Il
Comitato dei Governatori delle Banche Centrali degli Stati membri della
CEE è giunto al suo secondo Rapporto annuale sul proprio lavoro
e sulle condizioni monetarie e finanziarie nella Comunità durante
il 1992. Il Comitato, destinato a sciogliersi alla fine di quest'anno
per essere sostituito dall'Istituto Monetario Europeo (IME), ha avuto
un anno di intensa attività data la particolare situazione venutasi
a creare sul mercato dei cambi nella seconda metà dei '92. Suo
scopo prevalente quello di mettere a punto le condizioni necessarie
all'attuazione del Trattato in campo monetario e alla costituzione dell'IME,
che assumerà i compiti di quest'organo al momento del suo scioglimento.
Politica monetaria
e tensioni sul mercato dei cambi
Nel 1992 le politiche monetarie nazionali sono state indirizzate a
un'ulteriore riduzione dell'inflazione nella Comunità. Questo
obiettivo si è però realizzato solo in parte. Infatti,
il tasso medio di crescita dei prezzi al consumo è sceso dal
5,1% del 1991 al 4,3% del 1992. Il prodotto complessivo della Comunità
è aumentato soltanto dell'1,1% nel '92, a causa del persistere
della fase ciclica negativa nel resto del mondo, ma anche della debole
domanda interna alla Comunità.
Inoltre, il permanere di un'attività economica stagnante ha
fatto sorgere dubbi sulla appropriatezza dell'orientamento della politica
monetaria in quegli Stati in cui al contenimento dell'inflazione si
accompagnava una rapida crescita della disoccupazione.
Nella prima parte del '92, abbiamo assistito ad una più rapida
crescita della moneta nella Comunità.
La situazione è precipitata nel giugno del '92, allorché
la mancata ratifica danese del trattato di Maastricht ha innescato
tensioni crescenti nei mercati valutari della Comunità. In
breve tempo la situazione è andata differenziandosi nei vari
mercati monetari: la Germania ha conservato il rigido orientamento
della politica monetaria e solo nella metà di settembre, a
seguito del riallineamento della lira italiana, ha ridotto i tassi
d'interesse. Strettamente ancorate ai movimenti dei tassi di interesse
tedeschi sono state le variazioni dei tassi di intervento delle Banche
Centrali del Belgio e dei Paesi Bassi. Gli altri Stati membri degli
AEC (Accordi Europei di Cambio), nella seconda metà del '92,
hanno dovuto contrastare le crescenti tensioni sui cambi mantenendo
alti i tassi di interesse ufficiali.
In pratica, dopo il risultato del referendum danese, il Sistema Monetario
Europeo è precipitato in una crisi di enormi dimensioni, che
ha avuto il suo culmine nel settembre del 1992. In questo periodo
sono stati decisi ben due riallineamenti e per due valute è
stato sospeso l'obbligo di rispettare i margini di oscillazione del
tasso di cambio. Questi eventi hanno consentito l'affermazione di
comportamenti fortemente speculativi, che hanno vanificato la notevole
stabilità delle aspettative sui tassi di cambio instauratasi
negli ultimi anni.
Certo è che tra i fattori di carattere strutturale che hanno
dato maggior impeto alla crisi del mercato dei cambi, vi è
proprio l'insufficiente sfruttamento, al fine di rafforzare le parità
centrali esistenti, della stabilità dei tassi di cambio nominali
negli AEC negli ultimi cinque anni.
A fronte dei gravi problemi attraversati dallo SME, tutti concordano
sulla necessità di ristabilire e mantenere la credibilità
del Sistema. Per far ciò, secondo il Comitato dei Governatori,
occorre che siano soddisfatti due requisiti.
Innanzitutto, "affinché le parità centrali rimangano
credibili, le condizioni economiche ad esse sottostanti devono essere
solide e devono essere sostenute in maniera convincente dalle politiche
macroeconomiche attuali e future". E' necessario che il Sistema
resti flessibile e che si dia luogo ad aggiustamenti dei tassi di
cambio allorché emergano rilevanti squilibri economici. Al
tempo stesso occorre tener sempre presente che il riallineamento "non
è una panacea e non elimina la necessità di mantenere
politiche orientate alla stabilità". L'altro requisito
richiesto riguarda la necessità di operare "una stretta
cooperazione in difesa dei tassi di cambio, coerentemente con l'impegno
dei singoli Paesi per il conseguimento della stabilità dei
prezzi, condizione preliminare per una stabilità duratura dei
tassi di cambio".
