L'analisi
finanziaria può essere intesa come lo "studio del cash flows",
infatti ciascuna delle molteplici applicazioni della gestione finanziaria
ha a che fare con un movimento di fondi in entrata o in uscita. Per
migliorare, modificare o mantenere i flussi di cassa d'una impresa,
si deve agire sulle quattro fondamentali caratteristiche del cash flows
e cioè: ampiezza, direzione, durata e qualità (o grado
d'incertezza). Mentre son sempre possibili cambiamenti nel portafoglio
volti a modificare ampiezza, direzione e tempi del cash flows previsti,
poco poteva esser fatto, prima del l'introduzione degli interest rate
swaps, per alterare il profilo del rischio legato al rendimento o al
tipo di debito contratto.
Un interest rate swap fornisce un conveniente mezzo per modificare la
"qualità" del cash flows previsti. Il suo obiettivo
primario è quello di scambiare i pagamenti dei tassi d'interesse
variabile (che fluttuano con i tassi di mercato e dunque sono meno certi
della "qualità" dei flussi cedolari degli strumenti
finanziari a tasso fisso) con pagamenti di tassi d'interesse fisso,
o viceversa.
Capitolo 1°:
Motivazioni.
L'interest rate swap o coupon swap (o contratto di scambio dei flussi
d'interesse) è un impegno contrattuale con cui due parti si
obbligano a corrispondere reciprocamente per un dato numero di anni
gli interessi relativi al servizio di due debiti di ammontare equivalente
ed indipendentemente accesi. E' importante sottolineare che le obbligazioni
assunte rimangono in capo alle due controparti e che l'accordo di
swap non implica alcun impegno circa l'obbligazione della controparte
(non si ha uno scambio del capitali sottostanti ma solo del cash flows).
I benefici che entrambe le parti ottengono dagli interest rate swaps
sono frutto del vantaggio comparativo che si realizza in seguito ad
imperfezioni del mercato finanziario. In generale, gli investitori
in crediti a tasso fisso sono più sensibili alla "qualità"
del credito (cioè alla possibilità d'insolvenza del
creditore o "credit risk") delle banche che prestano a tasso
variabile. Di conseguenza, un più grande premio è richiesto
dagli emittenti obbligazioni a tasso fisso di minore qualità
rispetto a quello richiesto dalle banche che prestano a tasso variabile.
Questo prezzo differenziale del rischio di credito incrementale, fra
il mercato del credito a termine a tasso fisso e variabile, costituisce
l'elemento fondamentale di cui ci si può avvantaggiare attraverso
gli interest rate swaps.
Lo schema dell'operazione del tipico "fixed/floating interest
rate swap" vede, da una parte, una grossa eurobanca internazionale
che abbia emesso eurobbligazioni a tasso fisso in dollari, e dall'altra,
un'impresa industriale statunitense con uno standing finanziario meno
elevato indebitata per lo stesso termine a tasso variabile (l'indicizzazione
può essere in riferimento a LIBOR, Treasury Bills, Commercial
Paper, Prime, Certificate of Deposits, ecc.). In relazione alla società,
la banca potrebbe indebitarsi con maggior vantaggio nel mercato a
tasso fisso rispetto al mercato a tasso variabile. Supponiamo infatti
che la situazione nei 2 mercati sia la seguente, per la società
e per la banca:
Questi 100 punti base di differenza nel costo marginale dell'indebitamento
crea un'opportunità di arbitraggio che può essere sfruttata
dalle parti nei termini di un interest rate swap in cui la banca acceda
al mercato a tasso fisso all'11% e si faccia passare questo tasso
dalla società; e la società acceda al mercato a tasso
variabile al LIBOR più lo 0,5% e si faccia passare dalla banca
il LIBOR meno lo 0,25%.
Graficamente avremmo:
Si dimostra che nonostante le commissioni di swap da pagare alla banca
intermediaria, entrambe le parti, su transazioni individuali dai 5
ai 200 milioni di dollari, ottengono una maggiore flessibilità
nella gestione del rischio connesso ai tassi d'interesse.
