Delle
lettere familiari. Un minutissimo frammento di quel progetto di romanzo
universale che in molti hanno inseguito o inseguono. La Grande Favola,
la Ricostruzione Infinita, che oggi prende nuovo vigore da una splendida
proposta - incredibile, affascinante, sicuramente utopica - fatta dai
Mormoni: la costituzione di un'Anagrafe Universale. Risalire finché
si può, ricostruire, cercare, mettere in luce, testimoniare un
processo di armonia, di memoria e di storia, soprattutto piccola storia.
Ovvero: le perversità e le inezie, le occasioni, i miracoli,
le balbuzie di ogni logica, di ogni specie. Ovvero, ancora: una testimonianza
che parta dalla capocchia sapientissima di un computer e salga via via
attraverso il Blocco Leca, l'amore e il disagio delle macchine, l'alchimia,
i flagellati, l'ordine romano sul mondo, i misteri delle grotte, i primi
segni, il piacere della prima neve, i grandi animali, i cristalli, le
grandi eruzioni, il brodo primordiale...
Quindici lettere a Stefan. Un granellino di sabbia di tutto il Progetto.
Quindici lettere su cui noi adesso scriviamo, ancora una volta stupefatti
dalla grande avventura o dalla tensione magnifica che a volte vengon
fuori anche da righi banali o insignificanti quali potrebbero essere
quelli che ci apprestiamo a leggere.
Stefan Lomasko. Martano. Nel cuore della Grecìa salentina. Personaggio
che da sempre vive sulle nostre pagine. Senza dialogo. Golem. Turbato
dalla mutabilità delle cose. Nostro indice di complessità.
Nostro Hrön. Nostra proiezione. Nostra estensione... Ora crediamo
sia arrivato il momento di scrivere, attraverso le quindici lettere,
la storia che noi abbiamo immaginato fosse sua.
Amarezze, umori, passionalità, accompagnano anche la storia di
Gienek, il personaggio scrivente - figlio di Stefan -che invece vive,
ma il più delle volte lo sorprendiamo a sognare, a Leeds, in
Inghilterra. Padre e figlio sono scampati ad un eccidio che fonda la
sua logica nel consenso e nello stupido ottimismo. Stefan non sta bene
a Martano. E' solo. Cerca in tutti i modi di non perdere i contatti
che ha sempre avuto, a costo anche di sparlare di amici e conoscenti.
E' ancora viva in lui la tragedia dei suoi. Ha lasciato una donna in
Polonia, molte terre, un buon lavoro, una vita facile. Martano è
solo un paesotto agricolo, la gente chiacchiera, si conoscono un po'
tutti... lui, in Polonia, ha lasciato anche i suoi progetti, la sua
giovinezza. un tempo aveva tantissime idee, furori, piaceri. Ora invece...
Per arrivare a Lecce c'è solo una vecchia corriera. Ogni tanto
vi sale. Lecce è già diversa. Ci si muove di più.
Lui tutte le volte che vi arriva - quando non è con la moglie
martanese - ama trascorrere le prime due ore in uno di quei tanti bei
Caffè in piazza, in piena solitudine, con un latte fumante, armeggiando
con un giornale, ammirando, sognando. Chi dei suoi connazionali s'è
spinto fino a Lecce è stato forse più fortunato. Gran
parte dei polacchi, a Lecce, di mestiere fa l'ottico. A volte casualmente,
si incontrava con altri polacchi residenti in altri paesi della provincia,
soprattutto di Alessano. Si dice siano arrivati là, ad Alessano,
in tantissimi. Il battaglione del Papa. Alessano è una cittadina
misteriosa. Solo percorrere via della Giudecca. Un paese da diaspora
sulla vecchia via da Napoli a Leuca.
Stefan, forse insieme alla moglie, forse solo, è stato per qualche
tempo a Leeds. Non è andato per restarci; è andato per
vedere il figlio, Violet, la nipote Jean. Non è poi tanto vero
che si trova male a Martano, anzi, forse non riesce più a starne
lontano, lontano dalla piazza, dai Caffè, dal sole di Novembre.
Ha dei legami anche lì, una moglie, degli amici (i signori De
Marco, per es., lo invitano spesso a Maglie, nella loro villa sulla
via per Scorrano), le sue carte, i suoi attrezzi per dipingere. Aveva
anche cominciato a fare lunghissime passeggiate sulle spiagge di Sant'Andrea,
Torre dell'Orso, alla ricerca di gusci vuoti di conchiglia. Gli sembrava
così prezioso agghindare. Aveva cominciato a dipingere ante,
suppellettili, muri: quasi sempre venivano fuori immagini e colori dei
suoi viaggi in Africa. Sembrava così fine a se stessa la sua
pittura, sembrava tutto così inutile, anche. Così lontano
dal mondo il posto...
A Leeds il figlio è nei guai. Lo accusano per la partenza del
padre dall'Inghilterra. Cominciano a chiacchierare sul suo cattivo rapporto
con Violet che lo avrebbe addirittura "buttato fuori di casa".