Orientamenti
di politica monetaria per il 1993
Per il 1993, il Comitato dei Governatori è del parere che le
politiche monetarie debbano continuare ad essere orientate verso l'obiettivo
di medio termine di realizzare e mantenere la stabilità dei
prezzi nell'intera Comunità. Il che implica una notevole vigilanza
sulle tentazioni di allentare prematuramente le condizioni monetarie.
Infatti, gli effetti positivi di una tale manovra sul livello dell'attività
economica verrebbero rapidamente neutralizzati e sopraffatti dai notevoli
costi economici di lungo periodo.
Al tempo stesso, sottolinea il Comitato, non si deve cadere nell'errore
opposto di ridurre lo spazio della ripresa economica. L'obiettivo
di contrarre ulteriormente l'inflazione deve quindi tener conto della
necessità di non mortificare lo sviluppo economico.
Affinché l'orientamento della politica monetaria si realizzi
in concreto, è necessario che sia affiancato da una sana politica
di risanamento finanziario. Gli sforzi maggiori andranno fatti sul
lato della politica fiscale (così come impone lo stesso Trattato
di Maastricht, che fissa al 3% del PIL il valore di riferimento per
il disavanzo pubblico) e su quello degli andamenti salariali.
In questo modo, si eviterà di sovraccaricare di compiti la
politica monetaria, consentendo un più agevole raggiungimento
degli obiettivi prefissi.
Strumenti e
procedure di politica monetaria.
Dal luglio del 1990, anno d'inizio della Fase Uno dell'UEM, in Belgio,
Danimarca, Germania, Grecia e Portogallo sono state introdotte sostanziali
modifiche nella conduzione delle operazioni di politica monetaria.
Belgio
In Belgio, fino al 1990, la politica monetaria è stata imperniata
essenzialmente sulla fissazione discrezionale da parte della Banca
Centrale del tasso di interesse dei titoli del Tesoro. L'emissione
"a rubinetto" di tali titoli, regolarmente disponibili su
diretta richiesta delle banche, consentiva alla Banca Centrale di
esercitare uno stretto controllo sui tassi di interesse di mercato
a breve termine. Tuttavia, questo sistema, basato su un unico strumento
di politica monetaria, presentava il pericolo di ridurre i margini
di flessibilità negli aggiustamenti dei tassi di interesse.
Mentre, in periodi di carenza di liquidità, i problemi venivano
trasferiti dalle banche al Tesoro. Le prime infatti riducevano il
proprio portafoglio in titoli, portando il secondo a correggere la
propria posizione, facendo ricorso al canale creditizio della Banca
Centrale.
Questo meccanismo ha subito una sostanziale modifica a seguito della
riforma monetaria introdotta nel gennaio 1991. Le emissioni "a
rubinetto" sono state sostituite da un sistema di aste periodiche,
a cui può partecipare un'ampia gamma di investitori.
D'altro canto, il tasso guida del mercato monetario non è più
fissato discrezionalmente dalla Banca Centrale, ma è il risultato
degli interventi di quest'ultima sul mercato monetario. Tra le operazioni
eseguite dalla Banca Centrale possiamo annoverare le allocazioni periodiche
di credito attraverso offerte di acquisto., le operazioni di mercato
aperto, la creazione di conti di deposito e di agevolazioni sotto
forma di scoperto di conto al fine di fronteggiare eccessi o carenze
di liquidità. I tassi di interesse applicati indicano anche
un limite minimo e massimo ai tassi di mercato a brevissimo termine.
Due sono i tassi ufficiali: il tasso di sconto e il tasso sulle anticipazioni
superiori ad un importo prefissato. Il loro valore serve essenzialmente
a segnalare cambiamenti nella politica monetaria.
Danimarca
Anche in Danimarca gli strumenti usati nella politica monetaria fino
all'aprile del 1992 limitavano notevolmente la flessibilità
operativa. Da un lato, al fine di assorbire la liquidità in
eccesso sul mercato monetario, veniva assicurata una facoltà
illimitata di deposito, dall'altro, per fronteggiare carenze di liquidità,
si consentiva un limitato scoperto di conto.
