§ Verso la Valle dei Ciliegi / 1

Stefan e Gienek




Antonio L. Verri



Delle lettere familiari. Un minutissimo frammento di quel progetto di romanzo universale che in molti hanno inseguito o inseguono. La Grande Favola, la Ricostruzione Infinita, che oggi prende nuovo vigore da una splendida proposta - incredibile, affascinante, sicuramente utopica - fatta dai Mormoni: la costituzione di un'Anagrafe Universale. Risalire finché si può, ricostruire, cercare, mettere in luce, testimoniare un processo di armonia, di memoria e di storia, soprattutto piccola storia. Ovvero: le perversità e le inezie, le occasioni, i miracoli, le balbuzie di ogni logica, di ogni specie. Ovvero, ancora: una testimonianza che parta dalla capocchia sapientissima di un computer e salga via via attraverso il Blocco Leca, l'amore e il disagio delle macchine, l'alchimia, i flagellati, l'ordine romano sul mondo, i misteri delle grotte, i primi segni, il piacere della prima neve, i grandi animali, i cristalli, le grandi eruzioni, il brodo primordiale...
Quindici lettere a Stefan. Un granellino di sabbia di tutto il Progetto. Quindici lettere su cui noi adesso scriviamo, ancora una volta stupefatti dalla grande avventura o dalla tensione magnifica che a volte vengon fuori anche da righi banali o insignificanti quali potrebbero essere quelli che ci apprestiamo a leggere.
Stefan Lomasko. Martano. Nel cuore della Grecìa salentina. Personaggio che da sempre vive sulle nostre pagine. Senza dialogo. Golem. Turbato dalla mutabilità delle cose. Nostro indice di complessità. Nostro Hrön. Nostra proiezione. Nostra estensione... Ora crediamo sia arrivato il momento di scrivere, attraverso le quindici lettere, la storia che noi abbiamo immaginato fosse sua.
Amarezze, umori, passionalità, accompagnano anche la storia di Gienek, il personaggio scrivente - figlio di Stefan -che invece vive, ma il più delle volte lo sorprendiamo a sognare, a Leeds, in Inghilterra. Padre e figlio sono scampati ad un eccidio che fonda la sua logica nel consenso e nello stupido ottimismo. Stefan non sta bene a Martano. E' solo. Cerca in tutti i modi di non perdere i contatti che ha sempre avuto, a costo anche di sparlare di amici e conoscenti. E' ancora viva in lui la tragedia dei suoi. Ha lasciato una donna in Polonia, molte terre, un buon lavoro, una vita facile. Martano è solo un paesotto agricolo, la gente chiacchiera, si conoscono un po' tutti... lui, in Polonia, ha lasciato anche i suoi progetti, la sua giovinezza. un tempo aveva tantissime idee, furori, piaceri. Ora invece...
Per arrivare a Lecce c'è solo una vecchia corriera. Ogni tanto vi sale. Lecce è già diversa. Ci si muove di più. Lui tutte le volte che vi arriva - quando non è con la moglie martanese - ama trascorrere le prime due ore in uno di quei tanti bei Caffè in piazza, in piena solitudine, con un latte fumante, armeggiando con un giornale, ammirando, sognando. Chi dei suoi connazionali s'è spinto fino a Lecce è stato forse più fortunato. Gran parte dei polacchi, a Lecce, di mestiere fa l'ottico. A volte casualmente, si incontrava con altri polacchi residenti in altri paesi della provincia, soprattutto di Alessano. Si dice siano arrivati là, ad Alessano, in tantissimi. Il battaglione del Papa. Alessano è una cittadina misteriosa. Solo percorrere via della Giudecca. Un paese da diaspora sulla vecchia via da Napoli a Leuca.
Stefan, forse insieme alla moglie, forse solo, è stato per qualche tempo a Leeds. Non è andato per restarci; è andato per vedere il figlio, Violet, la nipote Jean. Non è poi tanto vero che si trova male a Martano, anzi, forse non riesce più a starne lontano, lontano dalla piazza, dai Caffè, dal sole di Novembre. Ha dei legami anche lì, una moglie, degli amici (i signori De Marco, per es., lo invitano spesso a Maglie, nella loro villa sulla via per Scorrano), le sue carte, i suoi attrezzi per dipingere. Aveva anche cominciato a fare lunghissime passeggiate sulle spiagge di Sant'Andrea, Torre dell'Orso, alla ricerca di gusci vuoti di conchiglia. Gli sembrava così prezioso agghindare. Aveva cominciato a dipingere ante, suppellettili, muri: quasi sempre venivano fuori immagini e colori dei suoi viaggi in Africa. Sembrava così fine a se stessa la sua pittura, sembrava tutto così inutile, anche. Così lontano dal mondo il posto...
A Leeds il figlio è nei guai. Lo accusano per la partenza del padre dall'Inghilterra. Cominciano a chiacchierare sul suo cattivo rapporto con Violet che lo avrebbe addirittura "buttato fuori di casa". Gienek perde la fiducia dei suoi connazionali a Leeds, qualcuno addirittura lo evita, qualche vecchio amico non viene più a trovarlo, il Club dove suonava lo licenzia, tutti lo accusano, è un inferno. Gienek glielo scrive questo al padre, si fa prendere dallo sconforto, fa un piccolo negativo esame della sua vita, affiora qualche contesa con suoi due fratelli, qualche particolarità dei genitori. E' molto amareggiato. Sostiene che due soli anni felici, su trentadue, non sono granché... Va be'. Cambia tono. Gli trascrive il suo indirizzo. Gli promette del tè. A Martano non se ne trova.
Martano è un paesotto agricolo. Molti signorili portoni, ma anche moltissima povera gente. Un castello, una bella piazza, dei monaci cistercensi uscendo per Borgagne, una vecchia via piena di corti greche, una lingua - il griko - che ascolta sempre con stupore. Martano è anche strapiena d'oggetti, oggetti d'ogni sorta, quasi tutti di natura contadina. Poi anche oggetti d'altra specie: oggetti dei signorotti che ha imparato a frequentare, dovizie, reliquie, paltò, un sovrappiù di tutto.
0ggetti ancora. Oggetti supposti. I suoi. Quelli che dovevano imperlare l'opera, il racconto a cui da sempre pensa. Parole, giri di frase, forme verbali che sono figlie della sua suggestione. La sua opera che non può assomigliare alla sua esperienza. Sente quel ch'è stato come qualcosa di fragile, di irraccontabile. Quel che è, poi, non l'ha mai interessato. Bisogna supporre un mondo, questo bisogna fare, supporre delle vie, uno spiazzo, un regolo, delle auto, dei Caffè, dei salsicciotti per Natale, supporre dei libri, supporre una Borsa, dei Grandi Magazzini, una scuola, delle battaglie. Supporre dei gradini, delle leggi, delle geometrie...
Sì. Bisogna supporre, duplicare gli oggetti, i luoghi, le persone. Trasferirsi altrove se si vuole sul serio stendere l'opera. Modellarsi una realtà. Si vedrà.
Risponde, intanto, subito al figlio. E' rapidissima anche la risposta di Gienek. Siamo a metà marzo 1956. Stefan ha 57 anni (anche se il figlio parla di 56). E' nato a Volkowysk il 29 marzo 1899. Figlio di Michele e di Novosad Anastasia. Si è sposato con Ada Stella, di una famiglia di dolcieri martanesi, il 9 dicembre del quarantasei a Porto Recanati. A Martano è arrivato nel '45 (provenienza: Germania). Di professione, almeno per l'anagrafe, è ragioniere. In realtà, per i primi anni almeno, fa vita da profugo al primo piano di una vecchissima casa in piazza Assunta. Insieme alla sognante Ada.