Negli Stati Uniti, a seguito d'un grande cambiamento nella politica
del Consiglio della Riserva Federale annunciato nell'ottobre del 1979,
il tasso d'interesse è diventato sempre più volatile:
le difficoltà che ne conseguirono indirizzarono i managers
finanziari a nuove soluzioni, inclusi gli interest rate swaps. Dal
punto di vista del mutuatario, l'esigenza fondamentale è quella
di limitare l'incertezza associata al corso dei tassi d'interesse
(coupon risk) per realizzare, quanto più possibile, un adeguato
"matching" tra attività e passività. Dal punto
di vista dell'investitore, si tratta d'affrontare una duplice alea
connessa al coupon risk e cioè: la potenziale perdita relativa
ai titoli a lungo termine, se gli investitori sono forzati a disfarsi
di tali titoli a seguito d'un aumento nei tassi; e il rischio connesso
col tasso di reinvestimento che può essere guadagnato sul rimborso
del capitale, che il creditore a breve termine affronta ad intervalli
più frequenti.
Gli interest rate swaps permettono di ottenere finanziamenti con le
caratteristiche preferite e di gestire il rischio associato ai cambiamenti
nei tassi d'interesse. Facendo riferimento alle caratteristiche del
cash flows operativi sottoscritti nello swap, è possibile distinguere
gli operatori in:
a) Natural Fixed-Rate Payers, che principalmente tentano di definire,
per un certo orizzonte temporale, il costo del finanziamento e di
avere un cash flow in entrata relativamente stabile per coprire il
debito a tasso fisso contratto. Rientrano in questa categoria le imprese
manifatturiere e di distribuzione, le imprese di pubblici servizi,
le istituzioni di risparmio che hanno sofferto in passato della c.d.
"S & L syndrome", le piccole banche statunitensi e gli
enti pubblici italiani.
b) Natural Floating-Rate Payers, che tendono ad essere più
sensibili ai cambiamenti nel mercato a tassi d'interesse a breve e
che, pertanto, convengono di pagare, attraverso uno swap, gli interessi
su di un debito a tasso variabile contratto da mutuatari che preferiscono
la certezza d'un debito a tasso fisso, ma sono incapaci di piazzare
un eventuale debito di questo tipo a tassi ragionevoli. La maggiore
sensibilità del floating-rate payers si ritrova principalmente
nelle banche internazionali con grossi pacchetti di attività
a tasso variabile, in molte società di prima qualità
ed infine nei mutuatari che hanno un debito a tasso fisso insoluto
che vogliono convertire per abbassare il costo del finanziamento.
c) Natural Fixed-Rate Receivers, che sono la fonte primaria del finanziamenti
a tasso fisso (esempi tipici sono le compagnie assicurative, i fondi
pensione, le gestioni patrimoniali ed i fondi comuni d'investimento).
d) Natural Floating-Rate Receivers, che finanziano le loro attività
con fondi a tasso variabile, disponendo d'un margine d'interesse netto
positivo (per lo più, piccole istituzioni finanziarie e grosse
banche internazionali che si finanziano sul mercato interbancario
a breve).
Capitolo 2°:
Applicazioni.
E' possibile ricondurre tutta la serie di potenziali applicazioni
di questo nuovo strumento finanziario a 2 fondamentali applicazioni
che spingono alla conclusione d'un interest rate swap, e cioè:
l'arbitraggio e la ristrutturazione del debito.
a) Ogni qualvolta società di rating difforme ottengono differenziali
diversi nell'ambito del tasso fisso e del tasso variabile, si creano
i presupposti per un arbitraggio; il margine viene, generalmente,
suddiviso tra le parti in funzione della loro forza contrattuale.
