PIU' LIBERTA' PIU' RICCHEZZA




Leo Valiani



Nel 1984 la libertà è cresciuta in buona parte del globo. Le democrazie si sono consolidate, quantunque il terrorismo non smetta di cercare di sovvertirle. In Italia, lo Stato democratico ha inflitto colpi non irrilevanti alla mafia, che con le sue sistematiche azioni criminose, omicide e corruttrici, calpesta da lungo tempo la libertà e la sicurezza degli onesti e di coloro stessi che si piegano ai suoi ricatti. E' troppo presto per cantare vittoria, perchè i mafiosi recentemente arrestati devono essere ancora condannati per i loro delitti. E' dubbio che le Corti d'Assise siano la sede giudiziaria adatta contro la mafia e, in generale, contro la criminalità organizzata, ma se fossero sostituite da tribunali composti da magistrati di carriera, accuratamente selezionati, ciò avverrebbe stavolta nel rispetto delle garanzie giuridiche e di incolumità per tutti, parti lese, testimoni ed imputati.
Come successo non trascurabile della libertà d'antenna possiamo registrare la neutralizzazione, ancorchè solo provvisoria, dei tentativi di imbavagliare le televisioni private. La rivoluzione tecnologica avanza dappertutto, a cominciare dal campo delle telecomunicazioni, dell'informatica. I suoi progressi servono la causa della libertà, se non vengono monopolizzati da nessuno, neppure dai governi, o dalle oligarchie finanziarie, essendo controllati dallo strumento principe della libera concorrenza, della competizione aperta.
Nell'America Latina ad alcune dittature si sono sostituiti dei regimi democratici e quest'evoluzione sembra dover continuare, anche se la dittatura di Pinochet di ostina ad opporre odiose repressioni alla richiesta di ritorno alla libertà che i cileni trovano il coraggio di esprimere. In Polonia, il complotto ordito dai mandanti dell'uccisione dell'abate Popieluszko per seminare terrore fra gli oppositori della dittatura e costringere questa a ripristinare lo stalinismo, può dirsi, per il momento, fallito. Perlomeno, gli assassini, se non già i mandanti, hanno risposto davanti alla giustizia del crimine commesso.
I risultati più cospicui, i metodi di libertà li hanno conseguiti nella lotta all'inflazione. Le pressioni inflazionistiche sono state sconfitte, con le liberalizzazioni, accompagnate, là dove ciò era necessario, da misure di austerità, senza che ne venisse una recessione mondiale. Prevale, anzi, con alcune eccezioni, la tendenza verso una ripresa economica non inflazionistica. Questo è avvenuto altresì in Italia, ove l'enormità del disavanzo pubblico rende tuttavia le previsioni molto incerte. Speriamo che la nuova legge tributaria, che Visentini ha avuto il merito di far introdurre, incrementi, a carico degli evasori, le entrate dello Stato. Occorre fermarne, invece, le spese improduttive.
La disoccupazione rimane, e non in Italia soltanto, molto preoccupante, specie per le giovani leve e nelle aree depresse.
L'economia di mercato, l'iniziativa privato, il libero scambio, interno e internazionale, si sono confermati quali mezzi di progresso produttivo e di prosperità, benchè troppo disegualmente distribuita, assai più efficaci della statizzazione o di altri vincolismi. Bisogna, però, riuscire ad elaborare e a varare, nel rispetto delle esigenze vitali dell'economia libera, una programmazione realistica, atta ad indicare le vie della riconquista del pieno impiego, che vent'anni fa era pure stato raggiunto. La programmazione che auspichiamo suppone il rafforzamento dell'autorevolezza e delle capacità dello Stato, ma sarà tanto più feconda, quanto più varcherà le frontiere dei singoli Paesi, su scala comunitaria europea e, proprio con la liberalizzazione multinazionale dei movimenti di capitali, ostacolata da interessi ottusi e da demagogie nelle dimensioni di tutto il mondo libero.
La libertà può battere i suoi nemici, per quanto essi siano sempre molti, dacchè la tentazione della prepotenza, del dispotismo, è nell'animo umano. Può farlo solo se è decisa a difendersi e so organizzarsi. Deve organizzarsi, politicamente e persino militarmente, l'Europa comunitaria.
Le nazioni atlantiche devono organizzare meglio i loro rapporti di alleanza e la loro politica estera, di aiuto al terzo e al quarto mondo e di distensione, sulla base di sinceri sforzi di disarmo non unilaterale, bensì reciprocamente controllato, verso il blocco dominato dall'Unione Sovietica. Questa è la strada maestra della pace, e della fioritura della libertà, che implica la stabilità della pace stessa e la prospettiva di traguardi di giustizia.

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