§ NUOVE FRONTIERE DELLA FINANZA

Gli "interest rate swaps"




Gianluigi Guido



L'analisi finanziaria può essere intesa come lo "studio del cash flows", infatti ciascuna delle molteplici applicazioni della gestione finanziaria ha a che fare con un movimento di fondi in entrata o in uscita. Per migliorare, modificare o mantenere i flussi di cassa d'una impresa, si deve agire sulle quattro fondamentali caratteristiche del cash flows e cioè: ampiezza, direzione, durata e qualità (o grado d'incertezza). Mentre son sempre possibili cambiamenti nel portafoglio volti a modificare ampiezza, direzione e tempi del cash flows previsti, poco poteva esser fatto, prima del l'introduzione degli interest rate swaps, per alterare il profilo del rischio legato al rendimento o al tipo di debito contratto.
Un interest rate swap fornisce un conveniente mezzo per modificare la "qualità" del cash flows previsti. Il suo obiettivo primario è quello di scambiare i pagamenti dei tassi d'interesse variabile (che fluttuano con i tassi di mercato e dunque sono meno certi della "qualità" dei flussi cedolari degli strumenti finanziari a tasso fisso) con pagamenti di tassi d'interesse fisso, o viceversa.

Capitolo 1°: Motivazioni.
L'interest rate swap o coupon swap (o contratto di scambio dei flussi d'interesse) è un impegno contrattuale con cui due parti si obbligano a corrispondere reciprocamente per un dato numero di anni gli interessi relativi al servizio di due debiti di ammontare equivalente ed indipendentemente accesi. E' importante sottolineare che le obbligazioni assunte rimangono in capo alle due controparti e che l'accordo di swap non implica alcun impegno circa l'obbligazione della controparte (non si ha uno scambio del capitali sottostanti ma solo del cash flows). I benefici che entrambe le parti ottengono dagli interest rate swaps sono frutto del vantaggio comparativo che si realizza in seguito ad imperfezioni del mercato finanziario. In generale, gli investitori in crediti a tasso fisso sono più sensibili alla "qualità" del credito (cioè alla possibilità d'insolvenza del creditore o "credit risk") delle banche che prestano a tasso variabile. Di conseguenza, un più grande premio è richiesto dagli emittenti obbligazioni a tasso fisso di minore qualità rispetto a quello richiesto dalle banche che prestano a tasso variabile. Questo prezzo differenziale del rischio di credito incrementale, fra il mercato del credito a termine a tasso fisso e variabile, costituisce l'elemento fondamentale di cui ci si può avvantaggiare attraverso gli interest rate swaps.
Lo schema dell'operazione del tipico "fixed/floating interest rate swap" vede, da una parte, una grossa eurobanca internazionale che abbia emesso eurobbligazioni a tasso fisso in dollari, e dall'altra, un'impresa industriale statunitense con uno standing finanziario meno elevato indebitata per lo stesso termine a tasso variabile (l'indicizzazione può essere in riferimento a LIBOR, Treasury Bills, Commercial Paper, Prime, Certificate of Deposits, ecc.). In relazione alla società, la banca potrebbe indebitarsi con maggior vantaggio nel mercato a tasso fisso rispetto al mercato a tasso variabile. Supponiamo infatti che la situazione nei 2 mercati sia la seguente, per la società e per la banca:


Questi 100 punti base di differenza nel costo marginale dell'indebitamento crea un'opportunità di arbitraggio che può essere sfruttata dalle parti nei termini di un interest rate swap in cui la banca acceda al mercato a tasso fisso all'11% e si faccia passare questo tasso dalla società; e la società acceda al mercato a tasso variabile al LIBOR più lo 0,5% e si faccia passare dalla banca il LIBOR meno lo 0,25%.
Graficamente avremmo:


Si dimostra che nonostante le commissioni di swap da pagare alla banca intermediaria, entrambe le parti, su transazioni individuali dai 5 ai 200 milioni di dollari, ottengono una maggiore flessibilità nella gestione del rischio connesso ai tassi d'interesse.
