§ L'INEDITO

Appunti per un diario




Vincenzo Ciardo



1944

Il 9 maggio rientro a Napoli dopo un'assenza di 10 mesi, a bordo di un camion carico di fusti di alcool. 32 ore di viaggio in zona di retrovia.
Non riconosco più la città. Gente vestita come Dio vuole, carosello frenetico di automezzi alleati che vanno alla perduta, torme vocianti di scugnizzi, gente che commercia di tutto nelle strade e nei vicoli, ovunque bandiere americane, inglesi, francesi. Il porto è una selva di antenne. E soldati, soldati di ogni razza e colore, dal nero-lucido di scarpe dei negri al giallo limone dei giapponesi in tenuta americana. E' come un sogno cattivo. Tutto sa di provvisorio, dal viso della folla ai palazzi sventrati. Di notte è peggio. E allora che fermentano ancora più liberamente le peggiori sudicerie e il vizio e la fame danno vita ai baratti avvilenti e bestiali. Povera Napoli!
Rivedo gli amici. Accoglienze in genere cordiali. All'Accademia però avverto subito un'atmosfera stranamente opaca. L'ambiente è più avvelenato del solito, perché alle consuete meschinità si aggiunge adesso la politica. Si discute di fascisti e non fascisti, di epurazione, di posti mai guadagnati. Anche contro di me ce l'hanno. Me ne parlano subito Brancaccio e Sandirocco. Notte è stranamente riservato. Mi avverte con aria reticente del malanimo di Paolo Ricci (l'amico dei federali e redattore della fascistissima Ruota di Napoli) il quale pare che vada sparlando contro di me. Forse Ricci ricorda ancora lo stupido incidente della Mostra Sindacale di tanti anni fa, quando, date le disposizioni della segreteria, non permisi, a lui espositore (allora era una specie di picassiano), di partecipare al vernissage dei critici! Od anche egli mira a consolidare la propria posizione nel partito comunista, a far dimenticare il comportamento poco chiaro tenuto durante il ventennio (assiduità presso le federazioni, decorazione di cose littorie, di strade cittadine per la visita di Hitler, di padiglioni alla Triennale di Oltremare ecc.) facendolo passare, secondo la moda di oggi, per doppio gioco. è per questo che per me tira in ballo la faccenda del Sindacato Belle Arti, facendo finta di ignorare la mia azione moderatrice sempre spesa nell'interesse dell'arte napoletana. Ciò è poco pulito!
Mi si fa carico di avere ottenuto, senza concorso e senza meritarlo, l'insegnamento del paesaggio all'Accademia. E gli altri 200, tra pittori e scultori, entrati nelle stesse condizioni negli istituti artistici? Si dimentica che da 20 anni ero di ruolo nelle scuole medie, che avevo fin dal 1935 l'idoneità, conseguita in regolare concorso per i licei artistici, che ero stato presente ad oltre cento mostre in Italia e all'estero, che mie opere figurano da tempo non sospetto in pubbliche gallerie. Sarei stato soltanto io il politicante profittatore? Qualcuno insinua che ero paesano ed amico di Starace. E' vero, ma Starace non s'è mai interessato di arte e di artisti, specie se corregionali, tanto che rifiutò il suo appoggio alla candidatura di Giuseppe Casciaro all'Accademia d'Italia. Poi la nomina al paesaggio fu posteriore alla caduta di Starace dal piedistallo politico, ed alla mia sostituzione nel Sindacato nazionale perché celibe. E questione di date e le date sono controllabili.
La mia nomina risale al 1941, come tante altre, e fu conseguenza degli orientamenti di Bottai, allora ministro della Pubblica Istruzione, il quale volle sottrarre i buoni artisti alle sorprese dei concorsi, giudicati spesso da persone dalla mentalità troppo arretrata e burocratica. Sarà stato anche un gesto politico il suo, ma che non mi riguardava come singolo, bensì come facente parte di un settore dell'arte italiana, che Bottai intendeva attirare nell'insegnamento per rinnovarne gli indirizzi. Questo è tutto. Non sono stato mai animale politico. Per non avere scocciature, ebbi modo di rimanere iscritto nel fascio del mio paese (Gagliano del Capo-Lecce) fino al 1935. In seguito fui dimesso dalla direzione di un circolo dopolavoristico di Pozzuoli, per aver tollerato e mormorazioni di alcuni soci antifascisti. E sarà forse necessario che un giorno io invochi la testimonianza del cugino di Giovanni Amendola prof. Adiletta preside a Pozzuoli, nel cui interesse mi adoperai in una circostanza delicata, oppure quella del prof. Testaj al quale potetti evitare gravi sanzioni penali per motivi politici, e del prof. Azan pure di Pozzuoli? Non lo credo. la verità è la verità. Non è così, amico Felice De Filippis, presidente della nostra famosa farmacia della Soprintendenza, nella quale si tenevano discorsi tutt'altro che conformisti, regolarmente riferiti in alto da una spia, come aveste modo di apprendere dal federale Milone a Caserta poco prima del 25 luglio '43?
Comunque sono confusioni che non mi turbano, né mi inducono a nostalgie. Ho accettato lealmente i principi della libertà democratica, né saranno i cattivi servitori della democrazia a disorientare il mio spirito. Il passato è passato. Tanto peggio per me che vi ho creduto. Fino ad un certo punto però. Cioè fin quando quello che a me pareva fosse l'interesse della nazione (il ricordo di tre fratelli perduti nella prima guerra mondiale ha avuto un valore decisivo nel mio orientamento) non mutò la rotta giusta. E sta bene. Non altrettanto però mi riesce chiaro il significato di questa corsa degl'intellettuali verso i partiti di sinistra. Nessuno più dell'artista può desiderare il benessere della classe lavoratrice, che in fondo è la sua, il miglioramento delle sue condizioni di vita. Ma è sicuro che per noi italiani un regime di dura disciplina, basato sui soli fattori economici, sarebbe quello adatto? Anche il fascismo, ad onta della sua organizzazione capillare, non riuscì a creare nemmeno negli stessi suoi gregari un vero costume morale. E allora?
Strano come questi dubbi siano saltati a piè pari da gente che, da un giorno all'altro, accetta ideologie così lontane dalla nostra mentalità! Mi domando anche se sia prudente - da parte dei comunisti - accettare nel foro ranghi persone così pronte a mutare idee. Per esempio adesso abbiamo un Crisconio comunista! Paolo Ricci, in una recensione critica, ha fatto un parallelo tra l'Olimpia di Manet ed una sua figura di popolana, e Manet... ne ha avuto la peggio. Arrivati a questo punto, bisogna dire che il conformismo politico, applicato all'arte, minaccia di imbrogliare le carte, mischiando il sacro col profano. Penso che Crisconio, nel proprio interesse, dovrebbe pregare l'amico di non esagerare... E del resto come potrebbe onestamente accettare il ruolo di campione dell'idea comunista, egli che nel 1940 mi parlava con tanto calore del desiderio di iscriversi al partito fascista, chiedendo il mio consiglio? Ricordo che gli suggerii di regolarsi secondo quello che sentiva. Ciò avveniva nel bar del disciolto Circolo Professionisti e Artisti, nel Palazzo delle Assicurazioni. Ma questo delle vocazioni improvvise è problema grosso che riguarda tutte le ideologie, dalle conservatrici ad oltranza a quelle del compromesso democristiano. Per me conta solo la pittura. Quando sarò morto verrò giudicato non per il colore politico che avevo in vita, ma per i quadri buoni o cattivi che avrò lasciato. Purtroppo...
Sembra che Paolo Ricci mi ritenga ispiratore di un attacco polemico del pittore Di Giorgio contro di lui, apparso nel Mattino tanti anni fa. Altra facezia questa. Coi Di Giorgio non ho mai avuto rapporti cordiali, perché egli mi ritiene non favorevole alla sua pittura, fin dai tempi della commissione della Biennale. Il che è vero. Se non ricordo male, l'articolo invece fu riveduto da Girace. Dei nuovo pettegolezzo mi ha dato notizia Notte. E' vero invece il contrario. Ricci mi sfotte fin dal 1932, dopo lo sciocco incidente della Sindacale. Cominciò col pubblicare la fotografia di un mio quadro nella Ruota di Napoli di Mancuso, disegnandovi in un angolo un timbro postale. L'allusione al gusto fotografico del lavoro era evidente. Da quella volta non ha più smesso, ed ha scritto sempre male di me e con tono astioso. la politica non c'entrava proprio per niente. Proprio allora Ricci aveva le spalle forti per l'amicizia protettrice del suo amico Mancuso e dei vari federali, sui quali avevano una certa presa il suo fare spregiudicato e la fama, tutta locale, di persona molto intelligente. E dire che nel 1942 parlai della sua pittura, nel Corriere di Napoli, con tutto il riguardo che è dovuto all'avversario i Forse era il caso di dargli addosso, come si attendevano tanti amici che oggi sono amici suoi, anche essi indispettiti dalla sua arroganza. Ma l'essere galantuomo impone pure delle rinunzie...
Perché Notte adesso è così premuroso e pieno di cordialità? Eppure mi risulta che, subito dopo l'entrata degli Americani a Napoli, voleva includermi - d'accordo con Ricci - nella lista degli insegnanti da epurare! Fu anche allora che offrì a Ricci il mio insegnamento di paesaggio, facendogli tenere perfino la carta bollata per la domanda! Ricci rifiutò, suggerendo il nome di Crisconio. Così nacque il caso Crisconio, ingiustamente portato sul piano politico e contro la stessa volontà dell'artista, che non si era mai sognato di chiedere nulla del genere, come mi è stato confermato da un amico, al quale appunto Crisconio confidava di essere seccato di quel chiasso fatto da Ricci in suo favore. Gli credo. è un buon pittore, Crisconio, ma non sarebbe altrettanto buon insegnante. La sua natura è contraria alla regola e, a meno che non gli abbiano montato la testa, l'amico Luigi - col quale ho avuto sempre dei rapporti cordiali - deve essere stato sincero. A meno che... Infatti Crisconio è tipo assai suggestionabile. Non hanno avuto sempre su di lui una influenza dannosa coloro che quasi quotidianamente, dalle colonne dei giornali, gli hanno montato la testa con esaltazioni eccessive alle quali egli ha avuto il torto d'accordare troppo credito? Parlo dei vari Cangiullo, Ricci e compagni. E non fu Ricci nel 1942 a scegliergli le opere per la personale della Biennale di Venezia - che ero riuscito a fatica ad ottenergli -contrariamente agli accordi presi con me? Fu appunto quella scelta poco felice a non consentire a Crisconio di riportare quel successo che pure meritava. E non l'hanno quasi convinto, mi dicono, a farsi portare sindaco a Portici, nelle prossime elezioni amministrative nella lista dei comunisti? Chi conosce l'ingenua e nello stesso tempo estrosa semplicità del buon Luigi non può che sorridere di queste straordinarie deviazioni...
Comunque, l'azione di Notte fu inqualificabile, perché consumata durante la mia forzata assenza da Napoli. Notte aveva ricevuto da me prove non dubbie di lealtà e di amicizia, e proprio quando tutti gli davano addosso, al tempo dell'inchiesta per la faccenda degli esami di maturità artistica. Come può aver dimenticato quello che ho fatto per lui alla Biennale di Venezia contro l'opinione della commissione che non voleva accordargli la mostra personale? Solo ad un genio può essere consentito di vivere fuori dei limiti della morale. Ma genio egli non è, e quindi l'onestà dovrebbe essere anche per lui una norma quotidiana, capace di impedirgli di commettere delle bassezze almeno nei riguardi di un amico! Né a giustificarlo valgono le esigenze della sua condizione - mi riferisco al tempo del tiro che mi fece - di neofita del partito comunista, che però fu esperienza di breve durata. Il comunismo napoletano un bel momento non lo volle più nei ranghi, per certo suo passato di milite fascista. Magra figura fu quella! Tuttavia Notte mi fa pena. Lo attaccano tutti, anche sulla stampa, addebitandogli la spoliazione dell'Accademia quando questa venne requisita dagli Americani. Il nuovo presidente, Vosa, mio vecchio amico, lo riconferma nella direzione didattica, stroncando così tutte le manovre dei malintenzionati. E anche questa, in parte, è opera mia. Ma che razza di uomo sono io mai? Possibile che si arrivi a simile grado di bonomia senza dover passare nella categoria dei fessi?!
A proposito del presidente Vosa, il solito pittorucolo De Nicola, artista mediocre e lingua delle più velenose, va dicendo in giro che egli (Vosa) è mio parente e ligio alla mia volontà di eminenza grigia! E dire che, appunto per non dare esca ai maligni, mi sono volutamente allontanato da lui. Per la storia, Vaso è soltanto cognato di mio cugino, avv. Pietro Coppola... Ma insomma, siamo al punto di doverci difendere anche da simili nullità?
La guerra si allontana sempre più da Napoli. Nessun allarme diurno. Raramente di notte ci sveglia la sirena, e tutto si riduce al pazzesco fuoco d'artificio dell'artiglieria antiaerea americana. Pochi minuti e la faccenda finisce lì. Evidentemente i tedeschi non hanno più aeroplani. Se ne avessero potrebbero fare del golfo di Napoli un cimitero di navi, di tutte le specie e grandezze! La vita cittadina è animatissima. Sembra che tutti abbiano dimenticato la guerra, ed ignorino che lassù invece la nazione è sottoposta ai più duri travagli, ed alla condizione umiliante di feudo dei tedeschi. Il più tragico errore di Mussolini, dopo quello della guerra, è stato, per me, l'aver voluto ricostituire un regime ormai morto e seppellito nella coscienza degli italiani. Un regime che non può più mantenersi che sulle baionette tedesche, e sulla disperata violenza dei fanatici dell'ultima ora. Quando l'Italia del Nord sarà libera si avranno lassù delle giornate tremende... L'impressionante sviluppo del movimento partigiano, in Toscana, in Lombardia e nel Piemonte specialmente, non è che il prologo della tragedia finale che vedrà gl'italiani ammazzarsi tra di loro. A meno che gli Alleati - che sicuramente vinceranno la partita - non riusciranno ad impedirlo. Che se poi Americani e Inglesi dovessero ritenere utile ai loro fini una parentesi di guerra civile, mai più la storia potrebbe avere un esempio più clamoroso di bestiale ottusità. Essi per primi ne piangerebbero le conseguenze. E crepi l'astrologo!
Ma a Napoli non si pensa a ciò. Qui tutto è in funzione dell'oggi e, diciamolo pure, dello stomaco. Si traffica con gli Americani, con i negri, con chiunque abbia denaro da spendere, di qualunque razza e colore sia. Le donne poi hanno oltrepassato ogni limite. La prostituzione è diffusa in tutti gli strati sociali. La popolana vende le sue grazie al soldato alleato per un pacchetto di sigarette o una scatoletta di carne in conserva; la donna per bene sceglie un ufficiale, magari di grado elevato ed accetto in cambio i rifornimenti per la famiglia. La differenza è soltanto nello stile col quale il commercio sessuale viene praticato. Dolorosa e mortificante è la supina acquiescienza degli uomini. Addirittura tragica la rovina morale dell'infanzia costretta a vivere in simile luridume e spesso anche a parteciparvi con una precocissima attività ruffianesca, imposta molte volte dagli stessi familiari. E' uno spettacolo che stringe il cuore. Povera Napoli!


