§ Politica monetaria / 2

Governatori a rapporto




Maria Rosaria Pascali



Il Comitato dei Governatori delle Banche Centrali degli Stati membri della CEE è giunto al suo secondo Rapporto annuale sul proprio lavoro e sulle condizioni monetarie e finanziarie nella Comunità durante il 1992. Il Comitato, destinato a sciogliersi alla fine di quest'anno per essere sostituito dall'Istituto Monetario Europeo (IME), ha avuto un anno di intensa attività data la particolare situazione venutasi a creare sul mercato dei cambi nella seconda metà dei '92. Suo scopo prevalente quello di mettere a punto le condizioni necessarie all'attuazione del Trattato in campo monetario e alla costituzione dell'IME, che assumerà i compiti di quest'organo al momento del suo scioglimento.

Politica monetaria e tensioni sul mercato dei cambi
Nel 1992 le politiche monetarie nazionali sono state indirizzate a un'ulteriore riduzione dell'inflazione nella Comunità. Questo obiettivo si è però realizzato solo in parte. Infatti, il tasso medio di crescita dei prezzi al consumo è sceso dal 5,1% del 1991 al 4,3% del 1992. Il prodotto complessivo della Comunità è aumentato soltanto dell'1,1% nel '92, a causa del persistere della fase ciclica negativa nel resto del mondo, ma anche della debole domanda interna alla Comunità.
Inoltre, il permanere di un'attività economica stagnante ha fatto sorgere dubbi sulla appropriatezza dell'orientamento della politica monetaria in quegli Stati in cui al contenimento dell'inflazione si accompagnava una rapida crescita della disoccupazione.
Nella prima parte del '92, abbiamo assistito ad una più rapida crescita della moneta nella Comunità.
La situazione è precipitata nel giugno del '92, allorché la mancata ratifica danese del trattato di Maastricht ha innescato tensioni crescenti nei mercati valutari della Comunità. In breve tempo la situazione è andata differenziandosi nei vari mercati monetari: la Germania ha conservato il rigido orientamento della politica monetaria e solo nella metà di settembre, a seguito del riallineamento della lira italiana, ha ridotto i tassi d'interesse. Strettamente ancorate ai movimenti dei tassi di interesse tedeschi sono state le variazioni dei tassi di intervento delle Banche Centrali del Belgio e dei Paesi Bassi. Gli altri Stati membri degli AEC (Accordi Europei di Cambio), nella seconda metà del '92, hanno dovuto contrastare le crescenti tensioni sui cambi mantenendo alti i tassi di interesse ufficiali.
In pratica, dopo il risultato del referendum danese, il Sistema Monetario Europeo è precipitato in una crisi di enormi dimensioni, che ha avuto il suo culmine nel settembre del 1992. In questo periodo sono stati decisi ben due riallineamenti e per due valute è stato sospeso l'obbligo di rispettare i margini di oscillazione del tasso di cambio. Questi eventi hanno consentito l'affermazione di comportamenti fortemente speculativi, che hanno vanificato la notevole stabilità delle aspettative sui tassi di cambio instauratasi negli ultimi anni.
Certo è che tra i fattori di carattere strutturale che hanno dato maggior impeto alla crisi del mercato dei cambi, vi è proprio l'insufficiente sfruttamento, al fine di rafforzare le parità centrali esistenti, della stabilità dei tassi di cambio nominali negli AEC negli ultimi cinque anni.
A fronte dei gravi problemi attraversati dallo SME, tutti concordano sulla necessità di ristabilire e mantenere la credibilità del Sistema. Per far ciò, secondo il Comitato dei Governatori, occorre che siano soddisfatti due requisiti.
Innanzitutto, "affinché le parità centrali rimangano credibili, le condizioni economiche ad esse sottostanti devono essere solide e devono essere sostenute in maniera convincente dalle politiche macroeconomiche attuali e future". E' necessario che il Sistema resti flessibile e che si dia luogo ad aggiustamenti dei tassi di cambio allorché emergano rilevanti squilibri economici. Al tempo stesso occorre tener sempre presente che il riallineamento "non è una panacea e non elimina la necessità di mantenere politiche orientate alla stabilità". L'altro requisito richiesto riguarda la necessità di operare "una stretta cooperazione in difesa dei tassi di cambio, coerentemente con l'impegno dei singoli Paesi per il conseguimento della stabilità dei prezzi, condizione preliminare per una stabilità duratura dei tassi di cambio".

