Il
fermento innovativo instauratosi dopo la dissoluzione del COMECON sembra
non volersi limitare solo ai Paesi membri di quell'Organismo. Esso ha
infatti superato molti confini ed anche se diverso nella forma è
essenzialmente uguale nella sostanza: cambiare! Voglia di cancellare
la diversità, desiderio di uniformarsi ad una economia mondiale,
eccitazione produttiva, industrializzazione. In sintesi, un mondo economico
e politico di apertura, di rinnovamento.
I tentativi in atto nei molti Paesi interessati sono concreti.
I risultati possono essere spesso lenti, a volte modesti, ma alea iacta
est.
E l'Est che tratteremo - passando per la vicina Bulgaria - è
rappresentato dall'India.
Gli argomenti, società e commercio, che riguardano questi due
'continenti', danno la possibilità all'imprenditore di non considerare
lontani, quanto la loro distanza dall'Italia, mercati vasti, importanti
ed anche disponibili al... consumismo occidentale. Ma il ritardo, troppo
ritardo, deve essere evitato! Lasciamo, dunque, alle spalle per un momento
quest'Europa così poco unita, disorientata e confusa ed iniziamo
il viaggio dalla Bulgaria.
COSTITUZIONE
DI SOCIETÀ MISTA IN BULGARIA
La dichiarazione di moratoria del 1990 affonda le sue radici nella
politica delle importazioni attuata dalla Bulgaria negli anni '80,
politica che ha contribuito ad allargare il deficit monetario e ad
ingigantire il persistente deterioramento del debito.
A peggiorare la situazione economica con il relativo declino della
produzione, che si è riflesso soprattutto a livello sociale,
è stata anche la diminuzione delle esportazioni che in moneta
convertibile sono scese del 26% nel primo quadrimestre del 1990.
Le misure successivamente prese dalle Autorità Governative
hanno condotto ad una ripresa nelle esportazioni verso la fine dell'anno.
Le restrizioni all'importazione hanno raggiunto il 33% sempre nella
seconda metà del 1990, stabilizzandosi ad una media annua del
25%. Risultato: un abbassamento del deficit in valuta convertibile
a 800 milioni di dollari che gli interessi hanno elevato ad 1,1 milioni
di dollari.
Le altre misure finanziarie tendevano a ridurre la riserva di moneta
estera. Ciò però non ha evitato che, sempre nel 1990,
fossero raggiunti i 3 milioni di dollari di debito nel medio e lungo
termine.
Anche l'accordo con l'IMF che doveva essere concluso, secondo i piani
per il mese di novembre, slittò al successivo febbraio 1991.
Tuttora la posizione commerciale della Bulgaria nei confronti dei
Paesi occidentali non è particolarmente favorevole anche in
considerazione del fatto che questo Paese - più di tutti gli
altri Paesi dell'Est Europeo - aveva quale maggior partner commerciale
l'arca del Comecon.
La produzione industriale non è certamente migliorata, ma bisogna
dire che la disgregazione del precedente sistema economico, cui è
seguita una graduale ma concreta trasformazione, è iniziata
solo nel gennaio 1991.
Le prime conseguenze sono rintracciabili nella instabilità
generale che ha colpito sia le imprese che i cittadini. Il cambio
del lev - però - si è mantenuto su una linea costante
per la maggior parte dell'anno.
Con l'avvio della privatizzazione e, nonostante grandi difficoltà,
sono nate molte società che hanno sostituito quelle di monopolio.
L'incentivazione al privato ha stimolato soprattutto il terziario
con effetti senz'altro benefici anche sul sistema bancario che sta
cercando una sua nuova dimensione, sul turismo e sulla produzione
agricola. Nel 1991 e nel 1992 il settore pubblico ha mostrato una
ripresa, anche se debole.
In passato la ditta estera che voleva essere presente in Bulgaria,
doveva rivolgersi alla INTERPRED, composta da Il Agenzie di rappresentanza
sparse nel territorio bulgaro. La stipula del Contratto le cui norme
venivano liberamente fissate dalle parti contraenti avveniva in ottemperanza
alle norme vigenti in materia.
Possedendo determinati requisiti, potevano essere aperti propri uffici
di rappresentanza sotto l'egida della Interpred, che sceglieva anche
il personale da assumere che - comunque - doveva corrispondere alle
esigenze della ditta estera. L'autorizzazione veniva concessa dal
Ministero per il Commercio Estero. I requisiti richiesti erano: -
avere rapporti di affari durevoli e stabili con organismi bulgari
che operano nel campo del commercio estero;
- avere concluso contratti di cooperazione economica, tecnica e produttiva
con organismi economici bulgari;
- aver concluso contratti importanti.
E' facile desumere i problemi cui tale normativa dava luogo a chi
- imprenditore estero - voleva iniziare una attività nel Paese.
Le questioni che insorgevano venivano sottoposte alla Corte d'Arbitraggio
presso la Camera di Commercio e dell'Industria Bulgara, che risolveva
le vertenze contrattuali di diritto civile, di commercio estero, di
carattere economico o scientifico-tecnico internazionale.
Sempre presso la Camera di Commercio dell'Industria Bulgara, funzionava
l'Ufficio Brevetti che rappresentava le persone fisiche o giuridiche
straniere per la registrazione di brevetti, marchi, modelli ecc.,
mentre dei diritti di autore si occupava l'Agenzia "Jusautor".
Le riforme enunciate nei primi mesi del 1990 hanno portato alla revoca
ed all'emendamento di molte leggi, fra cui il Decreto 56 dell'89,
che rendeva possibile la compartecipazione estera con alcuni limiti
fra cui la possibilità di partecipare a non più di 2
imprese.
Le aziende potevano superare i 10 dipendenti previsti e potevano inoltre
disporre di valuta convertibile. Le imprese private cominciarono ad
unirsi nell'Unione per l'iniziativa economica dei cittadini e potevano
anche fare affidamento su una banca di credito commerciale, appositamente
istituita, il cui capitale iniziale di 4 milioni di dollari era pari
- allora - a 10 milioni di leva.
Il Lev, moneta nazionale, è stato più volte oggetto
di quotazioni: da una quotazione dello 0,80 di leva iniziali si è
passati, attraverso una facile confusione fra tasso ufficiale, commerciale
e turistico, ad una quotazione certamente più realistica.