Mi pare di aver capito che Brancaccio abbia una inclinazione per la mia allieva del paesaggio, Diana Luise, ragazza vivace ed intelligente e non priva di attitudini artistiche. Certo le sue assiduità sono un po' sospette. A parte la differenza di età, la ragazza potrebbe essere per Brancaccio una buona moglie,. Non credo però che sia il tipo di tollerare scantonamenti coniugali da parte del futuro marito, che con le donne è stato sempre un po' troppo tenero! Anche Sandirocco s'è accorto dell'affare e non lo vede male nemmeno lui. Ma forse noi fantastichiamo troppo...
Ci siamo! Brancaccio mi ha chiesto di venire a Torregaveta con gli allievi (e le.. . allieve) del paesaggio per dipingere, dice lui, dato che noi abbiamo un permesso speciale dalle autorità alleate! Il fatto è che la gita con la Luise lo seduce. Bella cosa, alla mia età, fare il paraninfo!
Anche per non fare la figura dell'allocco, affronto la situazione e parlo all'amico. Brancaccio ammette che ho indovinato, anzi mi chiede dei consigli. Gli dico ciò che può dire un galantuomo che vede i lati negativi di progetti del genere, ma mi convinco però che egli ha vagliato tutto. Dei resto Brancaccio vive nel concreto ed ha intelligenza pratica sviluppata. Anche Diano, da me sondato per suo incarico, mostra di aver valutato le incognite del passo che vuoi menare e mi dà l'impressione che voglia molto bene a Brancaccio. Però è preoccupata per il benestare dei genitori e specialmente del padre, il quale - avendo subodorato la cosa - fa delle riserve per la differenza d'età dei due... colombi, e per la condizione di vedovo, con un figlio, dell'aspirante genero...
La scuola di paesaggio va avanti alla meglio, con tutte queste proibizioni di dipingere all'aperto delle autorità militari alleate. Gli alunni poi mancano di tutto, dai colori alla tela, un po' perché non si trova nulla sul mercato, un po' perché non sanno arrangiarsi. Anche il clima morale di questo periodo paralizza ogni entusiasmo per l'arte.
Parliamo un po' di questa famosa libera Associazione degli Artisti, che per il momento è l'unico Ente che svolga un'attività di un certo rilievo a Napoli, non essendo un gruppo di tendenza, l'associazione dovrebbe allargare un po' le sue file. Già si parla troppo in giro di aggruppamento settario, di faziosità... nostalgica ecc., ecc., le solite storie. Il fatto è che tra i tentennamenti del presidente Viti, lo scetticismo strafottente di Brancaccio e le chiacchiere inconcludenti del fastidioso Girosi, segretario, sarà difficile venire a capo di qualche cosa di serio, da tener pronto per la ripresa in campo nazionale dell'arte napoletana, quando l'Italia - e ciò non potrà tardare - ritornerà alla sua indipendenza. Di questo passo ci troveremo tutti nelle condizioni di dover ricominciare daccapo... per farci conoscere fuori, mentre altrove gli artisti avranno avuto il tempo ed il modo di riprendere in mano le leve di comando della critica, dell'organizzazione, ecc. Il nostro ambiente artistico s'è frantumato, né i monconi della risorta Promotrice e del neo-Ordine dei pittori e scultori potranno risolvere il duro problema della rivalutazione dell'arte napoletana. Ne saranno impediti da questo falso concetto della democrazia che va affermandosi tra gli artisti, in virtù del quale nessuno è disposto a riconoscere i maggiori diritti di chi, per forza d'ingegno e di lavoro, ha conquistato un gradino più in alto nella scala dei valori. E allora bisogna dare un addio alle iniziative basate sulla collettività, e sbrigarsela da soli. Per fortuna non mi manca né la volontà né il coraggio di affrontare la prova.- Intanto decido di tenere una mostra personale nella Galleria Forti, insieme con Viti. Voglio ripresentarmi al pubblico di Napoli con la migliore produzione. Sarà una bella risposta alle chiacchiere di certa gente!
Questo agitarsi di artisti smaniosi di pubblicità è tanto fastidioso! ... Discussioni, riunioni, ordini del giorno, manovre di corridoio: che noia!
Tanto ho bell'e capito che l'Associazione finirà nel nulla, come è solito ,accadere a Napoli...
Mi si dice che Paolo Ricci parla e sparla di me, invocando sanzioni epuratrici. Che sia un'idea fissa, la sua?
Notte è di nuovo in vena di confidenze. Mi fa la storia del tentativo di scalata al mio posto all'Accademia. Egli mi avrebbe addirittura difeso le spalle... Chi ci capisce è bravo! Però mi par di leggere nei suoi occhi la malizia del doppio gioco. è un debole.
Ho conosciuto un sergente americano, Mathes, addetto alla commissione alleata della scuola, dalla quale dipendiamo. Me l'ha presentato il provveditore Scaglione, un giorno che questi è venuto in gita a Pozzuoli con altri amici. Sembra un bravo giovane e paria bene l'italiano. Ha l'aria di conoscermi di nome e diventiamo subito amici, fino a darci del tu. Gratta gratta, scopro che non ero ignoto al suo ufficio, al quale erano pervenute le solite denunzie anonime (Sindacato, nomina senza concorso all'Accademia, ecc.). Debbono avere un animo davvero basso, questi signori che si rivolgono agli stranieri per colpire un collega! Mathes però mi assicura che all'ufficio era risultato essere io buon artista e galantuomo. Doloroso però doversi sentir grati ad ex-nemici, per questa difesa disinteressata contro la malignità di così indegni italiani... l'animo si riempie di amarezza. Esistono dunque davvero degli esseri senza dignità, capaci di sacrificare ogni senso di onore ad improvvisate passioni politiche?
Ad onta di tutto, fermenta in me una evoluzione spirituale che mentre mi accosta ogni giorno di più al senso esatto della parola democrazia, mi fa capire anche come siano sulla strada falsa certi fascisti al rovescio, che si atteggiano a custodi delle virtù politiche e morali della nostra povera nazione. E' un processo del tutto interiore, il mio, al quale ripugnano le esibizioni clamorose di certuni che non sanno sottrarsi al piacere di dar conto delle proprie crisi, dato che davvero ne abbiano. Oggi so finalmente che cos'è democrazia. In fondo, per me, reduce della prima guerra mondiale, i due anni che precedettero il fascismo non furono davvero scuola sufficiente in tal senso...
Se Dio vuole, l'anno scolastico è finito!