13-3-1956

Caro Padre!
ho ricevuto la tua lettera e ti ringrazio molto. Quello che mi ha meravigliato è il fatto che non era indirizzata a me ma a una persona che mi è completamente sconosciuta, ma che tuttavia mi ha rintracciato e mi ha recapitato la tua lettera. La tua seconda lettera mi ha sorpreso perché non sapevo che tu fossi senza lavoro e mi ha preoccupato la notizia della malattia.
La lettera che mi hai scritto in italiano mi ha dato un po' di grattacapi perché ho dovuto trovare qualcuno che me la traducesse. Un paio di giorni dopo ho ricevuto da te quelle spiacevoli notizie sul conto dell'amico di Leeds. Perché? Ma forse sarà meglio non parlarne più...
Da quando sei partito in Italia, non ho avuto vita molto facile perché tutti quelli che ci conoscono mi chiedevano come mai tu fossi partito e c'è stato addirittura qualcuno che ha sostenuto che tu sei stato costretto a partire perché mia moglie ti ha buttato fuori di casa. Queste voci non mi hanno certamente aiutato e il club dei polacchi a Leeds è diventato il mio peggiore nemico. Sembra che la colpa sia mia se sei partito. Ho perso anche il lavoro nel club dove suonavo la domenica e ognuno di loro mi guarda come se io fossi spazzatura e non so, forse hanno ragione.
Per quanto lontano guardi nel mio passato, non ricordo un solo giorno in cui sono stato felice. Ho sempre avuto dei nemici e la gente non mi ha mai amato molto. In casa, prima di entrare nell'esercito, sono stato sempre l'ultimo, perché prima di me ce n'erano due altri migliori. Quando sono andato in guerra ho pensato che questa situazione sarebbe finita, ma non è stato così..
Dopo 5 anni, di guerra, di campi di prigionia in Germania, c'era solo da ringraziare Dio di esserne usciti vivi.
Nel 1945 per la prima volta, nell'esercito polacco, ho avuto finalmente due anni di vita libera in cui ho visto ed ho conosciuto il mondo e due anni su 32 non sono molti, ma tutto questo è già passato e forse ora Dio mi aiuterà.
Ti chiedo una sola cosa e cioè che tu d'ora in poi indirizzi tutte le tue lettere a me personalmente e non ad altri.
Da noi nulla di nuovo. La mia famiglia non si è ingrandita e penso che non crescerà più. L'anno scorso ho cambiato casa ed ora abbiamo 5 camere con cucina e l'affitto è di L. 2.0.0 la settimana. Papà caro, nell'ultima lettera mi pregavi di mandarli del tè. Non ci sono difficoltà e al più presto te lo sprdirò. Ora termino questa lettera e ti auguro di guarire presto.
Saluti alla mamma
Vi baciamo forte
Gienek, Jean e Violet
P.S. Ti prego di scrivere più spesso. Il mio indirizzo attuale è