Per tutto il 1992 è continuata la posizione di apertura verso
il nuovo sistema di economia di mercato, ma l'attuazione ha comportato
la frantumazione delle strutture precedenti che, non ancora sostituite
da nuove e più valide, rappresentano la causa principale -
secondo fonti bulgare - della "lentezza ed incoerenza della riforma".
Continua però la tendenza alla stabilizzazione della valuta
ed al contenimento dell'inflazione, ma la graduale liberalizzazione
dei prezzi ha provocato un senso di generale instabilità.
Le società sorte dalla caduta delle vecchie stanno cercando
di adeguarsi al nuovo sistema ma l'indebolimento, la cancellazione
di alcuni debiti da parte del Governo, con relativo peso sul bilancio
statale, sanato da un intervento della Banca di Stato, hanno reso
quasi inefficace la politica d'investimenti. E si è convenuto
di rallentare il processo di trasformazione.
Dal novembre 1991 e per tutto il 1992 la ripresa della produzione
nel settore industriale e produttivo e la tendenza alla crescita in
tutti i settori dell'economia potrebbero fare pensare ad una semplice
"battuta d'arresto".
In questo quadro l'investitore straniero stenta a farsi parte integrante
dell'economia bulgara, nonostante vivo rimanga il suo interesse. E'
anche vero che sono state create molte società miste, ma ènecessario
perché il loro numero aumenti, e rapidamente, che il sistema
legislativo e fiscale venga ad essere modificato. Ed a questo proposito,
la legge emanata alla fine del mese di gennaio 1992 ("Sugli Investimenti
stranieri") segna un fermo passo in avanti.
Fra le molte innovazioni apportate da questa legge, con la revoca
di quella del giugno dello scorso 1991, la prima e più evidente
è la parità che viene a rendere uguali il cittadino
straniero e il cittadino bulgaro. E questo vale anche per le società
a partecipazione straniera che vengono ad essere equiparate alla persona
giuridica bulgara.
Altra importante innovazione è l'abolizione dei limiti esistenti
e relativi alla quota di partecipazione in una società mista
che può ora raggiungere anche il 100%.
La persona fisica straniera che voglia esercitare attività
di commercio o partecipare in una cooperativa, in una società
in nome collettivo o in una società in accomandita semplice
o in accomandita per azioni, deve avere il permesso di residenza permanente
in Bulgaria. La revoca di questo permesso può essere impugnata
con i normali procedimenti amministrativi.
La società con partecipazione straniera ha gli stessi diritti
della società bulgara, può acquistare immobili ed altri
diritti reali inerenti all'attività d'impresa.
I settori di attività esclusi dagli investimenti stranieri
sono, ora, molto meno numerosi. Per alcuni è ancora necessario
un permesso che viene rilasciato dal Consiglio dei Ministri o da altro
Organo a ciò preposto in caso di esercizio di attività
d'impresa, mentre viene rilasciato dal Consiglio di Amministrazione
della Banca Bulgara entro sei mesi dalla richiesta qualora si tratti
di attività bancaria ed entro tre mesi se, al contrario, vi
è solo partecipazione in società bancaria.
I settori per i quali è necessario il permesso sono:
- produzione e commercio con armi, munizioni ed equipaggiamenti militari;
- attività bancaria e assicurativa nonché partecipazione
in società bancarie e assicurative;
- acquisto di immobili in zone particolari determinate dal Consiglio
dei Ministri;
- prospezione, coltivazione o estrazione di risorse naturali;
- partecipazione che garantisca la maggioranza nelle Assemblee di
società che svolgono le attività di cui sopra.
Il rifiuto alla concessione del permesso deve essere motivato.
In tema di agevolazioni non è irrilevante che l'attuale legge
bulgara definisca investimento straniero l'impiego di danaro da parte
di persona straniera o di società con quota di partecipazione
straniera superiore al 50% per l'acquisto di beni immobili, di partecipazione
in azioni o quote societarie, di proprietà aziendali, di depositi
bancari, ecc.
All'investitore straniero che venga espropriato -l'espropriazione
può essere decisa soltanto con legge - viene assicurato un
indennizzo che, con il suo consenso, può avvenire in danaro
al prezzo di mercato, oppure il bene espropriato può essere
sostituito con altro bene di equivalente valore e situato in prossimità
di quello espropriato.
L'eventuale differenza di valore fra i due immobili verrà corrisposto
a parte.
La decisione di espropriazione può essere impugnata davanti
alla Corte Suprema.
Società
mista
Per la costituzione di una società mista, la Bulgaria prevede
che possano essere utilizzate tutte le forme giuridiche ammesse dalla
legge nazionale, e cioè:
- società per azioni;
- società a responsabilità limitata;
- società in accomandita semplice;
- società in accomandita per azioni.
Regole societarie generali sono quelle per le quali è necessario
che il nome (la ditta) della società di nuova fondazione, sia
essa società mista o no, deve essere diverso da quelli già
registrati nel Paese. E' evidente che si tenta di evitare possibili
confusioni.
Il fondo statutario della società deve essere uguale al valore
dei beni alla data di costituzione ma, anche se tutto il fondo statutario
non è versato, il Tribunale registrerà ugualmente la
somma prevista per il fondo statutario. Sarà cura del Consiglio
direttivo nella sua prima riunione verificare la disponibilità
e adottare immediatamente le misure necessarie per il completamento
del versamento.
La Società per azioni deve apporre dopo il nome (la ditta)
la sigla FA (SpA). Il contratto costitutivo specifica l'oggetto dell'attività,
l'ammontare del fondo statutario, il numero ed il valore delle azioni
nominali ecc., così come è d'obbligo per la costituzione
di tale tipo di società ormai in ogni Paese.
Generalmente il valore degli apporti viene calcolato come segue:
1. Immobili e diritti reali: secondo il prezzo di vendita;
2. Macchinari ed impianti: secondo il loro valore;
3. Materie prime e materiali: secondo il prezzo in vigore.
La società a partecipazione straniera può calcolare
gli apporti secondo un accordo stabilito dai soci, o dall'Assemblea
che, oltre a stabilire l'ammontare del fondo statutario, la garanzia
dei versamenti, la regolarità dell'Assemblea, vigila che siano
state osservate tutte le disposizioni relative alla costituzione della
società, adotta lo Statuto, elegge il Consiglio di Direzione
e di Controllo.
In mancanza di registrazione entro due mesi, i versamenti e le garanzie
offerte per la costituzione della società stessa vengono restituiti
dalla Banca ai soci sempre che questi non decidano diversamente e
all'unanimità. Le spese sostenute per la costituzione della
società vengono assunte proporzionalmente dai soci se non diversamente
convenuto.