Luglio. - Ricci passa all'attacco. Parlando nella Voce della dittatura artistica del fascismo (alla quale però volentieri egli si era sottomesso partecipando regolarmente alle mostre del Sindacato) mette il mio nome accanto a quello dei mediocri Maraini, Oppo, ecc.! Povero Ciardo, eri tale personaggio... e non lo sapevi neanche, contentandoti di insegnare disegno in una scuoletta di Pozzuoli fino al 1940! Eri un pezzo grosso, anche senza essere né consigliere nazionale né vice presidente dell'E 42, soltanto perché facevi parte del direttorio del Sindacato Nazionale, come tanti altri dei quali Ricci non si occupa. Strano però che il decreto di epurazione non riguardi certe storie sindacali. Che ne pensa Ricci? Ma certo egli avrebbe la risposta pronta: per avere incarichi del genere durante il fascismo bisognava essere graditi, ecc. Vero anche questo. Ma si potrebbe però ancora obiettare che io ero gradito appunto perché nulla vi era da dire sul mio conto, né come artista né come uomo. A meno che non si voglia affermare che Maraini fosse un prepotente settario e come tale circondato da gente della stessa risma. Ma chi non sa in Italia che Maraini aveva un temperamento conciliante? Chi non ricorda che spesso lo attaccavano appunto perché voleva mantenersi imparziale nella mischia artistica e che il suo sindacato era chiamato il Sindacato dei sorrisi? Non è così, amici antifascisti di Bagutta, a Milano, che mi avete sempre onorato della vostra stima?
Brancaccio e Diana Luise mi mandano a Castellammare per sistemare le loro faccende amorose con la famiglia di lei! una nuova esperienza che si aggiunge a tante altre...
Meno male! Tutto è andato bene. I due colombi sono felici...
Settembre. - Dopo l'onesta parentesi estiva gaglianese, durante la quale ho lavorato molto, ritorno all'aria viziata della città.
A scuola la solita pesantezza morale. Continuano le insinuazioni maligne. Il presidente Vosa mi proteggerebbe più del necessario, secondo le voci messe in giro dalle solite malelingue, e sarebbe il mio sostegno più efficace nella faccenda delle sanzioni epurative che si continua ad invocare contro di me, Notte ed altri. Ciò mi addolora e mi costringe ad allontanarmi dall'amico.
Il pittore Filosa, buon uomo e vecchia conoscenza, mi vorrebbe nell'Ordine dei pittori e scultori che egli ha fondato con altri. S'illude di governare gli artisti senza dover pestare loro i calli. Si accorgerà a sue spese che è impossibile! E' molto legato a Notte, perché aspira ad avere un posto nell'Accademia. Notte -che pure stima ben poche persone tra gli artisti, dati i suoi presupposti cezanniani - mostra di gradire molto la sua compagnia. Che voglia servirsene per rientrare nel Partito Comunista, del quale Filosa è personaggio di una certa importanza? Può darsi.
Certo gli attacchi che muovono a Notte, anche sulla stampa, per il saccheggio dell'Accademia sono antipatici ed ingiustificati. Non mi meraviglio quindi che egli cerchi di difendersi seguendo la strada politica. Ma trattandosi di addebiti di ordine morale, non sarebbe meglio interessare la giustizia? Naturalmente non credo che Notte abbia altra responsabilità all'infuori della sua ben nota leggerezza e della mancanza di qualsiasi senso pratico.
26 novembre. - Oggi sposano a Castellammare Brancaccio e Diana Luise, in una chiesetta appollaiata su di una collina. Poca gente, cerimonia sobria. Diana non è per niente emozionata. Al contrario di lui che non riesce a nascondere i suoi sentimenti. lo e Sandirocco siamo testimoni della sposa. Dopo la funzione, viene servito un sostanzioso buffet nella sacrestia. Sandirocco s'ingozza di tutto, oltre il credibile. lo seguo ad una ... ruota!
Subito dopo, gli sposi se la squagliano in macchina, diretti a Sorrento. Buona fortuna !
L'amico dott. Lovero, comunista, mi fa sapere che sarebbe contento che io m'iscrivessi all'ordine dei pittori. Forse gliene avrà parlato Filosa, che è anche suo amico. Non sono contrario, ma desidero che prima venga chiarita la mia posizione scolastica.
Notte, ancora in vena di confidenze, mi fa la storia delle sue traversie, quando rimase solo a dover combattere contro ogni difficoltà per lo sgombero dell'Accademia che doveva essere occupata dagli americani.
Effettivamente egli non deve aver avuto alcuna colpa nello scempio e nelle manomissioni dell'arredamento e del materiale. Intanto si continuo a chiamarlo in ballo. Si tratta dei suoi soliti nemici, i quali vorrebbero colpirlo per vecchi rancori accumulati durante la gestione presidenziale Bottacchiari. Ma l'avv. Vosa tiene duro e lo sostiene.
6 dicembre. - S. Nicola. Vado a Cappelle per un pranzo campagnolo a casa del canonico Costigliola, del quale ricorre l'onomastico. Presenti il provveditore Scaglione, Moschetti, Testaj, Peppe di Spiezio ed il sergente americano Mathes, quello della commissione della scuola. Buon umore e cordialità. Si beve più del necessario. Scaglione fa un brindisi e ci commuove tutti, richiamandoci alla durissima realtà della nazione sconfitta e calpestata dagli stranieri. Ma perché l'ha fatto? Abbiamo tanto bisogno di non pensare, almeno per qualche ora... Ci solleva lo spirito il discorsetto dell'americano, il quale, nell'euforia della sbornia incipiente, mescola il sacro col profano, la lingua italiana con lo slang del suo paese...
Al ritorno Mathes da fastidio alle ragazze, secondo la moda americana, scandalizzando la comitiva e la buona gente di campagna. Come avviene che un professore universitario, quale si vuole sia Mathes, perda nella sbornia ogni senso della sua personalità, fino a poter essere scambiato per un cow boy? Certo è un fenomeno molto diffuso tra i militari americani, che andrebbe studiato.
Paolo Ricci avrebbe affermato, secondo l'amico De Filippis, che per lui vedere o non vedere la mia prossima mostra è lo stesso, perché l'articolo stroncatorio è già pronto... Ciò è grave. Se nel passato avessi fatto a lui la decima parte di quanto Ricci va perpetrando contro di me, avrei già perduto il posto di insegnante e senza pensione per giunta! Guai se dovessi giudicare il comunismo da questo suo cattivo servitore.
Passo il Natale a Gagliano. Mia madre mi sembra molto giù e questo mi preoccupa. I segni dello scompenso cardiaco sono sempre più evidenti.

1945

5 gennaio. - Inaugurazione della personale da Forti. Molta folla, molta cordialità, vendite numerose. Ricci è venuto ed ha passato in rivista i quadri in meno di un minuto, senza fermarsi. Invece ha accentuato la sua cordialità verso l'altro espositore, Eugenio Viti.
Il critico del Risorgimento, Gino Doria, s'è molto congratulato con me. Mi ha fatto capire che scriverà bene della mostra, per quanto qualche suo amico lo avesse pregato... di fare il contrario. Infatti il pezzo per me è ottimo. Questa prova di onestà non sarà mai dimenticata. Benissimo anche gli altri giornali.
Ed ecco, a chiusura della mostra, la critica di Ricci sulla Voce. Ma la sua non è una critica, è una aggressione. Perfino alcuni suoi compagni di fede, come il dott. Lovero, ne sono urtati. Tuttavia mi sarei atteso, dai miei amici artisti, una maggiore solidarietà. Tutti hanno deplorato, ma sotto voce... Come sono lontani i tempi quando mi si raccomandavano per la Biennale di Venezia! Ma ciò è normale. E' veramente amico colui che nell'intimo non gode dei guai dell'amico. Chi lo ha scritto? E' una durissima verità, dalla quale per conto mio posso escludere si e no quattro o cinque persone...
Aprile. - la guerra precipita verso la fine. Tedeschi e repubblichini scappano su tutti i fronti. L'Italia del Nord è in fiamme. Mussolini è catturato mentre tentava di passare il confine e fucilato dai partigiani. La medesima sorte è toccata a molti gerarchi. Finis coronat opus!
- La Germania chiede la resa. il ponte dell'alta Italia è crollato, sotto la pressione degli alleati e dei partigiani. Pattuglie americane entrano a Trieste, dove già i soldati jugoslavi del capo-partigiano Tito avevano messo il piede. Che avvenga qualche complicazione politica lassù? Si parla di esplorazioni slave, di rettifiche di territori, ecc. Speriamo che nel disastro della sconfitta non venga coinvolta anche l'italianissima città!
In alta Italia continuano le esecuzioni dei fascisti repubblicani. Si parla di cifre paurose. Speriamo che siano esagerazioni.
8 maggio- Resa ufficiale della Germania agli alleati. Alleati anglosassoni e russi fanno a chi arriva prima ad occupare la maggior parte del territorio tedesco. Forse sarà proprio sul suolo germanico che si giocherà la partita per la prossima guerra tra oriente e occidente. Già si profilano i primi screzi. La Francia occupa la Rhur. Napoli è in festa. Gli americani si abbandonano a carnevalesche manifestazioni di gioia. Sbornie incredibili, sparatorie, chiasso.
- Dopo il primo respiro di sollievo per la fine di quest'incubo che durava da quattro anni, ci si domanda quale sarà il nostro destino. Gli Jugoslavi chiedono Trieste e la Dalmazia. E' veramente triste che le scarse reazioni, per lo più di giovani, dell'opinione pubblica italiana vengano criticate e considerate residue manifestazioni di uno spirito nazionalistico di marca mussoliniana! Purtroppo la sconfitta è nell'anima della nazione, più che nella rovina dei suoi beni.
A Napoli dura vivissima l'impressione per la fine di Mussolini. Molti si commuovono e perfino piangono... E' gente che non afferra la logica fatale di certi avvenimenti apparentemente crudeli e si abbandona ad una emotività del tutto superficiale. Sfugge a certuni il senso della storia.
10 maggio - A Gagliano per una grave crisi di mia madre. Per fortuna trovo che la cara ammalata va meglio. Però declina sempre di più. Ritorno a Napoli, preoccupatissimo. Che sarebbe di me se mi venisse meno questa sola certezza della vita?
Intanto Paolo Ricci si interessa ancora di me, per la faccenda del posto all'Accademia che, secondo lui, dovrebbe essere dato a Crisconio. Sempre nel suo giornale, la Voce, scrive ancora che io avrei influenzato l'arte del giovane pittore Ferrara, che espone in questi giorni da Forti, guastandolo! Vedi un po'... Se questo accanimento di Ricci non è persecuzione, che sarà mai?!
Verso la fine di giugno nuova crisi di mia madre e nuovo allarme. Però la vecchia quercia si riprende ancora. Ma fino a quando potrà resistere al male?
Mi turbano anche i pasticci di mio nipote Dino, che è in rotta con la famiglia. E' militare e si trova ad Agnano. Però non si fa più vedere. Che voglia romperla anche con me?
Luglio - Contro voglia debbo accettare di far parte della Commissione per la maturità artistica. Che noia! Pensare che volevo scapparmene da Napoli per riposare corpo e spirito laggiù, tra i miei onestissimi ulivi...
Proprio verso la fine delle mie fatiche di commissario, mi arriva da Roma una notificazione del Ministero con la quale mi s'informa che sono stato sottoposto a giudizio di epurazione, per aver fatto parte nel 1937 del direttorio del Fascio di Pozzuoli!! Niente altro. Ecco dunque, a scorno dei malevoli, cadere tutte le accuse alle quali ero stato fatto segno dai miei avversari, da oltre un anno.
Fu l'avv. Guardascione, allora, ad includermi nel suo direttorio senza dirmi nulla. Lo appresi dal Mattino e me ne dolsi con lui. Vorrà oggi confermarmelo per iscritto? Se, come penso, è uomo d'onore lo farà. Vedremo.
Guardascione, sia pure un po' contrariato, mi rilascia una dichiarazione con la quale egli conferma la faccenda del direttorio. Meno male, vi sono ancora degli onesti!
Pare che Notte si sia lagnato per la sua esclusione dalla maturità artistica! Sembra incredibile...
Agosto - Finalmente a Gagliano.
Che pena vedere mia madre inchiodata notte e giorno su di una poltrona! Non è più lei. E' dimagrita ed il viso è la maschera della sofferenza. Mi sembra distante, come distaccata da noi. Le sue notti senza sonno sono spaventevoli. Né so capire come faccia mia sorella Giovanna a resistere anch'essa alla mancanza completa del sonno. L'ammalata ha fiducia soltanto in lei e ciò impegna Giovanna per 24 ore su 24! ! Spesso mamma ha delle amnesie. Altre volte, dopo un breve sonno agitato, non distingue il giorno dalla notte. Sono brutti segni. Gli edemi alle gambe sono mostruosi. Mai è stata così. Tuttavia ha ancora qualche momento di buon umore. Sul viso del buon dott. Vergari leggo il dubbio ed anche mio fratello, che con Giovanna fa miracoli per alleviare le sofferenze dell'ammalata, è di umore nero. lo mi avvilisco, ma non sono di nessun aiuto. Mi spaventa constatare che mammà, contro il solito, non sollecita più la mia compagnia, lei che non sapeva stare un minuto senza chiedere di me. E' sempre nervosa ed occupata dalle sue sofferenze: la materia prende il sopravvento sullo spirito. Perciò siamo ormai alla fine. Ma non voglio ancora crederlo...
In questo stato d'animo mi lascia indifferente la comunicazione ministeriale con la quale mi si dichiara prosciolto da ogni addebito politico. Ci vuole ben altro per restituire al mio spirito la serenità.
Settembre - Ritorno a Napoli contro voglia, ma il pensiero è sempre laggiù.
Sembra che sia prossimo un provvedimento col quale verrebbero annullate le nomine senza concorso nelle scuole artistiche e nelle Accademie. Da Napoli e da altri centri si fanno pressioni in tale senso. E' proprio la rivolta... dei fessi; molto pericolosa data la maggioranza degli artisti mediocri i quali, vedendo in noi degli usurpatori, vogliono a qualunque costo farci metter fuori dall'insegnamento artistico. Anche alcuni giovani, molti dei quali ex nostri alunni, muovono un attacco contro i senza concorso chiedendo il nostro allontanamento. la Voce (leggi Paolo Ricci) commenta con un acidissimo corsivo. Curiosa questa gioventù che pretenderebbe di arrivare di colpo, senza passare per la strada maestra di una lunga disciplina di lavoro. Evidentemente però questa gente non è nata per l'arte.