Gienek perde la fiducia dei suoi connazionali a Leeds, qualcuno addirittura
lo evita, qualche vecchio amico non viene più a trovarlo, il
Club dove suonava lo licenzia, tutti lo accusano, è un inferno.
Gienek glielo scrive questo al padre, si fa prendere dallo sconforto,
fa un piccolo negativo esame della sua vita, affiora qualche contesa
con suoi due fratelli, qualche particolarità dei genitori. E'
molto amareggiato. Sostiene che due soli anni felici, su trentadue,
non sono granché... Va be'. Cambia tono. Gli trascrive il suo
indirizzo. Gli promette del tè. A Martano non se ne trova.
Martano è un paesotto agricolo. Molti signorili portoni, ma anche
moltissima povera gente. Un castello, una bella piazza, dei monaci cistercensi
uscendo per Borgagne, una vecchia via piena di corti greche, una lingua
- il griko - che ascolta sempre con stupore. Martano è anche
strapiena d'oggetti, oggetti d'ogni sorta, quasi tutti di natura contadina.
Poi anche oggetti d'altra specie: oggetti dei signorotti che ha imparato
a frequentare, dovizie, reliquie, paltò, un sovrappiù
di tutto.
0ggetti ancora. Oggetti supposti. I suoi. Quelli che dovevano imperlare
l'opera, il racconto a cui da sempre pensa. Parole, giri di frase, forme
verbali che sono figlie della sua suggestione. La sua opera che non
può assomigliare alla sua esperienza. Sente quel ch'è
stato come qualcosa di fragile, di irraccontabile. Quel che è,
poi, non l'ha mai interessato. Bisogna supporre un mondo, questo bisogna
fare, supporre delle vie, uno spiazzo, un regolo, delle auto, dei Caffè,
dei salsicciotti per Natale, supporre dei libri, supporre una Borsa,
dei Grandi Magazzini, una scuola, delle battaglie. Supporre dei gradini,
delle leggi, delle geometrie...
Sì. Bisogna supporre, duplicare gli oggetti, i luoghi, le persone.
Trasferirsi altrove se si vuole sul serio stendere l'opera. Modellarsi
una realtà. Si vedrà.
Risponde, intanto, subito al figlio. E' rapidissima anche la risposta
di Gienek. Siamo a metà marzo 1956. Stefan ha 57 anni (anche
se il figlio parla di 56). E' nato a Volkowysk il 29 marzo 1899. Figlio
di Michele e di Novosad Anastasia. Si è sposato con Ada Stella,
di una famiglia di dolcieri martanesi, il 9 dicembre del quarantasei
a Porto Recanati. A Martano è arrivato nel '45 (provenienza:
Germania). Di professione, almeno per l'anagrafe, è ragioniere.
In realtà, per i primi anni almeno, fa vita da profugo al primo
piano di una vecchissima casa in piazza Assunta. Insieme alla sognante
Ada.
13-3-1956
Caro Padre!
ho ricevuto la tua lettera e ti ringrazio molto. Quello che mi ha
meravigliato è il fatto che non era indirizzata a me ma a una
persona che mi è completamente sconosciuta, ma che tuttavia
mi ha rintracciato e mi ha recapitato la tua lettera. La tua seconda
lettera mi ha sorpreso perché non sapevo che tu fossi senza
lavoro e mi ha preoccupato la notizia della malattia.
La lettera che mi hai scritto in italiano mi ha dato un po' di grattacapi
perché ho dovuto trovare qualcuno che me la traducesse. Un
paio di giorni dopo ho ricevuto da te quelle spiacevoli notizie sul
conto dell'amico di Leeds. Perché? Ma forse sarà meglio
non parlarne più...
Da quando sei partito in Italia, non ho avuto vita molto facile perché
tutti quelli che ci conoscono mi chiedevano come mai tu fossi partito
e c'è stato addirittura qualcuno che ha sostenuto che tu sei
stato costretto a partire perché mia moglie ti ha buttato fuori
di casa. Queste voci non mi hanno certamente aiutato e il club dei
polacchi a Leeds è diventato il mio peggiore nemico. Sembra
che la colpa sia mia se sei partito. Ho perso anche il lavoro nel
club dove suonavo la domenica e ognuno di loro mi guarda come se io
fossi spazzatura e non so, forse hanno ragione.
Per quanto lontano guardi nel mio passato, non ricordo un solo giorno
in cui sono stato felice. Ho sempre avuto dei nemici e la gente non
mi ha mai amato molto. In casa, prima di entrare nell'esercito, sono
stato sempre l'ultimo, perché prima di me ce n'erano due altri
migliori. Quando sono andato in guerra ho pensato che questa situazione
sarebbe finita, ma non è stato così..
Dopo 5 anni, di guerra, di campi di prigionia in Germania, c'era solo
da ringraziare Dio di esserne usciti vivi.