Orientamenti di politica monetaria per il 1993
Per il 1993, il Comitato dei Governatori è del parere che le politiche monetarie debbano continuare ad essere orientate verso l'obiettivo di medio termine di realizzare e mantenere la stabilità dei prezzi nell'intera Comunità. Il che implica una notevole vigilanza sulle tentazioni di allentare prematuramente le condizioni monetarie. Infatti, gli effetti positivi di una tale manovra sul livello dell'attività economica verrebbero rapidamente neutralizzati e sopraffatti dai notevoli costi economici di lungo periodo.
Al tempo stesso, sottolinea il Comitato, non si deve cadere nell'errore opposto di ridurre lo spazio della ripresa economica. L'obiettivo di contrarre ulteriormente l'inflazione deve quindi tener conto della necessità di non mortificare lo sviluppo economico.
Affinché l'orientamento della politica monetaria si realizzi in concreto, è necessario che sia affiancato da una sana politica di risanamento finanziario. Gli sforzi maggiori andranno fatti sul lato della politica fiscale (così come impone lo stesso Trattato di Maastricht, che fissa al 3% del PIL il valore di riferimento per il disavanzo pubblico) e su quello degli andamenti salariali.
In questo modo, si eviterà di sovraccaricare di compiti la politica monetaria, consentendo un più agevole raggiungimento degli obiettivi prefissi.

Strumenti e procedure di politica monetaria.
Dal luglio del 1990, anno d'inizio della Fase Uno dell'UEM, in Belgio, Danimarca, Germania, Grecia e Portogallo sono state introdotte sostanziali modifiche nella conduzione delle operazioni di politica monetaria.

Belgio
In Belgio, fino al 1990, la politica monetaria è stata imperniata essenzialmente sulla fissazione discrezionale da parte della Banca Centrale del tasso di interesse dei titoli del Tesoro. L'emissione "a rubinetto" di tali titoli, regolarmente disponibili su diretta richiesta delle banche, consentiva alla Banca Centrale di esercitare uno stretto controllo sui tassi di interesse di mercato a breve termine. Tuttavia, questo sistema, basato su un unico strumento di politica monetaria, presentava il pericolo di ridurre i margini di flessibilità negli aggiustamenti dei tassi di interesse. Mentre, in periodi di carenza di liquidità, i problemi venivano trasferiti dalle banche al Tesoro. Le prime infatti riducevano il proprio portafoglio in titoli, portando il secondo a correggere la propria posizione, facendo ricorso al canale creditizio della Banca Centrale.
Questo meccanismo ha subito una sostanziale modifica a seguito della riforma monetaria introdotta nel gennaio 1991. Le emissioni "a rubinetto" sono state sostituite da un sistema di aste periodiche, a cui può partecipare un'ampia gamma di investitori.
D'altro canto, il tasso guida del mercato monetario non è più fissato discrezionalmente dalla Banca Centrale, ma è il risultato degli interventi di quest'ultima sul mercato monetario. Tra le operazioni eseguite dalla Banca Centrale possiamo annoverare le allocazioni periodiche di credito attraverso offerte di acquisto., le operazioni di mercato aperto, la creazione di conti di deposito e di agevolazioni sotto forma di scoperto di conto al fine di fronteggiare eccessi o carenze di liquidità. I tassi di interesse applicati indicano anche un limite minimo e massimo ai tassi di mercato a brevissimo termine. Due sono i tassi ufficiali: il tasso di sconto e il tasso sulle anticipazioni superiori ad un importo prefissato. Il loro valore serve essenzialmente a segnalare cambiamenti nella politica monetaria.