Negli Stati Uniti, a seguito d'un grande cambiamento nella politica del Consiglio della Riserva Federale annunciato nell'ottobre del 1979, il tasso d'interesse è diventato sempre più volatile: le difficoltà che ne conseguirono indirizzarono i managers finanziari a nuove soluzioni, inclusi gli interest rate swaps. Dal punto di vista del mutuatario, l'esigenza fondamentale è quella di limitare l'incertezza associata al corso dei tassi d'interesse (coupon risk) per realizzare, quanto più possibile, un adeguato "matching" tra attività e passività. Dal punto di vista dell'investitore, si tratta d'affrontare una duplice alea connessa al coupon risk e cioè: la potenziale perdita relativa ai titoli a lungo termine, se gli investitori sono forzati a disfarsi di tali titoli a seguito d'un aumento nei tassi; e il rischio connesso col tasso di reinvestimento che può essere guadagnato sul rimborso del capitale, che il creditore a breve termine affronta ad intervalli più frequenti.
Gli interest rate swaps permettono di ottenere finanziamenti con le caratteristiche preferite e di gestire il rischio associato ai cambiamenti nei tassi d'interesse. Facendo riferimento alle caratteristiche del cash flows operativi sottoscritti nello swap, è possibile distinguere gli operatori in:
a) Natural Fixed-Rate Payers, che principalmente tentano di definire, per un certo orizzonte temporale, il costo del finanziamento e di avere un cash flow in entrata relativamente stabile per coprire il debito a tasso fisso contratto. Rientrano in questa categoria le imprese manifatturiere e di distribuzione, le imprese di pubblici servizi, le istituzioni di risparmio che hanno sofferto in passato della c.d. "S & L syndrome", le piccole banche statunitensi e gli enti pubblici italiani.
b) Natural Floating-Rate Payers, che tendono ad essere più sensibili ai cambiamenti nel mercato a tassi d'interesse a breve e che, pertanto, convengono di pagare, attraverso uno swap, gli interessi su di un debito a tasso variabile contratto da mutuatari che preferiscono la certezza d'un debito a tasso fisso, ma sono incapaci di piazzare un eventuale debito di questo tipo a tassi ragionevoli. La maggiore sensibilità del floating-rate payers si ritrova principalmente nelle banche internazionali con grossi pacchetti di attività a tasso variabile, in molte società di prima qualità ed infine nei mutuatari che hanno un debito a tasso fisso insoluto che vogliono convertire per abbassare il costo del finanziamento.
c) Natural Fixed-Rate Receivers, che sono la fonte primaria del finanziamenti a tasso fisso (esempi tipici sono le compagnie assicurative, i fondi pensione, le gestioni patrimoniali ed i fondi comuni d'investimento).
d) Natural Floating-Rate Receivers, che finanziano le loro attività con fondi a tasso variabile, disponendo d'un margine d'interesse netto positivo (per lo più, piccole istituzioni finanziarie e grosse banche internazionali che si finanziano sul mercato interbancario a breve).

Capitolo 2°: Applicazioni.
E' possibile ricondurre tutta la serie di potenziali applicazioni di questo nuovo strumento finanziario a 2 fondamentali applicazioni che spingono alla conclusione d'un interest rate swap, e cioè: l'arbitraggio e la ristrutturazione del debito.
a) Ogni qualvolta società di rating difforme ottengono differenziali diversi nell'ambito del tasso fisso e del tasso variabile, si creano i presupposti per un arbitraggio; il margine viene, generalmente, suddiviso tra le parti in funzione della loro forza contrattuale.