Il 1 aprile 1992, la Danmarks Nationalbank ha dato vita ad una nuova
procedura, in base alla quale la Banca Centrale emette certificati
di deposito quindicinali. Per consentire alle banche l'acquisto di
tali certificati, nei casi di carenza di liquidità, la Banca
Centrale provvede ad immettere liquidità attraverso operazioni
di "pronti contro termine" in titoli di Stato. Il tasso
di interesse praticato su tali certificati influenza, orientandoli,
i tassi di mercato a breve. Infine, è stato eliminato lo scoperto
di conto ed è stato ridotto l'ammontare dei depositi fruttiferi
che le banche possono avere presso la Banca Centrale, limitato ad
una media mensile del 5% dei propri fondi. Gli importi che superano
questo tetto non sono remunerati.
Germania
Dal 1 marzo 1993, la Deutsche Bundesbank ha introdotto un nuovo strumento
di politica monetaria, costituito dall'emissione di certificati di
liquidità a tre, sei e nove mesi. Ciò in conformità
alla nuova sezione della legge sulla Deutsche Bundesbank che consente
a quest'ultima di emettere per proprio conto titoli a sconto del Tesoro
della Repubblica federale per un ammontare superiore ai 50 miliardi
di marchi. Questo strumento dovrebbe rafforzare la competitività
delle banche commerciali tedesche, accrescere la flessibilità
operativa della politica monetaria e permettere alla Banca Centrale
di influenzare direttamente la liquidità degli istituti non
bancari.
Grecia
Due sono i nuovi strumenti di politica monetaria introdotti dalla
Banca di Grecia nel dicembre 1992: il primo si può assimilare
al "Lombard" ed è assistito da una garanzia in titoli
di Stato, il secondo è costituito dal risparmio di effetti
commerciali. I relativi tassi di interesse segnano i limiti entro
cui è consentito fluttuare ai tassi di mercato. L'ulteriore
strumento dello scoperto di conto è fortemente penalizzato
dall'alto tasso di interesse praticato, allo scopo di disincentivare
il ricorso allo stesso. L'introduzione di aste per swaps valutari,
infine, è rivolta a migliorare la flessibilità della
gestione della liquidità.
Portogallo
In Portogallo, dal gennaio 1991, il principale strumento di regolazione
del mercato monetario è costituito dalle operazioni di mercato
aperto, che rappresentano un sistema per immettere e per drenare liquidità.
L'intervento del Banco de Portugal è incentrato sugli accantonamenti
per la riserva obbligatoria effettuati dalle banche. Tali accantonamenti
sono vincolati per un periodo di circa una settimana. Le operazioni
di mercato aperto hanno luogo il primo giorno lavorativo di ogni periodo
di vincolo, ma la Banca Centrale può anche procedervi durante
il periodo di riserva allo scopo di stabilizzare i tassi di interesse
a brevissimo termine.
Assetto istituzionale
delle Banche Centrali dei Paesi comunitari
Non tutte le Banche Centrali indicano in maniera esplicita quale debba
essere l'obiettivo della politica monetaria da esse perseguito. E'
comunque vero che resta prevalente l'idea che esso sia la salvaguardia
del valore della moneta e quindi il perseguimento della stabilità
dei prezzi.
A tutte le Banche Centrali è affidata la responsabilità
dell'attuazione della politica monetaria e valutaria.
Ad esse è attribuita la tipica funzione di istituti di emissione,
fungono da banca delle banche, svolgono il servizio di tesoreria per
il governo, gestiscono le riserve ufficiali, sono competenti in materia
di sistemi di pagamento.
La maggior parte di esse è per legge responsabile della vigilanza
bancaria, ad eccezione di Belgio, Danimarca e Germania.
La generale analogia nei compiti principali non deve far dimenticare
l'esistenza di sostanziali differenze circa il grado di responsabilità
attribuito alle varie Banche Centrali per la formazione e l'attuazione
della politica monetaria.
In effetti, il grado di autonomia della Banca Centrale, nella pratica,
varia notevolmente a seconda sia delle leggi sia della prassi e delle
tradizioni storiche.
Le esperienze nazionali sono quindi molto svariate.
Si passa da casi di completa autonomia, come in Germania, a casi in
cui al buon grado di autonomia attribuito nella pratica alla Banca
Centrale si affianca una serie di diritti attribuiti al governo, per
legge o per consuetudine, tendenti ad influenzare o avviare le decisioni.