Tutto ciò mi stomaca e mi fa amare sempre di più l'isolamento...
Ottobre - Rinunzio all'incarico di rappresentare nell'Italia meridionale il Congresso Democratico degli artisti che si terrà a Roma prossimamente. Non voglio dare altra esca agli avversari. Desidero soltanto essere lasciato in pace.
Però non posso non rilevare, con compiacimento, come fuori di Napoli io sia sempre stimato e ben visto. Anche prima gli incarichi mi venivano così, senza che chiedessi nulla a nessuno, in omaggio forse al mio temperamento obiettivo. è colpa mia se possiedo le virtù dei mediocri?!
20 settembre - Da vari giorni la corrispondenza con mio fratello è quotidiana. Mammà peggiora. Mi metto sul piede di partenza.
30 settembre - Vieni, telegrafa mio fratello. Parto.
2 ottobre - Alla stazione di Lecce lo scultore Giurgola, vecchio e buon amico, mi attende con una macchina, che ha noleggiato in seguito ad un telegramma di mio fratello, il quale lo ha pregato di farmi proseguire a qualunque costo...
Le due ore di viaggio nella notte scura e piovosa sono un vero incubo. Farò in tempo? Alle 22 sono a casa. Mio fratello mi viene incontro piangente. Mi si gela il sangue. Ma è viva ancora! Almeno questo mi è stato concesso...
Quale cambiamento! E' come trasfigurata dalle sofferenze, non è più che un povero essere dolorante, lei così forte e resistente al male. Da una settimana non tocca cibo.
Mi sente ma non mi vede. Mi chiama, e dalle sue labbra esce un soffio: Vincenzo, Vincenzo mio! Niente al mondo avrebbe potuto compensarmi della perdita di quest'attimo sublime. Ho sentito la presenza di Dio in quello sguardo.
3 ottobre - La fine si approssima. Una crisi si sussegue all'altra. A tratti l'ammalata si riprende, ma per soffrire ancora. Com'è difficile morire, in certi casi. La morte è ormai in mezzo a noi, con la sua presenza imponderabile.
A mezzanotte il polso si ritira lentamente. Il respiro si abbrevia raddolcendosi. Su quella maschera tormentata scende come un velo, che a mano a mano distende i tratti del volto. Come per un miracolo vedo il caro viso ricomporsi nella serenità di un riposo che non avrà fine. Da almeno venti anni non era più stato così. Sono le 2 del mattino del 4 ottobre. Con Lei se n'è andata anche la mia giovinezza. Tutto il paese è presente ai funerali. Contadini induriti nel lavoro piangono come ragazzi.
Novembre - Ritorno a Napoli. Durante la mia assenza, il vecchio Guardascione, pittore mediocre, ha attaccato, senza far nomi, me ed altri colleghi dell'Accademia sull'Azione. Ma a questo maestro del doppio gioco, leccapiatti delle federazioni fasciste, organizzatore di presepi per i dopolavoro, bisogna dare una lezione. Nel 1935, scrivendo della Quadriennale, egli si esprimeva ben diversamente su di noi, ed osannava pacchianamente a Mussolini. Facciamo una scelta dei punti salienti della sua prosa e li inseriamo in una lettera firmata da 17 artisti che mandiamo al "Paese". L'impressione a Napoli è enorme. Tutti ci danno ragione.
- Vado preparando una mostra personale a Bari. Alcuni amici di laggiù mi hanno premurato ed io ho aderito volentieri.
Dicembre - Buona accoglienza a Bari e buon successo di critiche e di vendite. Marina e De Robertis mi fanno ottima compagnia. Bravi ragazzi.
- Con Brancaccio stabilisco di tenere una mostra a Roma, nell'anno prossimo, nella Galleria del Secolo. E' necessario riprendere i contatti, fuori di Napoli, con la critica e con gli artisti. Gli assenti hanno sempre torto e tante cose sono cambiate dal 1943! Chi sa come ci verrà?
- Mi preoccupa il silenzio di mio nipote. Non so più dove sia.
Natale, a Gagliano. La casa è muta e triste. In un angolo è ancora quella poltrona. Non la posso guardare. Un lievissimo odore di canfora ristagna sempre nell'aria!