Nel 1945 per la prima volta, nell'esercito polacco, ho avuto finalmente
due anni di vita libera in cui ho visto ed ho conosciuto il mondo
e due anni su 32 non sono molti, ma tutto questo è già
passato e forse ora Dio mi aiuterà.
Ti chiedo una sola cosa e cioè che tu d'ora in poi indirizzi
tutte le tue lettere a me personalmente e non ad altri.
Da noi nulla di nuovo. La mia famiglia non si è ingrandita
e penso che non crescerà più. L'anno scorso ho cambiato
casa ed ora abbiamo 5 camere con cucina e l'affitto è di L.
2.0.0 la settimana. Papà caro, nell'ultima lettera mi pregavi
di mandarli del tè. Non ci sono difficoltà e al più
presto te lo sprdirò. Ora termino questa lettera e ti auguro
di guarire presto.
Saluti alla mamma
Vi baciamo forte
Gienek, Jean e Violet
P.S. Ti prego di scrivere più spesso. Il mio indirizzo attuale
è
20-3-1956
Caro Padre!
Ho ricevuto la tua lettera e ti ringrazio tanto per avermi risposto
subito.
Sono contento che tu stia meglio. Con l'aiuto di Dio avrai ancora
tanti anni da vivere. 56 anni non sono molti al giorno d'oggi. Tu
da solo ti puoi aiutare moltissimo, basta che tu lo voglia e questo
lo devi pure alla mamma che ha fatto tutto quello che può per
te. So che ne hai passate tante nella tua vita e quello che ha inciso
di più sulla tua salute è stata la Siberia, così
come sulla mia salute ha pesato il lavoro nelle miniere tedesche.
Io ho appena 32 anni, ma mi sento come se ne avessi almeno 40, ultimamente
mi fanno sempre male i denti e mi cadono uno dopo l'altro. La vita
qui in Inghilterra è molto dura negli ultimi tempi, si guadagna
benino ma non basta. Di solo affitto pago L. 2.6. 0 la settimana.
Non ho potuto restare più nella vecchia casa da quando Jean
ha cominciato ad andare a scuola.
Il bambino ha bisogno di calma quando torna a casa e questo non è
possibile abitando in un'unica stanza.
All'inizio di quest'anno ci siamo trovati in una situazione così
difficile che Violet ha dovuto trovarsi un lavoro, per aiutarmi. Lavorava
come cassiera in un teatro, guadagnando L. 4. 0. 0 la settimana e
ti assicuro che per noi era tanto.
Jean è a scuola tutto il giorno e là riceve un ottimo
pranzo per il quale noi paghiamo. Nonostante ciò quando torna
a casa vuole in tavola il salame e i cetrioli. Cresce ed è
una bella e intelligente ragazza.
Vorremmo farti una sorpresa e venire in Italia l'anno prossimo per
un paio di settimane ma sarà molto difficile perché
ci vogliono molti soldi e per noi è quasi impossibile metterne
da palle così tanti.
Caro papà, vorrei tanto spedirti un pacco prima delle feste
ma sarà difficile perché Jean e Violet sono state ammalate
tutti e due con la bronchite ed io per un paio di giorni sono restato
a casa e non ho potuto lavorare, ma subito dopo le feste ti invierò
un pacco.
Attualmente in casa stiamo tutti bene e la vita scorre sempre uguale.
Finisco augurandoti ogni bene. Ti prego di baciare per me la mamma.
Ti baciamo forte
Jean, Violet e Gienek
PS. Ti ho mandato le foto di Jean. Non sono niente di speciale ma
in futuro te ne spedirò delle altre.
30-4-1956
Caro Padre!
Ho ricevuto la tua lettera e ti ringrazio. Mi è arrivata la
notizia che la tua salute è peggiorata. Sono sicuro al cento
per cento che la mamma ha fatto tutto quello che ha potuto. Per conto
mio le auguro di tutto cuore che Dio l'accompagni sempre. Vorrei tanto
vederla, conoscerla e baciarle le mani, ma purtroppo le mie tasche
non me lo permettono.
Mi chiedi papà se sarei contento di venire in Italia se lì
avessi un lavoro. E' una domanda difficile e forse ti chiedi il perché.
So perfettamente che ti dai da fare per me e la mia famiglia e so
che stai facendo di tutto per averci tutti riuniti, ma la questione
non è molto semplice. Sai che io non sono il tipo d'uomo che
si adatta in ogni situazione, non sono insomma quello che si siede
sul palcoscenico e suona da solista. Non voglio essere insomma un
peso per te. L'unica via d'uscita sarebbe un viaggio in Italia per
una o due settimane e stando lì potrei rendermi conto della
situazione e decidere di conseguenza. Ma per far questo c'è
di nuovo il problema di dovermi fare i conti in tasca. C'è
poi il problema del Min, Spr, Wewn. (forse il consolato, N.d.T.) che
non mi permetterebbe di fare un viaggio in Italia. Andar via dall'Inghilterra
sarebbe per me una cosa molto ambita perché ultimamente l'Inghilterra
ha cominciato a darmi molto sui nervi.