In altri casi, invece, la responsabilità della formulazione
della politica spetta nella sostanza al governo e la Banca Centrale
svolge semplicemente un ruolo di consulenza.
Banque Nationale
de Belgique
Non sono previsti espliciti obiettivi statutari. Implicitamente, tuttavia,
permane l'obiettivo di salvaguardare il valore della moneta.
I compiti principali sono quelli dell'attuazione della politica monetaria
e del cambio, della salvaguardia della stabilità finanziaria,
della gestione delle riserve ufficiali, della cooperazione monetaria
europea e internazionale. Non ha invece responsabilità di vigilanza
bancaria.
Alla Banca Centrale spettano i poteri in materia di fissazione degli
obiettivi di crescita monetaria e di variazione dei tassi di interesse
di riferimento. Il regime del tasso di cambio resta materia del governo.
La Banca è diretta da un Governatore, nominato dalla Corona
su proposta del Parlamento, il quale resta in carica cinque anni con
possibilità di rinnovo; è amministrata dal Consiglio
di Amministrazione, assistito dal Consiglio di reggenza. Su di essa
vigila il Consiglio dei Censori.
Abbiamo già menzionato le modifiche apportate dalla riforma
monetaria del '91 nelle procedure operative. Tra esse la sostanziale
limitazione del finanziamento del Governo da parte della Banca Centrale.
A seguito della legge approvata nel marzo 1993 sarà del tutto
abolito il "finanziamento monetario" e rafforzata l'autonomia
della Banca Centrale.
Danmarks Nationalbank
Il principale obiettivo istituzionale è quello di mantenere
un sistema valutario saldo e affidabile e di agevolare e regolare
i flussi di pagamento e l'offerta di credito. La Danmarks Nationalbank
èresponsabile della conduzione della politica monetaria e della
gestione del cambio. Tra gli altri compiti ricordiamo quello della
gestione delle riserve ufficiali e del servizio di tesoreria del governo
centrale. Non ha invece il compito di vigilanza bancaria. La politica
di cambio è fissata dal governo di concerto con la banca. Essa
è diretta dal Consiglio dei Governatori, pienamente responsabile
delle decisioni di politica monetaria della banca, dal Consiglio di
amministrazione e dal Comitato dei direttori, entrambi con competenze
in campo amministrativo e organizzativo. I membri degli organi direttivi
non sono soggetti a direttive politiche. Le nomine dei membri del
Consiglio dei Governatori sono a vita, quelle dei componenti il Consiglio
di amministrazione hanno durata quinquennale, ma rinnovabile; mentre
il mandato dei membri del Comitato dei direttori, anch'esso rinnovabile,
è annuale.
Per tradizione, la politica monetaria è concordata tra banca
e governo. Il Consiglio dei Governatori ha piena indipendenza nell'attuazione
della politica monetaria e nella scelta degli strumenti con cui operare.
Inoltre, in Danimarca è pienamente operante il divieto di "finanziamento
monetario" fissato nel Trattato di Maastricht. Mentre non èstata
programmata alcuna modifica istituzionale.
Deutsche Bundesbank
Obiettivo primario della Banca di emissione della Repubblica Federale
Tedesca è la salvaguardia della moneta. L'obbligo di sostenere
la politica economica del governo non deve pertanto contrastare con
il perseguimento di questo principale obiettivo.
Fra i vari compiti ad essa attribuiti citiamo quello di fornire alle
banche servizi relativi al sistema dei pagamenti e quello della gestione
delle riserve ufficiali. Non le compete, invece, il compito di vigilanza
bancaria.
Gli organi direttivi sono il Consiglio centrale, supremo organo interno
a cui sono affidate le decisioni di politica monetaria e creditizia,
il Direttorio, responsabile della loro attuazione, e i Consigli di
amministrazione delle Banche centrali regionali, a cui spettano le
transazioni con le istituzioni pubbliche e con gli istituti di credito
insediati nel territorio di loro competenza.
I mandati dei membri degli organi direttivi della banca durano di
regola otto anni e sono in genere rinnovabili.
Gli strumenti della politica monetaria sono fissati dalla legge sulla
Bundesbank e la banca può decidere discrezionalmente quali
di questi strumenti impiegare, sviluppare ed affinare. Essa inoltre
non è vincolata ad alcun obbligo di concessione di credito
al settore pubblico. La possibilità di concedere crediti al
governo federale e a quelli regionali è anzi limitata al breve
termine e al rispetto di "tetti" fissati dalla legge. Il
tasso di interesse attualmente applicato è pari al tasso Lombard.
