§ IL CORSIVO

Si ritorna al Medioevo




Carlo Sgorlon



Alcuni anni fa suscitò un'ondata di preoccupato interesse un libro profetico, sul quale molti, o tutti, dovremmo presta tornare. Si tratta di Il medioevo prossimo futuro, di Roberto Vacca, ingegnere, sociologo, futurologo, uomo coltissimo. Alcune profezie scientifiche di Vacca si sono già verificate. Chi non ricorda le conseguenze del black out di New York? La babele più caotica invase la città americana soltanto perché, per alcune ore, venne a mancare la luce elettrica.
Ma per tanti versi al medioevo siamo già tornati. Vi sono analogie preoccupanti, sia nelle strutture come nel costume e nella mentalità. Una delle caratteristiche dello Stato medioevale, ad esempio, era l'eccesso di legislazione, complicatissima e bizantina, cui nessuno obbediva. "Le leggi son: ma chi pon mano ad esse?", scrisse Dante. E Manzoni: "Le grida diluviavano". Ma nessuno ci badava, o almeno non i potenti. Oggi siamo pressapoco a quel punto. Governo e Parlamento infuriano con decreti, leggi, leggine: tutti provvedimenti- tampone, pochissime leggi-quadro, vaste e definitive. Siamo arrivati ad una massa di leggi così ipertrofica che nessuno, nemmeno gli addetti ai lavori, riesce più a conoscerle e ad applicarle, neppure nei settore di loro competenza. Siamo all'ipertrofia del diritto. Anzi, forse alla metastasi.
Quando le leggi imperversano come un vento senza fine, è segno che lo Stato è debole e non riesce a farle rispettare. E', non dico l'unica, ma certo una delle fonti del caos, del sistema di violenza, di precarietà, di non-sicurezza in cui viviamo.
Nel Medioevo c'erano le strutture potenti delle Arti, le corporazioni del cittadini che facevano lo stesso mestiere, i quali si riunivano per difendere i propri interessi. Oggi, con i sindacati di settore e di categoria, quell'aspetto e quelle strutture si ripresentano in versione moderna. C'è sempre questa o quella categoria che sciopera, o più categorie insieme, e perciò c'è sempre una situazione endemica di disfunzione, di babilonia medioevale. Nel Medioevo c'erano i Templari, gli Jerosolimitani, i Cavalieri Teutonici, ordini religiosi che nascevano con fini anche nobili e spirituali. Alla debolezza dello Stato si rispondeva fondando un ordine religioso. Ma esso poi degenerava, si organizzava in ritualità complesse, diventava come uno Stato dentro lo Stato, e finiva per assumere spesso costumi feroci, banditeschi. Ci sono storie e leggende cupe che fasciano di un alone sinistro sia i Templari sia i Cavalieri Teutonici.
Oggi abbiamo la P2, Ordine Nuovo, le Brigate Rosse e tutti i loro sottoprodotti. Tutte organizzazioni segrete, nate per ripristinare un ordine e una giustizia di cui si lamenta la latitanza, per difendere il povero o il debole, per rimediare alle deficienze e alle ingiustizie dello Stato. Le degenerazioni di queste organizzazioni non hanno bisogno di commenti. I loro misfatti sono sotto gli occhi di tutti. Tutte sono diventate centri di potere segreto, con il fine di sovvertire lo Stato. E lo Stato cerca come può di eliminarle, così come Filippo il Bello sterminò i Templari.
Nel Medioevo c'erano le "corti dei miracoli", ossia le associazioni dei ladri e degli assassini, che di notte diventavano i padroni incontrastati delle città. Oggi ci sono le organizzazioni della malavita, rapinatori, scippatori, teppisti, che rendono consigliabile ai cittadini il rientro a casa prima della campana dell'antico coprifuoco. Girare di notte, specie per una donna, ma anche per gli uomini, oggi è assai poco raccomandabile, specialmente nelle grandi città, e in particolare in certi quartieri. Ma anche le medie e piccole città cercano di tenere il posso; così si alimenta il costume di un Medioevo non "prossimo venturo", ma già presente ed attivo.
