatura" alla ricerca di qualcosa di buono nell'ambito di argomenti che vantano un'ampia audience.
Navigare in questo oceano di informazioni richiede l'abilità, l'esperienza e la sensibilità di un vero lupo di mare: è questo un altro affermato - e verificabile luogo comune relativo ad Internet.
Chiunque abbia la possibilità di mettere le mani su di un terminale collegato ad Internet - cosa attualmente alla portata di tutti, grazie all'avvento di privati che a mezzi bassissimi consentono a chiunque abbia un computer, un modem ed una linea telefonica di accedere alla Rete al costo di una telefonata urbana - può cercare e scambiare messaggi, documenti, programmi e risorse con altri utenti in tempo reale, indipendentemente dalla dislocazione geografica e dal tipo degli elaboratori attraverso i quali si effettua il collegamento. Questa immensa collezione di risorse messa a disposizione di ognuno ingenera un fascino irresistibile: nella prefazione del citato Zen and the Art of Internet si legge infatti: "Un avvertimento è forse necessario: il territorio in cui stiamo entrando può diventare un divoratore di tempo. Le ore possono scivolare via, la gente può andare e venire e tu resterai bloccato nel Cyberspace. Ricorda di fare il tuo lavoro! ... ".
Allo stesso modo, i primi contatti con questo strumento - se così lo si può definire - produce inevitabilmente un forte senso di smarrimento e, nel peggiore dei casi, sconforto.
E' uno stato d'animo sicuramente destinato a scomparire col tempo e con l'esperienza: tuttavia il successo che strumenti di navigazione più amichevoli messi a disposizione della comunità di Internet hanno incontrato dà la misura di quanto sia sentito il problema; tra questi, annunciato intorno al '91, il cosiddetto "Gopher" - dal nome della mascotte dell'Università del Minnesota, dove è stato sviluppato -: un programma che consente la ricerca di informazioni attraverso una strutturazione gerarchica delle stesse.
Ed è a partire da questa situazione che ha inizio una nuova era nella storia della Rete, un'era, iniziata all'incirca nello stesso periodo in cui "Gopher" andava evolvendosi, che ha origine al Laboratorio Europeo di Fisica delle Particelle - presso il CERN di Ginevra - dove si stava sviluppando ad opera di Tim Berners-Lee e colleghi un sistema di ipertesto su rete denominato "World Wide Web" (WWW, trama di reti di ampiezza mondiale).
La differenza rispetto all'ordinamento gerarchico delle risorse sfruttato da "Gopher" - semplificando molto - sta tutto nei cosiddetti "hot links", ovvero nei collegamenti con altre risorse sparse nella rete che vengono attivati molto semplicemente attraverso una periferica di puntamento quale il diffusissimo "mouse" dei personal computers.
Niente più comandi da memorizzare, dunque, ma amichevolissime rappresentazioni composite dei documenti comprendenti grafica, suoni, testo e, naturalmente, "hot links", attraverso i quali viaggiare di informazione in informazione, di pagina in pagina, di elaboratore in elaboratore con semplici click del mouse, senza doversi curare di sapere dove ci si trovi esattamente.
La disponibilità gratuita sulla Rete di tutti i programmi necessari per navigare graficamente, unitamente alla bellezza dei documenti redatti in forma composita ed alla facilità e velocità con le quali si reperiscono le informazioni cercate, ha decretato l'immediato e vastissimo successo del "World Wide Web", tanto che i fornitori privati di accessi ad Internet si son dovuti premurare di fornire rapidamente ai propri clienti tutti gli strumenti e le conoscenze necessarie per sfruttare questo nuovo strumento di navigazione.
Allo stesso modo enti privati - dalle industrie produttrici di computers a riviste e giornali -, enti pubblici - dalle Università ai comuni delle maggiori città italiane - e semplici privati - chi vi scrive, ad esempio - si sono premurati di mettere sulla Rete documenti raggiungibili da "World Wide Web" per rendere di pubblico dominio informazioni di ogni genere e tipo.
L'incremento di pagine WWW è stato geometrico, ed è cresciuto parallelamente all'interesse verso questo nuovo fenomeno e al numero di persone che hanno deciso di lanciarsi su Internet.
Tra le altre informazioni reperibili, non mancano quelle relative alla musica ed ai musicisti: centri di ricerca, enti con fini di lucro e semplici appassionati hanno immesso enormi quantità di informazioni nella Rete.
Certo, come è stato detto in precedenza, si possono trovare informazioni di ogni tipo e qualità, e spesso è proprio la qualità a deludere.
Ma, come conto di dimostrare nel corso di questo viaggio, lo spirito di avventura può ripagare abbondantemente, e poco male se - come recita Rex Stout - l'angolo dove non arriva la luce è proprio quello dove è rotolato il soldino.


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