Società
a responsabilità limitata
Questo tipo di società appone dopo la ditta (il nome) l'abbreviazione
FRI, (Srl). Le quote possono essere fissate in beni, oggetti, diritti
reali ed altri diritti. Per la valutazione degli apporti valgono le
regole stabilite per la società per azioni.
L'Assemblea Generale degli associati viene convocata due volte l'anno;
la riunione straordinaria ha luogo su richiesta dei soci, o di chi
vi abbia interesse. L'Assemblea è regolarmente costituita quando
il numero dei presenti raggiunga la maggioranza necessaria per la
trattazione dell'oggetto all'ordine del giorno. In casi di particolare
urgenza, l'Assemblea generale può decidere senza riunirsi,
per mezzo di un processo verbale (relazione) firmato da tutti i membri.
Come si vede, anche per la Srl non sussistono norme particolari se
non in casi eccezionali che si possono poi ricondurre ad altre figure
giuridiche.
La normativa sulla Società in accomandita semplice e sulla
Società in Accomandita per Azioni non è particolarmente
difforme da quella sulle società per azioni ed a responsabilità
limitata se non per le peculiarità insite in questi tipi di
società.
La legge detta anche le regole per la registrazione entro 1 mese degli
investimenti, che viene fatta attraverso una dichiarazione su apposito
modello fornito dal Ministero delle Finanze. La registrazione deve
poi essere pubblicata.
Vigono anche sanzioni amministrative in caso di deroghe alle revisioni
legislative.
Una specifica garanzia è quella che prevede che i crediti in
lev o valuta estera possano essere ipotecati: in questo caso non è
necessaria alcuna autorizzazione statale, e i crediti possono anche
essere oggetto di pegno, per il quale però è preferibile
un contratto scritto e con data certa.
All'investitore che voglia rimpatriare il proprio reddito è
consentito l'acquisto di valuta da Banche bulgare: la relativa esportazione
è, invece, consentita su presentazione della certificazione
di avvenuto pagamento delle tasse.
La legge non stabilisce percentuali di reddito tassabili, ammontari
fissi o quant'altro in materia può essere utile all'investitore
estero. Rispetto alla precedente essa innova, migliorandole, le disposizioni
sugli investimenti, ma saremmo dell'avviso che il legislatore bulgaro
dovrebbe soddisfare maggiormente le aspettative del capitale straniero,
evitando di fondere in un unico decreto problemi che concernono altri
diritti, e non completi - menomandola nella sua specificità
- una normativa economica.
Da ricordare che con legge 29 novembre 1990 n. 389, pubblicata in
un Supplemento alla Gazzetta Ufficiale, è stata ratificata
la Convenzione fra l'Italia e la Bulgaria stipulata fra i due Paesi
il 21 settembre 1988, intesa ad evitare la doppia imposizione sulle
imposte sul reddito, sul patrimonio ed a prevenire le evasioni fiscali.
India
Commercio con
l'estero
Modificato anche il commercio con l'estero, l'aspetto più significativo
della riforma iniziata nei mesi di luglio e agosto 1991 è di
aver snellito le procedure per l'importazione e l'esportazione e di
aver ridotto notevolmente il numero delle licenze in precedenza previste
per la totalità delle operazioni commerciali.
Le licenze, infatti, erano obbligatorie sia per l'importazione di
materiale greggio, di parti di ricambio, sia di componentistica e
così via.
Organo di controllo era il REP License (Registered Exporters Policy
License), che applicava sul valore dell'esportazione una percentuale
variabile in funzione del prodotto o della merce.
Nel mese di febbraio 1992, la politica commerciale è stata
oggetto di cambiamento sostanziale attuato sia con l'introduzione
della convertibilità parziale della Rupia sia con l'abolizione
dell'EXIM Scrip.
L'Exim Scrip, la cui validità era stata prolungata da 12 a
18 mesi e poteva essere ottenuto in 48 ore dalla presentazione della
do manda, verrà sostituito da un GEC, "General Exchange
Certificate", il cui scopo è quello di semplificare ancora
di più le formalità di scambio con l'estero. Con l'entrata
in vigore, il 1° aprile 1992, del Foreign Bill Trade Act, 1992,
la trasformazione ha avuto la sua svolta decisiva. Attualmente al
commercio con l'estero vengono applicate le norme basilari dell'Imports
and Exports Control Act, 1947 e successive modifiche e quelle della
Nuova Politica Commerciale valida per il quinquennio 1992-1997.
Dal primo maggio dell'anno scorso, inoltre, per rendere più
agevole il lavoro negli uffici, sono entrate in vigore nuove procedure
che rendono compatibili con i computer i vari moduli necessari per
l'importazione e l'esportazione. Una più esatta razionalizzazione
dell'I.T.C. (Indian Trade Classification) è stata pubblicata
alla fine di giugno.
Allo stato attuale, gli obbiettivi che l'india si propone di raggiungere
con la Nuova Politica di Importazione/Esportazione sono:
1) rendere mondiale il commercio estero indiano;
2) promuovere la produttività, l'ammodernamento, la competitività
delle industrie del Paese, ivi compresa la capacità d'esportazione;
3) incoraggiare il raggiungimento degli standard qualitativi internazionali
e migliorare così l'immagine dei prodotti indiani all'estero;
4) aumentare le esportazioni indiane attraverso un più facile
accesso ai materiali greggi, alla componentistica, ai beni di consumo,
e ai beni capitali del mercato internazionale;
5) promuovere l'efficienza e la competitività internazionale
nell'importazione attraverso la semplificazione delle procedure;
6) eliminare o diminuire le licenze ed i controlli;
7) semplificare le procedure di import / export;
8) rafforzare lo sviluppo, la ricerca e le capacità tecnologiche.
Struttura del
commercio estero
Le EPC, "Export Promotion Council", sovrintendono alla realizzazione
per settore dei programmi sopra menzionati. In numero di 19, sono
Organizzazioni senza fini di lucro, registrate sotto il "Companies
Act" o il "Societies Registration Act"; il loro finanziamento
è assicurato dal Governo Centrale.
Il "Registration cum membership Certificate" (RCMC) emesso
dalle EPC assicura ai soci anche con la Nuova Politica i benefici
c/o concessioni ad esso connessi e derivanti.