Ora sto lavorando come muratore e tu sai che il lavoro è molto
pesante e la paga appena sufficiente e la cosa non mi preoccuperebbe
eccessivamente se dovessi pensare solo per me, ma ho due persone che
dipendono da me e devo assicurare loro quello di cui hanno bisogno.
Miravo molto in alto e ora non voglio tirarmi indietro. Il viaggio
in Italia mi interessa soprattutto per Jean. Non hai idea di quanta
predisposizione lei abbia per il ballo e orecchio per la musica.
Finisco e ancora una volta ringrazio per la lettera. Che Dio vi accompagni.
Vi baciamo forte
Jean, Violet e Gienek
11 - 5 - 56
Caro Padre
ti scrivo un paio di righe e ti comunico che ho ricevuto la tua lettera
per la quale ti ringrazio.
Visto che non mi dici nulla penso che tu stia bene e questo significa
che lo stato generale della tua salute va migliorando.
Questo è ciò che deduco dalla tua ultima lettera. Da
noi va tutto come al solito e ringraziando Dio stiamo tutti bene.
Ultimamente c'è bel tempo e il sole splende già da qualche
giorno, cosa che in Inghilterra è fatto eccezionale.
Caro padre, oggi sono stato da Franz e ho dato dei soldi perché
ti spedisse un po' di tè, cosicché verso la fine della
settimana dovresti ricevere il pacco.
Ne ho fatto spedire solo una lbs per la prima volta e appena l'avrai
ricevuto ti prego di farmelo sapere così ti manderò
un pacco di tè ogni mese e se potrò anche delle sigarette.
Se ho ben capito dalla tua ultima lettera fra poco diventerai ricco
perché con un po' di fortuna dovresti ricevere 3. 000. 000
di lire. Mi auguro proprio che sia così perché, con
l'aiuto dellAltissimo, avrai finalmente un po' di vitafacile.
Termino e ti saluto da parte della nipote "bambina" Jean.
PS. Mandami la foto del matrimonio di Antonio così potrò
fare una copia e ti rispedirò l'originale.
Gienek
21 - 3 - 1957
Caro amico Stefan,
Sorpreso? Ti meraviglierai certamente che ti scrivo. Proprio ieri
sono stato da Andrzej Kowaluk che abita a circa 20 miglia da me e
che io vado a trovare di tanto in tanto. E' molto solo e sono quattro
anni che non lavora. Non vive proprio male: ha la casa di sua proprietà
di 3 stanze più servizi. Prende gli assegni per la disoccupazione
dal Ministery of Insurance - Ministero per i bisognosi. Quest'aiuto
gli è più che sufficiente. Prima abitava con lui Jozef
Rebzda, ma se n'è andato quando è arrivata un'italiana
che Andrzej ha preso con sé. Non lo sopportava. Non appena
lei se ne andrà Jozef tornerà ad abitare con Andrzej.
Parlando con lui mi ha detto che gli dispiace di non avere il tuo
indirizzo perché vorrebbe, attraverso te, rintracciare suo
fratello che probabilmente abita in Italia sin dal 1914. Così
mi sono ricordato di avere da qualche parte il tuo indirizzo che infatti
ho trovato e così ti scrivo dandoti gli estremi del fratello
di Andrzei. Wincenty Kowaluk, figlio di Michat e della seconda madre
Natalia nato in Miesiewicze, provincia di Wotkoysk.
Non conoscendo l'indirizzo di una qualsiasi organizzazione polacca
in Italia, ti prego caldamente di cercare in qualche modo di rintracciare
questa persona. Probabilmente il modo più semplice è
di fare un appello alla radio in lingua polacca e italiana.
Scrivimi, Stefan, come vivi. Ho l'impressione che tu sbagli a vivere
in Italia. Con le tue capacità e il tuo titolo di studio in
Inghilterra vivresti meglio.
La mia situazione.. migliore vita per ... (parola illeggibile) che
qui in Inghilterra non ce n'è in tutto il mondo.
E' vero che non si guadagna moltissimo, purtuttavia si riesce sempre
a mettere da parte qua e lira per i giorni neri.
Io vivo molto bene con mia moglie e mia figlia. Abbiamo la nostra
casa, la macchina e un negozio abbastanza ben avviato col quale ci
manteniamo. Ho tutto quello che mi necessita e riesco persino ad aiutare
qualcuno.
Ti mando l'indirizzo di Andrzej Kowaluk...
Scrivimi caro Stefan, forse hai bisogno dell'indirizzo di qualcuno
e io potrei procurartelo. Augurandoti ogni bene, ti abbraccio
Gienek [un amico]
25-3-1957
Caro padre!
Quanto tempo è passato dalla tua ultima lettera? Se qualcuno
me lo avesse chiesto, non avrei saputo rispondere. Perché?