1946

Ai primi di gennaio ritorno a Napoli.
Muore il povero Crisconio. Sparisce con lui un buon pittore ed una simpatica figura di artista. E pensare che avevano tentato di metterci di contro, per la questione della scuola...
Finalmente scopro che mio nipote è ad Agnano, da dove non si era mai mosso. E una strafottenza imperdonabile!
Quando c'incontriamo, lo investo duramente. Si difende mettendo avanti le controversie familiari e l'avversione della matrigna. Dice di non voler tornare più a casa. Naturalmente c'è anche di mezzo una ragazza. lo costringo a scrivere al padre. E' docile, ma sotto l'apparente remissività del giovine sento che c'è un programma già fatto.
Ho saputo che per colmo di sciagura la ragazza è incinta. Lui vuoi riparare. Ma come farà a mangiare? Suo padre, che ha saputo tutto, fulmina e minaccia. Vorrebbe imporsi al figlio, ma da lontano. Così mi dice il fratello. Egli scusa mio cognato, del quale descrive le non buone condizioni di salute.
Cerco di trattare con la madre della ragazza. Tutto inutile, ed è giusto. Quella gente non può che pretendere il matrimonio. Tento anche di convincere mio cognato a consentire che i giovani sposino, salvo a far allontanare Dino da Napoli fino al conseguimento della laurea. Niente, non ne vuoi sapere. E allora basta così. lo non posso fare più nulla. Ma ne sono addolorato.
Nel febbraio il signor ministro Arangio Ruiz mette fuori il famoso decreto di annullamento delle nomine dei senza concorso nelle Scuole d'arte e nelle Accademie. lo vengo restituito alle Scuole medie. Ciò mi turba e mi offende. Dopo di aver dato conto di me per tutta una vita, ecco che mi si passa nel rango dei profittatori del cessato regime. Né mi consola sapere che la medesima sorte è toccata ad altri 200 artisti. Però non è possibile che un giorno, quando le passioni politiche si saranno attenuate, non si ritorni sul grave ed ingiusto provvedimento...
Inutile dire che tutti coloro che non vi sono interessati, plaudono al decreto di Arangio Ruiz. E' il solito fenomeno della cattiveria gratuita, che coglie ogni occasione per manifestare il suo livore.
In questa penosa condizione di spirito mi riesce difficile lavorare come vorrei. Intanto avanzano le due mostre personali di Napoli (Galleria Forti con l'amico Russo) e Roma (Galleria del Secolo, con Brancaccio). Anche il movimento sempre più fastidioso dei partiti, che affilano le armi per le prossime elezioni amministrative e per il referendum istituzionale, opprime e distrae. E' un vero carnevale! Parole e programmi altisonanti rompono i timpani anche di chi vorrebbe tenersi estraneo al carosello elettorale.
Giannini, il quale da tempo aveva assunto una posizione tra il Catone e il Capitan Fracassa, col suo giornale l'Uomo qualunque pieno di maleparole, passa all'organizzazione di un partito. Questo, a mio parere, manca di idee e di programmi. Riflette solo il disagio e lo scoraggiamento di chi vorrebbe che le cose in Italia andassero meglio. Troppo poco. Specie perché presume, il nuovo partito, di opporsi ai comunismo, che indubbiamente guadagna terreno nelle masse, promettendo quei benefici che allo stato attuale nessun governo potrebbe realizzare, anche con la migliore buona volontà.
Si teme che l'enorme numero di iscritti all'Uomo qualunque possa, ad un certo momento, far deviare Giannini verso avventure pericolose. lo credo invece che Giannini non abbia davvero la stoffa del capo, né tanto meno del dittatore. Ma che se ne fora poi di questo congegno che da un momento all'altro si è trovato nelle mani?
Marzo - le elezioni si svolgono nella massima calma.
27 marzo - Inaugurazione della personale da Forti. Moltissimi intervenuti, ottime accoglienze. le vendite vanno a rilento perché il mercato artistico è stanco. la critica è molto favorevole. Paolo Ricci, dopo avere stroncato Russo, mio compagno di mostra, scrive che espone anche Ciardo! l'ambiente trova che questa è una vittoria della mia pittura...
Aprile - Lavoro intensamente per la mostra di Roma.
Aumenta il lavorio dei partiti per il referendum istituzionale.
La monarchia difficilmente si salverà. Da tre anni i Savoia non ne imbroccano una. Quaggiù però hanno un forte seguito. lo sono indifferente. La forma repubblicana sarebbe comunque la più logica. Resta a vedersi se sia opportuno il momento, per il cambiamento di rotta.
2 maggio - Roma - Inaugurazione della personale alla Galleria del Secolo. Molto pubblico e molti artisti di tutte le tendenze. La mia pittura sembra interessare anche quelli di punta. La critica è buono. Anche Brancaccio va bene. Vendite pochissime. Ciò dipende dal fatto che in questo momento la capitale è in piena campagna elettorale, con comizi, dimostrazioni, incidenti, ecc.
9 maggio - Vittorio Emanuele III abdica e parte per l'Egitto. Troppo tardi ormai. Anche a Napoli grande fervore elettorale, ma anche grande tolleranza nei cittadini di opposte ideologie.
1 giugno - Umberto II lancia un proclama agli italiani. Forse era meglio tacere.
2 giugno - Giornata caldissima. Gran folla alle sezioni elettorali e calma assoluta. Me ne vado in campagna a dipingere. Nel pomeriggio i monarchici di via Cavallerizza sono in grandi faccende. Li osservo dalla finestra dello studio. Sembrano soddisfatti.
4 giugno - Prime notizie. Prevalenza democristiana e monarchica. Ma non si possono far previsioni. Il Nord sarà certo per la repubblica anche perché il popolo, in genere, si attende chi sa che cosa da un cambiamento di rotta.
5 giugno - Al Nord la prevalenza è repubblicana. A Napoli è impressionante il successo dell'Uomo Qualunque. Confermata la maggioranza monarchica nella Campania.
6 giugno - Fermento a Napoli per le notizie dei referendum, sempre più favorevoli alla soluzione repubblicana. I monarchici se la prendono col clero, che avrebbe fatto il ... doppio gioco! Ma se si tratta di elezioni e votazioni democratiche, perché non rispettare le decisioni della maggioranza?!
Purtroppo ieri sera si sono avuti gravi incidenti a Capodimonte, un morto e vari feriti.
Lionello Venturi, che in questo momento è magna pars in Italia nelle faccende dell'arte, ha organizzato una mostra di Arte Italiana a Londra. Nessun napoletano invitato. Anche in arte il Nord va contro il Sud, come in politica...
7 giugno - Tumulti popolari e dimostrazioni di monarchici, in seguito all'esito del referendum, ormai del tutto favorevole alla soluzione repubblicana. Il mio cortile è in agitazione. La polizia presidia il giardino. Meglio andarsene in campagna a dipingere...
8 giugno - Ma quando se ne andrà il Re? Se partisse, tutto finirebbe nel migliore dei modi. A Napoli lo dimenticherebbero facilmente.
10 giugno - I monarchici di via Cavallerizza raccolgono firme per una mozione con la quale si chiede la separazione... dal Nord! Addirittura...
11 giugno - Ancora tumulti ed incidenti in una dimostrazione monarchica. Ma perché il Re non se ne va?
12 giugno - Gravissimo conflitto ieri sera a via Medina, tra monarchici e forza pubblica e tentativo di assalto alla sede comunista. Sette morti e molti feriti. La città stamani è immusonita. Autoblinde corrono per le strade, con carabinieri armati di tutto punto. Intanto per oggi è indetto un corteo repubblicano! Ma che davvero si voglia la guerra civile? Per fortuna all'ultimo momento la manifestazione viene proibita.
13 Giugno - La signora Lovero, comunista, mi racconta la brutta avventura dell'altro ieri. Si trovava nella sede del suo partito al momento del tentativo di assalto...
Il Re, invece di andarsene, tergiversa e polemizza col governo. Colpa della suprema magistratura dello Stato, la quale, mentre parla di maggioranza repubblicana, fa delle riserve sulla validità dei referendum. Ma può mai un Re rimanere sul trono senza il consenso di tutto il popolo, oggi specialmente? Intanto le incertezze della magistratura fomentano le voci di imbrogli elettorali.
14 giugno - Grossa novità. Re Umberto è partito improvvisamente ieri, in aereo, diretto a Lisbona, pare all'insaputa dello stesso governo. Ha lanciato un proclama nel quale accusa il governo di aver compiuto un colpo di Stato! Gesto deplorevole. Ma Napoli adesso è calma. Passato il Santo... passata la festa! Benedetti napoletani...
Nel mio cortile monarchico tutto è silenzio. Solo i patiti rimpiangono ancora il Re, compresa donna Concetta la portiera.
Sempre alla ricerca di un posto per Dino. Ho buone speranze per una sistemazione come istitutore presso il convitto dell'Albergo dei poveri. Speriamo.
17 giugno - Lavoro sempre. Tutto è quieto. Nel cortile nessun monarchico; vedo soltanto i soliti angeli custodi! ...
18 giugno - Si attende la proclamazione ufficiale del risultato del referendum. Speriamo che non si riaccendano le passioni... per ora quiete assoluta.
Stasera la radio ha comunicato l'esito ufficiale del referendum. La consacrazione definitiva del nuovo regime istituzionale è scivolata liscia, quasi in sordina. Meglio così.
21 giugno - Nulla di nuovo. Una certa aria di distensione anche per i propositi conciliativi del governo, raddolcisce gli umori. E forse c'è anche della stanchezza in giro, oltre la preoccupazione per le gravose condizioni di pace che vanno delineandosi all'orizzonte.
Il Congresso delle arti è stato rimandato ad ottobre!
Dino non si fa vedere da oltre una settimana. Purché non sia ammalato di nuovo.
Ieri sera mons. Cafaro voleva assolutamente portarmi a Bagnoli per farmi partecipare ad un intimo trattenimento familiare in onore di un candidato alla Costituente, risultato eletto nella lista democristiana. Ho rifiutato. Queste cose non mi piacciono, specialmente in questi momenti...
Peppe di Spiezio mi racconta la sua avventura: sorpreso dalla polizia, con altri, in una bisca clandestina a Pozzuoli, sospettato inoltre di... neo-fascismo! Per fortuna tutto è finito in una bolla di sapone. Intanto ha vinto 1/2 milione alla roulette!! ...
22 giugno - Il decreto di amnistia politica è stato accolto molto bene, salvo le solite riserve dei soliti incontentabili. E' stato un gesto umano che avrà buone ripercussioni. Tutti sentiamo il bisogno di essere più cordiali e sereni verso i nostri simili, specialmente oggi che i famosi quattro ministri degli esteri (Francia, Russia, Inghilterra, America) vanno manipolando la nostra cosiddetta pace!
23 giugno - Invitato da Gino Doria vado a I l'inaugurazione della mostra del ritratto a S. Martino. Opere interessanti, specie quelle olandesi poco note. Causa mi dice che Paolo Ricci (ancora!) ha dato del fesso a Peirce, per avere questi scritto quasi bene della mia mostra di Roma sull'Unità che è l'organo maggiore del suo partito. Naturalmente anche gli altri critici che si sono regolati nella stessa maniera, come Guzzi, Biancale, Tridenti, Maselli, Bellonzi, ecc., saranno per lui della povera gente...
Lavoro intensamente, sempre nella zona flegrea. Adesso sono più libero e posso dedicare alla pittura quasi tutta la giornata.
Stamane è sposata Floretta. Le ho fatto da testimone. Vestita da sposa somigliava a Turandot, con quel taglio degli occhi alla cinese.
25 giugno - Oggi apertura della Costituente. Napoli non se ne dà per inteso...
26 giugno - Sostituisco Brancaccio nel giudizio della licenza di pittura all'Accademia. C'è anche Viti. Sono quattro candidati e tutti su per giù sullo stesso piano di mediocrità. Ma Notte dice che hanno fatto tanto progresso, e quindi li assolviamo. Dei resto non sarà un pezzo di carta a farli dipingere meglio o peggio...
Oggi è venuto Dino. E' sempre a spasso, sballottato da una promessa all'altra...
28 giugno - I grandi assegnano il Colle di Tenda alla Francia e il Dodecanneso alla Grecia!
29 giugno - Vado a pranzo da Pietro (mio cugino) dato che oggi è il suo onomastico.
Napoli apprende con entusiasmo l'elezione da parte della Costituente di De Nicola a Presidente provvisorio della Repubblica.
30 giugno - Vado a Pomigliano d'Arco, ospite del dott. Romana, dalla finestra della cui abitazione riproduco una veduta che regalerò all'amico. Caldo orribile. Stasera a mezzanotte vi sarà l'esperimento della bomba atomica nell'altro emisfero. L'America ha destinato questa volta come bersaglio un'intera flotta! Si teme che le ripercussioni dello scoppio possano determinare qualche ira di Dio, addirittura la... fine del mondo. La gente è preoccupata e, avvicinandosi l'ora, corre perfino ai ricoveri...
1 luglio - Non è accaduto nulla! Dalle prime notizie si desume che la flotta -bersaglio - non ha subito danni gravi. In altri termini i risultati sarebbero stati modesti. Si attendono i particolari. Intanto i famosi 4 grandi stanno decidendo la sorte di Trieste. Forse la città sarà internazionalizzata, ed il retroterra l'avrebbe la Yugoslavia.
E' morta la moglie dell'amico Testaj. Me ne dispiace. Bella donna e di appena 40 anni...
De Nicola, Presidente della Repubblica, s'insedia a Roma. I monarchici di qui brontolano ancora ma in fondo pensano che la scelta di un uomo del Sud sia stata un omaggio al sentimento politico della maggioranza dell'Italia Meridionale.
3 luglio - Stamani disordini a Pozzuoli. Reduci e disoccupati hanno impedito il funzionamento della ferrovia Cumana. Grande apparato di forza pubblica, con autoblinde ed altri gingilli del genere. Ad un certo punto carabinieri e polizia, premuti dai dimostranti, hanno sparato in aria. Bisogna però dire che il contegno della folla non era né aggressivo né violento. A mezzogiorno i treni possono partire per Napoli. Però non è ancora finito tutto.
L'agitazione dei disoccupati e reduci continua e si estende a Bagnoli, Castellammare e Napoli. Effettivamente questa povera gente non può più andare avanti e ciò contrasta stranamente col bizantinismo delle discussioni dei partiti, i quali non si mettono ancora d'accordo per la costituzione del nuovo governo! Nel frattempo i 4 grandi continuano a manipolare il nostro trattato di pace, massacrandoci con le cifre iperboliche delle riparazioni...
La Gazzetta Ufficiale pubblica l'elenco definitivo dei confidenti dell'Ovra. Ancora Assante! Questa volta accanto al nome, qualifica
professionale, ecc., è riportato anche lo pseudonimo usato dal confidente. Come va ciò? Certo si resta perplessi dinanzi a tali precisazioni. Me ne dispiace assai perché non ritenevo Assante di quella risma...
Notte è avvilito. Le sue condizioni finanziarie aggravate dalla presenza in casa della figlia incinta sono penose ed egli me ne parla scoraggiato. Gli prometto di fargli vendere qualche quadro. Interesso l'amico Calvanese, al quale riesco a far acquistare il mio ritratto dipinto da Notte l'anno scorso, ed esposto nella sua personale da Forti. Ma perché poi debbo essere così fesso? Non sarà mancanza di carattere questa facilità di dimenticare i torti ricevuti?
5 luglio - Sostituisco Brancaccio all'Accademia nel giudizio delle prove di scenografia. Il caldo mi toglie la voglia di lavorare.
6 luglio - Esami di storia dell'arte al Liceo di Pozzuoli. Incredibile ignoranza dei candidati! Uno di questi non ha saputo nemmeno dirmi che cosa è un monumento equestre! L'ho bocciato...
Stasera pranzo da don Mimì Romano per festeggiare il suo compleanno. Adunata (dice lui!) alle sette.
Da molti giorni Dino non si fa vivo. Speriamo bene...
7 luglio - Vado a Castellammare. Pranzo da Mormone, il quale salda il suo dare per acquisto di quadri con cinque chili di pasta i
8 luglio - Continua questo stato di pigrizia che non mi consente di lavorare. Tutto mi dà fastidio. Sullo spirito inquieto grava come una cappa di piombo. Le notizie del trattato di pace sono brutte e intanto a Roma i partiti ancora discutono su programmi, assegnazione di posti nel nuovo governo, ecc.! Anche da casa notizie non buone (gravami fiscali eccessivi, ecc.). Quando si vedrà di nuovo un po' di luce?
Oggi è venuto a trovarmi Adolfo Narciso, il popolare scrittore napoletano. Aveva l'aria dello stoccatore! Infatti dopo avermi fatto omaggio, con dedica iperbolica da fare arrossire il meno modesto degli artisti, del suo libro Napoli col suo manto di sole, mi ha chiesto un quadretto. Solite storie: necessità familiari, bisogno urgente di denaro, ecc. Naturalmente non ho creduto ad una sola delle sue moltissime parole, ma lo stesso gli ho dato un lavoro, raccomandandogli di non darlo via per nulla. D'altra parte mi piace questo vagabondo della vita, questa specie di don Chisciotte fuori tempo... l'intervista è finita... con abbracci e baci !!
Un'altra visita, il dott. Ingrao di Roma, il quale vuole vedere l'ultima mia produzione. E persona colta e bene addentro ai fatti dell'arte contemporanea. anche un collezionista e vorrebbe acquistare una tavoletta pugliese. Preferisce però rimandare a miglior tempo, non avendo - per ora - disponibilità di denaro.
Ancora De Gasperi non riesce a costituire il governo, data l'intransigenza dei socialisti e dei comunisti sul programma economico. C'è perfino in aria la minaccia di una rinunzia di De Gasperi. E allora? E pensare che mentre a Roma si discute, qui la gente muore di fame.
Oggi, dopo circa una ventina di giorni, noto di nuovo nel cortile degli assembramenti di monarchici. Dalla sede si sente vociare e gridare. un'assemblea, mi si dice, del nuovo partito monarchico. Com'è curioso tutto ciò, ed inutile anche...
E' venuto Dino. Attende sempre il posto.
12 luglio - Vado a trovare il prof. Boeri. Sta molto male. Spesso vaneggia. Peccato!'
13 luglio - Finalmente De Gasperi vara il nuovo governo. I tre partiti di massa si sono regolarmente divisi i portafogli. Però Togliatti è rimasto fuori. Perché? La stampa di destra teme delle manovre da parte del capo del comunismo italiano. Ma come pesa questa atmosfera di sospetti! ...
14 luglio - Vado a Baia a dipingere, poi a Torregaveta per un bagno. Non ho più visto Dino. Che farà?
15 luglio - Esami a Pozzuoli; storia dell'arte alla maturità classica. Che noia! ... Nel pomeriggio è venuto Dino. la sua pratica per l'impiego nell'amministrazione di un'opera pia è a buon punto. Occorre sveltirla e cerco di farlo subito. Speriamo bene! Ho dipinto una brutta cosa in campagna...
17 luglio - La Costituente inizia i suoi lavori con un pugilato tra sinistri e destri, per una frase infelice - anche se in parte corrispondente a verità - del Gen.le Bencivenga! Esami di storia dell'arte a Pozzuoli. Noia, caldo e fastidio delle raccomandazioni. I candidati sono sempre più asini e non hanno nemmeno quel minimo di cultura che dovrebbe consentir loro di, parlare in un passabile italiano... In Alta Italia scioperi ed occupazione di fabbriche. Come nel 20-22! Chi ha inventato la storiella della "Storia maestra dei popoli"?...
18 luglio - Sempre esami, caldo e noia...
19 luglio - Stamane senza giornali, non so per quale sciopero. Dino viene a trovarmi. Forse la sua assunzione potrà essere un fatto compiuto tra un mese. Naturalmente egli freme d'impazienza. Che almeno questo suo travaglio lo faccia finalmente diventare uomo... Dalla sua famiglia più nemmeno un rigo, dopo le belle parole dello zio paterno. Come se il giovane potesse cibarsi solo di chiacchiere...
Boeri è gravissimo. Da ieri mattina è in coma per una emorragia cerebrale. penoso vedere come non si veda accanto al suo letto nessuno dei suoi tanti discepoli. E' assistito dalle cameriere!
21 luglio - Ieri sera è morto Boeri. Stamani vado a vederlo. Che pena! Nella stanza solo due suore salmodianti e una cameriera in lacrime... Quanta tristezza...
22 luglio - Stamane non vado al Liceo per gli esami. Alle 10 sono andato ai funerali di Boeri. Pochissima gente distratta, qualche corona e questo era tutto! Così è passato nel dimenticatoio un clinico illustre ed un grande cuore.
23 luglio - Sono assediato dalle raccomandazioni; preti e suore si danno da fare! Che fastidio... E intanto da giorni e giorni non lavoro più e ne provo quasi un rimorso. Il fatto è che sono molto stanco ed ho bisogno di riposo. l'idea che presto andrò a casa mi riesce sempre più gradita...
25 luglio - Ieri sera alle 23,45 ho inteso alla radio lo scoppio della quinta bomba atomica, trasmesso da un posto di osservazione situato a quaranta chilometri dal teatro dell'esperimento. E' stato terribile e tanto diverso dai soliti rumori della guerra moderna. L'aver voluto violentare i segreti della natura finirà però per condurre l'umanità verso il caos. E forse soltanto così si potrà ricominciare daccapo, in un mondo migliore.
26 luglio - Oggi niente esami. Bagno a Torregaveta e colloquio con Dino. la sua faccenda si mette bene. Almeno potessi partire con la certezza che sarà sistemato.
31 luglio - I giornali pubblicano il trattato di pace con l'Italia. Mostruoso! E le promesse degli alleati?
Luglio - Prima di partire per Gagliano apprendo che finalmente la faccenda del posto di Dino è sistemata. Meno male...
Passo l'agosto a Leuca. Lavaro poco. Mi turba il pensiero della riconferma del comando all'Accademia. Se dovesse mancare, dovrei ritornare ad insegnare nelle scuole medie. Meglio andare in pensione! Pare però che vi sia in atto un movimento sindacale a proposito del famoso decreto di annullamento delle nomine del senza concorso. Si vuoi chiedere la revisione, caso per caso. Sarebbe logico e soprattutto onesto...
Con Brancaccio decido di tenere una mostra personale a Milano da Gianferrari. In tal senso vado orientando il mio lavoro.
Nel settembre ritorno a Napoli. A scuola nessuna novità. Può darsi che la riconferma del comando all'Accademia sia una faccenda sottintesa. Speriamo. Sandirocco è ottimista. Però è sempre la mia una posizione mortificante. Finché durerà ciò, in quell'ambiente mi sentirò sempre come un pesce fuor d'acqua!
A fine novembre niente ancora di nuovo. Dunque rimarrò almeno per quest'anno scolastico. Meglio di niente.