Compiti principali delle EPC sono: acquisizione di informazioni commerciali
utili ai soci, assistenza agli stessi in campo tecnologico onde migliorare
la qualità dei prodotti, i disegni industriali, ecc; organizzazione
di incontri all'estero; partecipazione a fiere nazionali e internazionali;
miglioramento dei rapporti fra esportatori e autorità, sia
a livello centrale che statale; preparazione di statistiche sull'esportazione
e sull'importazione e su qualsiasi altro dato concernente il commercio
internazionale.
In sintesi, promuovono e sviluppano l'esportazione di un gruppo di
prodotti, progetti e servizi.
Le elenchiamo:
1) Engineering Expon Council
2) Overseas Construction Council of India
3) Electronics and Computer Software Export Promotion Council
4) Plastics & linoleums Export Promotion Council
5) Basic Chemicals, Pharmaceuticals and Cosmetics Export Promotion
Council
6) Chemicals, and Allied Products Export Promotion Council
7) Gems & Jewellery export Promotion Council
8) Council for Leather Exports
9) Sports Goods Export Promotion Council
10) Cashew Export Promotion Council
11) Shellac Export Promotion Council
12) Apparel Export Promotion Council
13) Syynthetic and Rayon Textiles Export Promotion Council
14) Indian Silk Export Promotion Council
15) Carpel Export Promotion Council
16) Export Promotion Council for Handcrafts
17) Wool & Wooliens Export Promotion Council
18) Cotton Textiles Promotion Council
19) Handloom Export Promotion Council
A queste si aggiungono 38 "Regional Licensing Authority".
31 CONIMPEXTRA, competenti ciascuna per il proprio territorio e 7
SEEPROZONE, KAFTZ, MEPZ, CEPZONE, LIVWELL, FEPZ, VEPZ, costituite
e mantenute per lo sviluppo congiunto di unità dislocate nelle
varie Export Processing Zone, Free Trade Zone, Export Oriented Unit
(esempio: Santa Cruz, Kandla, Madras, Cochin, ecc.).
Al di sopra di tutti questi organismi vi è il Ministero del
Commercio con l'Estero, con il Chief Controller Of Imports and Exports
che presumibilmente verrà sostituito dal Direttore Generale
per il commercio con l'estero (DGFT).
IMPORTATORI
/ ESPORTATORI
Chiunque, persona fisica o giuridica, voglia diventare importatore/esportatore
deve ottenere il proprio import-export code nuber (IEC).
Le uniche tre categorie esenti dal code number sono: Ministeri o Dipartimenti
del Governo Centrale o Statale, coloro che importano o esportano beni
per proprio uso personale e gli importatori che rientrano nella "Savings
Clause 11 del 1955" Import (Control) Order.
L'Iec può essere richiesto ed ottenuto presso i competenti
uffici presenti in tutto il territorio indiano (32 località).
L'attribuzione del numero di codice IEC assoggetta il richiedente
all'osservanza delle regole fissate dall'Imports Control Act del 194
7 e successivi emendamenti, nonché alle regole stabilite dall'
"Import Export Policy" del 1992.
Gli importatori sono a loro volta divisi in tre categorie:
1) Actual users, suddivisi in industriali e non industriali;
2) Registered export: coloro che hanno un certificato emesso da un
Consiglio per la promozione dell'esportazione (EPC) o da altra Autorità
designata dal Governo sempre al fine di promuovere l'esportazione.
3) Altri.
Sussistono comunque, tuttora, vari tipi di licenze che vengono rilasciate
per categoria di importatori: per esempio, la import replenishment
licence per gioielli e pietre preziose viene concessa ai commercianti,
ai produttori, alle case di esportazione e alle case di commercio
registrate sulla base dell'Import Policy Registered Exporters.
La OGL, "Open General License", richiesta per l'esportazione
di prodotti, può essere utilizzata anche per l'importazione
di beni non soggetti a OGL con esclusione di quelli inclusi nelle
liste speciali. Se le L/C (Lettere di Credito) relative risalgono
alla data del 31-3-92, in questo caso anche altre categorie di esportatori
possono utilizzarle solo però per alcuni prodotti; per esempio:
per materiali greggi, componentistica, beni di consumo, dagli Actual
users; per beni capitali, strumenti, materiale greggio, componentistica,
accessori strumenti e prodotti di consumo, dal Dipartimento di Governo,
Poste e Telecomunicazioni, Radio ed altri.
LICENZE
Con le nuove regole il commercio con l'estero èlibero, quindi
beni capitali, materiale greggio, componentistica, beni di consumo,
accessori, strumenti ed altri prodotti possono essere importati liberamente
da qualsiasi persona, sia essa utilizzatore o no, ma, qualora la licenza
sia obbligatoria, deve essere richiesta solo dal fruitore. Tutte le
licenze, che includono il relativo Permesso di Sdoganamento con pari
durata, hanno validità annuale. Se la scadenza non è
prevista, esse decadono automaticamente il 31 marzo; l'anno decorre
dal 31 aprile.
Le autorità indiane stabiliscono le condizioni ed i termini
cui è soggetta la licenza, la cui richiesta deve prevedere:
1) l'utilizzatore, il fruitore (nome ecc.).
2) l'assolvimento degli obblighi imposti per l'esportazione.
3) quantità, descrizione e valore della merce.
4) il maggior valore, se esistente.
5) il Paese d'origine e di destinazione.
6) il prezzo minimo richiesto per l'esportazione.
Materiali o merci di seconda mano possono essere importati secondo
quanto stabilito dall'Import/Export Policy in vigore e dalla relativa
licenza con esclusione di:
1) Lampade elettriche;
2) materiali da imballaggio e imballi;
3) stampa e processi relativi;
4) vestiario;
5) processi per la lavorazione delle pelli.
La domanda per ottenere la licenza d'importazione di beni usati (vedi
fac-simile, alle pp. 56, 57, 58 e 59) deve specificare in modo dettagliato
tutte le informazioni inerenti alle fabbriche, ai macchinari, agli
accessori ed ai prezzi, allegare eventuali fotografie, indicare il
costo di spedizione e di assicurazione oltre ad un certificato redatto
nella forma prescritta dalla legge, da una società di certificazione
ingegneristica o da un Istituto di Ingegneri del Paese di esportazione,
che attesti la vetustà, non più di 7 anni e la residua
durata prevista o prevedibile, minimo 5 anni, del bene oggetto d'importazione.
Tale certificazione (vetustà e durata residuale) non esclude
che la valutazione dell'opportunità dell'affare non sia lasciata
alla libera discrezionalità del richiedente.