Non so neppure questo. Mi sono spesso chiesto che cosa ti avessi fatto
di male. Non so come lo prenderai questo mio risentimento per il tuo
lungo silenzio, ma ti scrivo quello che penso. Ripenso al mio passato
e mi viene in mente che mi è sempre mancato il tuo affetto.
Dei miei 33 anni solo 4 sono caratterizzati dalla tua vicinanza. Ogni
tanto mi chiedo chi è che mi ha maledetto. Forse questo ti
suonerà ridicolo e idiota, ma chi si trovasse al mio posto
lo potrebbe capire. L'anno scorso. mi son capitate tutte le cose spiacevoli.
Violet è stata un mese in ospedale ed io sono rimasto a casa
con Jean senza poter lavorare perché non ho trovato nessuno
che si occupasse di lei. Ho finito i soldi ed ho dovuto vendere i
miei strumenti per poter comprare un pezzo di pane per mia figlia.
Tutto questo è successo a Natale. Dopo Capodanno Jean si è
ammalata due volte seriamente ed è appena una settimana che
si è alzata dal letto. Non c'è stato nessuno che mi
abbia aiutato. In queste situazioni un uomo impara sempre di più
in ogni istante.
Adesso avrei una preghiera da farti.
Vorrei partire in America ma lì non conosco nessuno che mi
possa sbrigare le formalità di "invitarmi". Se tu
hai qualche contatto con l'organizzazione dei polacchi in America
penso che si potrà trovare qualche "sponsor" per
me e la mia famiglia. Il motivo per cui voglio lasciare l'Inghilterra
è uno solo: il futuro di Jean. Qui per lei c'è un solo
futuro e cioè il lavoro in fabbrica ed io non voglio questo
per lei.
Ti prego perciò di fare qualcosa per me. Come ve la passate
e come va la salute? Attendo con ansia la tua risposta.
Vi baciamo forte
Jean, Violet, Gienek
8-4-1957
Caro Padre!
Ho ricevuto la tua lettera e ti ringrazio infinitamente. Le tue parole
sono state per me Più preziose di un tesoro. Mi ha preoccupato
la notizia dell'operazione che hai subito, ma penso che non ci siano
state conseguenze negative e spero che tu stia ormai bene.
Da noi nulla di nuovo. Lavoro come al solito dalla mattina alla sera
per guadagnare quei quattro soldi per mantenere me e la mia famiglia.
La vita in Inghilterra è molto cara.
Jean cresce velocemente e i vestiti per lei costano quanto quelli
di Violet. Ultimamente le ho comprato un impermeabile e l'ho pagato
L. 5. 10. 0. Come vedi, e questo è solo un esempio, i prezzi
sono molto alti.
Jean, dopo la malattia, è molto dimagrita ma ora si sta riprendendo.
Dopo le feste di Pasqua cercherò di mandarti una sua fotografia.
Nella tua lettera mi chiedi di venire in Italia e tu sai che questo
per me è un sogno perché in tanti anni non ho mai fatto
una vacanza. Purtroppo le mie finanze non me lo permettono perché
il viaggio per noi tre costa circa L. 60.0.0 e questo è una
montagna di soldi che noi non abbiamo.
Inoltre vorrei ricomprare gli strumenti che ho dovuto vendere e in
seguito di ciò non suono più da 6 mesi.
Il mio fine è poi di andare in America dove le possibilità
di vivere meglio sono del 100/100 maggiori che non qui. Per questo
ti chiedo ancora di trovarmi uno sponsor Qui un prete è riuscito
a far partire per l'America un paio di polacchi con le famiglie.
E' riuscito a trovare per loro degli sponsor attraverso un'organizzazione
polacca in America. Ti prego ancora di fare di tutto per aiutarci.
Ti mando tutti i dati:Mrs Violet Lomasko nata il 22-10-1928 a Dublin
- Eire - (Irlanda) Miss. Jean Lomasko nata il 28-11-1950 a Leeds -
England I miei dati nato il 1-12-1923 - Baranowicze - Poland, occupato
a YORKSHIRE COOPER WORKS LTD AS CRANE DRIVER Y IN LEEDS, ENGLAND
Se tu avessi bisogno di altri dati, fammelo sapere subito.
Per quel che riguarda i tuoi amici italiani che vuoi aiutare ti descrivo
la situazione qui in Inghilterra che sembra senza speranza.
Da tre settimane tutta l'Inghilterra è in sciopero. Ci sono
3 milioni di lavoratori in sciopero e solo da una settimana una parte
dei lavoratori è tornata al lavoro, ma i comunisti hanno cominciato
una nuova avventura e forse si ricomincerà daccapo.
Finisco qui e ti bacio forte salutandoti da parte di Violet e Jean.
P.S. Ti prego di baciare la mamma da parte di noi tutti.