20-3-1956

Caro Padre!
Ho ricevuto la tua lettera e ti ringrazio tanto per avermi risposto subito.
Sono contento che tu stia meglio. Con l'aiuto di Dio avrai ancora tanti anni da vivere. 56 anni non sono molti al giorno d'oggi. Tu da solo ti puoi aiutare moltissimo, basta che tu lo voglia e questo lo devi pure alla mamma che ha fatto tutto quello che può per te. So che ne hai passate tante nella tua vita e quello che ha inciso di più sulla tua salute è stata la Siberia, così come sulla mia salute ha pesato il lavoro nelle miniere tedesche.
Io ho appena 32 anni, ma mi sento come se ne avessi almeno 40, ultimamente mi fanno sempre male i denti e mi cadono uno dopo l'altro. La vita qui in Inghilterra è molto dura negli ultimi tempi, si guadagna benino ma non basta. Di solo affitto pago L. 2.6. 0 la settimana. Non ho potuto restare più nella vecchia casa da quando Jean ha cominciato ad andare a scuola.
Il bambino ha bisogno di calma quando torna a casa e questo non è possibile abitando in un'unica stanza.
All'inizio di quest'anno ci siamo trovati in una situazione così difficile che Violet ha dovuto trovarsi un lavoro, per aiutarmi. Lavorava come cassiera in un teatro, guadagnando L. 4. 0. 0 la settimana e ti assicuro che per noi era tanto.
Jean è a scuola tutto il giorno e là riceve un ottimo pranzo per il quale noi paghiamo. Nonostante ciò quando torna a casa vuole in tavola il salame e i cetrioli. Cresce ed è una bella e intelligente ragazza.
Vorremmo farti una sorpresa e venire in Italia l'anno prossimo per un paio di settimane ma sarà molto difficile perché ci vogliono molti soldi e per noi è quasi impossibile metterne da palle così tanti.
Caro papà, vorrei tanto spedirti un pacco prima delle feste ma sarà difficile perché Jean e Violet sono state ammalate tutti e due con la bronchite ed io per un paio di giorni sono restato a casa e non ho potuto lavorare, ma subito dopo le feste ti invierò un pacco.
Attualmente in casa stiamo tutti bene e la vita scorre sempre uguale.
Finisco augurandoti ogni bene. Ti prego di baciare per me la mamma. Ti baciamo forte
Jean, Violet e Gienek
PS. Ti ho mandato le foto di Jean. Non sono niente di speciale ma in futuro te ne spedirò delle altre.


30-4-1956

Caro Padre!
Ho ricevuto la tua lettera e ti ringrazio. Mi è arrivata la notizia che la tua salute è peggiorata. Sono sicuro al cento per cento che la mamma ha fatto tutto quello che ha potuto. Per conto mio le auguro di tutto cuore che Dio l'accompagni sempre. Vorrei tanto vederla, conoscerla e baciarle le mani, ma purtroppo le mie tasche non me lo permettono.
Mi chiedi papà se sarei contento di venire in Italia se lì avessi un lavoro. E' una domanda difficile e forse ti chiedi il perché.
So perfettamente che ti dai da fare per me e la mia famiglia e so che stai facendo di tutto per averci tutti riuniti, ma la questione non è molto semplice. Sai che io non sono il tipo d'uomo che si adatta in ogni situazione, non sono insomma quello che si siede sul palcoscenico e suona da solista. Non voglio essere insomma un peso per te. L'unica via d'uscita sarebbe un viaggio in Italia per una o due settimane e stando lì potrei rendermi conto della situazione e decidere di conseguenza. Ma per far questo c'è di nuovo il problema di dovermi fare i conti in tasca. C'è poi il problema del Min, Spr, Wewn. (forse il consolato, N.d.T.) che non mi permetterebbe di fare un viaggio in Italia. Andar via dall'Inghilterra sarebbe per me una cosa molto ambita perché ultimamente l'Inghilterra ha cominciato a darmi molto sui nervi.
Ora sto lavorando come muratore e tu sai che il lavoro è molto pesante e la paga appena sufficiente e la cosa non mi preoccuperebbe eccessivamente se dovessi pensare solo per me, ma ho due persone che dipendono da me e devo assicurare loro quello di cui hanno bisogno.
Miravo molto in alto e ora non voglio tirarmi indietro. Il viaggio in Italia mi interessa soprattutto per Jean. Non hai idea di quanta predisposizione lei abbia per il ballo e orecchio per la musica.
Finisco e ancora una volta ringrazio per la lettera. Che Dio vi accompagni.
Vi baciamo forte
Jean, Violet e Gienek


