Il
sapere scientifico, come razionalità descrittiva del mondo avente
ad oggetto i problemi della conoscenza dell'Uomo e della Natura, consiste
nella scoperta di leggi universali che procedono in maniera rigorosa
dalle premesse alle conseguenze, secondo una concezione razionalista
e riduzionista corrispondente all'assunzione teorica che sia sempre
possibile cercare e trovare una soluzione conoscitiva semplificata e
pratica a problemi complessi.
Tale concezione della Scienza, nel processo di investigazione della
Natura ed interpretazione dei fenomeni, si avvale nel formulare i suoi
principi di una fase di descrizione fenomenica, della ripetizione sperimentale
in laboratorio del fenomeno osservato (che presuppone la necessità
logica del concetto di causa-effetto) e specularmente di un'idea "matematica"
della ragione, come prodotto della mente umana, che sovrintende e coordina
espressivamente le leggi della Natura studiate, in linguaggio astratto
ed universale. Ne consegue che la Natura viene letta ed interpretata
come un grande meccanismo descrivibile, semplificata al massimo e la
ragione scientifica ridotta a pura analisi speculativa.
Una tale concezione della Scienza non è più in grado di
rispondere ai nuovi bisogni culturali della società, che si pone
nuove problematiche della conoscenza di fronte allo svanire di certezze
che investono tutto il mondo delle Scienze Naturali ed Esatte.
E' bene riflettere su due aspetti centrali che fondano le possibilità
attuali della Scienza, per rispondere adeguatamente al neoscetticismo
imperante che va affermandosi e che vuole scardinare gli stessi paradigmi
scientifici: il primo aspetto consiste nel fatto che la Scienza non
è in grado di dare una spiegazione del perché dei fenomeni
naturali, ma si limita sempre e comunque a descrivere come si manifestano;
il secondo aspetto nasce dalla rinuncia a studiare qualunque fenomeno
si presenti all'osservazione in quanto non sia risolvibile dagli strumenti
tecnologici di misura che possediamo. Così si verifica che le
nostre conoscenze sono approfondite in alcuni settori, ma vaghissime
in altri, accantonando per impossibilità strumentali e metodologiche
questioni importanti. Ne derivano una discontinuità delle conoscenze
ed una drastica limitazione delle possibilità della Scienza in
alcuni settori del sapere.
Nonostante ciò la Scienza si è edificata su due assunti
forti: che le attuali discipline scientifiche sono possibili solo in
determinate condizioni e circostanze in cui esistono fenomeni studiabili;
il secondo punto è che devono esistere fenomeni descrivibili
con il nostro linguaggio matematico-simbolico ed astratto.
Questi due fondamenti, autolimitanti e restrittivi lo stesso metodo
di ricerca, hanno rivalutato il procedimento scientifico accelerando
uno straordinario bagaglio di conoscenze ed innescando un gigantesco
processo di crescita culturale. Questo nucleo della razionalità
scientifica, dunque, se da una parte ridimensiona il metodo scientifico,
in quanto pochi sono i fenomeni naturali studiabili, dall'altra rivaluta
le capacità del sapere scientifico in quanto notevoli sono i
passi compiuti nelle dinamiche conoscitive, nonostante le forzate autolimitazioni
che lo stesso metodo ha imposto.
Il sapere fluttuante
La ricerca di leggi generali della Natura non è più
l'obiettivo principale di alcuni settori della ricerca di punta del
mondo scientifico. La presunzione unificante del sapere, teso alla
ricerca di leggi universali, non è più in grado di spiegare
alcuni fenomeni naturali di per sé irregolari e incostanti.
Si sente quindi la necessità sul piano epistemologico di rinunciare
alle categorie di semplicità, ordine e regolarità nello
studio descrittivo della Natura, per approfondire il metodo di ricerca
attraverso categorie opposte quali complessità, disordine e
caoticità, al fine di superare la concezione meccanicistica
e riduzionista e comprendere più a fondo gli altri aspetti
irregolari ed imprevedibili del mondo.
Difatti la linearità di comportamento di alcuni fenomeni naturali
induce semplificazione nello studio dei sistemi complessi (vedi le
leggi fonda mentali del moto, ecc ... ), producendo descrizioni regolari
dettagliate con la possibilità di fare previsioni sul comportamen
to dei sistemi nel tempo.