Vostro figlio Gienek
24-4-1957
Caro padre,
ho ricevuto la tua lettera e ti ringrazio molto. Mi ha fatto molto
piacere la notizia del tuo miglioramento di salute. Da me tutto come
al solito, stiamo tutti bene, ringraziando Iddio. Il tempo finalmente
è buono cosa di cui Jean è felice perché approfitta
di ogni raggio di sole che per lei è un toccasana dopo l'ultima
sua malattia.
Le feste le abbiamo passate in tranquillità, finalmente.
La tua lettera per Burmaz l'ho già spedita, è scritta
in un modo splendido; ciò significa che le parole ti sono uscite
proprio dal cuore?
Ma testimonia anche il fatto che forse si può tradurre in questo
modo: tu hai in te qualcosa che io non riesco a capire. Forse porti
ancora qualche segno di ciò che hai subito in passato. Ho riflettuto
a lungo sul tuo passato e mi chiedo perché non scrivi e pubblichi
un lavoro sulla tua vita in Russia? Può darsi però che
ciò ti richieda troppe energie. Tu però hai una particolare
inclinazione per lo scrivere che pochi hanno, perciò, perché
non provare? Lo potresti scrivere in italiano e parlare delle tue
vicende in Togra [?], l'entrata nel N.K..W.D, le tue esperienze religiose
ecc.; i fatti che potresti raccontare sono davvero tanti. Non indugiare,
quindi, comincia a scrivere che un editore lo troverai sicuramente
con facilità.
Ti prego di ringraziare la mamma per le parole che mi ha scritto.
Finisco qui e aspetto al più presto la tua risposta.
Vi bacio tanto insieme con Jean, Violet e Gienek
22-7-1957
Caro padre,
mi scuso moltissimo per il mio lungo silenzio e per non aver risposto
alla tua lettera, ma ciò non è dipeso dalla mia volontà.
Da due mesi sono paralizzato a letto per qualcosa che mi è
entrato nelle spalle, che mi ha dato dolori atroci e che non mi permetteva
di muovere la mano. Ora sto un po' meglio, ma non sono ancora abile
al lavoro. Ma non pensiamoci, in qualche modo si risolverà.
Ho una notizia molto importante e penso che ti interesserà
molto. Due settimane fa sono stato convocato dal comando di polizia
di Leeds. Mi hanno chiesto di riconoscere (N.d.T ho tradotto il termine
alla lettera perché non capisco bene cosa intenda dire).
Queste lettere sono state scritte, attraverso il "Nig" e
Irene, al sindaco di Leeds e contengono la preghiera di fare ricerche
sul figlio di cui non ha notizie da tanto tempo.
Curioso, vero? Quello che mi incuriosisce è come mai, dopo
sette anni di silenzio, loro mi cercano solo adesso.
Quale sarà il fine di tutto ciò? Ho una sola risposta
per spiegarmelo. Ultimamente stanno arrivando qui in Inghilterra dalla
Polonia un sacco di polacchi in cerca dei loro congiunti con lo scopo
di convincerli a tornare in Polonia. Ho parlato personalmente con
loro, sono tutti giovani e... per il governo polacco. Si capisce che
sono tutti comunisti.
Se la nostra signora vuole venire da me, lo dovrà fare a spese
sue, perché io non ho soldi da sprecare così.
Sono curioso di vedere Irene o Antonio.
Ho scritto loro una lettera in cui chiedo da dove nasce in loro questo
interesse per me dopo sette anni, e cosa vogliono, insomma. Forse
tu mi potrai dare qualche consiglio su come comportarmi con loro in
futuro.
Caro padre, ho spedito a New York i documenti ed ora dovrò
andare al consolato americano a Liverpool.
Se andrà tutto secondo i calcoli, sarò in America entro
un paio di anni. Se mi riuscirà questo, passerò a trovarti
prima di partire.
Ti ho spedito il tè e le sigarette.
Saluti alla mamma
tuo figlio Gienek
Che iddio vi benedica
Jean XXXX
Lo'd'z (Polonia), 13 - 2 - 1959
Distinto signor
Stefan
Ho ricevuto la sua graditissima lettera per la quale la ringrazio.
Ho per lei una preghiera. Certamente non sembra molto bello, ma la
prego di tenerne conto. Nella sua lettera lei mi nominava il suo fratellastro,
ma devo dire che lui non si è comportato da fratello quando
è venuto in Italia.
La invidio per il fatto che lei vive in un paese splendido e accogliente
qual è l'Italia. Io purtroppo devo accontentarmi di vederlo
solo in cartolina. La ringrazio tanto per aver tradotto la mia lettera
a Leonardo [o Leandro, N.d.T.]. La mia preghiera riguarda proprio
questo: che cioè lei possa continuare a tradurre le mie future
lettere. Le vacanze di Carnevale sono già finite e purtroppo
bisogna tornare agli studi.
Finisco qui e le invio i più cordiali saluti.
Hanna (cognome illeggibile, N.d.T.)
P.S. Le dovevo ancora dire che Hernjk non è tornato in patria
dall'ultimo viaggio e che probabilmente è rimasto in Inghilterra
11-2-1960
Amato padre,
ho ricevuto la tua lettera e te ne ringrazio tanto.