I tassi centrali di cambio sono fissati dal governo sentita la banca,
alla quale spetta di operare in piena autonomia sul mercato dei cambi.
Data la propria indipendenza, sancita dalla legge, la Banca non è
tenuta a riferire del suo operato al Parlamento e al governo federale.
Essa comunque provvede ad informare il pubblico con pubblicazioni
ed interventi.
Non sono previste modifiche istituzionali agli strumenti operativi.
Banca di Grecia
Obiettivo statutario è quello del controllo della moneta e
del credito, al fine di conseguire la stabilità monetaria.
La Banca di Grecia è responsabile dell'attuazione della politica
monetaria e del cambio, in armonia con le direttive generali fissate
dal governo. E' istituto di emissione e gestisce le riserve ufficiali.
Ha inoltre la vigilanza bancaria e un ruolo importantissimo per la
salvaguardia del buon funzionamento del sistema dei pagamenti. Per
quanto concerne la formulazione e l'attuazione della politica monetaria,
l'autonomia di cui gode la Banca centrale è sostanzialmente
limitata dal fatto che il tasso di interesse sui titoli pubblici è
fissato in via amministrativa dal governo. Va ricordato, infine, che
la banca è tenuta a concedere al governo agevolazioni creditizie,
sotto forma di scoperto di conto.
Organo direttivo della Banca di Grecia è il Consiglio generale,
composto dal Governatore, dai Vice Governatori e da nove Consiglieri
senza funzione direttiva. Il parere sull'idoneità dei Candidati
proposti per la nomina a Governatore spetta ad una apposita Commissione
parlamentare.
E' all'esame del Governo una proposta di legge che mira ad aumentare
il grado di autonomia della Banca centrale e a rendere compatibile
il suo statuto con quanto stabilito nel Trattato di Maastricht.
Banco de España
Obiettivo principale della Banca centrale di Spagna è quello
di salvaguardare il valore della moneta.
Essa è responsabile dell'attuazione della politica monetaria
a livello nazionale e internazionale, dell'emissione della moneta
e della disciplina della sua circolazione, della gestione delle riserve
ufficiali e della vigilanza bancaria. E' tesoriere del governo e suo
consulente su questioni di ordine finanziario ed economico.
Secondo la legge sul Banco de España, gli obiettivi generali
della politica monetaria sono formulati dal governo e alla Banca Centrale
spetta di attuarli sia sui mercati interni sia su quelli internazionali.
Nello svolgimento di questa funzione il Banco de España ha
piena libertà di scelta degli strumenti da utilizzare.
La politica del cambio è altresì attuata dalla Banca
Centrale, ma sulla base di tassi centrali determinati dal governo
sia pure in stretta consultazione con la banca stessa.
Sono organi direttivi il Governatore, il Vice Governatore, il Consiglio
generale e il Consiglio esecutivo.
Il Governatore agisce in qualità di organo supremo nella gestione
della banca e la rappresenta all'esterno. E' nominato dalla Corona
con un mandato, rinnovabile, di quattro anni. Il Vice Governatore
sostituisce il governatore nei casi di sua assenza o malattia o in
caso di vacanza della carica. Il Consiglio generale adotta le linee
guida di politica economica che vengono poi attuate dal Consiglio
esecutivo.
Il Governatore è tenuto a riferire al Parlamento, allorché
questo lo richieda, sulla politica monetaria e sulle altre funzioni
di cui la banca è competente. Gestione e operazioni effettuate
dalla banca sono controllate dalla Corte dei Conti. La trasparenza
viene assicurata con la pubblicazione di una Relazione annuale e di
Bollettini economici mensili. Sono oggetto di pubblicazione anche
i risultati di esercizio.
E' all'esame del Parlamento un progetto di legge sull'autonomia della
banca, che dovrà entrare in vigore dal 1 gennaio 1994.
L'obiettivo principale assegnato alla politica monetaria è
quello della stabilità dei prezzi. Coerentemente con quanto
sancito nel Trattato di Maastricht, il "finanziamento monetario"
del settore pubblico è vietato. Inoltre, la durata del mandato
del Governatore e del Vice Governatore è innalzata a sei anni
e non è rinnovabile.