Danimarca
Anche in Danimarca gli strumenti usati nella politica monetaria fino all'aprile del 1992 limitavano notevolmente la flessibilità operativa. Da un lato, al fine di assorbire la liquidità in eccesso sul mercato monetario, veniva assicurata una facoltà illimitata di deposito, dall'altro, per fronteggiare carenze di liquidità, si consentiva un limitato scoperto di conto.
Il 1 aprile 1992, la Danmarks Nationalbank ha dato vita ad una nuova procedura, in base alla quale la Banca Centrale emette certificati di deposito quindicinali. Per consentire alle banche l'acquisto di tali certificati, nei casi di carenza di liquidità, la Banca Centrale provvede ad immettere liquidità attraverso operazioni di "pronti contro termine" in titoli di Stato. Il tasso di interesse praticato su tali certificati influenza, orientandoli, i tassi di mercato a breve. Infine, è stato eliminato lo scoperto di conto ed è stato ridotto l'ammontare dei depositi fruttiferi che le banche possono avere presso la Banca Centrale, limitato ad una media mensile del 5% dei propri fondi. Gli importi che superano questo tetto non sono remunerati.

Germania
Dal 1 marzo 1993, la Deutsche Bundesbank ha introdotto un nuovo strumento di politica monetaria, costituito dall'emissione di certificati di liquidità a tre, sei e nove mesi. Ciò in conformità alla nuova sezione della legge sulla Deutsche Bundesbank che consente a quest'ultima di emettere per proprio conto titoli a sconto del Tesoro della Repubblica federale per un ammontare superiore ai 50 miliardi di marchi. Questo strumento dovrebbe rafforzare la competitività delle banche commerciali tedesche, accrescere la flessibilità operativa della politica monetaria e permettere alla Banca Centrale di influenzare direttamente la liquidità degli istituti non bancari.

Grecia
Due sono i nuovi strumenti di politica monetaria introdotti dalla Banca di Grecia nel dicembre 1992: il primo si può assimilare al "Lombard" ed è assistito da una garanzia in titoli di Stato, il secondo è costituito dal risparmio di effetti commerciali. I relativi tassi di interesse segnano i limiti entro cui è consentito fluttuare ai tassi di mercato. L'ulteriore strumento dello scoperto di conto è fortemente penalizzato dall'alto tasso di interesse praticato, allo scopo di disincentivare il ricorso allo stesso. L'introduzione di aste per swaps valutari, infine, è rivolta a migliorare la flessibilità della gestione della liquidità.

Portogallo
In Portogallo, dal gennaio 1991, il principale strumento di regolazione del mercato monetario è costituito dalle operazioni di mercato aperto, che rappresentano un sistema per immettere e per drenare liquidità. L'intervento del Banco de Portugal è incentrato sugli accantonamenti per la riserva obbligatoria effettuati dalle banche. Tali accantonamenti sono vincolati per un periodo di circa una settimana. Le operazioni di mercato aperto hanno luogo il primo giorno lavorativo di ogni periodo di vincolo, ma la Banca Centrale può anche procedervi durante il periodo di riserva allo scopo di stabilizzare i tassi di interesse a brevissimo termine.

Assetto istituzionale delle Banche Centrali dei Paesi comunitari
Non tutte le Banche Centrali indicano in maniera esplicita quale debba essere l'obiettivo della politica monetaria da esse perseguito. E' comunque vero che resta prevalente l'idea che esso sia la salvaguardia del valore della moneta e quindi il perseguimento della stabilità dei prezzi.
A tutte le Banche Centrali è affidata la responsabilità dell'attuazione della politica monetaria e valutaria.
Ad esse è attribuita la tipica funzione di istituti di emissione, fungono da banca delle banche, svolgono il servizio di tesoreria per il governo, gestiscono le riserve ufficiali, sono competenti in materia di sistemi di pagamento.
La maggior parte di esse è per legge responsabile della vigilanza bancaria, ad eccezione di Belgio, Danimarca e Germania.
La generale analogia nei compiti principali non deve far dimenticare l'esistenza di sostanziali differenze circa il grado di responsabilità attribuito alle varie Banche Centrali per la formazione e l'attuazione della politica monetaria.
In effetti, il grado di autonomia della Banca Centrale, nella pratica, varia notevolmente a seconda sia delle leggi sia della prassi e delle tradizioni storiche.
Le esperienze nazionali sono quindi molto svariate.
Si passa da casi di completa autonomia, come in Germania, a casi in cui al buon grado di autonomia attribuito nella pratica alla Banca Centrale si affianca una serie di diritti attribuiti al governo, per legge o per consuetudine, tendenti ad influenzare o avviare le decisioni. In altri casi, invece, la responsabilità della formulazione della politica spetta nella sostanza al governo e la Banca Centrale svolge semplicemente un ruolo di consulenza.