11 - 5 - 56

Caro Padre
ti scrivo un paio di righe e ti comunico che ho ricevuto la tua lettera per la quale ti ringrazio.
Visto che non mi dici nulla penso che tu stia bene e questo significa che lo stato generale della tua salute va migliorando.
Questo è ciò che deduco dalla tua ultima lettera. Da noi va tutto come al solito e ringraziando Dio stiamo tutti bene.
Ultimamente c'è bel tempo e il sole splende già da qualche giorno, cosa che in Inghilterra è fatto eccezionale.
Caro padre, oggi sono stato da Franz e ho dato dei soldi perché ti spedisse un po' di tè, cosicché verso la fine della settimana dovresti ricevere il pacco.
Ne ho fatto spedire solo una lbs per la prima volta e appena l'avrai ricevuto ti prego di farmelo sapere così ti manderò un pacco di tè ogni mese e se potrò anche delle sigarette. Se ho ben capito dalla tua ultima lettera fra poco diventerai ricco perché con un po' di fortuna dovresti ricevere 3. 000. 000 di lire. Mi auguro proprio che sia così perché, con l'aiuto dellAltissimo, avrai finalmente un po' di vitafacile.
Termino e ti saluto da parte della nipote "bambina" Jean.
PS. Mandami la foto del matrimonio di Antonio così potrò fare una copia e ti rispedirò l'originale.
Gienek


21 - 3 - 1957

Caro amico Stefan,
Sorpreso? Ti meraviglierai certamente che ti scrivo. Proprio ieri sono stato da Andrzej Kowaluk che abita a circa 20 miglia da me e che io vado a trovare di tanto in tanto. E' molto solo e sono quattro anni che non lavora. Non vive proprio male: ha la casa di sua proprietà di 3 stanze più servizi. Prende gli assegni per la disoccupazione dal Ministery of Insurance - Ministero per i bisognosi. Quest'aiuto gli è più che sufficiente. Prima abitava con lui Jozef Rebzda, ma se n'è andato quando è arrivata un'italiana che Andrzej ha preso con sé. Non lo sopportava. Non appena lei se ne andrà Jozef tornerà ad abitare con Andrzej. Parlando con lui mi ha detto che gli dispiace di non avere il tuo indirizzo perché vorrebbe, attraverso te, rintracciare suo fratello che probabilmente abita in Italia sin dal 1914. Così mi sono ricordato di avere da qualche parte il tuo indirizzo che infatti ho trovato e così ti scrivo dandoti gli estremi del fratello di Andrzei. Wincenty Kowaluk, figlio di Michat e della seconda madre Natalia nato in Miesiewicze, provincia di Wotkoysk.
Non conoscendo l'indirizzo di una qualsiasi organizzazione polacca in Italia, ti prego caldamente di cercare in qualche modo di rintracciare questa persona. Probabilmente il modo più semplice è di fare un appello alla radio in lingua polacca e italiana.
Scrivimi, Stefan, come vivi. Ho l'impressione che tu sbagli a vivere in Italia. Con le tue capacità e il tuo titolo di studio in Inghilterra vivresti meglio.
La mia situazione.. migliore vita per ... (parola illeggibile) che qui in Inghilterra non ce n'è in tutto il mondo.
E' vero che non si guadagna moltissimo, purtuttavia si riesce sempre a mettere da parte qua e lira per i giorni neri.
Io vivo molto bene con mia moglie e mia figlia. Abbiamo la nostra casa, la macchina e un negozio abbastanza ben avviato col quale ci manteniamo. Ho tutto quello che mi necessita e riesco persino ad aiutare qualcuno.
Ti mando l'indirizzo di Andrzej Kowaluk...
Scrivimi caro Stefan, forse hai bisogno dell'indirizzo di qualcuno e io potrei procurartelo. Augurandoti ogni bene, ti abbraccio
Gienek [un amico]


