§ Il Nobel per l'economia?

...Diamolo al Papa




G. Z.



Chi va in cerca di idee sul mondo, sulla società umana, sul futuro (accontentandosi magari anche di giudizi sul presente, sulla tenuta della lira e sull'economia del Lombardo-Veneto) non corre il rischio di perdersi. Non a Milano, certamente. Ma neppure a Parigi, a Londra, a Francoforte o a New York.
La Terra non è, in questo momento, una foresta di idee. E non è necessario usare il machete, come in Amazzonia, per farsi largo tra le liane. L'epoca che ha cercato impossibili eguaglianze in tutte le possibili differenze, che ha inseguito il progresso nel labirinto delle regressioni e delle trasgressioni e che ha dilatato il significato della parola "cultura" fino a farla combaciare con ignoranza, è stata sepolta dalle macerie del Muro di Berlino. E non sembra in grado di produrre altro che revival: campanilisti o sessantottini in Italia; isolazionisti o kennediani in America; weimariani o razzisti in Germania. Sono fantasmi e doppioni, non invenzioni.
Da quando è apparso chiaro a tutti che i fatti sono più intelligenti delle idee, le teorie languono, e i sapienti pascolano nei fienili dove è stata accumulata l'erba già tagliata, tenendosi alla larga dai prati.
E' inevitabile che anche i Premi Nobel vengano scelti tra i ruminanti più assuefatti al chiuso dei grandi allevamenti. Da Keynes a Myrdal a Schumpeter a Galbraith a Sraffa, le scienze economiche di questo secolo hanno conosciuto un rigoglioso sviluppo, che la nobile istituzione svedese non sempre ha saputo assecondare. Ma non era ancora successo che il riconoscimento venisse assegnato a uno sconosciuto specialista di `economia coniugale", Cary S. Becker. Costui insegna Scienze politiche e sociologiche a Chicago e non sembra abbia proposto nuove soluzioni alla conduzione economica del Pianeta. Si è occupato di "teoria della discriminazione" e di "capitale umano". Ha analizzato i risvolti economici del delitto e della sua punizione, cercando una soluzione utilitaria del loro rapporto, e dunque una via di mezzo tra la persuasione e la dissuasione. Ha studiato il comportamento delle famiglie tra il 1976 e il 1981, ma s'ignora che cosa abbia scoperto nell'economia domestica e soprattutto quali nessi abbia intravisto tra le camere da letto, i tinelli, le fabbriche e le banche. Qualcuno sostiene che Becker sia stato il caposcuola dell'economia dell'altruismo. Ma non siamo riusciti a trovare esemplificazioni pratiche di questa sua ipotesi scientifica. Può darsi che dipenda dalla nostra ignoranza. Ma, appunto, i raggi del pensiero di un Nobel dovrebbero essere così potenti da rischiarare il buio anche nella testa delle persone di media ignoranza.
Adam Smitb ha descritto la misteriosa moltiplicazione degli effetti positivi che derivano, per tutti, dalla cieca ed egoistica ricerca di un beneficio per sé. Ma sarebbe difficile trovare in questa teoria, peraltro discutibilissima, i germi dell'altruismo. Se, per definire la scienza di Becker si sposta un 'espressione di questo peso, vuol dire che c'è dell'altro. Che forse va cercato nella "Rerum Novarum" o nella "Centesimus Annus". Ma allora perché non dare il Nobel per l'economia direttamente al Papa?
Stiamo palesemente farneticando. Ma siamo costretti a farlo dalla scarsità di notizie sull'opera di questo illustre scienziato, che è entrato dal nulla nella piena visibilità della Rosa Mistica di Oslo. D'altra parte, è certo che le ricerche di Becker non hanno niente, da spartire con la sapienza cattolica. Per quanto poche siano le informazioni disponibili (almeno per ignoranti come noi) i santini elettorali del professore lo presentano come un "pioniere dell'economia matrimoniale", una disciplina nuovissima che analizza le conseguenze economiche delle possibili varianti del matrimonio (riuscito o fallito), senza trascurare divorzio e seconde nozze e, naturalmente, le grandi e fin qui inesplorate potenzialità economiche della poligamia.
E' probabile che in questo campo Becker abbia fatto scoperte decisive. Ma è dubbio che se ne possano ricavare una diagnosi e una terapia efficaci per capire cosa sta succedendo nelle viscere del capitalismo, e curare quella misteriosa malattia (somatica o psichica?) che sembra aver colpito l'economia mondiale dopo la fine della minaccia comunista.
L'ultima ipotesi aggressiva in campo economico sembra essere stato il monetarismo di Milton Friedman, che ha influenzato gli spiriti animali delle reaganomics. Quella ipotesi ha avuto svariate applicazioni (dalla Thatcher a Gonzales), ha ottenuto successi e lasciato qualche maceria. Tramontata la sua stella, il cielo è rimasto vuoto. E la giuria del Nobel ha dovuto accontentarsi di una meteorite.


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