Banque Nationale de Belgique
Non sono previsti espliciti obiettivi statutari. Implicitamente, tuttavia, permane l'obiettivo di salvaguardare il valore della moneta.
I compiti principali sono quelli dell'attuazione della politica monetaria e del cambio, della salvaguardia della stabilità finanziaria, della gestione delle riserve ufficiali, della cooperazione monetaria europea e internazionale. Non ha invece responsabilità di vigilanza bancaria.
Alla Banca Centrale spettano i poteri in materia di fissazione degli obiettivi di crescita monetaria e di variazione dei tassi di interesse di riferimento. Il regime del tasso di cambio resta materia del governo.
La Banca è diretta da un Governatore, nominato dalla Corona su proposta del Parlamento, il quale resta in carica cinque anni con possibilità di rinnovo; è amministrata dal Consiglio di Amministrazione, assistito dal Consiglio di reggenza. Su di essa vigila il Consiglio dei Censori.
Abbiamo già menzionato le modifiche apportate dalla riforma monetaria del '91 nelle procedure operative. Tra esse la sostanziale limitazione del finanziamento del Governo da parte della Banca Centrale. A seguito della legge approvata nel marzo 1993 sarà del tutto abolito il "finanziamento monetario" e rafforzata l'autonomia della Banca Centrale.

Danmarks Nationalbank
Il principale obiettivo istituzionale è quello di mantenere un sistema valutario saldo e affidabile e di agevolare e regolare i flussi di pagamento e l'offerta di credito. La Danmarks Nationalbank èresponsabile della conduzione della politica monetaria e della gestione del cambio. Tra gli altri compiti ricordiamo quello della gestione delle riserve ufficiali e del servizio di tesoreria del governo centrale. Non ha invece il compito di vigilanza bancaria. La politica di cambio è fissata dal governo di concerto con la banca. Essa è diretta dal Consiglio dei Governatori, pienamente responsabile delle decisioni di politica monetaria della banca, dal Consiglio di amministrazione e dal Comitato dei direttori, entrambi con competenze in campo amministrativo e organizzativo. I membri degli organi direttivi non sono soggetti a direttive politiche. Le nomine dei membri del Consiglio dei Governatori sono a vita, quelle dei componenti il Consiglio di amministrazione hanno durata quinquennale, ma rinnovabile; mentre il mandato dei membri del Comitato dei direttori, anch'esso rinnovabile, è annuale.
Per tradizione, la politica monetaria è concordata tra banca e governo. Il Consiglio dei Governatori ha piena indipendenza nell'attuazione della politica monetaria e nella scelta degli strumenti con cui operare. Inoltre, in Danimarca è pienamente operante il divieto di "finanziamento monetario" fissato nel Trattato di Maastricht. Mentre non èstata programmata alcuna modifica istituzionale.

Deutsche Bundesbank
Obiettivo primario della Banca di emissione della Repubblica Federale Tedesca è la salvaguardia della moneta. L'obbligo di sostenere la politica economica del governo non deve pertanto contrastare con il perseguimento di questo principale obiettivo.
Fra i vari compiti ad essa attribuiti citiamo quello di fornire alle banche servizi relativi al sistema dei pagamenti e quello della gestione delle riserve ufficiali. Non le compete, invece, il compito di vigilanza bancaria.
Gli organi direttivi sono il Consiglio centrale, supremo organo interno a cui sono affidate le decisioni di politica monetaria e creditizia, il Direttorio, responsabile della loro attuazione, e i Consigli di amministrazione delle Banche centrali regionali, a cui spettano le transazioni con le istituzioni pubbliche e con gli istituti di credito insediati nel territorio di loro competenza.
I mandati dei membri degli organi direttivi della banca durano di regola otto anni e sono in genere rinnovabili.
Gli strumenti della politica monetaria sono fissati dalla legge sulla Bundesbank e la banca può decidere discrezionalmente quali di questi strumenti impiegare, sviluppare ed affinare. Essa inoltre non è vincolata ad alcun obbligo di concessione di credito al settore pubblico. La possibilità di concedere crediti al governo federale e a quelli regionali è anzi limitata al breve termine e al rispetto di "tetti" fissati dalla legge. Il tasso di interesse attualmente applicato è pari al tasso Lombard. I tassi centrali di cambio sono fissati dal governo sentita la banca, alla quale spetta di operare in piena autonomia sul mercato dei cambi.
Data la propria indipendenza, sancita dalla legge, la Banca non è tenuta a riferire del suo operato al Parlamento e al governo federale. Essa comunque provvede ad informare il pubblico con pubblicazioni ed interventi.
Non sono previste modifiche istituzionali agli strumenti operativi.

