§ Dibattiti

S'č spezzata l'unitą del sapere




Maurizio Domenico Toraldo



Il sapere scientifico, come razionalità descrittiva del mondo avente ad oggetto i problemi della conoscenza dell'Uomo e della Natura, consiste nella scoperta di leggi universali che procedono in maniera rigorosa dalle premesse alle conseguenze, secondo una concezione razionalista e riduzionista corrispondente all'assunzione teorica che sia sempre possibile cercare e trovare una soluzione conoscitiva semplificata e pratica a problemi complessi.
Tale concezione della Scienza, nel processo di investigazione della Natura ed interpretazione dei fenomeni, si avvale nel formulare i suoi principi di una fase di descrizione fenomenica, della ripetizione sperimentale in laboratorio del fenomeno osservato (che presuppone la necessità logica del concetto di causa-effetto) e specularmente di un'idea "matematica" della ragione, come prodotto della mente umana, che sovrintende e coordina espressivamente le leggi della Natura studiate, in linguaggio astratto ed universale. Ne consegue che la Natura viene letta ed interpretata come un grande meccanismo descrivibile, semplificata al massimo e la ragione scientifica ridotta a pura analisi speculativa.
Una tale concezione della Scienza non è più in grado di rispondere ai nuovi bisogni culturali della società, che si pone nuove problematiche della conoscenza di fronte allo svanire di certezze che investono tutto il mondo delle Scienze Naturali ed Esatte.
E' bene riflettere su due aspetti centrali che fondano le possibilità attuali della Scienza, per rispondere adeguatamente al neoscetticismo imperante che va affermandosi e che vuole scardinare gli stessi paradigmi scientifici: il primo aspetto consiste nel fatto che la Scienza non è in grado di dare una spiegazione del perché dei fenomeni naturali, ma si limita sempre e comunque a descrivere come si manifestano; il secondo aspetto nasce dalla rinuncia a studiare qualunque fenomeno si presenti all'osservazione in quanto non sia risolvibile dagli strumenti tecnologici di misura che possediamo. Così si verifica che le nostre conoscenze sono approfondite in alcuni settori, ma vaghissime in altri, accantonando per impossibilità strumentali e metodologiche questioni importanti. Ne derivano una discontinuità delle conoscenze ed una drastica limitazione delle possibilità della Scienza in alcuni settori del sapere.
Nonostante ciò la Scienza si è edificata su due assunti forti: che le attuali discipline scientifiche sono possibili solo in determinate condizioni e circostanze in cui esistono fenomeni studiabili; il secondo punto è che devono esistere fenomeni descrivibili con il nostro linguaggio matematico-simbolico ed astratto.
Questi due fondamenti, autolimitanti e restrittivi lo stesso metodo di ricerca, hanno rivalutato il procedimento scientifico accelerando uno straordinario bagaglio di conoscenze ed innescando un gigantesco processo di crescita culturale. Questo nucleo della razionalità scientifica, dunque, se da una parte ridimensiona il metodo scientifico, in quanto pochi sono i fenomeni naturali studiabili, dall'altra rivaluta le capacità del sapere scientifico in quanto notevoli sono i passi compiuti nelle dinamiche conoscitive, nonostante le forzate autolimitazioni che lo stesso metodo ha imposto.