Infine, alcune categorie di esportatori e importatori possono utilizzare
una speciale licenza all'importazione che viene concessa a particolari
esportatori: Export Houses, Trading Houses and Star Trading Houses
e produttori la cui certificazione qualitativa rientri nella serie
1SO 9.000 e BIS 14.000. Tale certificazione di qualità permette
di ottenere una licenza d'importazione equivalente a quella d'esportazione
anche per beni inclusi nella lista negativa d'importazione.
Le Export Houses, Trading Houses e le Star Trading Houses, commercianti
o produttori, società d'esportazione con partecipazione straniera
che al 31 marzo 1992 risultavano essere state costituite sotto la
regolamentazione venuta meno il I' aprile, manterranno la loro posizione
per i tre anni previsti; al momento del rinnovo, però, dovranno
seguire le regole della Nuova Politica e cioè NFE (Net Foreing
Exchange) che per il riconoscimento della stessa posizione richiede
una media di guadagno annuale basata sugli ultimi tre anni o sull'ultimo
anno, come segue:
L'Esportatore la cui attività d'esportazione è soggetta
all'ottenimento di un Certificato emesso da "Chief Controller
of Import and Exports", le Export Houses", le Trading Houses"
e le "Star Trading Houses" possono richiedere l'autocertificazione
permessa con l'Advance License Scheme".
Una maggiore autonomia è stata concessa alle aziende export-oriented
ed a quelle attive nelle export Processing Zone ammesse allesportazione
attraverso le Export Houses, Trading Houses and Star Trading Houses.
La lista negativa (importazione) prevede quattro categorie di prodotti:
3 proibiti: grassi, animali, avorio.
109 controllati, fra cui beni di consumo, durevoli e non, pietre preziose,
semipreziose, ecc.
8 canalizzati, fra cui prodotti petroliferi, fertilizzanti, chimici-farmaceutici,
olii commestibili, cereali.
La lista negativa (Esportazione) prevede quattro categorie di prodotti:
7 proibiti, fra cui carne, grassi animali, uccelli esotici, selvaggina,
legno.
51 ammessi su licenza: fra cui pelli, pellami, pellicce, pelletterie,
calzature, bestiame, cocco e olii, metalli, minerali, riso e cereali,
seta semi, olii vegetali.
10 esportabili da agenzie canalizzate, fra cui benzine, petroli, resine
gommose, burro, minerali di ferro latte in polvere.
57 esportabili a specifiche condizioni, fra cui armi e munizioni,
prodotti agricoli, artigianato, cotone grezzo, seta.
I beni importabili liberamente ed utilizzati per produzioni dirette
all'esportazione sono ammessi a trattamenti agevolati quali "Export
Promotion Capital Goods Scheme", Duty Exemption Scheme"
Export Oriented Unit Scheme" Exporto Processing Zone Scheme".
Il commercio di beni canalizzati può essere attuato da Agenzie
specificatamente designate, anche se il Governo Centrale si è
riservato il diritto di rilasciare ad altri tale licenze.
Le altre restrizioni consistono in licenze, registrazioni, limiti
quantitativi. Ogni richiesta di licenza d'importazione deve avere
allegate due copie di ricevuta bancaria attestante l'avvenuto deposito
della tassa relativa secondo lo schema seguente:
Sono esentati dal pagamento della tassa e quindi dal deposito:
- il Governo Centrale e Statale o ufficio o dipartimento di Governo
Centrale o Statale;
- le autorità locali per l'importazione di beni per proprio
uso e consumo;
- soggetti, persone fisiche che importano beni per uso personale (escluso
le autovetture).
Le licenze devono essere in doppia copia: per la dogana una, per il
controllo l'altra. E' ovvio che la descrizione dei beni o dei prodotti,
così come la loro quantità e valore devono essere riportati
correttamente sia sulla licenza che sulla fattura. in caso di errori
parziali c/o omissioni i tempi per lo sdoganamento verrebbero ad allungarsi
con grave danno in presenza di prodotti deteriorabili.
Le fatture FOB devono essere firmate in ogni loro copia.
Ad esse devono essere allegate le lettere di vettura e la lista di
carico poiché, in assenza di documentazione reltiva alle spese
di spedizione e di assicurazione, la dogana aumenta del 10% il prezzo
della fattura.
Completa esenzione o concessioni tariffarie sono accordate alle importazioni
provenienti da Paesi vicini o, in via di sviluppo, quali: Bhutan,
Bangladesh, Egypt, Brazil, ecc.
L'india che ha anche firmato una serie di accordi con Paesi Membri
dell'ESCAP (Economic and Social Commission for Asia and Pacific):
Afganistan 1978, Australia 1976, Bangladesh 1980, Buthan e Cina, Indonesia
1978, Giappone 1958, Nepal 1978, Filippine 1979, Repubblica di Korea
1974, Tailandia 1968. E' anche firmataria del GATT, dell'Agreement
ori Technical Barriers to Trade. Con la CEE ha firmato un accordo
di cooperazione commerciale che le garantisce il trattamento di Nazione
più favorita.
I documenti richiesti per l'importazione sono:
a) licenza d'importazione (se necessaria) e il permesso di sdoganamento;
b) dichiarazione doganale;
c) fattura (quattro copie);
d) certificato d'origine (tre copie);; e) lista di carico
f) lettera di vettura (due o più copie secondo quanto stabilito
dal vettore).
DAZI
I dazi doganali sono quattro, tutti approvati dal Parlamento. Il primo,
cioè il dazio base, non può essere aumentato senza l'approvazione
dell'Organo Parlamentare, può però essere diminuito
con semplice notifica al Dipartimento del Bilancio (Revenue) che lo
presenta al Parlamento per informazione.
Esso viene applicato sul valore dei beni, e/o a tariffa speciale.
Il secondo è quello ausiliario. Esempio: il Finance Act annuale
l'aveva fissato, per l'89, al 50% del valore, in generale è
calcolato sulla base del 45% del valore, escluso il petrolio ed altre
merci per cui esiste una tariffa specifica.
Il terzo è il dazio addizionale. La sua percentuale equivale
alla percentuale pagabile su articoli simili prodotti in India. il
calcolo si esegue sul valore delle merci più la somma del dazio
di base più il dazio ausiliario.
Il quarto è il dazio "protettivo" e addizionale,
applicato per proteggere le industrie del Paese. Può essere
specifico o ad valorem o specifico più ad valorem.