Banca di Grecia
Obiettivo statutario è quello del controllo della moneta e del credito, al fine di conseguire la stabilità monetaria. La Banca di Grecia è responsabile dell'attuazione della politica monetaria e del cambio, in armonia con le direttive generali fissate dal governo. E' istituto di emissione e gestisce le riserve ufficiali.
Ha inoltre la vigilanza bancaria e un ruolo importantissimo per la salvaguardia del buon funzionamento del sistema dei pagamenti. Per quanto concerne la formulazione e l'attuazione della politica monetaria, l'autonomia di cui gode la Banca centrale è sostanzialmente limitata dal fatto che il tasso di interesse sui titoli pubblici è fissato in via amministrativa dal governo. Va ricordato, infine, che la banca è tenuta a concedere al governo agevolazioni creditizie, sotto forma di scoperto di conto.
Organo direttivo della Banca di Grecia è il Consiglio generale, composto dal Governatore, dai Vice Governatori e da nove Consiglieri senza funzione direttiva. Il parere sull'idoneità dei Candidati proposti per la nomina a Governatore spetta ad una apposita Commissione parlamentare.
E' all'esame del Governo una proposta di legge che mira ad aumentare il grado di autonomia della Banca centrale e a rendere compatibile il suo statuto con quanto stabilito nel Trattato di Maastricht.

Banco de España
Obiettivo principale della Banca centrale di Spagna è quello di salvaguardare il valore della moneta.
Essa è responsabile dell'attuazione della politica monetaria a livello nazionale e internazionale, dell'emissione della moneta e della disciplina della sua circolazione, della gestione delle riserve ufficiali e della vigilanza bancaria. E' tesoriere del governo e suo consulente su questioni di ordine finanziario ed economico.
Secondo la legge sul Banco de España, gli obiettivi generali della politica monetaria sono formulati dal governo e alla Banca Centrale spetta di attuarli sia sui mercati interni sia su quelli internazionali. Nello svolgimento di questa funzione il Banco de España ha piena libertà di scelta degli strumenti da utilizzare.
La politica del cambio è altresì attuata dalla Banca Centrale, ma sulla base di tassi centrali determinati dal governo sia pure in stretta consultazione con la banca stessa.
Sono organi direttivi il Governatore, il Vice Governatore, il Consiglio generale e il Consiglio esecutivo.
Il Governatore agisce in qualità di organo supremo nella gestione della banca e la rappresenta all'esterno. E' nominato dalla Corona con un mandato, rinnovabile, di quattro anni. Il Vice Governatore sostituisce il governatore nei casi di sua assenza o malattia o in caso di vacanza della carica. Il Consiglio generale adotta le linee guida di politica economica che vengono poi attuate dal Consiglio esecutivo.
Il Governatore è tenuto a riferire al Parlamento, allorché questo lo richieda, sulla politica monetaria e sulle altre funzioni di cui la banca è competente. Gestione e operazioni effettuate dalla banca sono controllate dalla Corte dei Conti. La trasparenza viene assicurata con la pubblicazione di una Relazione annuale e di Bollettini economici mensili. Sono oggetto di pubblicazione anche i risultati di esercizio.
E' all'esame del Parlamento un progetto di legge sull'autonomia della banca, che dovrà entrare in vigore dal 1 gennaio 1994.
L'obiettivo principale assegnato alla politica monetaria è quello della stabilità dei prezzi. Coerentemente con quanto sancito nel Trattato di Maastricht, il "finanziamento monetario" del settore pubblico è vietato. Inoltre, la durata del mandato del Governatore e del Vice Governatore è innalzata a sei anni e non è rinnovabile.