Ho tante cose da dirti, ma per iscritto mi riesce difficile.
Prima di tutto devo dire che evidentemente sono male informato su
tutta la questione, perché le lettere che ho ricevuto dalla
Polonia dicono l'esatto contrario di quello che dici tu. A chi devo
credere? A dire la verità ci sono rimasto molto male quando
ho ricevuto la lettera della Polonia, lettere in cui loro si lamentano
di te, e tu ti lamenti di loro.
E io di chi mi devo lamentare?
La mia vita non è più dolce da tanto. Ho scelto una
strada e sto seguendo quella, ma non vedo l'uscita di questa via.
Questo per quanto riguarda me e la mia famiglia.
In questo periodo ho tanti problemi.
Dal quattro di dicembre sono in ospedale a causa di quell'incidente.
Non potrò lavorare almeno per altri dodici mesi. Nonostante
ciò in questo periodo dovrò provvedere a mia moglie.
Appena uscirò dall'ospedale dovrò affrontare la causa
per quella mia firma che è stata usata per rubare.
Se tutto andrà come prevedo, dovrò sborsare all'incirca
1000 - 3000 L. Questa causa durerà da uno a tre anni.
Come vedi, ho abbastanza preoccupazioni e ti prego di credermi che,
se ti ho offeso, non l'ho fatto volontariamente. Le informazioni che
ho ricevuto non erano esatte. Penso che tu potrai chiarirmi meglio
la situazione.
Ti voglio dire che questo mese sono undici anni che sono sposato e
posso aggiungere che sono felice. Ho una buona moglie e una brava
figlia, viviamo tranquillamente e senza avventure.
Termino, augurandovi ogni bene.
Gienek
4 - 2 - 1961
Caro padre
E' passato tanto tempo dalla mia ultima lettera. La causa di questo
silenzio dovrebbe esserti chiara.
Quel torto che hai fatto a Tos'ka (?), non riesco proprio a perdonartelo.
Tosiek ha raggiunto la sua posizione senza l'aiuto di nessuno perché
nessuno aveva interesse ad aiutarlo e soprattutto suo padre.
A causa della tua lettera, che dal mio punto di vista è stato
un gesto meschino, Tosiek è stato cacciato via dall'esercito,
perché tu lo accusavi di essere comunista.
Sarai contento del tuo gesto!
Non voglio continuare a scrivere, perché mi sento ancora sconvolto
quando ci penso. Tu sai perfettamente il male che hai fatto a me personalmente
con questa tua iniziativa.
Io l'ho presa come un'offesa personale.
Per finire, voglio informarti che dal 4-12-1960 sono in ospedale a
causa di un incidente. L'ho avuto sul lavoro. Ho la
testa rotta, la gamba spezzata e alcune costole incrinate. Sono contento
che all'inizio di marzo probabilmente mi dimetteranno.
Vi auguro ogni bene e ti prego di scusare la mia calligrafia, ma non
riesco a muovere bene la mano
Gienek
12 - 2 - 1961
Caro padre
ho ricevuto la tua lettera per la quale ti ringrazio tanto.
Ti ringrazio soprattutto per i calorosi auguri per la mia salute Io
mi sento molto meglio, sono guarito quasi del tutto, ad eccezione
della gamba. L'osso si è aggiustato, ma è ancora "tenero".
Spero di essere dimesso fra una settimana.
Lo specialista che mi ha operato è un uomo famoso.
Devo solo a lui se oggi sono ancora vivo. Nel periodo dell'incidente
ho perso 6 litri di sangue. Sul tavolo operatorio sono rimasto per
ben due ore. Sono rimasto incoscente per tre giorni. Ma tutto questo
ormai non conta, ora sono O.K. Nel periodo del mio incidente Violet
ha avuto una brutta bronchite ed ora Jean è nelle stesse condizioni.
Come vedi, l'anno nuovo non ci ha portato nulla di buono, ma spero
che il mio destino sia migliore.
Prego Dio che dia a Violet la forza necessaria per superare questo
periodo, perché questi ultimi tre mesi sono stati davvero duri
per lei.
Ma ora basta parlare di me. Nella tua lettera mi parli del tuo successo.
Sei diventato un "ministro ". Scherzo, sono veramente felice
della tua popolarità, tanto più che l'hai ottenuta in
un paese straniero. Ti auguro ancora maggiori successi in futuro.
Per quel che riguarda l'altra faccenda, non ne voglio più sentire
parlare. Ciò che è stato è ormai passato, e ti
prego di non pensarci più. Noi viviamo in un mondo e loro in
un altro. Lasciamoli in pace, tanto più che la cosa è
successa 20 anni fa. Ringraziamo Dio che noi siamo liberi. Per quanto
tempo ancora dovremo ricordarcene?
Ricordare non ci fa del bene, e quindi è tempo ormai di dimenticare
e di chiudere con questa faccenda una volta per tutte. Questo è
il mio personale punto di vista su quest'affare.