b) Lo swap del tassi d'interesse costituisce anche un mezzo per la ristrutturazione del debito, poiché permette al debitore di passare dal tasso fisso al tasso variabile, e viceversa. Tre sono le motivazioni fondamentali che possono essere alla base d'una simile decisione:
1) ricerca del l'indebita mento ottimale: vi può essere la necessità di raggiungere una proporzione ritenuta ottimale tra debito a tasso fisso e debito a tasso variabile allo scopo di minimizzare il costo atteso dei capitale di debito; o per convertire un finanziamento a breve inizialmente impiegato per realizzare qualche forma di compromesso a lungo termine;
2) diverse previsioni sull'andamento del tassi d'interesse: la previsione di tassi calanti (crescenti) induce a tentar di passare dal tasso fisso al tasso variabile (dal tasso variabile al tasso fisso). Interessanti sviluppi in questo campo sono i contratti d'opzione sui fixed/floating interest rate swaps ("timing" e "true" options) e le relazioni comparative tra swaps e financial futures per fissare il costo del debito delle società;
3) tendenza ad evitare il cosiddetto "mismatching" nel pagamento degli interessi: cioè una situazione in cui a fronte d'un attivo principalmente a tasso variabile vi sia un passivo principalmente a tasso fisso, o viceversa. Si può agire in questo senso per ottenere una perequazione degli utili rinunciando ad un vantaggio aleatorio in favore d'uno certo; oppure per pareggiare situazioni di bilancio diminuendo il rischio da interessi. A questo fine, e pure in prospettiva di valutazioni differenti sui movimenti dei tassi d'interesse, può esser vantaggiosamente utilizzata la tecnica degli "swaps d'interessi attivi" ("asset coupon swaps"), recentemente approntata dalle compagnie d'assicurazioni statunitensi.
Non è detto che, una volta che si sia entrati in uno swap, si debba mantenerlo: la liquidazione anticipata dell'interest rate swap può avvenire principalmente secondo tre modalità diverse:
a) pagando una somma per cassa alla controparte che ne rifletta la perdita. Occorre, però, il consenso della controparte;
b) effettuando una "reverse swap" simmetrico con la stessa controparte o con altro operatore, però ai tassi correnti, di modo che i pagamenti da effettuare nell'accordo originario siano contro pagamenti da ricevere secondo l'altro accordo di swap. C'è, però, il rischio che i pagamenti relativi ai 2 swaps possono non cancellarsi perfettamente, e nel caso che il reverse swap sia concluso con un operatore differente dall'originario, si va incontro comunque ad un raddoppiamento del "credit risk";
c) tendendo lo swap nel mercato secondario, giacché il mercato considera un contratto di interest rate swap già concluso alla stregua d'un titolo che ha un valore (relativo al differenziale del tassi realizzato) a cui può essere attribuito un prezzo e che può essere venduto e scambiato. L'elemento base che rende possibile il mercato secondario è la volontà delle banche commerciali e d'investimento d'agire come market makers nelle transazioni di swap. Non tutti gli operatori sono però d'accordo su questo modo dinamico di gestione delle passività attraverso il commercio degli swaps, poiché non v'è alcuna standardizzazione del termini del credito e quel che è più importante, non v'è modo per la parte che resta nello swap di valutare la capacità di credito della parte subentrante. L'unica via verso la libera trasferibilità dei contratti sarebbe quella dell'istituzione di una clearing house per gli swaps, ed in questo senso oggi lavorano i maggiori operatori di mercato.

Capitolo 3°: Mercato.
La continua evoluzione del mercato degli interest rate swaps in dollari statunitensi, che si è verificata sin dalla sua nascita nel 1982, ha portato questo strumento finanziario ad affermarsi come un valido e durevole mezzo di gestione del flussi di capitali. Se volessimo classificare l'attività nel suddetto mercato, potremmo partire dalla distinzione tra mercato primario e secondario.
a) Nel mercato primario, il settore a breve termine (al di sotto dei 3 anni) èessenzialmente un mercato interbancario, molto volatile nei prezzi e quindi ad alto rischio; mentre il settore a lungo termine (anche al di là dei 10 anni) èdominato dalle transazioni in eurobbligazioni, in cui quasi tutti i prezzi fanno riferimento ai tassi dei titoli del Tesoro statunitensi con uno spread più stabile che nel settore a breve.