Il dazio totale sulle importazioni viene conteggiato sommando il dazio
base, quello ausiliario e quello aggiuntivo applicato quest'ultimo
sul dazio base e sull'ausiliario. La somma di questi tre dazi forma
la percentuale totale da applicare :
dazio base 60% dazio ausiliare 40% dazio addizionale 12%
Si calcola (60+40) x 0,12 = 12
60+40+12+12= 124% dazio totale.
Attualmente i dazi doganali variano da 0 a 125%. La tariffa più
elevata raggiunge il 200%.
Gli strumenti per handicappati, ad esempio, sono totalmente esenti,
così come sono esenti le merci inviate per via aerea per la
parte di spesa inerente al trasporto che supera del 15% il valore
FOB dei beni stessi.
Particolare importanza assume l' "Export promotion Capital Goods"
(EPCG), per cui l'importazione di beni capitali può essere
attuata sulla base di dazi doganali che variano dal 25% al 15% del
valore CIF dell'importazione. Gli stessi dazi vengono applicati all'esportazione
dei beni importati che deve però aver luogo entro un periodo
determinato. Le percentuali (del 25% e 15%) possono riferirsi all'importazione
sia di beni nuovi che usati.
I produttori nazionali di beni capitali possono utilizzare questa
stessa riduzione (15% del valore CIF) anche nel caso in cui debbano
importare componentistica.
Il valore aggiunto sulla esportazione di beni importati viene calcolato
sulla base seguente:
VA= ((F-C)/F)x 100
dove Va=Valore Aggiunto.
F=valore FOB realizzato da Export Oriented Unit (EOU) e Export Processing
Zone (EPZ).
C = somma totale inclusiva del CIF di tutte le importazioni, pagamento
in valuta estera di commissioni, royalties, percentuali, ecc. più
il valore di tutti gli acquisti fatti localmente da EOU/EPZ.
Esempio di valore minimo aggiunto per:
Elettronica
Computer software 60%
Video cassette 25%
Elettronica 20%
Tessili
Abito pronto 40%
Abito da fare 25%
Tessuti di seta 20%
Conseguenza immediata e positiva della Nuova Politica è stato
l'interesse mostrato da molte imprese italiane che, guidate dalla
Confindustria, sono partite nel novembre 1992 per l'India.
Il risultato dei molti incontri avuti con imprese indiane sono ritenuti
soddisfacenti da ambo le parti. Un futuro molto prossimo vedrà
consolidati i rapporti e gli accordi presi in tale occasione.
Le strutture
societarie e il liberismo economico
Quaranta anni di sviluppo programmato hanno permesso all'economia
indiana di riuscire a rendere il Paese autosufficiente in una relativamente
ampia gamma di beni e di prodotti (tessuti, derrate); di realizzare
una consistente rete di trasporti, di sviluppare l'ingegneria, la
chimica, ed anche di raggiungere una preminente posizione nella produzione
di zucchero, caffè, ferro, ecc.
L'economia è basata sul sistema misto - con prevalenza dello
Stato nei trasporti, comunicazioni, petrolio, carbone e così
via - e privato controllato, però, dallo Stato, attraverso
il rilascio di licenze, autorizzazioni, permessi. Sistema questo che
ha assunto ora una maggiore flessibilità nella suddivisione
tra i due settori: pubblico e privato.
La Nuova Politica
Industriale
La Nuova Politica Industriale del 1991, oltre alla liberalizzazione
dell'industria, a nuove norme inerenti al commercio con l'estero,
a misure favorevoli agli investimenti esteri, ha anche eliminato molte
delle pastoie burocratiche che frenavano gli investimenti di imprese
straniere.
Fra le molte positive novità vi è la possibilità
di partecipare in una società con la quota di maggioranza,
cioè il 51% (in precedenza era il 40%).
in breve è stato affidato un maggior ruolo nell'economia nazionale
al settore privato, sono state abolite le licenze e i controlli dell'attività
industriale con esclusione di 18 categorie d'industrie che rimangono
vincolate a licenza preventiva (Tav.1). Altri settori viceversa sono
riservati allo Stato, così come indicato nella Tav. 2.
E' stata anche ammessa l'approvazione automatica degli investimenti
esteri, ed è ora possibile ad una impresa con partecipazione
estera al 51 per cento, che operi nel campo dell'esportazione, accedere
al mercato internazionale.
La partecipazione in piccole imprese è ammessa fino ad un totale
del 24 per cento, e con l'attuale organizzazione per lo "Sviluppo
delle piccole imprese" esse potranno ottenere finanziamenti,
incentivi e facilitazioni ad hoc.
L'ingaggio di tecnici e di personale specializzato straniero non è
più soggetto a permessi particolari.
Infine, sulla base di accordi tecnologici, è concesso il permesso
automatico per investimenti in industrie prioritarie con il pagamento
di una somma 'una tantum' di Rs. 1 crore (10 milioni di rupie), royalties
del 5 per cento sulle vendite nazionali e dell'otto per cento per
un periodo superiore a 10 anni dalla data dell'accordo o 7 anni dall'inizio
della produzione. il calcolo della percentuale è esentasse
ed è effettuato secondo il sistema standard (par. 390 della
Industrial Policy del 1991).
Riassumiamo qui di seguito tutti i cambiamenti attuati dal luglio
1991 al 30 marzo 1992:
a) la partecipazione in industrie di prioritaria importanza può
avvenire al 51% (in precedenza, vedi anche sopra, era il 40 per cento)
con approvazione automatica (quindi non più soggette a licenze);
b) è stato ampliato l'elenco delle industrie prioritarie;
c) è possibile anche una partecipazione superiore al 51 per
cento;
d) le royalties derivanti da licenze di knowhow tecnico che raggiungono
i 10 milioni di rupie (più o meno US $ 330.000) vengono anch'esse
concesse automaticamente;
e) l'approvazione automatica delle royalties avviene quando esse raggiungono
il 5 per cento sulle vendite all'interno dei 25 Stati e 7 territori
che formano la Repubblica Indiana e l'8 per cento sulle vendite dirette
all'esportazione. Somme queste, calcolate al netto dell'imposta;
f) l'assunzione di tecnici stranieri è libera;
g) le società costituite in precedenza il cui capitale estero
rappresentava il 40 per cento possono ora aumentare la percentuale
di capitale straniero fino al 51 per cento; la differenza viene calcolata
al valore di mercato leggermente scontato;
h) l'Alto Comitato per gli Investimenti Stranieri, costituito al fine
di sollecitare investimenti dalle grandi multinazionali estere, può
autorizzare gli investimenti stessi anche in aree specificatamente
prescelte;
i) i limiti posti in precedenza all'espansione, alla diversificazione
delle attività societarie, alle società con partecipazione
straniera al 51 per cento sono stati in parte rimossi;
1) nel settore dell'energia, degli idrocarburi, del petrolio e dei
gas naturali è permessa anche la partecipazione al 100 per
cento;
m) le società commerciali, la cui attività è
diretta all'esportazione, possono detenere il 51 per cento dei capitale;
n) sono altresì permessi investimenti di portafoglio nella
Borsa indiana e nei fondi di pensione solo però se fatti da
stranieri con "buona reputazione";
o) gli investitori stranieri possono acquistare azioni ed obbligazioni
da società interamente indiane;
p) è anche permessa la commercializzazione sia all'interno
che all'estero di marche straniere.