25-3-1957

Caro padre!
Quanto tempo è passato dalla tua ultima lettera? Se qualcuno me lo avesse chiesto, non avrei saputo rispondere. Perché? Non so neppure questo. Mi sono spesso chiesto che cosa ti avessi fatto di male. Non so come lo prenderai questo mio risentimento per il tuo lungo silenzio, ma ti scrivo quello che penso. Ripenso al mio passato e mi viene in mente che mi è sempre mancato il tuo affetto. Dei miei 33 anni solo 4 sono caratterizzati dalla tua vicinanza. Ogni tanto mi chiedo chi è che mi ha maledetto. Forse questo ti suonerà ridicolo e idiota, ma chi si trovasse al mio posto lo potrebbe capire. L'anno scorso. mi son capitate tutte le cose spiacevoli. Violet è stata un mese in ospedale ed io sono rimasto a casa con Jean senza poter lavorare perché non ho trovato nessuno che si occupasse di lei. Ho finito i soldi ed ho dovuto vendere i miei strumenti per poter comprare un pezzo di pane per mia figlia. Tutto questo è successo a Natale. Dopo Capodanno Jean si è ammalata due volte seriamente ed è appena una settimana che si è alzata dal letto. Non c'è stato nessuno che mi abbia aiutato. In queste situazioni un uomo impara sempre di più in ogni istante.
Adesso avrei una preghiera da farti.
Vorrei partire in America ma lì non conosco nessuno che mi possa sbrigare le formalità di "invitarmi". Se tu hai qualche contatto con l'organizzazione dei polacchi in America penso che si potrà trovare qualche "sponsor" per me e la mia famiglia. Il motivo per cui voglio lasciare l'Inghilterra è uno solo: il futuro di Jean. Qui per lei c'è un solo futuro e cioè il lavoro in fabbrica ed io non voglio questo per lei.
Ti prego perciò di fare qualcosa per me. Come ve la passate e come va la salute? Attendo con ansia la tua risposta.
Vi baciamo forte
Jean, Violet, Gienek


8-4-1957

Caro Padre!
Ho ricevuto la tua lettera e ti ringrazio infinitamente. Le tue parole sono state per me Più preziose di un tesoro. Mi ha preoccupato la notizia dell'operazione che hai subito, ma penso che non ci siano state conseguenze negative e spero che tu stia ormai bene.
Da noi nulla di nuovo. Lavoro come al solito dalla mattina alla sera per guadagnare quei quattro soldi per mantenere me e la mia famiglia.
La vita in Inghilterra è molto cara.
Jean cresce velocemente e i vestiti per lei costano quanto quelli di Violet. Ultimamente le ho comprato un impermeabile e l'ho pagato L. 5. 10. 0. Come vedi, e questo è solo un esempio, i prezzi sono molto alti.
Jean, dopo la malattia, è molto dimagrita ma ora si sta riprendendo. Dopo le feste di Pasqua cercherò di mandarti una sua fotografia.
Nella tua lettera mi chiedi di venire in Italia e tu sai che questo per me è un sogno perché in tanti anni non ho mai fatto una vacanza. Purtroppo le mie finanze non me lo permettono perché il viaggio per noi tre costa circa L. 60.0.0 e questo è una montagna di soldi che noi non abbiamo.
Inoltre vorrei ricomprare gli strumenti che ho dovuto vendere e in seguito di ciò non suono più da 6 mesi.
Il mio fine è poi di andare in America dove le possibilità di vivere meglio sono del 100/100 maggiori che non qui. Per questo ti chiedo ancora di trovarmi uno sponsor Qui un prete è riuscito a far partire per l'America un paio di polacchi con le famiglie.
E' riuscito a trovare per loro degli sponsor attraverso un'organizzazione polacca in America. Ti prego ancora di fare di tutto per aiutarci.
Ti mando tutti i dati:Mrs Violet Lomasko nata il 22-10-1928 a Dublin - Eire - (Irlanda) Miss. Jean Lomasko nata il 28-11-1950 a Leeds - England I miei dati nato il 1-12-1923 - Baranowicze - Poland, occupato a YORKSHIRE COOPER WORKS LTD AS CRANE DRIVER Y IN LEEDS, ENGLAND
Se tu avessi bisogno di altri dati, fammelo sapere subito.
Per quel che riguarda i tuoi amici italiani che vuoi aiutare ti descrivo la situazione qui in Inghilterra che sembra senza speranza.
Da tre settimane tutta l'Inghilterra è in sciopero. Ci sono 3 milioni di lavoratori in sciopero e solo da una settimana una parte dei lavoratori è tornata al lavoro, ma i comunisti hanno cominciato una nuova avventura e forse si ricomincerà daccapo.
Finisco qui e ti bacio forte salutandoti da parte di Violet e Jean. P.S. Ti prego di baciare la mamma da parte di noi tutti.
Vostro figlio Gienek