b) Lo swap del tassi d'interesse costituisce anche un mezzo per la
ristrutturazione del debito, poiché permette al debitore di
passare dal tasso fisso al tasso variabile, e viceversa. Tre sono
le motivazioni fondamentali che possono essere alla base d'una simile
decisione:
1) ricerca del l'indebita mento ottimale: vi può essere la
necessità di raggiungere una proporzione ritenuta ottimale
tra debito a tasso fisso e debito a tasso variabile allo scopo di
minimizzare il costo atteso dei capitale di debito; o per convertire
un finanziamento a breve inizialmente impiegato per realizzare qualche
forma di compromesso a lungo termine;
2) diverse previsioni sull'andamento del tassi d'interesse: la previsione
di tassi calanti (crescenti) induce a tentar di passare dal tasso
fisso al tasso variabile (dal tasso variabile al tasso fisso). Interessanti
sviluppi in questo campo sono i contratti d'opzione sui fixed/floating
interest rate swaps ("timing" e "true" options)
e le relazioni comparative tra swaps e financial futures per fissare
il costo del debito delle società;
3) tendenza ad evitare il cosiddetto "mismatching" nel pagamento
degli interessi: cioè una situazione in cui a fronte d'un attivo
principalmente a tasso variabile vi sia un passivo principalmente
a tasso fisso, o viceversa. Si può agire in questo senso per
ottenere una perequazione degli utili rinunciando ad un vantaggio
aleatorio in favore d'uno certo; oppure per pareggiare situazioni
di bilancio diminuendo il rischio da interessi. A questo fine, e pure
in prospettiva di valutazioni differenti sui movimenti dei tassi d'interesse,
può esser vantaggiosamente utilizzata la tecnica degli "swaps
d'interessi attivi" ("asset coupon swaps"), recentemente
approntata dalle compagnie d'assicurazioni statunitensi.
Non è detto che, una volta che si sia entrati in uno swap,
si debba mantenerlo: la liquidazione anticipata dell'interest rate
swap può avvenire principalmente secondo tre modalità
diverse:
a) pagando una somma per cassa alla controparte che ne rifletta la
perdita. Occorre, però, il consenso della controparte;
b) effettuando una "reverse swap" simmetrico con la stessa
controparte o con altro operatore, però ai tassi correnti,
di modo che i pagamenti da effettuare nell'accordo originario siano
contro pagamenti da ricevere secondo l'altro accordo di swap. C'è,
però, il rischio che i pagamenti relativi ai 2 swaps possono
non cancellarsi perfettamente, e nel caso che il reverse swap sia
concluso con un operatore differente dall'originario, si va incontro
comunque ad un raddoppiamento del "credit risk";
c) tendendo lo swap nel mercato secondario, giacché il mercato
considera un contratto di interest rate swap già concluso alla
stregua d'un titolo che ha un valore (relativo al differenziale del
tassi realizzato) a cui può essere attribuito un prezzo e che
può essere venduto e scambiato. L'elemento base che rende possibile
il mercato secondario è la volontà delle banche commerciali
e d'investimento d'agire come market makers nelle transazioni di swap.
Non tutti gli operatori sono però d'accordo su questo modo
dinamico di gestione delle passività attraverso il commercio
degli swaps, poiché non v'è alcuna standardizzazione
del termini del credito e quel che è più importante,
non v'è modo per la parte che resta nello swap di valutare
la capacità di credito della parte subentrante. L'unica via
verso la libera trasferibilità dei contratti sarebbe quella
dell'istituzione di una clearing house per gli swaps, ed in questo
senso oggi lavorano i maggiori operatori di mercato.
Capitolo 3°:
Mercato.
La continua evoluzione del mercato degli interest rate swaps in dollari
statunitensi, che si è verificata sin dalla sua nascita nel
1982, ha portato questo strumento finanziario ad affermarsi come un
valido e durevole mezzo di gestione del flussi di capitali. Se volessimo
classificare l'attività nel suddetto mercato, potremmo partire
dalla distinzione tra mercato primario e secondario.
a) Nel mercato primario, il settore a breve termine (al di sotto dei
3 anni) èessenzialmente un mercato interbancario, molto volatile
nei prezzi e quindi ad alto rischio; mentre il settore a lungo termine
(anche al di là dei 10 anni) èdominato dalle transazioni
in eurobbligazioni, in cui quasi tutti i prezzi fanno riferimento
ai tassi dei titoli del Tesoro statunitensi con uno spread più
stabile che nel settore a breve.
b) Il mercato secondario permette di liquidare prontamente le proprie
posizioni: ciò ha causato una rapida espansione dello stesso
sebbene, per diverse ragioni, ad un ritmo minore del mercato primario.
