§ L'inedito

Poesie




Luigi De Simone



T.T.

So di avere e m'illudo
Di essere un tesoro tardivo

Per giunta ostacolato dai telefoni,

Che sono tanti e tutti
Uno peggiore dell'altro

E servono per non udirsi,
Per capirsi sempre di meno peggio:

Servono per uccidere la gioia
D'un contatto,

D'una parola che giovi a entrambi
Come un bastone

O una stampella, una gruccia o un trucco
Per dire siamo vivi e non abbiamo
Un passato

Se non di aria e che appartiene
Ad altri

Ma con una tenerezza
Che si raddoppia giorno per giorno,

Mentre il senso di tutto questo
Scappa via come un topo

Ed ha ragione.


Roma, 15 agosto 1992

A MICRO/ONDE

Ti voglio bene
E poi?
Ti voglio bene
E poi?
Ti voglio bene e poi
Compera un disco nuovo,
Uno che non s'incanti,

che resista alla non speranza,

Che capisca quanto grande
(Se il forno si spegne) sarà il gelo,

La luce che fa buio
Per dis/petto allo specchio.

NEANCHE SOTTO LA TERRA

Tutti crediamo
Di sapere cos'è mai un cimitero,

Ma qualcuno vede
Le ossa con i capelli

E che nessuno è uguale a nessuno
Neanche sotto terra.

IL LUOGO SERENO

Siamo al punto
Che si pagano solo bollette

Della luce o telefono
Per una morte vera ed uno finto,

Ossia per due fantasmi
Che s'incontrano

In un luogo lontano, sereno,
Che non c'è.

DUETTO

Ti sembra degno,
Decente

Amarmi quando sto per sparire?

No, non lo è
Ma non è

Possibile nemmeno il contrario.

MURI

I due muri di ferro dolce
Ovverosia il passato

Ed il futuro semplice,
Si riavvicinano,

Tendono ad accoppiarsi
E il tempo di chi sta in mezzo

Si riduce sempre di più,
Non ha più aria

Né gioia né attenzioni
Se non quella d'un "riservato".

DURISSIMA E QUASI BIANCA

Come candele gli uomini
Si accendono con un fiammifero

Ed hanno il lucignolo incerto,
Un poco verticale e un po' sbandato

Secondo il vento o il moto
E per l'intanto

Si consumano,
Fanno una crosta che si raffredda

Durissima e quasi bianca.

GLI OCCHIALI

Io porto gli occhiali nella cinta
Come una rivoltella,

Naturalmente a salve,
Che serve tuttavia

Per tutte le stupidaggini
Che leggo

e fatica degli occhi e della mente.

LA RESA DEI CONTI

Le nubi della vecchiezza
Sovrastano tutti,

Ma sarebbe
Grande offesa alla vita

Morire serenamente.

LO ZOLFANELLO

Quel che accende
E' solo la punta della fiamma,

Mentre il suo splendore di luce

Serve solo per annerire
la carta e per bucare

Il divano.

LA SIGARETTA PROIBITA

Sento nell'orecchio
Il mite soave fruscio

Della carta che brucia
Insieme col tabacco.

Il male lo sento dopo
Non per via dell'udito

Ma tramite il sangue
Che continua ad andare e venire

Sempre peggio.

EDITORE POETA

M'è capitato
Di inciampare

In un editore poeta
O viceversa

Ma il gioco di parole
Non salva né me né lui.


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