1947

L'anno si inizia con l'aggravarsi delle condizioni alimentari ed il rialzo di tutti i prezzi. Agitazioni di disoccupati un po' dovunque. Anche la situazione internazionale peggiora con l'appesantirsi della tensione tra Russia ed America e col fallimento delle varie conferenze per la sistemazione dell'Europa.
Lavoro intensamente per la mostra di Milano.
A scuola nessuna novità. Abbiamo adesso tra noi un piccolo nucleo di colleghi comunisti: De Val, Giordano e Filosa. Sento dire che anche Notte si vada orientando di nuovo verso sinistra. Ma quando mai Notte ha avuto dei principi stabili.
19 marzo - A Milano s'inaugura la mostra personale da Gianferrari. Buone accoglienze e molti artisti presenti. I baguttiani Morelli, Vellani Marchi e Steffenini sono sempre cordialissimi. La critica è buona sotto ogni riguardo e numerose le vendite. Partita vinta anche qui. Carrieri mi scrive un bell'articolo su Tempo Illustrato. Anche Brancaccio va bene.
Maggio - Mi si nomina componente del Comitato della prossima Quadriennale, con Casorati, Guttuso ed altri. Ne sono lusingato. Se accetto però diranno che sono sempre io a battere le carte dell'arte a Napoli. Ma un rifiuto potrebbe anche essere male interpretato, dato che prima accettavo incarichi del genere. E allora, dato che è destino che senza volerlo debba essere compromesso in faccende del genere, rispondo affermativamente. Però avrò dei guai...
Da Torino ho l'invito per la Quadriennale piemontese. Anche lassù si ricordano ancora di me. Mi fa piacere.
La notizia della mia nomina nel Comitato della Quadriennale ed i commenti sono vari. C'è chi ne ha piacere e chi no. Al solito.
26 maggio - Roma. Laboriose sedute alla Quadriennale. Molta confusione di idee. Spesso si perdono di vista le linee essenziali della faccenda. Tra i più costruttivi mi sembrano Guttuso, Casorati e Colacicchi. Finisco per armonizzare con Guttuso ed ottengo per Napoli ben 30 inviti. E' un successo, ma non mi salverò lo stesso dalle critiche dei miei colleghi di qui...
Luglio - Ci siamo! Appena giunti gli inviti della Quadriennale, si è sollevato il solito chiasso da parte dei non invitati e dagli invitati ad un'opera sola. Il Vomero -come sempre - è alla testa. Guido Casciaro mi rimanda indietro l'invito. Lo respingo!
.73 luglio - Com'era da attendersi, Paolo Ricci ha scritto stamani una nota sulla Voce per deplorare la mia nomina nel Comitato della Quadriennale. A sentirlo ... avrei addirittura fatto un colpo di mano per riprendere ... il governo delle faccende. artistiche napoletane. E pensare che non volevo accettare l'incarico!
L'amico dott. Lovero, al quale mi sono rivolto per pregarlo di farmi pubblicare sulla Voce la risposta a Ricci, ha mostrato il desiderio di provocare un chiarimento tra noi due. Aderisco mai volentieri, perché, se mai, dovrebbe essere Ricci a darmi delle spiegazioni sul suo comportamento nei miei confronti.
14 luglio - C'incontriamo con Ricci. Strana sensazione, tornare a parlare con lui dopo tanti anni e tante vicende. Ricci dichiara di non aver avuto mai del malanimo verso di me e nessun fatto personale! Una bella faccia tosta, in verità, dopo quel po' po' di attacchi a catena, che rimontano al 1932 o giù di lì!! Con la massima calma e precisione ribatto ad una ad una le sue osservazioni sull'andamento delle faccende artistiche napoletane nel passato. Gli consegno la risposta al suo articolo. Egli assicura che la pubblicherà, dopo di avermi ringraziato per non essermi rivolto ad altro giornale, come avrei potuto fare. Ci lasciamo stringendoci la mano. Se egli è stato sincero, tutto dovrebbe essere finito dopo questo episodio. E sarebbe ora, infatti!
20 luglio - Ricci pubblica la mia risposta al suo attacco, aggiungendo un commento ... agrodolce.
Prima di partire per la parentesi estiva gaglianese, passo a Ricci l'incarico di allestire la retrospettiva di Crisconio nella Quadriennale. Per due ragioni: prima di tutto perché egli è stato sempre un grande amico ed estimatore del povero artista, e poi per evitare che al momento opportuno Ricci mi attacchi ancora, per non avere io saputo valorizzare Crisconio con una buona scelta di opere ... e glielo dico anche!
All'Accademia lascio le acque un po' torbide. Il Ministero pare non voglia riconfermare il presidente Vosa, il quale adesso è oggetto delle antipatie di Notte. E pensare che fu Vosa a ristabilire la posizione morale di barbone, dopo gli attacchi e le accuse dei suoi nemici. Intanto sembra che Notte, con l'aiuto di Filosa, abbia ottenuto l'iscrizione al partito comunista.
Si dice che sia prossimo un decreto ministeriale per la revisione, caso per caso, delle nostre nomine. Sarebbe giusto e doveroso. Comincio a preparare la documentazione.
Settembre - Il presidente Vosa è stato sostituito dall'amico Morisani. Mi dispiace per Vosa, ma sono contento che al suo posto sia stato chiamato un competente ed un galantuomo. E' indegno però il modo di procedere del Ministero, che butta via così, come uno straccio, le persone, dopo di essersene servito nei momenti difficili.
Viene fuori finalmente il famoso decreto della revisione. Meno male!
Notte va dicendo che farà parte della commissione di revisione dei senza concorso e che ne è lieto per poter fregare me e Brancaccio! Brancaccio va bene, me lo spiego, perché gli fa la concorrenza per la cattedra di pittura, alla quale entrambi aspirano, e che entrambi adesso occupano ... a mezzadria! Ma io che c'entro? Parente - sempre informatissimo - afferma che Notte mi fa carico di non sostenerlo presso il nuovo presidente, del quale mi sa buon amico. Ma è una novità che non mi sono mai impicciato delle faccende dell'Accademia?
26 ottobre - A Roma per portare il pacco dei documenti per la revisione.
Si comincia a parlare della Biennale di Venezia. Segretario ne è Pallucchini, il quale non è tenero per le tendenze di centro. I napoletani non avranno certo di che lodarsi di lui. Potrei scrivergli perché siamo amici. Ma non voglio che pensi ad una intrusione interessata, e del resto, dopo le recenti esperienze, non me la sento più di muovere un dito per questa gente che non merita nulla ... A costo di rimetterci anche io!
Ho l'impressione che Morisani voglia sostituire Notte alla direzione didattica. Figuriamoci le reazioni di barbone, che ci tiene tanto a quel posto noioso ed antipatico...
Da tempo Giarrizzo non sta bene. Temo si tratti di fatti respiratori. Però ho l'impressione che non si curi abbastanza.
Novembre - I giornali pubblicano i nomi della Commissione degli inviti della Biennale di Venezia: Carrà, Casorati, Venturi, Morandi, Marino Marini, Semeghini, Longhi. Tutta gente durissima. Vedremo adesso come andrà a finire per Napoli senza un solo rappresentante di quaggiù!
Giarrizzo peggiora. Adesso è a letto. Si tratta di T.b.c.! Ormai nemmeno lui ne fa più un mistero. Speriamo bene. l'amico Russo che lo assiste fraternamente mi dà sempre le notizie dell'ammalato.
Continue agitazioni di piazza e scioperi rendono difficile la vita cittadina. Strano però come ciò coincida col ribasso di molti generi alimentari e specialmente della pasta e dell'olio.
Verso la fine del mese ricevo l'invito di Venezia per un'opera. Anche Brancaccio ha il medesimo modesto trattamento. Però, bene o male, eccomi di nuovo nel movimento artistico nazionale. Per me in particolare (dati i precedenti veneziani) l'esclusione sarebbe stata veramente un fatto grave. Speriamo però che anche altri napoletani abbiano a ricevere l'invito. Chi mi salverebbe, se no, dalle ire e dalle rinnovate gelosie?
Vado a visitare Giarrizzo. Mi pare che stia meglio, ma ha pur sempre l'espressione del malato grave. Mi ha visto con molto piacere.
Tento con prudenza di sondare il terreno per sapere qualche cosa degli inviti di Venezia. Niente, tutto tace. Poveri noi, se davvero fossimo soltanto io e Brancaccio i privilegiati ... Del resto sarebbe anche ingiusto. E pensare che l'ultima Biennale contava ben 18 napoletani tra gli invitati! Ma allora c'era il solito Ciardo a battere le carte...
Continuano i disordini e le violenze. In Puglia morti e feriti. Che tristezza! Ma dove si vuole arrivare?
Dicembre - L'affare dei due soli invitati a Venezia è ormai di dominio pubblico. Il Vomero è furibondo! Non lo era però quando lassù fioccavano le chiamate della Biennale, per merito del sottoscritto.
7 dicembre - Paolo Ricci, parlando della mostra di Buono (nostro maestro, secondo lui!), trova modo di attaccare me e Brancaccio per gli inviti di Venezia. Brancaccio, non avvezzo a simili offensive, è furioso e vuole paglia per cento cavalli, come si dice a Napoli. Cerco di calmarlo.
9 dicembre - Brancaccio ha investito a male parole Paolo Ricci, a proposito dell'articolo del 7 corr.. Ricci si sarebbe difeso fiaccamente. Ma era opportuno ampliare l'episodio con un incidente clamoroso?
11 dicembre - E' annunziato lo sciopero generale a Roma. Che l'Italia non debba avere più pace? Chi lavora sul serio, e vede chiaro nei fatti della vita di oggi, comincia a perdere la fede nell'avvenire di questa nostra patria sventurata.
12 dicembre - Ricci parlando della Biennale e dei figli prediletti di Maraini (Ciardo e Brancaccio) fa una filza di nomi, i più disparati per tendenza e qualità, di artisti che secondo lui avrebbero dovuto ricevere l'invito. Moltissimi di questi erano invitati nel '42, quando cioè nella faccenda c'entravo proprio io!
Mi si segnala che la Quadriennale ha ricevuto da Napoli una infinità di proteste contro di me per la faccenda degli inviti. Vi sono perfino degli esposti al Ministero della P.I.. Questa è vigliaccheria. Però la Quadriennale ha risposto a tutti per le rime. E' venuto il momento di non accettare più incarichi del genere.