L'"interest rate swap market" presenta le caratteristiche
d'un mercato ben organizzato soprattutto per ciò che attiene
alle dimensioni (si è stimato, attraverso una particolare tecnica
di compunto, un volume di 150 miliardi di dollari di coupon swaps
sottoscritti nel solo 1985) ed alla liquidità (che ha raggiunto
un grado soddisfacente grazie a 5 fattori: il numero degli operatori,
la flessibilità ottenibile, il volume di currency swaps, i
nondollar coupon swaps e particolari situazioni createsi sul mercato).
Con la crescente globalizzazione dei mercati dei capitali, le più
grandi società e istituzioni finanziarie hanno cercato nuove
vie per valicare i confini dei mercati nazionali allo scopo di soddisfare
le proprie esigenze di finanziamento o investimento. E' nato dalla
fusione tra interest rate swap e currency swap (swap di valute) un
terzo tipo di scambio che rappresenta una combinazione tra i due e
che pertanto prende il nome di "swap misto" (o "cross-currency
interest rate swap". Gli swaps misti possono assumere differenti
configurazioni per il raggiungimento dei risultati finali in termini
di valuta ed interessi di ciascuna parte, solitamente diversi a seconda
che tali transazioni riguardino due, tre o quattro parti principali,
in aggiunta agli intermediari assuntori del rischio.
Nella fase iniziale questo swap comporta uno scambio a pronti tra
due valute ed un simultaneo accordo affinché, ad una certa
data futura, tale scambio sia invertito in base ad un tasso di cambio
uguale a quello iniziale. Nel corso della vita del contratto, le parti
effettuano dei pagamenti periodici calcolati come interesse sulle
valute scambiate inizialmente; uno dei tassi rimane fisso durante
tutta la transazione, l'altro invece è variabile in funzione
d'un parametro scelto come tasso di riferimento (normalmente il LIBOR
a 6 mesi).
La suddetta strategia, che ha incontrato resistenze in alcuni Paesi,
è stato attuata in maniera da permettere alle banche di scambiare
valute a tasso fisso diverse dal dollaro, con dollari a tasso variabile
per ottenere un migliore matching con le proprie attività in
eurodollari. Recentemente si sono chiuse importanti possibilità
per un impiego anche dell'ECU in queste nuove tecniche finanziarie.
Mentre rimane un problema come reperire, ed in quale valuta, le controparti
a tasso fisso d'uno swap misto, per ciò che attiene alle controparti
a tasso variabile non ci sono grosse difficoltà specie se in
valute soggette a frequenti scambi. Permangono, invero, alcuni ostacoli
strutturali inerenti al mercato a termine a breve in una certa valuta.
Deve essere inoltre considerata la possibilità di cosh flows
irregolari associati all'accordo valutario, come risultato di possibili
cambiamenti nei tassi a pronti verificatisi dall'inizio dello swap
sino al periodo dell'effettivo cash flow.
Attualmente, nel mercato internazionale degli swaps, un'area in forte
sviluppo ècostituita dai "basis rate swaps" (o "floating/floating
interest rate swaps") che consentono la conversione d'una attività
(passività) a tasso variabile in una certa valuta in un'altra
attività (passività) a tasso variabile nella stessa
valuta con riferimento però ad un diverso meccanismo di indicizzazione
del tasso d'interesse. Molto spesso è un'operazione fra 3 partecipanti
(che associa un fixed/floating interest rate swap) ed assoggetta le
parti alla minima esposizione potenziale possibile per un coupon swap.