Come allora, lo Stato non è più sufficiente a difendere i singoli cittadini, e questi cercano di difendersi da sé. Così sono nati i vigilantes, i pistoleros privati, a difesa di chi se li può permettere. Ve n'è uno che s'annoia sulla porta d'ogni banca. Ogni potente ha la sua scorta di gorilla e di guardie del corpo. Sono i "bravi" e i "buli" moderni. Brave persone, che fanno onestamente il loro lavoro, quando sono al soldo di uomini probi. Ma se sono stipendiati da potenti tenebrosi, mafiosi, camorristi, possono servire anche per uccidere. Nel Medioevo si chiamavano sicari. Oggi, nel momento in cui facciamo di tutto per diventare una sorta di colonia degli Stati Uniti, anche dal punto di vista lessicale, si chiamano killer.
Nel Medioevo, ogni alba sorgeva per illuminare pietre di vicoli macchiate di sangue. Purtroppo, i marciapiedi insanguinati ci sono anche oggi.
Nel Medioevo si piantava uno stiletto tra le costole della persona da liquidare. Difficile che ci fosse un errore, uno scambio di persona. Oggi, auto imbottite di tritolo possono ridurre in poltiglia sanguinolenta cittadini qualsiasi, che passavano di lì per caso. Talvolta, rispetto al Medioevo, abbiamo fatto un passo indietro. Nel Medioevo ognuno, per non andarci di mezzo e non spiacere ai potenti, si faceva i fatti suoi. Chi assisteva per caso a un delitto, si voltava dall'altra parte per non esserne compromesso. Il delitto era all'ordine del giorno e nessuno ci badava. Oggi, se una ragazza è violentato nel centro di Parigi, alle nove di sera, i passanti fingono di non aver visto nulla. Non era uno stupro, era un'illusione ottica.
Nel Medioevo i pacifici cercavano di sfuggire al disordine e alla violenza del mondo chiudendosi nei conventi. Oggi si cerca di sfuggire i mali della metropoli tornando in campagna, o rifugiandosi nelle comunità degli hippies, che peraltro incarnano un'utopia ormai in disarmo. Certe caratteristiche della civiltà medioevale, la paura della fine del mondo, il fanatismo, la superstizione, il terrore del diavolo, sembrano tornare alla ribalta. Il millenarismo medioevale corrisponde all'odierna paura della fine atomica. Oggi il campo è pieno di sètte, profeti di sventura, predizioni infauste, profezie nostradamiche, rivelazioni di veggenti, e cose similari. Anche qui siamo ripiombati a capofitto nel Medioevo.
Abbiamo, sia pure in formato ridotto, anche il corrispondente odierno della peste e della lebbra: l'Aids. E' poco diffuso, ma di panico ne crea a vagoni. Nevrotici, isterici, paranoici, esaltati sostituiscono egregiamente gli indemoniati di allora. Anzi, sono diventati legione. Anche oggi, non so come, abbiamo la sensazione di sentire ansimare alle nostre spalle le cagne nere della morte, e udiamo echi di campane a martello, che hanno un vago sapore da Quattro Novissimi.
Le cause di tutto ciò sono estremamente numerose e complesse. Non sarebbe facile parlarne. Ma almeno una conclusione si può trarre, tuttavia. Non v'è un acquisto, nella storia, che non sia anche una perdita. La cultura moderna, social-radicale, ha voluto allargare le libertà dell'individuo. Ha voluto trasformare lo Stato in una sorta di mucca fornita di infinite mammelle, da cui ognuno possa attingere, ma con le corna segate. Il risultato è che l'individuo è forse meno libero di prima. Gli spazi di libertà, che dovevano spettare al cittadino onesta, sono stati in realtà occupati dai violenti e dalle loro organizzazioni. E non v'è acquisto della tecnologia che non sia nello stesso tempo anche una perdita e una limitazione. Ogni nuova acquisizione, che dovrebbe lanciarsi superbamente nel terzo millennio, in realtà si rivela sempre anche una trappola, con risvolti stranamente medioevali.

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