§ OPINIONI A CONFRONTO

DEL LIBERO SCAMBIO / 1




Andrés Oppenheimer
scrittore argentino



Il summit delle Americhe si è concluso, come previsto, col sostegno unanime al progetto americano che mira a creare una zona di libero scambio delle Americhe. Quando Clinton e i 32 capi di governo si sono impegnati a portare a termine prima del 2005 i negoziati che dovrebbero instaurare un nuovo spazio commerciale regionale, si è creduto di assistere a un momento storico. Infatti i precedenti summit interamericani erano caratterizzati dalla reticenza dei Paesi del Sud a stringere nuovi legami col Nord. Questa volta è l'America Latina che mostra maggiore entusiasmo per la creazione di una zona di libero scambio panamericana, e non gli Stati Uniti.
Questa regione del mondo sembra d'accordo sulla strada da seguire; le sole divergenze sono sul ritmo e l'intensità delle riforme economiche. Le elezioni in Brasile, in Messico e in Uruguay sembrano indicare che gli elettori latino-americani attribuiscono una grande importanza alla stabilità economica dei loro rispettivi Paesi, fenomeno che può sorprendere quando si sa quanti pochi vantaggi ne hanno tratto fino ad oggi.
Gli Stati Uniti, al contrario, attraversano un periodo di introspezione e d'incertezza, che lascia presagire un ritorno all'isolazionismo. Indebolito dalla vittoria dei repubblicani alle elezioni del novembre 1994, Clinton potrebbe vedere la sua zona di libero scambio delle Americhe minacciata su più fronti;
1) L'opposizione degli ambienti ultraconservatori, guidati dal leader della potente Commissione degli Affari Esteri del Senato;
2) la pressione esercitata su Clinton dalle industrie americane che reclamano misure protezionistiche contro quella che considerano una concorrenza straniera sleale;
3) le misure contro gli immigrati illegali.
Sarebbe davvero un peccato se, dopo aver sentito per anni prediche sulle virtù del libero scambio, l'America Latina si fosse messa a festa per poi non esservi invitata.

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