b) Il mercato secondario permette di liquidare prontamente le proprie posizioni: ciò ha causato una rapida espansione dello stesso sebbene, per diverse ragioni, ad un ritmo minore del mercato primario. L'"interest rate swap market" presenta le caratteristiche d'un mercato ben organizzato soprattutto per ciò che attiene alle dimensioni (si è stimato, attraverso una particolare tecnica di compunto, un volume di 150 miliardi di dollari di coupon swaps sottoscritti nel solo 1985) ed alla liquidità (che ha raggiunto un grado soddisfacente grazie a 5 fattori: il numero degli operatori, la flessibilità ottenibile, il volume di currency swaps, i nondollar coupon swaps e particolari situazioni createsi sul mercato).
Con la crescente globalizzazione dei mercati dei capitali, le più grandi società e istituzioni finanziarie hanno cercato nuove vie per valicare i confini dei mercati nazionali allo scopo di soddisfare le proprie esigenze di finanziamento o investimento. E' nato dalla fusione tra interest rate swap e currency swap (swap di valute) un terzo tipo di scambio che rappresenta una combinazione tra i due e che pertanto prende il nome di "swap misto" (o "cross-currency interest rate swap". Gli swaps misti possono assumere differenti configurazioni per il raggiungimento dei risultati finali in termini di valuta ed interessi di ciascuna parte, solitamente diversi a seconda che tali transazioni riguardino due, tre o quattro parti principali, in aggiunta agli intermediari assuntori del rischio.
Nella fase iniziale questo swap comporta uno scambio a pronti tra due valute ed un simultaneo accordo affinché, ad una certa data futura, tale scambio sia invertito in base ad un tasso di cambio uguale a quello iniziale. Nel corso della vita del contratto, le parti effettuano dei pagamenti periodici calcolati come interesse sulle valute scambiate inizialmente; uno dei tassi rimane fisso durante tutta la transazione, l'altro invece è variabile in funzione d'un parametro scelto come tasso di riferimento (normalmente il LIBOR a 6 mesi).
La suddetta strategia, che ha incontrato resistenze in alcuni Paesi, è stato attuata in maniera da permettere alle banche di scambiare valute a tasso fisso diverse dal dollaro, con dollari a tasso variabile per ottenere un migliore matching con le proprie attività in eurodollari. Recentemente si sono chiuse importanti possibilità per un impiego anche dell'ECU in queste nuove tecniche finanziarie.
Mentre rimane un problema come reperire, ed in quale valuta, le controparti a tasso fisso d'uno swap misto, per ciò che attiene alle controparti a tasso variabile non ci sono grosse difficoltà specie se in valute soggette a frequenti scambi. Permangono, invero, alcuni ostacoli strutturali inerenti al mercato a termine a breve in una certa valuta.
Deve essere inoltre considerata la possibilità di cosh flows irregolari associati all'accordo valutario, come risultato di possibili cambiamenti nei tassi a pronti verificatisi dall'inizio dello swap sino al periodo dell'effettivo cash flow.
Attualmente, nel mercato internazionale degli swaps, un'area in forte sviluppo ècostituita dai "basis rate swaps" (o "floating/floating interest rate swaps") che consentono la conversione d'una attività (passività) a tasso variabile in una certa valuta in un'altra attività (passività) a tasso variabile nella stessa valuta con riferimento però ad un diverso meccanismo di indicizzazione del tasso d'interesse. Molto spesso è un'operazione fra 3 partecipanti (che associa un fixed/floating interest rate swap) ed assoggetta le parti alla minima esposizione potenziale possibile per un coupon swap.