Banque de France
Obiettivo principale della Banca centrale di Francia è il controllo della moneta e del credito. Ad essa spetta l'emissione della moneta, la partecipazione alla formulazione e all'attuazione della politica valutaria, la vigilanza sulle istituzioni creditizie e le altre funzioni tipiche delle Banche Centrali.
Sono organi direttivi il Governatore, i due Vice Governatori e il Consiglio generale. Quest'ultimo tratta questioni operative, amministrative e finanziarie. Mentre al Governatore spettano tutti i poteri non conferiti al Consiglio generale.
La fissazione degli obiettivi di crescita monetaria è effetto di decisioni congiunte della Banca Centrale e del Governo. Non vi è alcun finanziamento del disavanzo pubblico da parte della Banca Centrale. Inoltre la banca non acquista titoli, né pubblici né privati, sul mercato primario.
Anche le operazioni sul mercato dei cambi sono attuate dalla banca in stretta collaborazione con il governo e più precisamente con il Ministro per gli affari economici e finanziari, il quale può, in questo campo, impartire direttive generali alla banca.
Almeno una volta all'anno il Governatore presenta al Presidente della Repubblica il rapporto sulle operazioni della banca.
Vengono inoltre pubblicati periodicamente dei Rapporti sugli andamenti monetari ed economici e sull'operato della banca.
Non esiste attualmente alcun progetto di emendamento della legislazione della banca, nonostante la necessità che la stessa si adegui alle disposizioni di Maastricht.

Central Bank of Ireland
Anche qui il principale obiettivo di politica monetaria è quello di salvaguardare l'integrità del valore della moneta. Tra i compiti più importanti attribuiti alla Banca Centrale ricordiamo quello di emettere banconote, di formulare ed attuare la politica monetaria, di vigilare sulle istituzioni finanziarie, di regolamentare i settori bancario e finanziario.
Le decisioni di politica monetaria sono prese nel contesto della politica del cambio determinata dal governo. La banca invece ha piena autonomia nella scelta e nell'uso degli strumenti. Inoltre non ha alcun obbligo di finanziamento del settore pubblico. La politica del cambio è di competenza del governo, anche se il Ministro delle finanze è tenuto per legge a consultare la Banca Centrale.
Organo direttivo è il Consiglio di amministrazione, composto dal Governatore e da un massimo di nove membri. Il primo, nominato dal Presidente della Repubblica, dura in carica sette anni, con mandato rinnovabile; i secondi, nominati dal Ministro delle finanze, cinque anni. Ogni anno la banca deve inviare una Relazione al Ministro delle Finanze, che la presenta ai due rami del Parlamento. Iter analogo viene seguito per la situazione annuale dei conti che passa prima dal Comptroller and Auditor General per la revisione e certificazione. Anche per la Banca di Irlanda sorge la necessità di modificare la legislazione vigente al fine di adeguarla ai contenuti del Trattato di Maastricht. Nel corrente anno dovrebbe pertanto essere presentato al parlamento un apposito progetto di legge.