Banque de France
Obiettivo principale della Banca centrale di Francia è il controllo
della moneta e del credito. Ad essa spetta l'emissione della moneta,
la partecipazione alla formulazione e all'attuazione della politica
valutaria, la vigilanza sulle istituzioni creditizie e le altre funzioni
tipiche delle Banche Centrali.
Sono organi direttivi il Governatore, i due Vice Governatori e il
Consiglio generale. Quest'ultimo tratta questioni operative, amministrative
e finanziarie. Mentre al Governatore spettano tutti i poteri non conferiti
al Consiglio generale.
La fissazione degli obiettivi di crescita monetaria è effetto
di decisioni congiunte della Banca Centrale e del Governo. Non vi
è alcun finanziamento del disavanzo pubblico da parte della
Banca Centrale. Inoltre la banca non acquista titoli, né pubblici
né privati, sul mercato primario.
Anche le operazioni sul mercato dei cambi sono attuate dalla banca
in stretta collaborazione con il governo e più precisamente
con il Ministro per gli affari economici e finanziari, il quale può,
in questo campo, impartire direttive generali alla banca.
Almeno una volta all'anno il Governatore presenta al Presidente della
Repubblica il rapporto sulle operazioni della banca.
Vengono inoltre pubblicati periodicamente dei Rapporti sugli andamenti
monetari ed economici e sull'operato della banca.
Non esiste attualmente alcun progetto di emendamento della legislazione
della banca, nonostante la necessità che la stessa si adegui
alle disposizioni di Maastricht.
Central Bank
of Ireland
Anche qui il principale obiettivo di politica monetaria è quello
di salvaguardare l'integrità del valore della moneta. Tra i
compiti più importanti attribuiti alla Banca Centrale ricordiamo
quello di emettere banconote, di formulare ed attuare la politica
monetaria, di vigilare sulle istituzioni finanziarie, di regolamentare
i settori bancario e finanziario.
Le decisioni di politica monetaria sono prese nel contesto della politica
del cambio determinata dal governo. La banca invece ha piena autonomia
nella scelta e nell'uso degli strumenti. Inoltre non ha alcun obbligo
di finanziamento del settore pubblico. La politica del cambio è
di competenza del governo, anche se il Ministro delle finanze è
tenuto per legge a consultare la Banca Centrale.
Organo direttivo è il Consiglio di amministrazione, composto
dal Governatore e da un massimo di nove membri. Il primo, nominato
dal Presidente della Repubblica, dura in carica sette anni, con mandato
rinnovabile; i secondi, nominati dal Ministro delle finanze, cinque
anni. Ogni anno la banca deve inviare una Relazione al Ministro delle
Finanze, che la presenta ai due rami del Parlamento. Iter analogo
viene seguito per la situazione annuale dei conti che passa prima
dal Comptroller and Auditor General per la revisione e certificazione.
Anche per la Banca di Irlanda sorge la necessità di modificare
la legislazione vigente al fine di adeguarla ai contenuti del Trattato
di Maastricht. Nel corrente anno dovrebbe pertanto essere presentato
al parlamento un apposito progetto di legge.
Banca d'Italia
Pur non esistendo specifici obiettivi statutari, l'obiettivo della
stabilità monetaria risulta implicitamente dalla nostra Costituzione,
la quale statuisce che la Repubblica italiana ha il dovere di tutelare
il risparmio. Alla Banca d'Italia spetta l'attuazione della politica
monetaria, l'emissione di banconote, la vigilanza sulle istituzioni
finanziarie, il servizio di tesoreria per conto dello Stato e la gestione
delle riserve ufficiali congiuntamente all'Ufficio italiano Cambi.
Sono organi direttivi il Governatore, il Direttore Generale e due
Vice Direttori Generali, che formano il Direttorio, e il Consiglio
Superiore.
I membri del Direttorio restano in carica a vita. I membri del Consiglio
Superiore hanno mandato triennale.
Il Direttorio, che non può considerarsi un organo collegiale,
in quanto il Governatore gode di una posizione di preminenza, è
responsabile dell'espletamento dei compiti della Banca d'Italia ed
è svincolato da direttive politiche in campo monetario.
Il Consiglio Superiore amministra la Banca, ma non ha poteri in materia
di politica monetaria o del cambio e neppure in materia di vigilanza
bancaria.