Anche i controlli all'importazione sono stati considerevolmente liberalizzati
ed è stato introdotto un nuovo schema di EXIM (esportazione/
importazione) utilizzabile in molte categorie di prodotti, materiale
greggio e merci essenziali la cui importazione è soggetta ad
una licenza generale.
I beni e i capitali destinati alla realizzazione di progetti particolari
hanno ingresso automatico e, dall'aprile 1992, la stessa regola vale
anche per i beni il cui valore CIF sia inferiore al 25 per cento del
valore totale (al netto delle tasse) della fabbrica o dell'equipaggiamento
fino ad un massimo di 20 milioni di rupie.
In tutti gli altri casi l'importazione di capitali èsoggetta
all'appprovazione della SIA, Segretariato per le Approvazioni Industriali
del Dipartimento di Sviluppo Industriale che valuta la disponibilità
delle risorse di moneta estera.
Le tariffe doganali sono state assimilate a quelle dei Paesi sviluppati:
la riduzione massima è stata dal 150 al 110 per cento mentre,
per macchinari e progetti, si è passati dall'80 per cento al
60 per cento, i beni capitali ed i progetti per l'industria elettronica
sono scesi dal 60 al 50 per cento, progetti per miniere di carbone,
raffinerie sono ora del 30 per cento.
E' inoltre concessa l'importazione di 5 Kg. d'oro a persona con il
pagamento di 450 rupie per 10 gr., cioè circa il 15 per cento
del valore, agli indiani che decidono di ritornare nel loro Paese.
Non sussistono invece variazioni nella politica di importazione dei
beni di consumo. In linea di massima, tutte le misure prese tendono
ad una semplificazione della politica commerciale attraverso l'eliminazione
dei ritardi e delle inefficienze burocratiche che, fino a ieri, hanno
frenato l'ingresso di capitali nel Paese.
E' stato annullato il FERA del 1973 (Foreign Exchange Regulation Act),
con la conseguenza che i limiti posti ad una società indiana
o ad un residente secondo cui essi non potevano esercitare molte attività
commerciali con imprese straniere senza il previo assenso degli organi
competenti sono stati cancellati, così come è stato
abolito l'Istituto per il controllo delle emissioni di capitali.
Le prospettive di bilancio quindi corrono sul filo dei cambiamenti
e tendono a proseguire il processo di riforma attuato per tutto il
1992.
I rapporti con l'estero sono comunque posti in primo piano assieme
all'efficienza ed alla competitività necessarie per poter integrare
il Paese nell'economia mondiale. Dal 2 marzo dell'anno scorso è
stata attuata una parziale convertibilità della rupia (il 40
per cento a tasso ufficiale ed il rimanente 60 per cento a tasso di
mercato).
Il cambio viene fissato giornalmente dalle Banche Commerciali autorizzate
e da agenti di cambio stranieri. La Reserve Bank of India ha diritto
di intervenire nella vendita o nell'acquisto.
Investimenti
stranieri
Facilitare l'accoglimento delle proposte di investimento è
compito precipuo del "Forcign Investment Promotion Board",
organo sotto l'egida del Principal Secretary to the Prime Minister.
Il Consiglio si propone un programma dettagliato di investimenti in
quei settori verso cui le imprese internazionali abbiano già
mostrato vivo interesse. I compiti del Consiglio, oltre ad accellerare
l'accettazione delle proposte stesse, comprendono anche l'aspetto
promozionale, con una revisione periodica dei progetti realizzati
e da realizzare ed includono anche una serie di attività quali
commercializzazione, manifattura, conservazione dell'energia, migliore
utilizzazione delle risorse naturali e delle materie prime.
Da notare che la dislocazione di una industria è soggetta all'osservazione
di alcune regole: può essere installata in località
con più di 1 milione di abitanti senza alcuna approvazione
da parte del Governo centrale. Rimane però l'obbligo dell'approvazione
per le licenze obbligatorie. Nelle città con più di
un milione di abitanti le industrie non inquinanti possono essere
poste a 25 Km. dalla periferia, sempre che non sia stata preordinata
un'area industriale. Vige anche in questo campo una certa elasticità,
es.: se le città con più di un milione di abitanti necessitano
di una profonda rigenerazione industriale possono essere seguite regole
diverse nella politica zonale nonostante la vigenza della "Zoning
and Land Use Regulations and Environmental Legislation".
Sono invece oggetto di incentivi progetti d'investimento per infrastrutture
e industrie situate in zone rurali o aree interne. Ciò nonostante
gli investimenti esteri, nell'aprile del 1992, venivano calcolati
in una somma pari US $ 500 milioni, eppure l'India si trova vicino
al boom del "Pacific Rim", i salari sono bassi, la manodopera
specializzata, i mercati finanziari sviluppati (l'Est europeo ha visto
per il 1991 investimenti pari ad 1 billion US $ e si presume che nel
1995 questa somma avrà raggiunto i 7 miliardi di US $. Di questo
passo, nel 1995 l'India -al contrario- avrà raggiunto solo
5 miliardi di US $. Gli indiani dovrebbero poter puntare, oltre che
sui connazionali all'estero (in Cina costoro hanno assunto una funzione
d'impulso) anche su una maggiore competitività e su un maggior
numero di incentivi al fine di far aumentare gli introiti di capitale
estero nel Paese.
Società
La concreta attuazione di un investimento estero, non prevedendo l'India
-come l'Italia- una disciplina specifica per la Joint-venture, avviene
attraverso la partecipazione societaria.