24-4-1957

Caro padre,
ho ricevuto la tua lettera e ti ringrazio molto. Mi ha fatto molto piacere la notizia del tuo miglioramento di salute. Da me tutto come al solito, stiamo tutti bene, ringraziando Iddio. Il tempo finalmente è buono cosa di cui Jean è felice perché approfitta di ogni raggio di sole che per lei è un toccasana dopo l'ultima sua malattia.
Le feste le abbiamo passate in tranquillità, finalmente.
La tua lettera per Burmaz l'ho già spedita, è scritta in un modo splendido; ciò significa che le parole ti sono uscite proprio dal cuore?
Ma testimonia anche il fatto che forse si può tradurre in questo modo: tu hai in te qualcosa che io non riesco a capire. Forse porti ancora qualche segno di ciò che hai subito in passato. Ho riflettuto a lungo sul tuo passato e mi chiedo perché non scrivi e pubblichi un lavoro sulla tua vita in Russia? Può darsi però che ciò ti richieda troppe energie. Tu però hai una particolare inclinazione per lo scrivere che pochi hanno, perciò, perché non provare? Lo potresti scrivere in italiano e parlare delle tue vicende in Togra [?], l'entrata nel N.K..W.D, le tue esperienze religiose ecc.; i fatti che potresti raccontare sono davvero tanti. Non indugiare, quindi, comincia a scrivere che un editore lo troverai sicuramente con facilità.
Ti prego di ringraziare la mamma per le parole che mi ha scritto. Finisco qui e aspetto al più presto la tua risposta.
Vi bacio tanto insieme con Jean, Violet e Gienek


22-7-1957

Caro padre,
mi scuso moltissimo per il mio lungo silenzio e per non aver risposto alla tua lettera, ma ciò non è dipeso dalla mia volontà. Da due mesi sono paralizzato a letto per qualcosa che mi è entrato nelle spalle, che mi ha dato dolori atroci e che non mi permetteva di muovere la mano. Ora sto un po' meglio, ma non sono ancora abile al lavoro. Ma non pensiamoci, in qualche modo si risolverà.
Ho una notizia molto importante e penso che ti interesserà molto. Due settimane fa sono stato convocato dal comando di polizia di Leeds. Mi hanno chiesto di riconoscere (N.d.T ho tradotto il termine alla lettera perché non capisco bene cosa intenda dire).
Queste lettere sono state scritte, attraverso il "Nig" e Irene, al sindaco di Leeds e contengono la preghiera di fare ricerche sul figlio di cui non ha notizie da tanto tempo.
Curioso, vero? Quello che mi incuriosisce è come mai, dopo sette anni di silenzio, loro mi cercano solo adesso.
Quale sarà il fine di tutto ciò? Ho una sola risposta per spiegarmelo. Ultimamente stanno arrivando qui in Inghilterra dalla Polonia un sacco di polacchi in cerca dei loro congiunti con lo scopo di convincerli a tornare in Polonia. Ho parlato personalmente con loro, sono tutti giovani e... per il governo polacco. Si capisce che sono tutti comunisti.
Se la nostra signora vuole venire da me, lo dovrà fare a spese sue, perché io non ho soldi da sprecare così.
Sono curioso di vedere Irene o Antonio.
Ho scritto loro una lettera in cui chiedo da dove nasce in loro questo interesse per me dopo sette anni, e cosa vogliono, insomma. Forse tu mi potrai dare qualche consiglio su come comportarmi con loro in futuro.
Caro padre, ho spedito a New York i documenti ed ora dovrò andare al consolato americano a Liverpool.
Se andrà tutto secondo i calcoli, sarò in America entro un paio di anni. Se mi riuscirà questo, passerò a trovarti prima di partire.
Ti ho spedito il tè e le sigarette.
Saluti alla mamma
tuo figlio Gienek
Che iddio vi benedica
Jean XXXX


Lo'd'z (Polonia), 13 - 2 - 1959

Distinto signor Stefan
Ho ricevuto la sua graditissima lettera per la quale la ringrazio. Ho per lei una preghiera. Certamente non sembra molto bello, ma la prego di tenerne conto. Nella sua lettera lei mi nominava il suo fratellastro, ma devo dire che lui non si è comportato da fratello quando è venuto in Italia.
La invidio per il fatto che lei vive in un paese splendido e accogliente qual è l'Italia. Io purtroppo devo accontentarmi di vederlo solo in cartolina. La ringrazio tanto per aver tradotto la mia lettera a Leonardo [o Leandro, N.d.T.]. La mia preghiera riguarda proprio questo: che cioè lei possa continuare a tradurre le mie future lettere. Le vacanze di Carnevale sono già finite e purtroppo bisogna tornare agli studi.
Finisco qui e le invio i più cordiali saluti.
Hanna (cognome illeggibile, N.d.T.)
P.S. Le dovevo ancora dire che Hernjk non è tornato in patria dall'ultimo viaggio e che probabilmente è rimasto in Inghilterra