I limiti metodologici attuali consistono nella soluzione di problemi
in cui la "non linearità" di comportamento dei fenomeni
naturali risulta essere il problema principale; si tratta di mutare
la pregiudiziale concezione causale, servo-meccanica e riduzionista
in cui accade tutto ciò che è previsto da leggi matematiche
universali, con l'idea di una realtà in cui può accadere
qualunque fenomeno che non è espressamente vietato da vincoli
precisi e senza alcun riferimento a meccanismi specifici sottostanti.
Il campo delle DINAMICHE CAOTICHE sta così vivendo in questi
ultimi anni una crescita esplosiva che investe molte discipline dalla
chimica alla fisica, all'ingegneria, alla medicina, all'economia.
L'ordine gerarchico dell'hegelismo, la macchina deduttiva della Scienza,
cedono il passo alla scoperta e definizione di nuove grandezze matematiche
e scientifiche in grado di investigare il disordine naturale, discernendo
probabilmente un ordine logico che vi è nascosto. Difatti nei
sistemi caotici si vanno stranamente evidenziando isole di comportamento
ordinato e regolare secondo certi ritmi, circoscritte nello spazio
e nel tempo, che fanno presagire la possibilità di evidenziazione
di un ordine più complesso che comincia ad essere nuova materia
di studio, attraverso un approccio scientifico interdisciplinare ed
integrato. Inoltre, i molti esempi di situazioni caotiche che nascondono
al proprio interno un ordine apparentemente incomprensibile possono
situarsi in un progetto logico di risposta della materia vivente in
situazioni particolari (esempio: alterazioni del ritmo cardiaco, dinamiche
del processo infiammatorio, alterazioni elettroencefalografiche, etc.
che variano caoticamente nell'individuo sano, mentre una maggiore
regolarità potrebbe essere segno di malattia); i fenomeni cardiaci,
quindi, devono essere interpretati come un epifenomeno normale di
risposte della materia vivente in determinate circostanze e tendono
ad arricchire ed amplificare la logica del comportamento naturale.
Determinare i nuovi valori che vanno emergendo ed intravedere un nuovo
progetto scientifico sarà il compito fondamentale della Scienza
del 2000. Si intravede, così, una progettualità metodologica
scomposta, articolata, frammentata con una logica non più olistica
ma variabile in configurazioni ideologiche diverse che giocano nel
comporsi e ricomporsi in strutture geometriche complesse, alcune sicuramente
causali e riduzioniste, altre senza un determinismo predittivo, che
noi oggi definiamo caotiche.
NOTE
La bibliografia dell'argomento accennato è sterminata. Segnaliamo
alcuni contributi più significativi.
1) KARL POPPER, La logica della scoperta scientifica, (1932), Einaudi,
1970.
2) ARCANGELO ROSSI, Strumenti, macchine e scienza dalla preistoria
all'automazione, Pescara, 1984.
3) BRUNO DE FINETTI, La logica dell'incerto, Il Saggiatore, Milano,
1985.
4) THOMAS KUHN, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Ed. Einaudi,
1969.
5) IMRE LAKATOS, La metodologia dei programmi di ricerca scientifici,
vol. I, Il Saggiatore, Milano, 1985.
6) DAVID OLROYD, Storie della filosofia delle Scienze, Il Saggiatore,
Milano, 1989.
7) AA. VV., L'ape e l'architetto, Feltrinelli, Milano, 1976.
8) JAMES GLEICK, Il caos, Rizzoli, Milano, 1989.
9) SERGIO CARRA, La formulazione delle strutture, in particolare il
cap. 4°, Bollati Boringheri, Torino, 1989.
10) ILYA PRIGOGINE, ISABELLE STEIGERS, Le nuove alleanze, Einaudi,
Torino, 1981.
11) GILLES DELEUZE, La piega (Leibniz e il Barocco), Einaudi, 1990.
12) AA, VV., Caos, in Le Scienze, n. 222, pp. 10-21, febbraio 1987.
13) AA. VV., Gli ordini del caos, Manifestolibri, Roma, 1991.
14) DAVID LANDES, Storia del tempo, l'orologio e la nascita del mondo
moderno, Mondadori, Milano, 1984.
|