§ IL TEMPO E LE IDEE - 1

Difendere i Masaniello




Napoleone Colajanni



Spero che mi venga concesso di spendere qualche parola in difesa del Masaniello, di quelli di oggi, ma anche di quello vero. Se i motivi di indignazione dell'opinione pubblica nazionale sui fatti di Sicilia sono certamente comprensibili, a me sembra però che i motivi di riflessione dovrebbero essere ancora più rilevanti. In una discussione pacato le voci dissenzienti hanno una loro utilità.
La domanda che a mio avviso va posta è: perché, dopo quarant'anni di democrazia, trentacinque di politica meridionalistica, dopo il miracolo economico e il progresso del potere dei sindacati, nel Mezzogiorno ed in Sicilia sono ancora possibili, oltre alla camorra e alla mafia, anche agitazioni come quelle contro la sanatoria edilizia, al limite della sommossa senza scopo?
Ci sono fatti, dati, che potrebbero aiutare a trovare una spiegazione, ma che purtroppo restano sempre riservati agli specialisti un po' fuori moda, come sono oggi i meridionalisti. Quanti sanno che in Italia il tasso di disoccupazione è il 10,2%, ma che nel Centro-Nord è l'8,5 e nel Sud diventa il 14,1? Che nel Centro-Nord lavora un abitante su due, e nel Mezzogiorno uno su tre, e che perciò ogni meridionale che lavora deve mantenere una persona in più del lavoratore del Nord? Quanti hanno presente che con l'attuale evoluzione demografica, nel 1995, tra meno di dieci anni, nel Mezzogiorno sarà concentrato il 90% della disoccupazione di tutta Italia? E non è forse vero che il divario nel livello di vita tra Nord e Sud ha ripreso ad aumentare con gli anni della crisi? Non è possibile che questi fatti restino senza conseguenze. la civiltà contadina, l'isolamento culturale, potevano costituire un ammortizzatore alla sottoccupazione permanente. Per un decennio circa, l'emigrazione ne ha costituito un altro. La disoccupazione cronica disgrega invece il tessuto sociale e l'elevamento del livello culturale rende ancora più insopportabile la condizione sociale in cui si vive. Il disoccupato oggi ha quasi sempre il diploma, e vuole una casa propria, non si rassegna alle condizioni di vita di altri tempi. Cosa gli predichiamo, la povertà evangelica? Ma se accende la televisione fa subito i confronti. E allora crescono le frustrazioni e la sfiducia, e l'economia sommersa è l'unico sbocco possibile. Si capisce che con qualsiasi pretesto queste masse senza speranza possono diventare facile preda di speculatori politici o strumento al servizio di determinati interessi.
C'è una ragione per cui il pretesto oggi è la casa. la domanda di case è stata negli anni Sessanta uno dei maggiori motori dell'economia italia-na, fonte di grandi arricchimenti nonché base per ignobili speculazioni.
In quegli anni, si è concentrata al Nord e nelle grandi città, anche meri-dionali. L'emigrazione dal Sud è stata un fattore decisivo e lo testimo-nia la condizione della cintura torinese o dell'intera provincia di Mila-no. Tutto è avvenuto legalmente o quasi, ma il risultato è lo scempio di intere città o di intere zone. Oggi, sempre per motivi di tendenze de-mografiche, la domanda è rallentata al Nord, dove si concentra nelle zone turistiche o nelle seconde case, ma si è intensificata nel Sud. è do-manda che viene da lavoratori, da emigrati di ritorno ed è anche do-manda di speculatori oltre che dei nuovi ricchi che si fanno ville e villette al mare.
Si sposta dalle grandi città verso i medi centri. Quelli, ap-punto, più investiti dalla rivolta.
Ma questa domanda non è stata gestita dai poteri pubblici. Occorrevano anni e molti quattrini per una licenza di costruzione e la gente che aveva bisogno di una casa se l'è fatta da sé. E qui occorre tener conto di un'altra caratteristica del Mezzogiorno. Anche senza prendere la corruzione, che pure è rilevante, come unica spiegazione, la capacità di lavoro della pubblica amministrazione nel Mezzogiorno è ad un livello molto più basso di quello del Nord. L'amministrazione è uno sfogo per la disoccupazione, ed anche questo è dimostrabile, cifre alla mano. Ma questo avviene a scapito dell'efficienza. Certi schemi, certi dirigismi farraginosi, che anche al Nord sono considerati esiziali, diventano rovinosi al Sud.
Naturalmente, di questo approfittano anche gli speculatori che metto-no avanti, come sempre, la povera gente. Così l'oblazione viene vista come un sopruso da chi si è ritenuto per anni ingiustamente privato del diritto a costruirsi a proprie spese la propria abitazione, ma non pagarla è un profitto per chi era cosciente di commettere una illegalità.
Da questa situazione non si esce con compromessi fittizi o con idee che fanno semplicemente ridere, come l'obbligo ad avere piani regolatori, obbligo che sarà certamente disatteso. Si esce sul terreno politico, dando una nuova fiducia nello Stato. Solo così si può cominciare col pretendere che le leggi vengano rispettate.
Per questo è importante che l'opinione pubblica nazionale sappia ragionare e non si lasci suggestionare dai miti. Anche Masaniello è diventato un mito, il mito del popolano confusionario e ribelle, strumentalizzato dai potenti. Mito alimentato da quanti volevano nascondere le cose che stavano dietro ad esso. Ma forse il duca di Arcos, vicerè di Napoli all'epoca della rivolta antispagnola, vedeva più chiaro quando scriveva al suo re: "C'era ragione di sperare che si sarebbe ristabilita la calma, una volta eliminato il capopopolo, ma ogni giorno diventa più chiaro che la maggioranza dei ribelli sostiene la protesta... Stanno portando avanti nuove richieste per l'eguaglianza nel governo della città". Allora è giusto indignarsi, ma non basta. Si tratta di dare sbocco alla richiesta, inespressa ma non per questo meno presente, di un governo più equo e di un modo di governare diverso. Bisogna operare per cambiare le strutture dello Stato e della pubblica amministrazione, ma per far questo è necessario sapere che si va ad incidere su incrostazioni assai spesse e che ci vuole tempo per ottenere risultati. E per questo occorre uno sforzo di solidarietà e non di divisione, occorre deporre idee assurde come quella di far rientrare fra le entrate dello Stato il commercio delle indulgenze. Occorre esser fermi, ma non pensare che tutto si riduca a far rispettare la legge. Occorre dirigere la protesta meridionale verso obiettivi di progresso che allarghino e non restringano il consenso.

Banca Popolare Pugliese
Tutti i diritti riservati © 2000