Il sapere fluttuante
La ricerca di leggi generali della Natura non è più l'obiettivo principale di alcuni settori della ricerca di punta del mondo scientifico. La presunzione unificante del sapere, teso alla ricerca di leggi universali, non è più in grado di spiegare alcuni fenomeni naturali di per sé irregolari e incostanti. Si sente quindi la necessità sul piano epistemologico di rinunciare alle categorie di semplicità, ordine e regolarità nello studio descrittivo della Natura, per approfondire il metodo di ricerca attraverso categorie opposte quali complessità, disordine e caoticità, al fine di superare la concezione meccanicistica e riduzionista e comprendere più a fondo gli altri aspetti irregolari ed imprevedibili del mondo.
Difatti la linearità di comportamento di alcuni fenomeni naturali induce semplificazione nello studio dei sistemi complessi (vedi le leggi fonda mentali del moto, ecc ... ), producendo descrizioni regolari dettagliate con la possibilità di fare previsioni sul comportamen to dei sistemi nel tempo.
I limiti metodologici attuali consistono nella soluzione di problemi in cui la "non linearità" di comportamento dei fenomeni naturali risulta essere il problema principale; si tratta di mutare la pregiudiziale concezione causale, servo-meccanica e riduzionista in cui accade tutto ciò che è previsto da leggi matematiche universali, con l'idea di una realtà in cui può accadere qualunque fenomeno che non è espressamente vietato da vincoli precisi e senza alcun riferimento a meccanismi specifici sottostanti.
Il campo delle DINAMICHE CAOTICHE sta così vivendo in questi ultimi anni una crescita esplosiva che investe molte discipline dalla chimica alla fisica, all'ingegneria, alla medicina, all'economia. L'ordine gerarchico dell'hegelismo, la macchina deduttiva della Scienza, cedono il passo alla scoperta e definizione di nuove grandezze matematiche e scientifiche in grado di investigare il disordine naturale, discernendo probabilmente un ordine logico che vi è nascosto. Difatti nei sistemi caotici si vanno stranamente evidenziando isole di comportamento ordinato e regolare secondo certi ritmi, circoscritte nello spazio e nel tempo, che fanno presagire la possibilità di evidenziazione di un ordine più complesso che comincia ad essere nuova materia di studio, attraverso un approccio scientifico interdisciplinare ed integrato. Inoltre, i molti esempi di situazioni caotiche che nascondono al proprio interno un ordine apparentemente incomprensibile possono situarsi in un progetto logico di risposta della materia vivente in situazioni particolari (esempio: alterazioni del ritmo cardiaco, dinamiche del processo infiammatorio, alterazioni elettroencefalografiche, etc. che variano caoticamente nell'individuo sano, mentre una maggiore regolarità potrebbe essere segno di malattia); i fenomeni cardiaci, quindi, devono essere interpretati come un epifenomeno normale di risposte della materia vivente in determinate circostanze e tendono ad arricchire ed amplificare la logica del comportamento naturale.
Determinare i nuovi valori che vanno emergendo ed intravedere un nuovo progetto scientifico sarà il compito fondamentale della Scienza del 2000. Si intravede, così, una progettualità metodologica scomposta, articolata, frammentata con una logica non più olistica ma variabile in configurazioni ideologiche diverse che giocano nel comporsi e ricomporsi in strutture geometriche complesse, alcune sicuramente causali e riduzioniste, altre senza un determinismo predittivo, che noi oggi definiamo caotiche.


NOTE
La bibliografia dell'argomento accennato è sterminata. Segnaliamo alcuni contributi più significativi.
1) KARL POPPER, La logica della scoperta scientifica, (1932), Einaudi, 1970.
2) ARCANGELO ROSSI, Strumenti, macchine e scienza dalla preistoria all'automazione, Pescara, 1984.
3) BRUNO DE FINETTI, La logica dell'incerto, Il Saggiatore, Milano, 1985.
4) THOMAS KUHN, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Ed. Einaudi, 1969.
5) IMRE LAKATOS, La metodologia dei programmi di ricerca scientifici, vol. I, Il Saggiatore, Milano, 1985.
6) DAVID OLROYD, Storie della filosofia delle Scienze, Il Saggiatore, Milano, 1989.
7) AA. VV., L'ape e l'architetto, Feltrinelli, Milano, 1976.
8) JAMES GLEICK, Il caos, Rizzoli, Milano, 1989.
9) SERGIO CARRA, La formulazione delle strutture, in particolare il cap. 4°, Bollati Boringheri, Torino, 1989.
10) ILYA PRIGOGINE, ISABELLE STEIGERS, Le nuove alleanze, Einaudi, Torino, 1981.
11) GILLES DELEUZE, La piega (Leibniz e il Barocco), Einaudi, 1990.
12) AA, VV., Caos, in Le Scienze, n. 222, pp. 10-21, febbraio 1987.
13) AA. VV., Gli ordini del caos, Manifestolibri, Roma, 1991.
14) DAVID LANDES, Storia del tempo, l'orologio e la nascita del mondo moderno, Mondadori, Milano, 1984.


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