Spetta al governatore fissare gli obiettivi annuali di politica monetaria,
i quali devono essere sottoposti all'approvazione del Governo. E'
questo, tuttavia, un atto meramente formale, visto che gli obiettivi
indicati dal Governatore non sono mai stati respinti dall'autorità
politica.
Anche per la scelta degli strumenti la Banca gode di piena autonomia,
soprattutto a seguito dell'introduzione, nel febbraio 1992, del diritto
di fissare in maniera autonoma il livello del tasso di sconto. La
Banca è tenuta a finanziare il Tesoro, ma ciò avviene
automaticamente attraverso uno scoperto sul conto corrente di tesoreria,
per un ammontare massimo pari al 14% della spesa approvata nella Legge
finanziaria. Oltre questo limite, qualora il fabbisogno finanziario
in eccesso contrasti con gli obiettivi della politica monetaria, il
Tesoro può solo ottenere un'"anticipazione straordinaria"
mediante l'emanazione di un'apposita legge di autorizzazione. Il regime
del tasso di cambio è materia del Governo, ma la Banca gode
di piena autonomia nella conduzione delle operazioni sul mercato valutario.
L'operato della Banca è sottoposto al controllo del Tesoro
con riferimento all'emissione di banconote, all'amministrazione e
alla contabilità della Banca stessa. Inoltre, le decisioni
del Consiglio Superiore acquistano efficacia solo se il Tesoro non
si oppone entro cinque giorni. La Banca rende pubblica la sua attività
e gli orientamenti di politica monetaria attraverso una Relazione
Annuale.
Banca d'Italia e Ministero del Tesoro stanno congiuntamente esaminando
alcune riforme istituzionali tendenti a garantire il rispetto dei
criteri fissati nel Trattato di Maastricht. Nel corrente anno è
stato presentato al Parlamento un altro progetto di riforma, che prevede
l'abolizione di ogni tipo di anticipazione al Tesoro, la conversione
dell'attuale scoperto a debito del Tesoro in titoli di Stato con scadenza
prefissata, l'accensione presso la Banca d'Italia di un conto fruttifero
che deve presentare sempre un saldo attivo.
Institut Monétaire
Luxembourgeois
Fin dal 1922, il Lussemburgo è legato al Belgio da un'unione
economica comprensiva di un'associazione monetaria. Pertanto, la maggior
parte dei compiti propri delle Banche Centrali sono svolti per il
Lussemburgo dalla Banque Nationale de Belgique.
All'IML, sorto dieci anni fa, spettano l'emissione di banconote e
monete metalliche, la promozione della stabilità della moneta
(principale obiettivo di politica monetaria) e, quindi, la vigilanza
sul funzionamento dei mercati finanziari, l'adempimento degli accordi
internazionali in campo monetario e finanziario.
Le decisioni di politica monetaria e del cambio spettano in ultima
istanza al governo e l'IML si avvale di un numero estremamente limitato
di strumenti di politica monetaria.
Sono organi direttivi dell'IML la Direzione, organo esecutivo responsabile
del conseguimento degli obiettivi dell'IML, e il Consiglio, il quale
elabora le linee guida, approva i risultati, l'esercizio e il bilancio
annuale dell'istituto, dà pareri su determinati settori di
attività. La Direzione dell'IML deve sottoporre all'approvazione
del governo e poi del Parlamento la relazione annuale, i rendiconti
e il bilancio di previsione.
L'associazione monetaria tra Belgio e Lussemburgo è destinata
a subire modifiche sostanziali con il passaggio alla fase finale dell'Unione
Monetaria Europea. In questa prospettiva, l'IML potrà assumere
pienamente le funzioni di Banca Centrale.
De Nederlandsche
Bank
L'obiettivo statutario della Banca è quello di salvaguardare
il valore della moneta. Tra i compiti principali ricordiamo l'emissione
di banconote, la gestione delle riserve ufficiali, la vigilanza sulle
istituzioni finanziarie. Nella formulazione e nella attuazione della
politica monetaria, la banca gode di un alto grado di autonomia. E'
tuttavia necessario che avvengano regolari consultazioni tra banca
e Ministro delle Finanze, perché è quest'ultimo che
risponde al Parlamento della conduzione della politica monetaria.
Egli ha inoltre il potere di impartire direttive alla banca.