La disponibilità di basis rate swaps, mentre aiuta gli operatori a pareggiare le posizioni di bilancio e ad effettuare vantaggiosi arbitraggi sugli spreads tra differenti indici dei tassi variabili, permette di disporre d'un valido metodo, in particolare per le istituzioni finanziarie europee, per simulare il mercato statunitense dei finanziamenti attraverso Commerciai Paper, senza la necessità di sottostare alle disposizioni restrittive richieste dalle autorità americane per i programmi di finanziamento attraverso tale carta commerciale.
L'enorme- utiIizzo di interest rate swaps che si è avuto negli ultimi quattro anni, volto a sfruttare l'imperfezione di mercato sul differenziale del premio al rischio tra mercato del debito a tasso fisso è variabile, ha procurato una minore vantaggiosità nell'uso di tali strumenti finanziari; questo scenario deflazionato però, proprio a seguito della maggiore competitività, ha sviluppato una costante innovazione nei concetti originari di interest rate swap. Dal tipico swap di base, denominato "plain vanilla" si è passati a coupon swaps relativi a capitali sottostanti variabili (i più semplici sono tre: "amortizing swap", "drawdown swap" e "deferred swap"); fino a sviluppare opzioni sui contratti di swaps (circa trenta diversi tipi sul mercato, tra cui "spread option", "coterminous reversal option", "extendible swap", "puttable swap") ed, infine, i sofisticatissimi "hi-tech swaps", nuovi, unici e fatti su misura, spesso parte di un più ampio pacchetto di gestione di finanziamenti o esposizioni al rischio.

Capitolo 4°: Valutazione.
Con l'aumento nel volume totale delle transazioni del mercato del coupon swaps, un numero crescente di partecipanti ed utilizzatori hanno incominciato ad interessarsi ai problemi del rischio connesso a tali contratti. Due sono fondamentalmente i rischi cui è soggetto uno swap d'interessi: un rischio di credito, cioè che una parte diventi insolvente e incapace di adempiere ai propri obblighi, e un rischio di mercato, relativo ad un mutamento nei tassi d'interesse contrario alle aspettative d'una parte (congiuntamente ad un movimento contrario nello spread sulla "US Treasury note" in funzione delle negoziazioni di swaps per scadenze specifiche). Si inseriscono rischi aggiuntivi quando esiste un mismatching tra le date di regolamento o tra i tassi di riferimento nel debito originario e nell'accordo di swap.
La Bankers Trust ha sviluppato una tecnica di valutazione della esposizione corrente e potenziale associata ad un tale contratto; quest'ultima nel caso degli swaps d'interessi risulta legata al valore attuale dei pagamenti fissi a lungo termine, ai cambiamenti del LIBOR a breve, al tempo restante alla scadenza ed alla struttura dello swap.
In generale, per determinare l'esposizione, si deve essere in grado di calcolare la perdita, ed i metodi prevalenti per fare questo sono 3: della formula, dei danni generici e del valore concordato.
Per l'utilizzatore di interest rate swaps ci sono rischi di mercato "specifici", giacché la sua esposizione al rischio è funzione sia delle prospettive finanziarie della controparte che delle condizioni future di mercato. Le banche hanno proprie soggettive formule per stimare l'esposizione, mentre le società decidono semplicemente se addossarsi il rischio d'una particolare controparte. E' necessario, pertanto, che esse prendano alcune precauzioni, 5 fra le più comuni: rigorose analisi del crediti, accordi generali con clausola "cross default", costituzione di garanzie, migliore documentazione e richiesta di liquidazioni nette. L'esperienza ha dimostrato che si hanno delle buone ragioni per dubitare dell'efficacia legale di queste garanzie laddove sono in vigore le leggi statunitensi sul fallimento.
Il contratto di interest rate swap è un contratto atipico, in genere assoggettato alla legge inglese. L'aspetto legale di tali operazioni non si sedimento su una lunga ed articolata giurisprudenza, come tutte le altre operazioni finanziarie sui mercati internazionali: tale giurisprudenza qui non esiste, non essendosi ancora verificati casi di contenzioso su questo tipo di contratti (per la relativa novità degli stessi) che siano stati portati in una corte di giustizia (al di fuori d'un unico caso poco indicativo).