Banca d'Italia
Pur non esistendo specifici obiettivi statutari, l'obiettivo della stabilità monetaria risulta implicitamente dalla nostra Costituzione, la quale statuisce che la Repubblica italiana ha il dovere di tutelare il risparmio. Alla Banca d'Italia spetta l'attuazione della politica monetaria, l'emissione di banconote, la vigilanza sulle istituzioni finanziarie, il servizio di tesoreria per conto dello Stato e la gestione delle riserve ufficiali congiuntamente all'Ufficio italiano Cambi.
Sono organi direttivi il Governatore, il Direttore Generale e due Vice Direttori Generali, che formano il Direttorio, e il Consiglio Superiore.
I membri del Direttorio restano in carica a vita. I membri del Consiglio Superiore hanno mandato triennale.
Il Direttorio, che non può considerarsi un organo collegiale, in quanto il Governatore gode di una posizione di preminenza, è responsabile dell'espletamento dei compiti della Banca d'Italia ed è svincolato da direttive politiche in campo monetario.
Il Consiglio Superiore amministra la Banca, ma non ha poteri in materia di politica monetaria o del cambio e neppure in materia di vigilanza bancaria.
Spetta al governatore fissare gli obiettivi annuali di politica monetaria, i quali devono essere sottoposti all'approvazione del Governo. E' questo, tuttavia, un atto meramente formale, visto che gli obiettivi indicati dal Governatore non sono mai stati respinti dall'autorità politica.
Anche per la scelta degli strumenti la Banca gode di piena autonomia, soprattutto a seguito dell'introduzione, nel febbraio 1992, del diritto di fissare in maniera autonoma il livello del tasso di sconto. La Banca è tenuta a finanziare il Tesoro, ma ciò avviene automaticamente attraverso uno scoperto sul conto corrente di tesoreria, per un ammontare massimo pari al 14% della spesa approvata nella Legge finanziaria. Oltre questo limite, qualora il fabbisogno finanziario in eccesso contrasti con gli obiettivi della politica monetaria, il Tesoro può solo ottenere un'"anticipazione straordinaria" mediante l'emanazione di un'apposita legge di autorizzazione. Il regime del tasso di cambio è materia del Governo, ma la Banca gode di piena autonomia nella conduzione delle operazioni sul mercato valutario.
L'operato della Banca è sottoposto al controllo del Tesoro con riferimento all'emissione di banconote, all'amministrazione e alla contabilità della Banca stessa. Inoltre, le decisioni del Consiglio Superiore acquistano efficacia solo se il Tesoro non si oppone entro cinque giorni. La Banca rende pubblica la sua attività e gli orientamenti di politica monetaria attraverso una Relazione Annuale.
Banca d'Italia e Ministero del Tesoro stanno congiuntamente esaminando alcune riforme istituzionali tendenti a garantire il rispetto dei criteri fissati nel Trattato di Maastricht. Nel corrente anno è stato presentato al Parlamento un altro progetto di riforma, che prevede l'abolizione di ogni tipo di anticipazione al Tesoro, la conversione dell'attuale scoperto a debito del Tesoro in titoli di Stato con scadenza prefissata, l'accensione presso la Banca d'Italia di un conto fruttifero che deve presentare sempre un saldo attivo.

Institut Monétaire Luxembourgeois
Fin dal 1922, il Lussemburgo è legato al Belgio da un'unione economica comprensiva di un'associazione monetaria. Pertanto, la maggior parte dei compiti propri delle Banche Centrali sono svolti per il Lussemburgo dalla Banque Nationale de Belgique.
All'IML, sorto dieci anni fa, spettano l'emissione di banconote e monete metalliche, la promozione della stabilità della moneta (principale obiettivo di politica monetaria) e, quindi, la vigilanza sul funzionamento dei mercati finanziari, l'adempimento degli accordi internazionali in campo monetario e finanziario.
Le decisioni di politica monetaria e del cambio spettano in ultima istanza al governo e l'IML si avvale di un numero estremamente limitato di strumenti di politica monetaria.
Sono organi direttivi dell'IML la Direzione, organo esecutivo responsabile del conseguimento degli obiettivi dell'IML, e il Consiglio, il quale elabora le linee guida, approva i risultati, l'esercizio e il bilancio annuale dell'istituto, dà pareri su determinati settori di attività. La Direzione dell'IML deve sottoporre all'approvazione del governo e poi del Parlamento la relazione annuale, i rendiconti e il bilancio di previsione.
L'associazione monetaria tra Belgio e Lussemburgo è destinata a subire modifiche sostanziali con il passaggio alla fase finale dell'Unione Monetaria Europea. In questa prospettiva, l'IML potrà assumere pienamente le funzioni di Banca Centrale.