11-2-1960

Amato padre,
ho ricevuto la tua lettera e te ne ringrazio tanto.
Ho tante cose da dirti, ma per iscritto mi riesce difficile.
Prima di tutto devo dire che evidentemente sono male informato su tutta la questione, perché le lettere che ho ricevuto dalla Polonia dicono l'esatto contrario di quello che dici tu. A chi devo credere? A dire la verità ci sono rimasto molto male quando ho ricevuto la lettera della Polonia, lettere in cui loro si lamentano di te, e tu ti lamenti di loro.
E io di chi mi devo lamentare?
La mia vita non è più dolce da tanto. Ho scelto una strada e sto seguendo quella, ma non vedo l'uscita di questa via. Questo per quanto riguarda me e la mia famiglia.
In questo periodo ho tanti problemi.
Dal quattro di dicembre sono in ospedale a causa di quell'incidente. Non potrò lavorare almeno per altri dodici mesi. Nonostante ciò in questo periodo dovrò provvedere a mia moglie. Appena uscirò dall'ospedale dovrò affrontare la causa per quella mia firma che è stata usata per rubare.
Se tutto andrà come prevedo, dovrò sborsare all'incirca 1000 - 3000 L. Questa causa durerà da uno a tre anni.
Come vedi, ho abbastanza preoccupazioni e ti prego di credermi che, se ti ho offeso, non l'ho fatto volontariamente. Le informazioni che ho ricevuto non erano esatte. Penso che tu potrai chiarirmi meglio la situazione.
Ti voglio dire che questo mese sono undici anni che sono sposato e posso aggiungere che sono felice. Ho una buona moglie e una brava figlia, viviamo tranquillamente e senza avventure.
Termino, augurandovi ogni bene.
Gienek


4 - 2 - 1961

Caro padre
E' passato tanto tempo dalla mia ultima lettera. La causa di questo silenzio dovrebbe esserti chiara.
Quel torto che hai fatto a Tos'ka (?), non riesco proprio a perdonartelo.
Tosiek ha raggiunto la sua posizione senza l'aiuto di nessuno perché nessuno aveva interesse ad aiutarlo e soprattutto suo padre.
A causa della tua lettera, che dal mio punto di vista è stato un gesto meschino, Tosiek è stato cacciato via dall'esercito, perché tu lo accusavi di essere comunista.
Sarai contento del tuo gesto!
Non voglio continuare a scrivere, perché mi sento ancora sconvolto quando ci penso. Tu sai perfettamente il male che hai fatto a me personalmente con questa tua iniziativa.
Io l'ho presa come un'offesa personale.
Per finire, voglio informarti che dal 4-12-1960 sono in ospedale a causa di un incidente. L'ho avuto sul lavoro. Ho la
testa rotta, la gamba spezzata e alcune costole incrinate. Sono contento che all'inizio di marzo probabilmente mi dimetteranno.
Vi auguro ogni bene e ti prego di scusare la mia calligrafia, ma non riesco a muovere bene la mano
Gienek


12 - 2 - 1961

Caro padre
ho ricevuto la tua lettera per la quale ti ringrazio tanto.
Ti ringrazio soprattutto per i calorosi auguri per la mia salute Io mi sento molto meglio, sono guarito quasi del tutto, ad eccezione della gamba. L'osso si è aggiustato, ma è ancora "tenero".
Spero di essere dimesso fra una settimana.
Lo specialista che mi ha operato è un uomo famoso.
Devo solo a lui se oggi sono ancora vivo. Nel periodo dell'incidente ho perso 6 litri di sangue. Sul tavolo operatorio sono rimasto per ben due ore. Sono rimasto incoscente per tre giorni. Ma tutto questo ormai non conta, ora sono O.K. Nel periodo del mio incidente Violet ha avuto una brutta bronchite ed ora Jean è nelle stesse condizioni. Come vedi, l'anno nuovo non ci ha portato nulla di buono, ma spero che il mio destino sia migliore.
Prego Dio che dia a Violet la forza necessaria per superare questo periodo, perché questi ultimi tre mesi sono stati davvero duri per lei.
Ma ora basta parlare di me. Nella tua lettera mi parli del tuo successo. Sei diventato un "ministro ". Scherzo, sono veramente felice della tua popolarità, tanto più che l'hai ottenuta in un paese straniero. Ti auguro ancora maggiori successi in futuro.
Per quel che riguarda l'altra faccenda, non ne voglio più sentire parlare. Ciò che è stato è ormai passato, e ti prego di non pensarci più. Noi viviamo in un mondo e loro in un altro. Lasciamoli in pace, tanto più che la cosa è successa 20 anni fa. Ringraziamo Dio che noi siamo liberi. Per quanto tempo ancora dovremo ricordarcene?
Ricordare non ci fa del bene, e quindi è tempo ormai di dimenticare e di chiudere con questa faccenda una volta per tutte. Questo è il mio personale punto di vista su quest'affare.
Leggendo la tua lettera vedo che a te va tutto bene. Anche da loro in Polonia non è poi così male.
Dall'ultima lettera che ho ricevuto dalla Polonia ho saputo che Irene si è sposata con un minatore ed ora vive a Katowice.
Ho l'impressione che questa è la fine della vicenda, è la fine del rapporto che c'era fra di voi. Lei si è sposata in Polonia, tu in Italia e questa è la fine di questo libro.
Vorrei sapere da te come hai fatto ad ottenere il [passaporto?] per gli USA. Non vedo l'ora di vederli, anche se questo non è il momento migliore perché ho le tasche completamente vuote. C'è la possibilità però che le cose mi vadano meglio nel prossimo futuro.
Finisco e ti auguro ogni bene
tuo figlio Gienek


