LE CIFRE DI BANKITALIA




M.C.M, L.T., D.C.



Gli italiani non sono diventati più ricchi, semmai leggermente più poveri. Hanno tirato avanti, insomma: alcune fasce sociali, poi, fra non poche difficoltà. Gli italiani intervistati sono stati molto restii ad aprire i segreti delle loro tasche e dei loro mattoni. Sia pure con la necessaria cautela di fronte alla scontata reticenza, e quindi alla consistenza reale delle cifre, è emerso che nel 1983 il 42, 1% delle famiglie non ha risparmiato nulla e la propensione media al risparmio è stata del 9,6%. Il quattro per cento delle famiglie possiede più di 300 milioni di beni reali e il 27,4% della ricchezza totale.
Lo studio, reso noto dalla Banca d'Italia, è stato condotto su un campione di 4.000 famiglie con gli stessi criteri degli anni precedenti. La novità è che le cifre scaturite si avvicinano per molti versi a quelle della contabilità nazionale. L'investimento più corteggiato restano gli immobili, mentre sono soprattutto i lavoratori autonomi a mettere soldi in cassaforte rispetto ad altre categorie. Il massimo del risparmio si ha per le persone fra i 30 e i 40 anni.
Per quanto riguarda la ricchezza finanziaria, viene fuori che il ricorso ai Bot e alle altre opzioni resta un terreno conosciuto da un ristretto numero di persone e si conferma che la ricchezza vera è nelle mani di pochi. Il 61,4% delle famiglie interpellate ha dichiarato di non possedere attività finanziarie: i lavoratori autonomi preferiscono attività liquide, come conti correnti e depositi a risparmio; fra gli anziani e nei piccoli centri sono sempre di modo depositi e buoni fruttiferi postali. Ai Bot e agli altri titoli fanno ricorso coloro che hanno redditi familiari da 30 milioni in su: le famiglie che possiedono Bot sono solo il 4,2%.
Il 72,3% delle famiglie ha confessato di avere forme di ricchezza "reale" (per il 90% costituita da immobili). È di poco inferiore al 60% il numero delle famiglie che vivono In case di proprietà, mentre le famiglie che possiedono un immobile diverso da quello usato come domicilio sono il 26,7%.
Il reddito familiare netto è ammontato nel 1983 a 20 milioni 222.000 lire (+14,82% rispetto all'82), e quello individuale a Il milioni 076.000 lire (+ 14,08%). Se le cifre si depurano dell'inflazione, il reddito reale si è contratto rispettivamente dello 0, 18% e dello 0,92%. La spesa media annuo di una famiglia è stata di 13 milioni 767.000 lire, con una flessione, in termini reali, dello 0,91%. Per altri va peggio: dall'indagine di Bankitalia emerge che l'1,8% degli intervistati dispone di un reddito familiare di appena quattro milioni di lire annue.
C'è anche una scala di valori rispetto al reddito secondo il titolo di studio: i laureati fanno la parte del leone; netta la differenza tra uomini e donne, a favore dei primi; il reddito scende bruscamente oltre i 65 anni, dopo aver toccato la punta massima fra i 40 e i 50 anni.


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