Stanze
della tua attesa
Stanze della
tua attesa,
dove schiovano a fatica
il cuore stretto
al sorriso da presbite,
per inventarti in piazze
di gatti e di cancelli,
quando maggio
era un tango ai balconi
ed il tuo braccio
un porto franco.
Strade
come tante
Strade come
tante
di cui conosco
ogni buca o sentina
e lo scorrere
dell'acqua nelle fogne,
dove anonimo si cela
il mio cauto esistere.
Smentito
oroscopo
Smentito oroscopo
da strategie di disertore,
sul limite
del mio scirocco
tra la burrasca e la tana.
Inerzie
Ristagna tra
le pieghe
di ogni nuovo giorno
il progetto disatteso
d'essere come non siamo.
Non serve
a mutare la rotta,
inventare parole
che mordano
la scorza del silenzio
e tacciano.
Restano macerie di memorie
a segnare
d'un immediato dolore
la via.
Un
sole d'acqua
Un sole d'acqua
stinge lumache
di ferragosto
e vieta infingimenti.
Ha pause il gioco
e progetti di feria.
Gatti di mare
aspettano la pioggia
al parabrezza.
Ho
spento il lume antico
Ho spento il
lume antico
per tentare altre strade
e ho voltato la faccia
alla lisca di luna pendula.
Stanze di valium
e di mancati equinozi,
dove preparo la prossima
mossa,
attento a non mostrarmi.
Ho
fame e sete di parole
Ho fame e sete
di parole
che taglino reti
e strappino radici.
Ho voglia di darmi come
sono,
in bilico sempre,
nella mia prima calvizie.
Sopravvivo
Sopravvivo
alla mia
stessa incuria,
all'estremo viaggiatore
che mi abita
e baratto i giorni,
pronto a saltare il muro
o a cogliere un varco
nella rete.
Vivo
abitudinario
Vivo abitudinario
le metastasi
di epifanie imperfette
e nel letargo
degli ozi domestici
tarpo l'allegria
col nero di seppia
di quotidiane bufere.
Profuga
stagione di bufere
Profuga stagione
di bufere
la mia vita randagia,
a intervalli di porti
e stazioni.
(Stingo col tufo dei muri
e appena allento
la ferma ruota
dei giorni).
Precario
graffito
Precario graffito
La mia traccia
Sgomitola
L'estate di San Martino
Del tuo passo
Vicino/distante
E non storna
La ruggine di rimmel
Che ci crocifigge
il cuore
e lo sbattere
dello sportello.
Autoritratto
Vivo senza
contare,
in quest'esilio di parole,
metà zingaro e metà soldato.
Troppo di me resta al di là
D'un oscuro spartiacque,
nel muto rumore
di stanze vuote,
dove si consuma l'attesa
d'un mutevole oroscopo.