La disponibilità di basis rate swaps, mentre aiuta gli operatori
a pareggiare le posizioni di bilancio e ad effettuare vantaggiosi
arbitraggi sugli spreads tra differenti indici dei tassi variabili,
permette di disporre d'un valido metodo, in particolare per le istituzioni
finanziarie europee, per simulare il mercato statunitense dei finanziamenti
attraverso Commerciai Paper, senza la necessità di sottostare
alle disposizioni restrittive richieste dalle autorità americane
per i programmi di finanziamento attraverso tale carta commerciale.
L'enorme- utiIizzo di interest rate swaps che si è avuto negli
ultimi quattro anni, volto a sfruttare l'imperfezione di mercato sul
differenziale del premio al rischio tra mercato del debito a tasso
fisso è variabile, ha procurato una minore vantaggiosità
nell'uso di tali strumenti finanziari; questo scenario deflazionato
però, proprio a seguito della maggiore competitività,
ha sviluppato una costante innovazione nei concetti originari di interest
rate swap. Dal tipico swap di base, denominato "plain vanilla"
si è passati a coupon swaps relativi a capitali sottostanti
variabili (i più semplici sono tre: "amortizing swap",
"drawdown swap" e "deferred swap"); fino a sviluppare
opzioni sui contratti di swaps (circa trenta diversi tipi sul mercato,
tra cui "spread option", "coterminous reversal option",
"extendible swap", "puttable swap") ed, infine,
i sofisticatissimi "hi-tech swaps", nuovi, unici e fatti
su misura, spesso parte di un più ampio pacchetto di gestione
di finanziamenti o esposizioni al rischio.
Capitolo 4°:
Valutazione.
Con l'aumento nel volume totale delle transazioni del mercato del
coupon swaps, un numero crescente di partecipanti ed utilizzatori
hanno incominciato ad interessarsi ai problemi del rischio connesso
a tali contratti. Due sono fondamentalmente i rischi cui è
soggetto uno swap d'interessi: un rischio di credito, cioè
che una parte diventi insolvente e incapace di adempiere ai propri
obblighi, e un rischio di mercato, relativo ad un mutamento nei tassi
d'interesse contrario alle aspettative d'una parte (congiuntamente
ad un movimento contrario nello spread sulla "US Treasury note"
in funzione delle negoziazioni di swaps per scadenze specifiche).
Si inseriscono rischi aggiuntivi quando esiste un mismatching tra
le date di regolamento o tra i tassi di riferimento nel debito originario
e nell'accordo di swap.
La Bankers Trust ha sviluppato una tecnica di valutazione della esposizione
corrente e potenziale associata ad un tale contratto; quest'ultima
nel caso degli swaps d'interessi risulta legata al valore attuale
dei pagamenti fissi a lungo termine, ai cambiamenti del LIBOR a breve,
al tempo restante alla scadenza ed alla struttura dello swap.
In generale, per determinare l'esposizione, si deve essere in grado
di calcolare la perdita, ed i metodi prevalenti per fare questo sono
3: della formula, dei danni generici e del valore concordato.
Per l'utilizzatore di interest rate swaps ci sono rischi di mercato
"specifici", giacché la sua esposizione al rischio
è funzione sia delle prospettive finanziarie della controparte
che delle condizioni future di mercato. Le banche hanno proprie soggettive
formule per stimare l'esposizione, mentre le società decidono
semplicemente se addossarsi il rischio d'una particolare controparte.
E' necessario, pertanto, che esse prendano alcune precauzioni, 5 fra
le più comuni: rigorose analisi del crediti, accordi generali
con clausola "cross default", costituzione di garanzie,
migliore documentazione e richiesta di liquidazioni nette. L'esperienza
ha dimostrato che si hanno delle buone ragioni per dubitare dell'efficacia
legale di queste garanzie laddove sono in vigore le leggi statunitensi
sul fallimento.
Il contratto di interest rate swap è un contratto atipico,
in genere assoggettato alla legge inglese. L'aspetto legale di tali
operazioni non si sedimento su una lunga ed articolata giurisprudenza,
come tutte le altre operazioni finanziarie sui mercati internazionali:
tale giurisprudenza qui non esiste, non essendosi ancora verificati
casi di contenzioso su questo tipo di contratti (per la relativa novità
degli stessi) che siano stati portati in una corte di giustizia (al
di fuori d'un unico caso poco indicativo).
