§ BANCHE POPOLARI

Cauto ottimismo sull'andamento dell'economia italiana nell'86




A.L.



Prospettive incerte, anche se non sempre negative, con un tasso di inflazione intorno al 7,5 per cento.


Le prospettive che si profilano per l'economia italiana nel 1986 appaiono quanto mai incerte, anche se non sempre negative, per il sovrapporsi di spinte differenziate, in un gioco ove sarà l'intreccio di politiche esterne e di condizioni interne a determinare l'andamento dell'economia stessa. A questa conclusione giunge l'annuale relazione sui lienamenti e le prospettive dell'economia nazionale dell'Associazione nazionale "L. Luzzatti" fra le Banche popolari e curata dal presidente Francesco Parrillo.
Il documento (che compie un'attenta ed approfondito analisi congiunturale nel quadro dell'evoluzione internazionale e comunitaria, tracciando con anticipazione di tempi un primo consuntivo della politica monetaria e creditizia nell'85 ed il bilancio consolidato del sistema bancario nello stesso anno), guardando al 1986 (tenendo anche conto delle valutazioni formulate da vari istituti di ricerca) ritiene che la nostra economia dovrebbe registrare un aumento del reddito nazionale del 2,3 per cento circa; un'inflazione intorno al 7,5 per cento (va in merito ricordato che nella relazione di fine '84 la si ipotizzava per l'85 sull'8,5 per cento e che i fatti purtroppo hanno dato ragione a tale previsione); un aumento dell'occupazione dell'1 per cento circa; il disavanzo statale tra i 110 e i 114 mila miliardi di lire (avvertendo al riguardo che indubbiamente la possibilità di contenere tale deficit è correlata ad una corretta approvazione ed applicazione della legge finanziaria in corso di esame al Parlamento); un saldo passivo della bilancia commerciale di poco superiore ai 10 mila miliardi di lire (grazie ad una maggiore competitività delle esportazioni italiane ed alla permanente flessione dei prezzi delle materie prime sul mercato internazionale).
Premesso che il quadro della nostra economia, alle soglie dell'86, si presenta complesso, con segni differenziati e, talvolta, contraddittori, la relazione della "Luzzati" aggiunge che, in sostanza, il sistema ha mantenuto lo stesso ritmo di crescita nell'anno precedente, in un contesto Internazionale contrassegnato da un generale rallentamento e che le famiglie e le imprese sono stati i punti di forza di questo risultato. Le piccole e medie imprese e le economie locali hanno continuato a dare un valido apporto all'"Azienda Italia".
Richiamandosi ai tradizionali squilibri e nodi strutturali tuttora in atto e che affliggono la vita economica e sociale del Paese, il documento rileva tra l'altro che il disavanzo e l'indebitamento pubblico a livelli critici riducono lo spazio della politica monetaria, sottraggono risorse agli investimenti direttamente produttivi e costituiscono una minaccia permanente alla stabilità economica, e che il ritardato decollo del Mezzogiorno rappresenta un forte limite allo sviluppo ed all'occupazione, oltrechè un elemento socialmente dirompente.
Posto in rilievo che il contesto internazionale offre elementi che possono incidere positivamente sull'evoluzione della nostra economia, la relazione sottolinea che vanno prendendo consistenza, a livello interno, segnali di ripresa e che vi sono indicatori incoraggianti come il ridimensionamento, nell'ultimo periodo dell'anno, del disavanzo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti, per effetto di una maggiore competitività dei nostri prodotti; la possibilità di colmare i vuoti occupazionali attraverso una accentuazione del processo di terziarizzazione dell'economia; la prosecuzione di un soddisfacente aumento degli investimenti produttivi (macchine, attrezzature e mezzi di trasporto + 11,3 per cento in termini reali).
L'economia italiana, infine, può contare su alcune condizioni di base come il persistere di un tasso di crescita relativamente soddisfacente, un certo clima di pace sociale, dimostrato dagli accordi sindacali di fine anno per il settore pubblico, il continuato seppur rallentato ritmo di sviluppo pacifico mondiale, di cui gli scambi internazionali non potranno che giovarsi. li sistema bancario e finanziario, con le sue ampie disponibilità e la sua efficienza operativa rafforzato con l'adozione di tecnologie tipiche e con l'arricchimento di nuovi strumenti e nuovi prodotti è in grado di rispondere pienamente alle richieste dell'economia e permettere l'allocazione ottimale delle risorse.
Nell'insieme, nota ancora il documento, i fattori suindicati possono introdurre elementi favorevoli nelle prospettive per l'anno prossimo, ma è indubbio che la evoluzione di questo quadro in senso positivo, non può essere lasciata al frammentario spontaneismo, ma indirizzata e sospinta da interventi coordinati ed unitari di una manovra di politica economica coraggioso e rigorosa. Al riguardo, si avverte l'esigenza di un migliore e maggiore coordinamento tra politica di bilancio, politica dei redditi e politica monetaria e l'esperienza del 1985 dovrebbe offrire preziosi ammaestramenti, promuovendo, in un'organica visione di lungo periodo, la programmazione degli investimenti, dello sviluppo e dell'occupazione e mobilitando intorno all'obiettivo prioritario del risanamento la massima solidarietà e collaborazione delle forze politiche, sociali ed economiche.


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