Da una documentazione complessa, tesa ad individuare tutti i possibili "events of default", si è passati ad una sintetica Convenzione di Interest Rate Swap. Emergono due problematiche particolarmente delicate, relative al calcolo degli interessi (qualora l'indice del tasso variabile non possa essere determinato) ed alla determinazione anticipata (che introduce 2 questioni: come fissare l'ammontare della perdita e chi deve pagarla).
Tutto quanto detto permette però di riassumere i vantaggi del contratto di scambio nella semplicità della documentazione, nella flessibilità finanziaria, nella velocità d'esecuzione, nei risparmi sui costi, nella riservatezza ed in quella "revolving underwriting facility" che fa degli interest rate swaps dei commerci filantropici giacché tutti i partecipanti (l'investitore, la controparte, la banca d'investimento che lo propone e la banca intermediatrice) ne traggono benefici.
L'ampiezza e la crescita del mercato del coupon swaps unitamente alla carenza d'informazione economica pubblica circa le procedure di fissazione dei prezzi rendono interessante una analisi per la valutazione degli interest rate swaps. Per superare le difficoltà strutturali, è possibile considerare un singolo coupon swap come uno scambio fra 2 ipotetici titoli d'eguale scadenza: un'obbligazione a tasso fisso ed una a tasso variabile (il floater). Rimane però il problema di come determinare l'entità del flusso dei pagamenti futuri a tasso variabile. A questo proposito due sono gli orientamenti fondamentali. Per Kopprasch et al., la caratteristica struttura a duplice cash flow del coupon swap permette di valutare la vantaggiosità relativa d'un indice variabile utilizzato nello swap, dal tasso fisso offerto, superiore o inferiore, che lo affianca. Per essi è possibile confrontare ogni possibile variazione di swap ad un modello fondamentale, il "generic swap", per giungere ad una valutazione: tale metodologia prende il nome di Generic Equivalent Cashflow Approach (GECA).
Quanto detto è avversato da altri autori, tra cui Bicksler e Chen che considerano questo approccio scorretto giacché non incorpora nella valutazione di mercato i movimenti stocastici del tassi d'interesse a breve. Pertanto, nella loro visione, la valutazione d'un interest rate swap è essenzialmente la stessa cosa della determinazione del valore del floater. La formula a cui arrivano, fondata sull'ipotesi delle aspettative locali, esprime tale valore come la somma tra cedola al tasso corrente più il valore atteso scontato al medesimo tasso corrente. La relazione tra i prezzi ed i valori dei due ipotetici titoli a tasso fisso e variabile determina il guadagno netto dei partecipanti ad uno swap.
Si parla di "pricing" per indicare la determinazione del prezzo del coupon swaps al momento della quotazione degli stessi, determinazione che viene fatto utilizzando, attualmente, due basi dinamiche: una a tasso fisso (solitamente i titoli di Stato a termine) e una a tasso variabile (più di quattro quinti sono indicizzati al LIBOR e al T-Bili).

Capitolo 5°: Prospettive.
Non esiste alcuna tecnica standard per conteggiare gli swaps: per il momento le stime fanno affidamento sull'intuizione del maggiori operatori di mercato. Sono 5 i "big players" in questione: Citicorp, Salomon Brothers, Bankers Trust, First Boston e Morgan Guaranty. In seconda fila in questo business, un altro gruppo di aziende di credito e società finanziarie sta guadagnando credibilità per l'innovazione e l'impegno: si tratta di Chemical Bank, Chase Manhattan, Merrill Lynch, Morgan Stanley e Bank of America. Fra quelle che non agiscono come obbligate principali, sicuramente degna di nota è la Goldman Sachs: essa, a differenza di molti suoi concorrenti, non rischia il suo capitale comprando swaps senza aver trovato le controparti.