Da una documentazione complessa, tesa ad individuare tutti i possibili
"events of default", si è passati ad una sintetica
Convenzione di Interest Rate Swap. Emergono due problematiche particolarmente
delicate, relative al calcolo degli interessi (qualora l'indice del
tasso variabile non possa essere determinato) ed alla determinazione
anticipata (che introduce 2 questioni: come fissare l'ammontare della
perdita e chi deve pagarla).
Tutto quanto detto permette però di riassumere i vantaggi del
contratto di scambio nella semplicità della documentazione,
nella flessibilità finanziaria, nella velocità d'esecuzione,
nei risparmi sui costi, nella riservatezza ed in quella "revolving
underwriting facility" che fa degli interest rate swaps dei commerci
filantropici giacché tutti i partecipanti (l'investitore, la
controparte, la banca d'investimento che lo propone e la banca intermediatrice)
ne traggono benefici.
L'ampiezza e la crescita del mercato del coupon swaps unitamente alla
carenza d'informazione economica pubblica circa le procedure di fissazione
dei prezzi rendono interessante una analisi per la valutazione degli
interest rate swaps. Per superare le difficoltà strutturali,
è possibile considerare un singolo coupon swap come uno scambio
fra 2 ipotetici titoli d'eguale scadenza: un'obbligazione a tasso
fisso ed una a tasso variabile (il floater). Rimane però il
problema di come determinare l'entità del flusso dei pagamenti
futuri a tasso variabile. A questo proposito due sono gli orientamenti
fondamentali. Per Kopprasch et al., la caratteristica struttura a
duplice cash flow del coupon swap permette di valutare la vantaggiosità
relativa d'un indice variabile utilizzato nello swap, dal tasso fisso
offerto, superiore o inferiore, che lo affianca. Per essi è
possibile confrontare ogni possibile variazione di swap ad un modello
fondamentale, il "generic swap", per giungere ad una valutazione:
tale metodologia prende il nome di Generic Equivalent Cashflow Approach
(GECA).
Quanto detto è avversato da altri autori, tra cui Bicksler
e Chen che considerano questo approccio scorretto giacché non
incorpora nella valutazione di mercato i movimenti stocastici del
tassi d'interesse a breve. Pertanto, nella loro visione, la valutazione
d'un interest rate swap è essenzialmente la stessa cosa della
determinazione del valore del floater. La formula a cui arrivano,
fondata sull'ipotesi delle aspettative locali, esprime tale valore
come la somma tra cedola al tasso corrente più il valore atteso
scontato al medesimo tasso corrente. La relazione tra i prezzi ed
i valori dei due ipotetici titoli a tasso fisso e variabile determina
il guadagno netto dei partecipanti ad uno swap.
Si parla di "pricing" per indicare la determinazione del
prezzo del coupon swaps al momento della quotazione degli stessi,
determinazione che viene fatto utilizzando, attualmente, due basi
dinamiche: una a tasso fisso (solitamente i titoli di Stato a termine)
e una a tasso variabile (più di quattro quinti sono indicizzati
al LIBOR e al T-Bili).
Capitolo 5°:
Prospettive.
Non esiste alcuna tecnica standard per conteggiare gli swaps: per
il momento le stime fanno affidamento sull'intuizione del maggiori
operatori di mercato. Sono 5 i "big players" in questione:
Citicorp, Salomon Brothers, Bankers Trust, First Boston e Morgan Guaranty.
In seconda fila in questo business, un altro gruppo di aziende di
credito e società finanziarie sta guadagnando credibilità
per l'innovazione e l'impegno: si tratta di Chemical Bank, Chase Manhattan,
Merrill Lynch, Morgan Stanley e Bank of America. Fra quelle che non
agiscono come obbligate principali, sicuramente degna di nota è
la Goldman Sachs: essa, a differenza di molti suoi concorrenti, non
rischia il suo capitale comprando swaps senza aver trovato le controparti.