Le società assumono la forma di: -società (pubblica
o privata); -associazione (partnership); - unico proprietario.
In precedenza, con il Foreign Exchange Regulation Act del 1973
(FERA), era quasi cessata la presenza, in India, di Filiali di società
estere. Con la nuova Politica Industriale esse sono di nuovo ammesse
ma è prevista l'approvazionedella Reserve Bank of India e soltanto
nel caso di uffici di rappresentanza. L'attività di questi
uffici si svolge su specifici progetti e contratti, con funzioni intermediarie,
di promozione o di ricerca di informazioni, senza però firmare
contratti e accettare ordini. Le spese per la loro gestione devono
essere a carico della sede estera.
Le risposte alle domande di apertura di filiali vengono date dalla
Reserve Bank all'incira dopo 8 settimane dalla richiesta.
La costituzione di una società da parte di investitori esteri
assume generalmente la forma di Company Incorporated in India.
La Joint-venture non è distinta dalla partnership e non ha
identità giuridica separata dai soci, ciò che vale anche
per il fisco. Attualmente Joint-venture costituite per la realizzazione
di uno specifico scopo non sono rintracciabili nella realtà
pratica.
Le società che si costituiscono sulla base del Companies Act
del 1956, valido in tutta l'India, e che si avvicina molto all'United
Kingdom Companies Act, sono a responsabilità limitata. Le società
limitate da garanzia o a responsabilità illimitata sono piuttosto
rare.
La personalità giuridica è ottenuta dalla data di ottenimento
del certificato di incorporated dopo che sono stati presentati i documenti
necessari e pagate le tasse obbligatorie (minimo 200 rupie, massimo
4 milioni di rupie) all'Ufficio del Registro della Società
che provvede all'iscrizione una volta appurato l'avvenuto espletamento
di tutte le formalità. Le spese inerenti alla costituzione
di una società, oltre a quelle citate per la registrazione,
consistono nel pagamento degli onorari per la redazione del contratto
di associazione e degli articoli associativi (statuto) nonché
per la loro scrittura.
Due o tre mesi sono comunque necessari, dalla data di approvazione
della ditta da parte dell'ufficio del registro delle società,
prima che la società possa essere incorporated. E' stabilito,
infatti, che nessuna società possa essere approvata e registrata
se la ditta sia simile o identica ad altra già esistente.
Eventualità questa che può essere facilmente prevista
e superata sin dal momento della stesura del contratto societario.
Non esiste infine alcun limite minimo o massimo all'ammontare del
capitale sociale essendo esso prefissato dai soci nel contratto societario.
Il regolamento della società può però prevederne
l'aumento.
Una società privata deve avere da un minimo di due a un massimo
di 50 soci (quella pubblica invece deve contare almeno 7 soci) che
risultano quasi sempre di nazionalità indiana non essendo possibile
intestare le quote ad un non residente senza l'approvazione della
Reserve Bank of india.
Non possono inoltre essere emesse azioni al portatore senza che L'Autorità
governativa centrale rilasci il permesso relativo e le azioni - come
la societàdevono essere registrate. Il valore delle azioni
ordinarie è di 10 rupie, mentre il valore di quelle privilegiate
deve essere di almeno 100 rupie.
Queste ultime sono emesse soltanto se redimibili in 10 anni e se autorizzate
dal regolamento societario; non hanno comunque diritto di voto a meno
che il pagamento dei dividendi privilegiati non sia arretrato. Il
capitale sociale può essere aumentato sia con l'emissione di
nuove azioni proporzionalmente al numero degli azionisti quando l'assemblea
generale non deliberi diversamente e sia capitalizzando il reddito
emettendo azioni 'bonus' se previsto dal regolamento societario.
Tassazione
In India una partecipazione è considerata un normale modo di
esercitare qualsiasi attività per cui la joint-venture è
registrata nella forma di partecipazione, incorporated o come società
le cui quote sono detenute da due o più parti. Le imposte vengono
calcolate sulla partecipazione registrata o non registrata o sulla
società. Il partecipante straniero è equiparato a quello
indiano. Se le quote di una venture sono determinate e conosciute
dal momento della sua costituzione, il reddito è soggetto alle
imposte applicabili ai soci, eccetto che nei casi seguenti:
- se il reddito di ciascun socio della venture (esclusa la sua quota)
supera le 18.000 rupie: le imposte sul reddito della venture vengono
calcolate con l'aliquota del 50 per cento più le percentuali
sui possibili scaglioni superiori;
- se socio è una società soggetta ad un'aliquota superiore
al 50 per cento, la porzione di reddito che rappresenta la quota di
socio della venture è soggetta all'imposta applicabile al socio
della venture, mentre all'eventuale differenza è applicata
l'aliquota del 50 per cento più la percentuale sullo scaglione
superiore.
Se la quota del socio della venture è indeterminata o non conosciuta,
l'imposta è calcolata con l'aliquota del 50 per cento a meno
che socio sia una società cui è applicata un'aliquota
superiore al 50 per cento. In questo caso l'intero reddito della venture
è soggetto all'imposta più alta.
Rimpatrio degli
utili
Ottenuto un certificato che attesti l'avvenuto pagamento delle imposte
sul reddito e verificato l'assolvimento di eventuali obblighi e oneri,
l'India garantisce il rimpatrio degli utili, dei dividendi, delle
royalties ecc., non ponendo alcuna restrizione.
Anche il capitale investito può essere rimpatriato e qualora
l'investimento fatto per progetti industriali sia frutto di un accordo
con il Governo, l'approvazione della Reserve Bank permette il riconoscimento
del maggior valore, sempre che vi sia.
Vengono al contrario considerati reinvestiti nel Paese i redditi ed
i profitti trattenuti in India per più di un anno. Il rimpatrio,
in questo caso, è possibile con l'approvazione speciale da
richiedere alla Reserve Bank.
I dividendi ottenuti da un investimento inferiore al 51 per cento,
al contrario, sono compensati dal guadagno ottenuto dalla società
attraverso l'esportazione e per un periodo massimo di 7 anni.
Quando la società straniera intende vendere le proprie apparecchiature,
la fabbrica deve ottenere l'autorizzazione della Reserve Bank se l'ammontare
della vendita, e quindi da rimpatriare, supera 1 milione di rupie;
se nettamente superiore, il rimpatrio avviene in modo dilazionato.
Il ricavato della vendita delle quote degli investitori è esportato,
ma è soggetto ad una dilazione che va dai tre ai cinque anni
se particolarmente elevato.