La banca è tenuta ad erogare al Tesoro, su richiesta del Ministro
delle Finanze, crediti garantiti e senza interessi per un ammontare
massimo di 150 milioni di fiorini.
Il regime del tasso di cambio è determinato dal governo, ma
la banca ha piena autonomia nella formulazione delle strategie da
adottare e nell'utilizzo degli strumenti relativi.
Sono organi direttivi il Consiglio di amministrazione, responsabile
di tutte le decisioni di politica monetaria e della direzione della
banca, e il Collegio degli Ispettori, che controlla gli affari della
banca, approva il bilancio annuale ed il conto economico. Vi è
poi il Consiglio di banca che è organo consultivo.
Al fine di assicurare la trasparenza il Consiglio di amministrazione
pubblica settimanalmente un bilancio sintetico e annualmente una Relazione
sulle sue attività.
Anche per questa Banca Centrale sorge la necessità di conformare
la legislazione ai contenuti dell'accordo di Maastricht, con particolare
riferimento al divieto di "finanziamento monetario".
Conformemente al Trattato, dovrà inoltre essere abolito il
potere del Ministro delle Finanze di impartire direttive alla banca.
Banco de Portugal
Due sono i principali obiettivi della Banca Centrale del Portogallo:
il mantenimento, all'interno, della stabilità monetaria e,
all'esterno, della solvibilità della moneta. La formulazione
della politica monetaria e di quella del cambio è decisa congiuntamente
al governo. Mentre l'attuazione della politica monetaria spetta unicamente
alla banca che gode di completa autonomia nel manovrare i relativi
strumenti. Essa è inoltre responsabile dell'attuazione della
politica valutaria e della gestione del tasso di cambio nell'ambito
delle bande di oscillazione stabilite dal governo, della gestione
e della detenzione delle riserve ufficiali e della vigilanza bancaria.
Non è vietata la sottoscrizione di titoli di Stato.
Sono organi direttivi il Governatore e il Consiglio di amministrazione.
I membri di quest'ultimo non sono vincolati a direttive esterne, anche
se la legge statuisce che la banca deve tener conto degli orientamenti
del Governo.
Il mandato è quinquennale e rinnovabile. Esistono poi un Collegio
sindacale e un Comitato consultivo, i quali svolgono importanti funzioni
di garanzia e di trasparenza.
La Relazione annuale e i risultati di esercizio devono essere approvati
dal Ministro delle Finanze. Per quanto concerne le riforme istituzionali,
è previsto un emendamento alla normativa della Banca Centrale
che porterà ad introdurre il divieto di sottoscrizione di titoli
di Stato. Ne sarà inoltre rafforzata l'autonomia, in conformità
col Trattato di Maastricht.
Bank of England
Non sono esplicitamente previsti obiettivi statutari nel campo della
politica monetaria. Tuttavia la legge bancaria attribuisce alla Banca
Centrale l'obiettivo di tutelare i depositanti.
L'attività della banca è dunque volta al mantenimento
dell'integrità della moneta e alla stabilità del sistema
finanziario.
Attuazione della politica monetaria, emissione della moneta, gestione
delle riserve ufficiali e vigilanza sulle istituzioni finanziarie
sono i compiti principali dell'istituto. Mentre le decisioni finali
sulle questioni di politica monetaria spettano al governo.
Il principale strumento di politica monetaria a disposizione della
Banca Centrale è il tasso di interesse a breve termine che
la banca manovra attraverso operazioni nei vari segmenti del mercato
monetario.
Quando i conti del governo sono in passivo, la banca può concedere
delle anticipazioni a breve termine. Sul mercato valutario la banca
agisce in veste di agente del governo, il quale ha la titolarità
delle riserve valutarie.
Organo direttivo è il Consiglio di Amministrazione, composto
dal Governatore, dal Vice Governatore, entrambi con mandato quinquennale
rinnovabile, e da sedici consiglieri, con mandato quadriennale.
Ogni anno la banca presenta al Parlamento una Relazione sulla situazione
dei conti e una Relazione sull'attività di vigilanza. Pubblica
inoltre rapporti di commento sugli andamenti economici e finanziari.
Non sono ancora previste modifiche istituzionali della legislazione
bancaria, le quali si renderebbero necessarie qualora il Regno Unito
dovesse partecipare alla Fase Tre dell'UEM. Gli unici provvedimenti
di riforma annunciati sono quelli volti ad accrescere la trasparenza
della politica monetaria.