Ci sono poi i maggiori utilizzatori che sono, non a caso, fra i maggiori
debitori del mondo, due per tutti: la Student Loan Marketing Association
(Sallie Mae) e la Banca Mondiale (World Bank).
E' importante focalizzare l'attenzione su poche ma significative misure
innovative che, se adottate, potrebbero avere un grosso impatto sul
mercato del financial swaps. Gli interest rate swaps potrebbero essere
d'aiuto nella risoluzione del problema del debito del terzo mondo,
per convertire i secolari alti tassi variabili in più ragionevoli
tassi d'interesse fisso (gli enti internazionali potrebbero sobbarcarsi
ogni rischio di credito incrementale associato a tali coupon swaps).
Ancora, currency e coupon swaps potrebbero essere utilizzati per affrontare
il problema della copertura del rischio da inflazione: quando essa
fluttua su livelli a 2 cifre, i risultati operativi e finanziari di
molte imprese potrebbero essere seriamente intaccati. L'impatto dell'inflazione
sui risultati d'una impresa dipende dalla sensibilità delle
sue varie componenti di reddito e di costo al processo inflattivo.
Quando quest'ultimo è uniformemente distribuito non ha conseguenza
sui risultati operativi; non così nella maggioranza dei casi:
per una più corretta rappresentazione di bilancio o per una
copertura sul rischio da movimenti nel tasso di inflazione, gli operatori
il cui reddito di bilancio tende a gonfiarsi in seguito ad uno scenario
inflattivo possono volere scambiare tramite swap una certa porzione
di questi benefici con altri, i cui risultati operativi siano compressi
dall'inflazione.
Per concludere questo discorso delle nuove dimensioni che può
assumere il mercato degli swaps, occorre far menzione del già
grande mercato del "withholding tax swaps" (swaps delle
trattenute fiscali, in cui 2 banche si scambiano del crediti su cui
sono esperibili "ripari fiscali") che si sta allargando
a vista d'occhio.
L'incessante ricerca di maggiore flessibilità e delle opportunità
d'arbitraggio tiene il mercato degli interest rare swaps in continua
ebollizione e ci si potrebbe chiedere se esistono le condizioni per
l'introduzione del coupon swaps anche in Italia. E' necessario partire
da alcune considerazioni generali circa l'indebitamento a tasso fisso
e variabile. il differenziale del tassi d'indebitamento tra debitori
primari e meno primari nel mercato a tasso fisso si colloca intorno
all'1%. Nell'ambito delle due categorie indicate di debitori, il differenziale
dei tassi d'indebitamento nel mercato dei capitali a tasso variabile
(si prendono generalmente tre basi di riferimento: tasso interbancario
lettera a 3 mesi, indice M e Prime Rate ABI) è nell'ordine
di una frazione di punto. Tali valori possono naturalmente essere
suscettibili anche di grosse variazioni, in dipendenza di volta in
volta dei debitori coinvolti e delle particolari condizioni di mercato,
ma sussiste sempre la possibilità di effettuare l'arbitraggio
tra la maggiore selettività del tasso fisso rispetto all'indebitamento
a tasso fluttuante.
Per quanto detto, la diffusione di questo tipo di operazioni sarà
suscettibile di sviluppo in Italia nel prossimo futuro perché,
a fronte di una certa semplicità concettuale ed operativa,
essa presenta un alto margine di flessibilità ed un grado di
rischio molto contenuto. L'utilizzo di questi strumenti finanziari
richiede però la conoscenza degli stessi ed una mentalità
aperta all'innovazione da parte degli utilizzatori. Gli interest rate
swaps sono frutto dell'ingegno e della novità, tuttavia non
devono essere considerati un punto d'arrivo, ma un punto di partenza;
il loro utilizzo consente di guardare con giustificata fiducia l'avvenire,
un avvenire segnato da un loro migliore e più largo utilizzo,
dalla crescita ulteriore della liquidità e soprattutto dalla
realizzazione di una maggiore convenienza ed efficienza.