De Nederlandsche Bank
L'obiettivo statutario della Banca è quello di salvaguardare il valore della moneta. Tra i compiti principali ricordiamo l'emissione di banconote, la gestione delle riserve ufficiali, la vigilanza sulle istituzioni finanziarie. Nella formulazione e nella attuazione della politica monetaria, la banca gode di un alto grado di autonomia. E' tuttavia necessario che avvengano regolari consultazioni tra banca e Ministro delle Finanze, perché è quest'ultimo che risponde al Parlamento della conduzione della politica monetaria. Egli ha inoltre il potere di impartire direttive alla banca.
La banca è tenuta ad erogare al Tesoro, su richiesta del Ministro delle Finanze, crediti garantiti e senza interessi per un ammontare massimo di 150 milioni di fiorini.
Il regime del tasso di cambio è determinato dal governo, ma la banca ha piena autonomia nella formulazione delle strategie da adottare e nell'utilizzo degli strumenti relativi.
Sono organi direttivi il Consiglio di amministrazione, responsabile di tutte le decisioni di politica monetaria e della direzione della banca, e il Collegio degli Ispettori, che controlla gli affari della banca, approva il bilancio annuale ed il conto economico. Vi è poi il Consiglio di banca che è organo consultivo.
Al fine di assicurare la trasparenza il Consiglio di amministrazione pubblica settimanalmente un bilancio sintetico e annualmente una Relazione sulle sue attività.
Anche per questa Banca Centrale sorge la necessità di conformare la legislazione ai contenuti dell'accordo di Maastricht, con particolare riferimento al divieto di "finanziamento monetario".
Conformemente al Trattato, dovrà inoltre essere abolito il potere del Ministro delle Finanze di impartire direttive alla banca.

Banco de Portugal
Due sono i principali obiettivi della Banca Centrale del Portogallo: il mantenimento, all'interno, della stabilità monetaria e, all'esterno, della solvibilità della moneta. La formulazione della politica monetaria e di quella del cambio è decisa congiuntamente al governo. Mentre l'attuazione della politica monetaria spetta unicamente alla banca che gode di completa autonomia nel manovrare i relativi strumenti. Essa è inoltre responsabile dell'attuazione della politica valutaria e della gestione del tasso di cambio nell'ambito delle bande di oscillazione stabilite dal governo, della gestione e della detenzione delle riserve ufficiali e della vigilanza bancaria. Non è vietata la sottoscrizione di titoli di Stato.
Sono organi direttivi il Governatore e il Consiglio di amministrazione. I membri di quest'ultimo non sono vincolati a direttive esterne, anche se la legge statuisce che la banca deve tener conto degli orientamenti del Governo.
Il mandato è quinquennale e rinnovabile. Esistono poi un Collegio sindacale e un Comitato consultivo, i quali svolgono importanti funzioni di garanzia e di trasparenza.
La Relazione annuale e i risultati di esercizio devono essere approvati dal Ministro delle Finanze. Per quanto concerne le riforme istituzionali, è previsto un emendamento alla normativa della Banca Centrale che porterà ad introdurre il divieto di sottoscrizione di titoli di Stato. Ne sarà inoltre rafforzata l'autonomia, in conformità col Trattato di Maastricht.

Bank of England
Non sono esplicitamente previsti obiettivi statutari nel campo della politica monetaria. Tuttavia la legge bancaria attribuisce alla Banca Centrale l'obiettivo di tutelare i depositanti.
L'attività della banca è dunque volta al mantenimento dell'integrità della moneta e alla stabilità del sistema finanziario.
Attuazione della politica monetaria, emissione della moneta, gestione delle riserve ufficiali e vigilanza sulle istituzioni finanziarie sono i compiti principali dell'istituto. Mentre le decisioni finali sulle questioni di politica monetaria spettano al governo.
Il principale strumento di politica monetaria a disposizione della Banca Centrale è il tasso di interesse a breve termine che la banca manovra attraverso operazioni nei vari segmenti del mercato monetario.
Quando i conti del governo sono in passivo, la banca può concedere delle anticipazioni a breve termine. Sul mercato valutario la banca agisce in veste di agente del governo, il quale ha la titolarità delle riserve valutarie.
Organo direttivo è il Consiglio di Amministrazione, composto dal Governatore, dal Vice Governatore, entrambi con mandato quinquennale rinnovabile, e da sedici consiglieri, con mandato quadriennale.
Ogni anno la banca presenta al Parlamento una Relazione sulla situazione dei conti e una Relazione sull'attività di vigilanza. Pubblica inoltre rapporti di commento sugli andamenti economici e finanziari.
Non sono ancora previste modifiche istituzionali della legislazione bancaria, le quali si renderebbero necessarie qualora il Regno Unito dovesse partecipare alla Fase Tre dell'UEM. Gli unici provvedimenti di riforma annunciati sono quelli volti ad accrescere la trasparenza della politica monetaria.


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