19-1-1962

Amatissimo padre
E' passato tanto tempo dalla tua ultima lettera, con l'eccezione della tua cartolina di Natale per la quale ti ringrazio tanto.
Ti prego di perdonarmi se non ho scritto per così tanto tempo, ma ciò è dipeso dalla mia attuale situazione finanziaria. Sono passati già 13 mesi dal mio incidente e i medici non mi danno ancora il permesso di lavorare. Devo riconoscere che se non fosse stato per Violet, che nel frattempo ha lavorato, ci sarebbe mancato persino il pane in tavola.
Per quel che riguarda la mia gamba, va tutto per il meglio. L'osso finalmente è guarito bene e, secondo il mio medico, non ci dovrebbero essere problemi. Nonostante ciò, occorrerà ancora molto tempo prima che io possa camminare normalmente. Caro papà, ho una preghiera, e spero che potrai accontentarmi.
Sapendo con quanta facilità tu scrivi, penso che non ti costerà molta fatica. Ultimamente qui stanno cercando le persone per un risarcimento che sono state ai lavori forzati nei campi di concentramento di Hitler. Io di queste cose non sono molto informato, sono sicuro che tu ne sai più di me e quindi ti prego di scrivere all'Alto Commissariato degli Stati Uniti a Ginevra e ti prego di informarti se io risulto fra quelli che hanno diritto al risarcimento. Sono stato mandato in Germania il 3 maggio del 1941, dove ho lavorato a Instenburgh per costruire la ferrovia. Nel 1943 ho lavorato a Lapalm [?] nella Graf Bismark, a Gelsenkirchen Westfalia, fino alla fine della guerra.
Forse tutto questo è tempo perso, ma penso che valga la pena di provare, perché potrei ricavare da ciò un pó di soldi, soprattutto perché ora mi trovo in una situazione così critica.
Spero che non mi negherai questo favore. Ti allego un ritaglio di un giornale polacco dell'11-1-62.
Finisco e aspetto tue notizie.
Saluti da Violet e da Jean Gienek
P.S. La città di Instenburgh si trova ora in Russia, il nome di quella città è cambiato dopo la guerra, se non sbaglio si trova a 30 km. a sud di Olsztyn.


Caro Stefan,
Mi dispiace doverli scrivere questa lettera, ma mi sento abbastanza amico tuo per potermi permettere di parlarti a cuore aperto. Tempo fa sono stato ospite per una settimana a Londra di certi miei amici e così ho saputo delle cose sul tuo conto.
Così mi risulta che tu sei stato in Inghilterra dove hai un figlio a cui sei molto legato, e poi sei tornato in Italia e questo proprio non lo capisco. Che ci fai lì? Pensa un poco ad una cosa: che cosa aspetti lì in Italia? Quel che penso io è che lì sei completamente solo. So che hai problemi con la lingua e che non puoi sopportare la fatica fisica, e allora perché sei tornato? E perché sei venuto in Inghilterra per così poco tempo? Hai forse approfittato di qualche gita organizzata? Mi sforzo la mente, ma proprio non ti capisco.
Se è vero che qui i soldi gratis non li danno a nessuno, è anche vero che non c'è un Paese al mondo meno caro dell'Inghilterra. Un uomo con un minimo di intelligenza e di buona volontà qui in qualche modo può sopravvivere. Prendi l'esempio di Andrzej Kowaluk: non leggeva, non parlava, in confronto a te è un asino, eppure vive decentemente.
Andrzej quando è arrivato qui per tre anni si è arrangiato ed ora ha una sua casa e pure un po' di soldi da parte. Per te sarebbe tutto facile.
Perdonami, Stefan, se ti scrivo con tanta franchezza, ma ho già 65 anni e me lo posso permettere. Mi dispiace per te e nello stesso tempo provo vergogna per te.
Forse ti sei lasciato incantare dal "rosso e bianco" e dalle "signorine". Finché sei in tempo, salvati. Che ne pensi? Restandoti sempre amico ti saluto
(firma illeggibile)


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