Leggendo la tua lettera vedo che a te va tutto bene. Anche da loro
in Polonia non è poi così male.
Dall'ultima lettera che ho ricevuto dalla Polonia ho saputo che Irene
si è sposata con un minatore ed ora vive a Katowice.
Ho l'impressione che questa è la fine della vicenda, è
la fine del rapporto che c'era fra di voi. Lei si è sposata
in Polonia, tu in Italia e questa è la fine di questo libro.
Vorrei sapere da te come hai fatto ad ottenere il [passaporto?] per
gli USA. Non vedo l'ora di vederli, anche se questo non è il
momento migliore perché ho le tasche completamente vuote. C'è
la possibilità però che le cose mi vadano meglio nel
prossimo futuro.
Finisco e ti auguro ogni bene
tuo figlio Gienek
19-1-1962
Amatissimo padre
E' passato tanto tempo dalla tua ultima lettera, con l'eccezione della
tua cartolina di Natale per la quale ti ringrazio tanto.
Ti prego di perdonarmi se non ho scritto per così tanto tempo,
ma ciò è dipeso dalla mia attuale situazione finanziaria.
Sono passati già 13 mesi dal mio incidente e i medici non mi
danno ancora il permesso di lavorare. Devo riconoscere che se non
fosse stato per Violet, che nel frattempo ha lavorato, ci sarebbe
mancato persino il pane in tavola.
Per quel che riguarda la mia gamba, va tutto per il meglio. L'osso
finalmente è guarito bene e, secondo il mio medico, non ci
dovrebbero essere problemi. Nonostante ciò, occorrerà
ancora molto tempo prima che io possa camminare normalmente. Caro
papà, ho una preghiera, e spero che potrai accontentarmi.
Sapendo con quanta facilità tu scrivi, penso che non ti costerà
molta fatica. Ultimamente qui stanno cercando le persone per un risarcimento
che sono state ai lavori forzati nei campi di concentramento di Hitler.
Io di queste cose non sono molto informato, sono sicuro che tu ne
sai più di me e quindi ti prego di scrivere all'Alto Commissariato
degli Stati Uniti a Ginevra e ti prego di informarti se io risulto
fra quelli che hanno diritto al risarcimento. Sono stato mandato in
Germania il 3 maggio del 1941, dove ho lavorato a Instenburgh per
costruire la ferrovia. Nel 1943 ho lavorato a Lapalm [?] nella Graf
Bismark, a Gelsenkirchen Westfalia, fino alla fine della guerra.
Forse tutto questo è tempo perso, ma penso che valga la pena
di provare, perché potrei ricavare da ciò un pó
di soldi, soprattutto perché ora mi trovo in una situazione
così critica.
Spero che non mi negherai questo favore. Ti allego un ritaglio di
un giornale polacco dell'11-1-62.
Finisco e aspetto tue notizie.
Saluti da Violet e da Jean Gienek
P.S. La città di Instenburgh si trova ora in Russia, il nome
di quella città è cambiato dopo la guerra, se non sbaglio
si trova a 30 km. a sud di Olsztyn.
Caro Stefan,
Mi dispiace doverli scrivere questa lettera, ma mi sento abbastanza
amico tuo per potermi permettere di parlarti a cuore aperto. Tempo
fa sono stato ospite per una settimana a Londra di certi miei amici
e così ho saputo delle cose sul tuo conto.
Così mi risulta che tu sei stato in Inghilterra dove hai un
figlio a cui sei molto legato, e poi sei tornato in Italia e questo
proprio non lo capisco. Che ci fai lì? Pensa un poco ad una
cosa: che cosa aspetti lì in Italia? Quel che penso io è
che lì sei completamente solo. So che hai problemi con la lingua
e che non puoi sopportare la fatica fisica, e allora perché
sei tornato? E perché sei venuto in Inghilterra per così
poco tempo? Hai forse approfittato di qualche gita organizzata? Mi
sforzo la mente, ma proprio non ti capisco.
Se è vero che qui i soldi gratis non li danno a nessuno, è
anche vero che non c'è un Paese al mondo meno caro dell'Inghilterra.
Un uomo con un minimo di intelligenza e di buona volontà qui
in qualche modo può sopravvivere. Prendi l'esempio di Andrzej
Kowaluk: non leggeva, non parlava, in confronto a te è un asino,
eppure vive decentemente.
Andrzej quando è arrivato qui per tre anni si è arrangiato
ed ora ha una sua casa e pure un po' di soldi da parte. Per te sarebbe
tutto facile.
Perdonami, Stefan, se ti scrivo con tanta franchezza, ma ho già
65 anni e me lo posso permettere. Mi dispiace per te e nello stesso
tempo provo vergogna per te.
Forse ti sei lasciato incantare dal "rosso e bianco" e dalle
"signorine". Finché sei in tempo, salvati. Che ne
pensi? Restandoti sempre amico ti saluto
(firma illeggibile)
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