1948

Gennaio - L'opinione pubblica comincia a vedere nelle future elezioni politiche, aprile del '48, la possibilità di uscire da una situazione di disagio, dovuta al tiro alla fune, che ormai da anni impegna comunisti e democristiani! Ma che cosa verrà fuori dalle urne? Già nel campo della cultura cominciano a precisarsi degli schieramenti ideologici. Uomini del passato regime, artisti, accademici, vanno lentamente ad ingrossare le file degli intellettuali di sinistra. Ma che davvero non sia possibile che la cultura resti fuori della mischia?
10 gennaio - De Val mi parla di un fronte democratico della cultura, apolitico dice lui, e chiede la mia adesione. Gli rispondo che ho dei motivi sufficienti per non pensare ad altro che alla pittura ed alla scuola. Inoltre, dopo tanti attacchi, sarebbe anche mai giudicata una mia conversione a sinistra. Preferisco conservare l'indipendenza nei confronti di tutti i partiti.
Gli esclusi della Biennale - già invitati nelle mostre precedenti mandano a Venezia una lettera di protesta.
Con viva sorpresa ricevo una lettera cordiale del segretario della Biennale di Venezia, Pallucchini. Questi, che ha ricevuto evidentemente la protesta dei napoletani, mi prega di metterlo a giorno della situazione artistica locale e mi invita a fare dei nomi, per il caso di un successivo riesame da parte della commissione. E una faccenda delicatissima, che ancora una volta, e senza averne avuto l'intenzione, mi pone a tu per tu con una pesante responsabilità. Rispondo con la massima obiettività, senza farne parola a nessuno. Guai se qui si sapesse una cosa simile. Però vedo con piacere che fuori di Napoli si ha sempre molta fiducia nel mio discernimento e nella mia onestà.
Giarrizzo sempre a letto. Dovrebbe entrare in sanatorio, ma non si decide.
Febbraio -- la commissione di revisione è formata da Angelini di Napoli, Corpi, Menzio, per i pittori. Gente a posto, eccettuato Menzio, il quale non vede bene l'arte napoletana. I lavori cominceranno al più presto. Almeno questa storia sarà finita, una volta per sempre.
Continua in Italia il movimento nel campo intellettuale. è ormai certo che quel tale fronte della cultura è una presa di posizione dei partiti di sinistra per le prossime elezioni. Però molti letterati ed artisti ritirano la loro adesione, forse impressionati dal can can giornalistico. Notevole il caso Manzù e quello di Ungaretti. Il primo ha smentito, il secondo ha dichiarato che, pur appartenendo al fronte, voterà per ... i democristiani! In tutta Italia ferve il lavorio dei partiti per la prossima battaglia. Anche l'estero, e specialmente l'America e la Russia, si interessa dei casi nostri, dai quali - dopo l'assorbimento recente della Cecoslovacchia nel sistema sovietico - sembrano dipendere la pace o la guerra. Intanto l'America va attuando il piano Marshall, dal quale l'Occidente potrà ricavare i mezzi per la ripresa economica. Questo piano grandioso si avvia ad essere un formidabile strumento di propaganda elettorale nelle mani del governo di De Gasperi. E anche questo è triste.
Marzo - Lo schieramento dei partiti è ormai ultimato. Comunisti e socialisti nenniani hanno formato il fronte democratico popolare. L'emblema è la testa di Garibaldi. Molti dicono che la trovata è abile. Penso invece che gli avversari se ne gioveranno, per dimostrare che i sinistri si mimetizzano per superare le diffidenze che di solito destano i simboli dei comunisti. Altri schieramenti decisi ed importanti, oltre la democrazia cristiano, sono quelli del Socialismo di Saragat, del Blocco Nazionale (qualunquisti e liberali) e del M.I.S. (movimento sociale). Quest'ultimo riunisce gli elementi più disparati con tendenze nazionalistiche: è molto avversato e guardato con sospetto.
Finalmente la commissione di revisione è stata chiamata a Roma. Siamo così all'ultimo otto.
La lotta elettorale ha già dato il via ai comizi, ai manifesti murali, alle pressioni e alle intemperanze. E' una sarabanda di frasi, male parole, di promesse, speculazioni di ogni specie, lecite ed illecite, scritte, parlate ed urlate. I muri si rivestono di carta stampata, con programmi che promettono mari e monti, insulti e controinsulti, botte e risposte. I protagonisti principali della lotta sono i socialcomunisti del fronte democratico e la democrazia cristiana. Dalla loro vittoria dipenderà l'avvenire d'Italia e forse anche del mondo.
Comincia anche la ridda delle previsioni. Dappertutto non si parla d'altro e lentamente matura nello spirito della collettività un senso di inquietudine e di attesa. A scuola tutto ciò ha un'eco molto scialba. In genere nessuno si occupa di politica, salvo due o tre colleghi comunisti.
La protesta degli ex invitati di Napoli alla Biennale ha sortito il suo effetto. Pallucchini mi dà notizia della estensione degli inviti ad altri dieci-dodici artisti di qui. Ancora una volta Ciardo, il solito Ciardo, ha potuto fare qualcosa per i suoi colleghi. Il bello è che non posso nemmeno dirlo! Strano però questo modo di procedere della Biennale, la quale si decide a correggere il proprio errore solo sotto lo stimolo di una protesta!!
la madonna di Pompei viene a Napoli! Avvenimento grandioso che smuove e commuove centinaia di migliaia di persone, ma che non manca di produrre impressione penosa in chi non sa sottrarsi al sospetto fastidioso che non siano estranee, nell'episodio straordinario, le ragioni elettorali. Mi si fa però osservare che se la chiesa ha promosso una manifestazione simile, effettivamente deve sentirsi in pericolo. Sta tutto bene, ma ne ho fastidio lo stesso. Guai però se la gente, che vedo accorrere da tutte le parti per assistere al passaggio del quadro miracoloso nelle strade della città, sapesse quello che mi passa per la mente...
Dappertutto si sente parlare dell'attività del partito del M.S.I., il quale lavora sott'acqua, ed anche ormai alla luce del sole. Tra le cose impossibili che propugna è l'indipendenza dell'Italia dalla polinca russa e da quella americana. Pensare che nemmeno l'Inghilterra, che è quello che è, e vincitrice della guerra per giunta, può sottrarvisi. Ma questo vellichìo del sentimento nazionalistico, in Italia, ha avuto sempre fortuna. Purtroppo...
Angelini, tornato da Roma, mando a chiamare me e Brancaccio. Vuole comunicarci di persona l'esito favorevole della nostra revisione. Ne sono lietissimo. Finisce così un incubo che durava da due anni...
Da Milano mi scrivono invitandomi a far parte, con i grossi calibri dell'arte di lassù, del consiglio nazionale dell'Associazione Artisti d'Italia. Ringrazio e rifiuto, proponendo Eugenio Viti. Non me la sento più di mettere la mia intelligenza al servizio di gente che non lo merita.
Poco prima di Pasqua la Francia comunica al governo italiano l'accordo preso con l'America e l'Inghilterra di restituirci Trieste. E una notizia veramente grossa che, mentre mette in imbarazzo il Fronte Popolare (Tito, Jugoslavia, ecc.), diventa subito un'arma di propaganda per gli altri partiti. Ma il Fronte si riprende e parla di bluff elettorale. Intanto però tutti i buoni italiani si augurano che Trieste ritorni finalmente alla patria comune e attendono la risposta della Russia, regolarmente invitata ad accettare la tesi della restituzione.
Scoppia lo scandalo Cippico. Si tratta di un alto prelato, già vicino alle gerarchie vaticane, il quale si è reso colpevole di truffe, speculazioni, ecc. Figurarsi i giornali ed i manifesti murali di sinistra. Mai forse la Chiesa ha dovuto subire una sì brutta pubblicità. Però, avendo oltrepassato di molto il limite, la campagna scandalistica del Fronte non ottiene l'effetto voluto. La battaglia elettorale va assumendo ogni giorno di più una violenza appassionata.
28 Marzo - Discorso del papa, radiotrasmesso. Tono polemico e fermezza di propositi. Non manca nemmeno un accenno coraggioso al caso Cippico.
30 Marzo - A Roma per l'inaugurazione della Quadriennale. La mostra riflette bene il momento attuale. Risse, polemiche e movimento d'avanguardia (astrattismo) lungo le pareti delle sale di Valle Giulia. Corsa dei mediocri verso i comodi camuffamenti delle geometrie dipinte e scolpite. Ciò non durerà. I miei quadri sono nella sala di Tosi. Non sfigurano. Piacciono a molti, anche a gente ... di parer contrario! Il critico Maselli dell'Avanti se ne compiace.
Aprile - Dopo una serie d'incidenti tra anglo-americani e sovietici a Berlino (la Germania è divisa tra i quattro occupanti vincitori della guerra), si ricomincia a parlare di pace in pericolo, di bombe atomiche ed altre cose allegre. Intanto si attende sempre la risposta della Russia per Trieste...
9 aprile - Continua il carnevale elettorale. Ormai sui muri non c'è più un calmo libero: manifesti dappertutto, monumenti compresi. I comizi riempiono l'aria degli urli degli altoparlanti piazzati ovunque, perfino sotto il mantello della statua di Garibaldi alla ferrovia! Ogni tanto qualche tafferuglio, con intervento finale della celere che mena botte da orbi, con quei suoi mazzarielli che sono ormai anche troppo noti! Nel complesso però tutto si svolge meglio di quanto si prevedeva. Almeno fino adesso.
La radio annunzia che dal 12 al 22 aprile le scuole rimarranno chiuse. Tanto di guadagnato per il mio lavoro.
Anche i monarchici si danno da fare! Raccolgono adesioni specialmente in alcuni quartieri popolari. Via Cavallerizza è tutta per loro ... Ho notato che, nel sentimento della gente minuta, ha un gran peso il lato umano delle vicende dei personaggi reali in esilio. Ciò risponde all'indole buona di questo popolo, poco amante delle novità improvvise. Inutile perder tempo a spiegare la logica di certi mutamenti di istituzioni. A questa gente sfugge il senso della storia, che si basa sulla sintesi.
10 aprile - Buono mi dice che stasera a piazza Plebiscito 40 mila persone hanno assistito al comizio del M.S.I. Credo che esageri sul numero. Però è certo che il movimento va prendendo piede, più di quanto non creda chi cerca di svalutarlo e abbastanza perché non rappresenti un punto interrogativo preoccupante. è anche questa una espressione di estremismo, a sfondo nazionalistico.
11 aprile - Ieri sera Giannini a piazza Plebiscito. Se non che alla stessa ora anche il M.S.I. aveva convocato i suoi, così che la piazza era stipata di gente. Giannini, dimenticando che il microfono era aperto, domandò ad uno dei suoi: Ma tutte queste persone vengono per me ... o per chi altri? Tutti intesero e commentarono. In effetti il caso Giannini è stato già scontato, e il divo è sceso ormai dal piedistallo. Ci voleva ben altra tempra di capo, per fare di un milione di iscritti raccogliticci un valido strumento politico!
12 aprile - Stamane grande manifestazione di universitari, per un convegno indetto per riaffermare l'indipendenza della cultura. Il convegno era al S. Carlo.
14 aprile - La Russia risponde di no per Trieste. Delusione generale.
15 aprile - Siamo alle battute finali. Ed è bene. Non si può vivere così. La ridda dei manifesti ha raggiunto un ritmo da jazz americano. Stamane ne ho visto uno molto grande, appeso alla mano destra della statua di Dante Alighieri! Era del M.S.I.!
Oggi nel pomeriggio, alle 17, comizio di chiusura del fronte popolare democratico. Oratore Togliatti. l'attesa è grande. C'è anche chi teme qualche disordine. Sarebbe un peccato sciupare tutto alla fine. In fondo le cose sono andate molto meglio di quanto non si prevedesse due mesi fa.
All'Accademia ho saputo che De Val due o tre giorni fa è stato fermato dalla polizia perché disturbava un comizio. trano! De Val è stato sempre un uomo equilibrato. Però da quando s'è iscritto al partito comunista il suo umore è cambiato parecchio.
Oggi ho consegnato il quadro per la Biennale. Questo invito ad un'opera sola mi mette nelle condizioni di mandare soltanto un biglietto da visita. Forse Brancaccio s'è regolato bene astenendosi.
16 aprile - Il comizio di chiusura del fronte democratico popolare è stato ieri sera molto affollato, anche perché vi hanno partecipato le province limitrofe. Ad un certo momento due aeroplani l'hanno sorvolato lasciando cadere dei manifestini di propaganda. Non è stato un gesto corretto. D'altra parte la correttezza è stata bandita da tempo, in questa gigantesca ed appassionata battaglia elettorale, alla quale tutto il mondo si interessa per opposti motivi.
Nel pomeriggio Napoli ha' vissuto delle ore d'incredibile entusiasmo, per il susseguirsi di tre grandiosi comizi di chiusura: alle 16,30 i monarchici, alle 19 la Dem. Cristiana con De Gasperi, ed alle 21 il M.S.I., che ormai è diventato l'argomento di tutti i discorsi, per la sua veramente straordinaria espansione in questi ultimi giorni di battaglia elettorale.
Il M.S.I. ha chiuso le sue manifestazioni di propaganda con un corteo ed una fiaccolata. La folla era strabocchevole. L'entusiasmo ha raggiunto i limiti massimi della intensità e li ha anche superati, sconfinando in manifestazioni a carattere assolutamente nostalgico. Il richiamo al fascismo ed a Mussolini ad un certo punto - a quanto mi dice chi ha assistito alla parata - ha dato l'impressione che tanti eventi tristi ed irrevocabili fossero stati dimenticati dalla folla. Tutto ciò lascia perplessi.
Com'è possibile far rivivere quello che è tramontato sotto la spinta dei suoi stessi errori? Mi pare un controsenso che può far presa soltanto sui giovanissimi, anelanti il ritorno di miti che non hanno conosciuto, se non attraverso le apologie dei propagandisti di oggi. Per noi, purtroppo delusi da tanti fallimenti, non vi sono che ceneri e rottami. Un solo desiderio anima ancora lo spirito stanco: la pace e la tranquillità nel lavoro. Politicamente quelli della mia generazione non possono essere che degli inutili stracci...
17 aprile - Oggi niente comizi. Tempo piovoso. Tutto invita alla riflessione ed al raccoglimento, in questa vigilia di eventi eccezionali. Ma sul volto della gente si legge un'ansiosa preoccupazione. Può darsi però che sia una impressione sbagliata. Questo cielo grigio non è fatto per i pensieri lieti...
Continua l'interesse di tutto il mondo per le elezioni italiane.
Da vari giorni non ho alcuna voglia di lavorare. C'è nell'aria troppa elettricità. Vedremo dopo di riguadagnare il tempo perduto.
18 APRILE - Ci siamo! Stamane le vie della città sono quasi deserte e silenziose. Calma dappertutto. Il tempo è buono, si può prevedere che la giornata non vedrà incidenti di sorta. Speriamo che l'affluenza alle urne sia forte. Almeno così, qualunque possa essere il risultato, sarà il responso di un'autentica maggioranza. lo voterò domattina presto.
19 aprile - Dai giornali si apprende che dappertutto in Italia è regnata la calma. La percentuale dei votanti - più forte nel Nord - si aggirava ieri sull'80%. Si può supporre che con i ritardatari di oggi possa salire ancora fino a raggiungere quella del 2 giugno del '46, circa il 90%.
Si fa strada la preoccupazione per le reazioni che potranno aver luogo da parte dello schieramento soccombente, mercoledì, quando saranno resi noti i risultati. E' opinione diffusa che la D. Cristiana beneficerà del maggior numero di votanti, rispetto alle elezioni amministrative dell'anno scorso. Ma le urne sono femmine... ! In ogni modo non si può dire che il popolo in questo momento dimostri uno stato d'animo rivoluzionario. A Napoli continua la calma più assoluta. Come se il tempo avesse voluto anch'esso contribuire a spegnere i colori elettorali, dopo le 14 si è messo al brutto, mandando giù - tra tuoni e lampi - un formidabile acquazzone. Giusto stamani, facendo la fila presso la mia sezione elettorale a Pozzuoli, sentivo dei contadini che si auguravano un po' di pioggia. Eccoli accontentati. Domani magari diranno ... che è stata troppa!
Nella tarda sera vengono annunziati dalla radio i primi risultati delle elezioni per il Senato. Sembra che la Democrazia Cristiana sia in prevalenza.

