§ DIBATTITI / CHIESA E STATO

L'IDEA FEDERALISTA NON NACQUE A TRENTO




S. B.



A proposito del Concilio del 1545 e di alcune recenti tesi "politiche", il dibattito in corso scandaglia profondità della storia italiana ed europea, coinvolgendo il ruolo determinante che ebbe la religione nella formazione politica, appunto, delle coscienze. E la prima domanda che è stata posta polemicamente è stata questa: "Senza il Concilio di Trento il rogo di Giordano Bruno si sarebbe acceso lo stesso?". Risponde Padre Mario Fois, gesuita, professore emerito di Storia della Chiesa del Rinascimento: "Paolo Veneto, monaco e principe della filosofia averroistica, smise di litigare con un
confratello del suo Ordine soltanto quando riuscì a farlo bruciare come eretico. Uno dei grandi meriti di papa Pio IV, il pontefice che promulgò i decreti tridentini, consiste proprio nell'avere strappato la torcia da certe mani".
Quando Giovanni Paolo Il ha commemorato i 450 anni dell'inizio del Concilio di Trento, molti si attendevano una riappacificazione dei cattolici con Lutero. "E perché? Trento ha fatto male soprattutto ai vescovi cattolici, li ha obbligati a ridiventare pastori, a vivere nella propria diocesi e a non accumulare cariche e benefici. Non per niente, i più fieri oppositori delle leggi conciliari furono i cardinali conservatori della curia romana". Ma il concetto di "controriforma" cattolica come palla al piede delle nazioni latine dell'Occidente cristiano? "E' un problema mal posto. Già dai tempi di Filippo il Bello, alla fine del XIII secolo, i Legisti riscoprivano nel diritto romano giustinianeo anche il principio che nessuna attività umana, religione compresa, poteva essere sottratta alla giurisdizione del Principe. Lutero, nel suo Appello alla nobiltà germanica, percorre vie note da almeno due secoli, da quando Marsilio Ficino aveva pubblicato il Defensor Pacis. Lutero ha sfruttato con molta abilità il delicato problema dei gravamina, le tasse che le diocesi e le abbazie dovevano versare a Roma, per proteggere una riforma di tipo statale, e tessere la trama di un assolutismo moderno, a immagine e somiglianza dei prìncipi tedeschi. E allora i cattolici che si richiamano alla "tradizione" religiosa precedente il Vaticano Il per teorizzare il federalismo o il ritorno all'identità nazionale? Cascano male. A Trento la Chiesa di Roma si oppose alla Chiesa-Stato luterana. Rifiutò sia i particolarismi sia i nazionalismi. Precisò la dottrina dogmatica della Chiesa, ma rifiutò di chiudersi dentro l'interpretazione di una sola scuola di pensiero. Non prese posizione in materia di celibato ecclesiastico, limitandosi a ribadire la tradizione del Concilio lateranense II del 1139. E neanche statuì sul folclore clericale: la tonaca dei preti è un'invenzione della fine del secolo scorso. Tuttavia, istituendo i seminari, ha permesso ai sacerdoti di rendersi funzionali ai compiti che dovevano assolvere. Prima, i preti non erano neanche autorizzati a confessare, talmente erano ignoranti".
C'è un altro aspetto rilevante, quello della scuola laica, orgoglio e struttura portante della Francia rivoluzionaria, e anch'essa invenzione di Lutero. Precisa Padre Fois: "Il riformatore tedesco aveva commesso un errore di calcolo. Aveva previsto che i vescovi si sarebbero convertiti alla riforma. Invece, tranne un paio di casi, questo non si verificò. La pace di Augusta, con l'articolo 11, aveva interpretato in senso ancora più restrittivo il principio cuius regio eius et religio, con la norma ubi est unus dominus ibi sit una religio. Tradotto in termini pratici, il Principe sceglieva una religione. Chi era d'accordo, restava; chi non lo era, vendeva i proprio beni e si trasferiva altrove. Soltanto nelle città libere la minoranza cattolica veniva tollerata. Negli Stati passati alla Riforma le scuole, generalmente episcopali e abbaziali, si vennero a trovare senza amministratori e senza insegnanti. Lutero suggerì che tali compiti venissero assunti dai municipi, mentre Melantone, il suo discepolo preferito, scrisse i programmi, guadagnandosi in questo modo il titolo di Praeceptor Germaniae". Ma la statalizzazione della Chiesa non era stata già tentata nella Spagna del 1492? "Certo. E sarà tentata ancora quando in Castiglia, in Portogallo e in Francia la Chiesa incontrerà Stati centralizzati e accentratori. Ma è grazie alla chiarezza della dottrina tridentina se, lungo i secoli, la Chiesa cattolica ha lasciato che la Storia scomunicasse da sola anche ogni nazionalismo e ogni assolutismo".


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