Ci sono poi i maggiori utilizzatori che sono, non a caso, fra i maggiori debitori del mondo, due per tutti: la Student Loan Marketing Association (Sallie Mae) e la Banca Mondiale (World Bank).
E' importante focalizzare l'attenzione su poche ma significative misure innovative che, se adottate, potrebbero avere un grosso impatto sul mercato del financial swaps. Gli interest rate swaps potrebbero essere d'aiuto nella risoluzione del problema del debito del terzo mondo, per convertire i secolari alti tassi variabili in più ragionevoli tassi d'interesse fisso (gli enti internazionali potrebbero sobbarcarsi ogni rischio di credito incrementale associato a tali coupon swaps). Ancora, currency e coupon swaps potrebbero essere utilizzati per affrontare il problema della copertura del rischio da inflazione: quando essa fluttua su livelli a 2 cifre, i risultati operativi e finanziari di molte imprese potrebbero essere seriamente intaccati. L'impatto dell'inflazione sui risultati d'una impresa dipende dalla sensibilità delle sue varie componenti di reddito e di costo al processo inflattivo. Quando quest'ultimo è uniformemente distribuito non ha conseguenza sui risultati operativi; non così nella maggioranza dei casi: per una più corretta rappresentazione di bilancio o per una copertura sul rischio da movimenti nel tasso di inflazione, gli operatori il cui reddito di bilancio tende a gonfiarsi in seguito ad uno scenario inflattivo possono volere scambiare tramite swap una certa porzione di questi benefici con altri, i cui risultati operativi siano compressi dall'inflazione.
Per concludere questo discorso delle nuove dimensioni che può assumere il mercato degli swaps, occorre far menzione del già grande mercato del "withholding tax swaps" (swaps delle trattenute fiscali, in cui 2 banche si scambiano del crediti su cui sono esperibili "ripari fiscali") che si sta allargando a vista d'occhio.
L'incessante ricerca di maggiore flessibilità e delle opportunità d'arbitraggio tiene il mercato degli interest rare swaps in continua ebollizione e ci si potrebbe chiedere se esistono le condizioni per l'introduzione del coupon swaps anche in Italia. E' necessario partire da alcune considerazioni generali circa l'indebitamento a tasso fisso e variabile. il differenziale del tassi d'indebitamento tra debitori primari e meno primari nel mercato a tasso fisso si colloca intorno all'1%. Nell'ambito delle due categorie indicate di debitori, il differenziale dei tassi d'indebitamento nel mercato dei capitali a tasso variabile (si prendono generalmente tre basi di riferimento: tasso interbancario lettera a 3 mesi, indice M e Prime Rate ABI) è nell'ordine di una frazione di punto. Tali valori possono naturalmente essere suscettibili anche di grosse variazioni, in dipendenza di volta in volta dei debitori coinvolti e delle particolari condizioni di mercato, ma sussiste sempre la possibilità di effettuare l'arbitraggio tra la maggiore selettività del tasso fisso rispetto all'indebitamento a tasso fluttuante.
Per quanto detto, la diffusione di questo tipo di operazioni sarà suscettibile di sviluppo in Italia nel prossimo futuro perché, a fronte di una certa semplicità concettuale ed operativa, essa presenta un alto margine di flessibilità ed un grado di rischio molto contenuto. L'utilizzo di questi strumenti finanziari richiede però la conoscenza degli stessi ed una mentalità aperta all'innovazione da parte degli utilizzatori. Gli interest rate swaps sono frutto dell'ingegno e della novità, tuttavia non devono essere considerati un punto d'arrivo, ma un punto di partenza; il loro utilizzo consente di guardare con giustificata fiducia l'avvenire, un avvenire segnato da un loro migliore e più largo utilizzo, dalla crescita ulteriore della liquidità e soprattutto dalla realizzazione di una maggiore convenienza ed efficienza.


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