20 aprile - Stamane, col susseguirsi delle notizie, aumenta l'ottimismo circa i risultati nei confronti dei partiti anticomunisti. I giornali vanno a ruba, capannelli di tifosi sostano presso i locali che hanno un apparecchio radio. Commenti a non finire. Si direbbe che a Napoli tutti si compiacciano della sconfitta del Fronte di Garibaldi. Ma chi può leggere nell'animo di questa popolazione casi mutevole? E' un fatto però che dappertutto si sentono frasi sarcastiche e uscite umoristiche all'indirizzo dei frontisti. Le reazioni sono scarse o addirittura nulle. In effetti pochi se la prendono calda e in genere l'innata filosofia del popolo partenopeo finisce per trionfare delle esagerazioni e degli eccessi del settarismo politico. In fondo, anche il sentimento di quelli del Fronte, ossia l'aspirazione ad una maggiore giustizia sociale, va rispettato. Penso quindi che l'eccedere nell'entusiasmo non sia una manifestazione di civiltà: l'avversario in buona fede merita ogni rispetto. Ma andatelo a dire a questa gente, che fino a ieri non aveva nemmeno il coraggio delle proprie opinioni!
Per il loro sapore gustoso e pittoresco, ho tenuto a memoria alcune uscite spiritose di gente del popolo, sentite qua e là per Napoli, stamani. Un vecchietto fermo dinanzi ad un manifesto del fronte ornato dell'immagine di Garibaldi fa un soliloquio amaro ad alta voce: Povero Garibaldi, che figura E''hanno fatto fare, sti quattro fetienti! E si allontana scuotendo il capo. A piazza Dante un giovinastro insulta un ragazzino che vende le sigarette americane: Mò non allucchi cchiù viva Garibaldi ! Càntaro, a te e a tutti cumpagni... Il ragazzo tace mortificato. Come se poi il poverino, nel suo atteggiamento politico, potesse aver portato un minimo di responsabilità o di calcolo! E del resto questo giovinotto gradasso non dev'essere davvero un bel campione della democrazia, più o meno ... cristiana! Più bonario lo spirito di un comunista, il quale, leggendo ad alta voce, in un giornale di destra, che in Olanda si è pregato per De Gasperi, ha esclamato a voce alta: Tieni mente ca mò fanno santo puro a De Gasperi ... Ma veramente dimostrativo della fondamentale saggezza di questo popolo è un episodio da me registrato nella Cumana, ieri sera. Un gruppo di comunisti commentava i primi risultati delle elezioni, sfavorevoli per loro. Alcuni erano perplessi, altri irritati, altri rassegnati. Ad un tratto un giovane esclamò: Che c'importa chi sole al potere? Tanto, è inutile, il popolo ormai s'è svegliato e non lo si può più trascurare! Bravo giovanotto! Questo è il punto. Il progressismo è in marcia e niente lo può fermare. Si tratta soltanto di convogliarlo entro i limiti del giusto e del possibile.
Continuano a pervenire i risultati delle elezioni. Il duello tra Democrazia Cristiana e Fronte Democratico Popolare volge sempre a favore della prima. Strano come tutti siano convinti della ineluttabilità della sconfitta del Fronte di Garibaldi, per quanto ancora i risultati siano parziali. In città la calma è perfetta. Anche i primi risultati delle elezioni per la Camera dei Deputati sono favorevoli ai partiti governativi.
21 aprile - Dalle notizie di stanotte si comprende che la battaglia ormai è decisa a favore della Democrazia Cristiana, con una significativa affermazione del Socialismo nazionale saragattiano. Quasi cinque milioni di voti distaccano la D.C. dal Fronte Popolare. Ormai non potranno più registrarsi dei cambiamenti sensibili nella situazione. E' curioso osservare come tutti dimostrino di essere contenti! C'è in giro un'aria da 25 luglio '43 (caduta del fascismo). Eppure due giorni fa le discussioni erano molto accese e ovunque si ostentava una cieca fiducia nella vittoria del proprio partito. Oggi nessuno litiga più e sembra che un velo democratico cristiano sia sceso sullo spirito del più. O potenza del fatto compiuto! Ma è cieco chi crede che la vittoria delle urne possa allontanare la soluzione dei problemi sociali. Il popolo ha diritto che si tenga fede alle promesse. Se no saranno guai per tutti...
Si parla di manifestazioni che si vorrebbero organizzare per festeggia-re la vittoria. Pessima idea. Questo non può che rendere più difficile quella distensione degli animi che ormai è tanto necessaria in Italia, dopo anni ed anni di errori gravissimi commessi da tutti, magari in buo-na fede. Pace, serenità, benessere e libertà. Si lavori per raggiungere questi obiettivi e si sarà reso un servizio alla patria.. Speriamo bene.
Stamane ho incontrato Assante del Corriere di Napoli.

 


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